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Autore: Hana S    22/06/2013    1 recensioni
A Marijoa vivono i Draghi Celesti, capricciosi ed arroganti, si credono i padroni del mondo, Audrey è una di loro, ma questa vita non la sopporta. Però una volta al mese, per un solo giorno vive come una ragazza normale; quella che dovrebbe essere una noiosa passeggiata dove tutti si inchinano alla sua presenza, si trasforma in un momento di distacco dalla sua quotidianità. Proprio durante quel giorno farà nuovi incontri e stringerà nuove amicizie.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mugiwara, Nuovo personaggio, Shakuyaku 'Shakky', Silvers Rayleigh, Supernova
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAP. 1
« Adesso vediamo se fai ancora la sfrontata! » Kidd teneva la ragazza per i polsi, stesa sul pavimento della locanda, Audrey cercava di liberarsi, ma più lei si dimenava, più lui stringeva; anche le sue gambe erano bloccate, dopotutto Kidd era il doppio di lei. Lo guardò dritto negli occhi, era spaventata ma non voleva cedere, lui avvicinò la bocca all’orecchio della ragazza « Adesso ci divertiamo » le bisbigliò ed Audrey rabbrividì, Kidd lo notò e scoppiò in una sonora risata …
 
Qualche ora prima …

Audrey era stanca, avevano portato altri uomini come schiavi a Marijoa, non voleva più vedere gente soffrire.
Guardò l’uomo che era entrato, era lui che consegnava la “merce” a casa. Era un vecchio pelato e con una lunga barba grigia che arrivava a metà del suo addome gigantesco. Sembrava più una palla che un uomo, indossava una tunica verde oliva lunga fino alle caviglie; si era proprio una palla con due stuzzicadenti per gambe; una cintura di pelle alla vita a cui era fissato un grosso sacchetto, pieno dei berry che guadagnava con il suo servizio a domicilio. Sudava come un porco a causa della sua stazza.
Erano acquisti di suo padre, ancora giovani donne. Tutte di carnagione scura, come piacevano a lui, con lunghi capelli neri e prosperose. Una di loro piangeva amaramente, fu colpita dall’uomo che l’aveva portata li.

« Comportati come si deve, sai chi è l’uomo che ti ha acquistato eh? »
La poveretta cercò di rialzarsi.
« È uno degli uomini più importanti del mondo, è un Drago Celeste, San Dowel » la prese per un braccio e la alzò violentemente.
« Suvvia Glan, non sono poi così importante »

Audrey si voltò suo padre stava scendendo l’imponente scalinata che portava al piano superiore, ai suoi alloggi. Padre e figlia incrociarono gli sguardi e tutto il disprezzo che lei provava le era dipinto in volto. Il Drago Celeste scostò lo sguardo, per ammirare i suoi nuovi acquisti e per evitare gli occhi della figlia. Si avvicinò alla ragazza e le sollevò il volto in modo che i loro sguardi si incontrassero.

« Ti darò presto io un motivo per piangere …  » gli occhi della ragazza tornarono ad inumidirsi «  … sarai la prima »
Il nobile chiamò un’anziana donna e le ordinò di preparare le ragazze; prese in mano le catene la donna condusse le ragazze al piano superiore. Passarono davanti ad Audrey, non saranno state molto più grandi di lei. La ragazza si voltò, voleva uscire da quella casa.

« Audrey, dove vai? »
« Vado a fare un giro, ti dispiace? »  non si girò neanche a guardare in faccia il padre.
«No, ma portati Kiernos, non è bene che una Nobile vada in giro da sola »

La ragazza camminava per il lungo corridoio che portava all’uscita, dove la aspettava il suo più grande amico.
« Kiernos, hai preso tutto vero? »
« Si, Santa Audrey, come avete chiesto »

La giovane incrociò le braccia e sospirò, odiava essere chiamata così, e il suo amico lo sapeva. Guardò quell’uomo, quante rughe segnavano ormai la sua faccia, ma nonostante l’età era ancora in forma, i suoi pettorali ben definiti erano coperti da una lunga tunica senza maniche, ormai rovinata. I suoi occhi erano ancora vispi il vigore della gioventù non lo aveva ancora lasciato. I capelli ormai tutti bianchi, erano completamente scompigliati. A differenza degli altri schiavi, non portava il “collare”, le aveva giurato eterna fedeltà dalla morte della madre.

« Non è colpa mia, se non ti chiamo così, qua mi tiranno il collo! » scoppiarono tutti e due a ridere, sapevano che non era così
Un dolce sorriso si dipinse sulle labbra della ragazza, erano passati ormai più di dieci anni e Kiernos era sempre rimasto al suo fianco «Andiamo!» con questa semplice parola lasciarono Marijoa diretti all’arcipelago Sabaody.


« Shakky! Siamo noi! »
« Audrey che piacere » la donna si voltò verso i due ospiti, salutò la ragazza con un cenno della mano e, quando le fu vicino, strizzò l’occhio a Kiernos.
« Rayleigh-san dové? »
« Mi dispiace non lo vedo da un po’ »

“Uffi” pensò Audrey « Va beh! Vado a cambiarmi » detto questo entrò in una stanza nel retro. Si tolse l’enorme mantello di dosso e guardandosi allo specchio vide un fantoccio, non era lei in quegli abiti e con quella pettinatura, si cambiò velocemente. Si voltò di nuovo verso lo specchio e osservò attentamente la figura riflessa, non era tanto alta, ma in quanto forme poteva competere con tante belle ragazze, poi quei vestiti la risaltavano molto: shorts di jeans, camicetta di seta color caffè, sandali con i tacchi che le davano slancio. Mentre i capelli erano finalmente liberi di svolazzare ad ogni suo movimento, neri, lunghi fino a metà schiena e lisci, come quelli di sua madre; per un attimo i ricordi di Audrey volarono a quando prima di andare a letto pettinava la mamma. Fece un bel respiro e uscì dalla stanza.

« Pronta? » Kiernos invece indossava jeans lunghi, una canotta bianca e sopra una camicia a quadretti rossa, con le maniche tirate su fino ai gomiti.
« Si! Andiamo, grazie ancora Shakky! » detto questo, Audrey uscì dal locale saltellando. L’aria sembrava diversa, forse perché anche lei si sentiva così, per un giorno solo al mese, ma per lei bastava.


« Quanta gente! »
« Si in effetti oggi la zona è più affollata del solito » Kiernos afferrò il braccio della ragazza, che si stava allontanando  «Ho sentito che sono arrivati parecchi pirati in questo periodo, per favore, non allontanarti»

« ok » bisbigliò Audrey con la faccia di chi è stato colto in fallo, quando riusciva a sgattaiolare via si divertiva un mondo, le dispiaceva per Kiernos che impazziva per ritrovarla, sapeva bene che se le fosse successo qualcosa, ci rimetteva lui; ma le era sempre andata bene e questo aveva contribuito a farle sviluppare troppa fiducia in se stessa.

« Ragazzi quanto tempo » un mercante li salutò dalla sua bancarella lungo la strada « Sono felice di vedere che state bene » fece cenno di avvicinarsi e abbassando il tono gli disse «Ho sentito che ci sono dei nobili sull’arcipelago, state attenti a non farvi riconoscere, lo dico da amico »
« Sentito Audrey? Dobbiamo … Audrey? » Kiernos si guardò in giro e l’unico pensiero a fluttuargli per la testa era “Dannazione, me l’ha fatta di nuovo”
Audrey camminava spedita per le vie della zona commerciale “Povero amico mio … un po’ mi dispiace, ma ora si va a bere”, c’era un unico posto dove voleva andare, una vecchia taverna dove servivano dell’ottima birra, l’aveva scoperta l’ultima volta che era stata in incognito sull’arcipelago.


Seduta al bancone della locanda, mandò giù il terzo boccale, ancora niente, non sentiva ancora l’effetto “Possibile che io sia l’unica persona al mondo su cui non ha effetto l’alcool?” ed era vero, anche se beveva dieci boccali di fila, non avvertiva nessun effetto. Improvvisamente, qualcuno strinse un braccio intorno alla sua vita e trasalì.

« Complimenti bellezza » era un ragazzo alto, pelle pallida e capelli rosso fuoco e degli occhiali da motociclista; Audrey non notò altro, anche perché era paralizzata, aveva la sensazione di essere finita nei guai « Che e dici di bere insieme? » detto questo la strinse a se, ed Audrey lo scansò gettandogli un’occhiataccia e rovesciandogli addosso il boccale che teneva in mano, nessuno poteva permettersi di trattarla così; odiava profondamente gli uomini che assumevano certi atteggiamenti con le ragazze.

« Non ci penso proprio lurido pezzo di …  » non fece in tempo a finire la frase, guardò quegli occhi gialli pieni di rabbia e ricordò, aveva già visto quel volto, su un manifesto, era un pirata e anche dei peggiori Eustass “Capitano” Kidd. Audrey si morse la lingua, non era stato saggio provocare un pirata da 315.000.000 di Berry. Si voltò leggermente e vide gli altri membri della ciurma seduti ad un tavolo poco distante e deglutì.

Kidd non proferì parola, allungò la mano per afferrare la ragazza, ma Audrey riuscì ad evitarlo e si mise a correre verso l’uscita, ma l’enorme porta di ferro si chiuse davanti a lei. Però c’era qualcosa di strano, la porta tremava e ben presto i cardini cedettero. Trascinata da chissà quale forza, la porta le arrivò quasi addosso, fece appena in tempo a buttarsi di lato e cadde a terra, nel frattempo il locandiere e molti altri si erano affrettati a lasciare la zona. Audrey si voltò, la porta era caduta ai piedi del pirata “Che sia stato lui?”; non rimase li a porsi tante domande, fece per alzarsi ma Kidd le fu subito addosso.

« Adesso vediamo se fai ancora la sfrontata! » Kidd teneva la ragazza per i polsi, stesa sul pavimento della locanda, Audrey cercava di liberarsi, ma più lei si dimenava, più lui stringeva; anche le sue gambe erano bloccate, dopotutto Kidd era il doppio di lei. Lo guardò dritto negli occhi, era spaventata ma non voleva cedere, lui avvicinò la bocca all’orecchio della ragazza « Adesso ci divertiamo » le bisbigliò ed Audrey rabbrividì, Kidd lo notò e scoppiò in una sonora risata e allungò una mano sulla camicetta, iniziò a sbottonarla molto lentamente, sogghignando.

«Kiernos …  » fu l’unica cosa che la ragazza riuscì a dire e come chiamato a lei, l’amico piombò nella locanda.
« Vecchio qui non c’è niente per te, vattene … »
Invece l’uomo restò li immobile, Kidd lasciò per un istante Audrey  « Aspetta dolcezza, lo metto a nanna e poi torno da te » poi si alzò. Velocemente Kiernos tirò fuori qualcosa dalla camicia, un piccolo sacchetto, lo buttò sul pavimento e subito una densa nube rossa riempì la taverna.


Erano nascosti in un vicolo parecchio lontano dalla locanda, quei pirati passarono li vicino, ma per fortuna non li notarono.
« Tutto bene? »
Audrey guardò l’amico, poi si ricordò della camicia, la guardò era sbottonata per metà. Voleva richiuderla, ma le lacrime le annebbiavano la vista, Kiernos la abbracciò e lei scoppiò a piangere.

« Quante volte ti ho detto di non allontanarti? »
« Mi … dis … pi … a … ce » singhiozzò Audrey.
« Calmati, adesso è tutto finito»  quella voce calma e rassicurante quietò il pianto della ragazza.
« Kiernos, torniamo a casa? »
« C’è una cosa che devo fare prima »
« È successo qualcosa?»
« Ho visto Rayleigh, lo stavano portando alla casa delle aste, devo scoprire cosa è successo »
  
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