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Autore: Fluffy Jpeg    23/06/2013    1 recensioni
Soldato intanto si era voltato, e lo stava osservando. Skipper e Rico, che stavano giocando a carte in un angolo della stanza, avevano sollevato lo sguardo, e facevano lo stesso.
Re Julien si accertò che tutti lo stessero ascoltando, prima di parlare.
- Maurice non si sveglia più. - annunciò.
Il superiore emise un sospiro annoiato, e tornò alle sue carte. Ma la sua attenzione venne supito ripresa dalle parole seguenti del catta: - E Mortino. E Joey. E Berry. E i camalonti. Non si sveglia più nessuno.
Tutti e quattro ebbero la stessa reazione: rimasero attoniti, i becchi leggermente aperti dalla sorpresa.
- Nessuno? - domandò Skipper. Abbandonò le carte sul tavolo, e si avvicinò al re. Dietro di lui, Rico spiò la sua mano. - Proprio... nessuno?
- Nessuno. - ripeté il catta, sottolineando con la voce la parola.

Fan fiction di sei capitoli ambientata nell'universo dei Pinguini di Madagascar. Enjoy~
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2: Desideri di Sonno Eterno.

Re Julien si girò e rigirò sulla palestra gonfiabile per tutta la notte, cercando di prendere sonno senza riuscirci. Alla fine decise di sedersi sul muretto che delineava il suo habitat, come a sorvegliare lo zoo. Una cosa che lo annoiava molto. Sperava che almeno la noia gli avrebbe dato un po' di sonno, ma niente.
All'alba era ancora lì, sdraiato, con una zampa penzolante giù dal muro. Il suo sguardo vagò per i recinti, fino a quando inquadrò i pinguini, finalmente tornati dalla loro missione.
Con noia, saltò giù dalla sua postazione e si avvicinò ai quattro, chiedendo un vago: - Com'è andata?
Skipper, che già non apprezzava la sua presenza lì, alla domanda lo fulminò con lo sguardo.
- Non riesci a capirlo da solo? - chiese a sua volta, con un tono di voce aspro, incattivito.
Lo sguardo del catta notò che era coperto di cenere, e che un ematoma spiccava sulla sua pancia. Ma il capo dei pinguini era quello nello stato meno pietoso: allungando il collo, Julien poté notare Kowalsky che si trascinava dietro di lui a testa bassa, pieno di lividi in ogni dove e un vistoso segno rosso ai lati del volto. Soldato gli camminava di lato, attento a prenderlo al volo in qualsiasi momento: sul suo fianco c'era un grande segno nero, una chiara conseguenza di un'esplosione avvenuta vicino a lui. Rico avanzava in coda al gruppo, il corpo segnato da vari lividi, tenendosi una pinna dalla quale si intravedeva un brutto ematoma.
Il catta rimase silente qualche istante, portandosi una zampa alla bocca in un gesto pensoso. Poi scosse la testa, incrociando le zampe.
- No, non riesco a capirlo. E poi, perché mi devi sempre fare gli indovinelli? Dimmi le cose in modo chiaro!
Skipper si passò una pinna sul volto, e con un sospiro pesante lo superò senza dire niente. Zoppicava appena mentre camminava. Kowalsky alzò lo sguardo, soffermandolo su quel particolare; ma appena il capo si voltò, subito lo riabbassò, e senza dire una parola lo seguì, lento lento.
Soldato proseguiva alla sua velocità, senza staccargli gli occhi di dosso. Sobbalzò quando si sentì chiamare dal superiore.
- Lascialo indietro. - gli ordinò. Per un secondo, rimase interdetto; poi aprì il becco per controbattere. Ma Kowalsky, al suo fianco, gli fece segno di non parlare. Gli rivolse un sorriso forzato, e annuì, una sola volta.
- Obbedisci. - gli mormorò, con il tono più gentile che riuscì a trovare, tradendo un leggero tremore nella voce.
Soldato gli rivolse un sorriso a sua volta, dei più dolci che riuscì a fare, in un vano tentativo di consolarlo. Poi aumentò il passo, raggiungendo Skipper e Rico, qualche metro più in là.
Re Julien guardò tutto con sguardo annoiato, le zampe ancora incrociate davanti al petto.
- Ah, sì, bhé. Io sono qui, comunque. - disse. Poi si voltò, fingendosi offeso.
Skipper continuò ad avanzare, senza nemmeno ascoltarlo.

- Ora basta, Kowalsky. Basta! Non voglio più vedere invenzioni da parte tua. Mai più!
Più Skipper si avvicinava al suo volto, e più il suo tono di voce aumentava. Kowalsky si sentì piccolo e impotente, seduto lì per terra, costretto al silenzio proprio dal suo superiore.
- Prova a parlare - l'aveva avvertito, - e io ti faccio vedere la barriera corallina a furia di pesce in faccia!
E quindi era lì, a ributtare in gola ogni singola parola voleva dire, anche i più piccoli gemiti di paura, temendo che il capo potesse prenderle per inizi di frasi.
Skipper chiuse la porta del suo laboratorio con la chiave, poi gliela mostrò, con sguardo severo.
- Mai più! - urlò di nuovo.
Kowalsky ingoiò la propria saliva, poi annuì. Strofinò una pinna sulle fasciature sul suo corpo, vergognandosi di sé stesso.
Era colpa sua se erano ridotti in quello stato, ed era ben consapevole che si meritava una punizione. Ma quella... Già avvertiva l'impulso di prendere i suoi attrezzi e creare qualcosa di nuovo. E il sapere di non poterlo fare, gli faceva perdere persino la voglia di vivere.
Era l'unica cosa che sapeva fare...
Skipper ordinò a Rico di coprirgli gli occhi mentre nascondeva la chiave. Più volte tentò di spiare, ma l'altro era sempre più veloce di lui e gli bloccava la visuale.
Anche quando poté tornare a vedere, rimase immobile e silente, muovendo soltanto gli occhi per seguire i movimenti del superiore. Egli era davanti alla porta del laboratorio, esattamente dov'era quando aveva la chiave; si spostò verso destra, avvicinandosi alla televisione. Afferrò il telecomando, accese sul canale delle News, e quindi, senza degnarlo di uno sguardo, finalmente disse: - Puoi parlare.
Kowalsky non se lo fece ripetere, e corse alla porta d'acciaio. Vi si appoggiò, urlando nel vano tentativo di aprirla, mentre Soldato lo osservava in pena, Rico si sedeva in un angolo a fare cerchi per terra, e Skipper alzava il volume per non sentirlo.
La situazione non cambiò di molto: per buona parte della mattina, il giovane pinguino cercò di consolare lo scienziato, che nel frattempo era scoppiato in lacrime e cercava di farsi dire dall'armiere dove fosse la chiave. Il superiore non disse niente: ascoltò semplicemente le notizie da vari telegiornali, sorseggiando un altro caffé.
Ad un tratto, dal di fuori, la custode Alice li chiamò. La sua voce sembrava davvero preoccupata, per una volta; ma i quattro non uscirono. Non lo fecero nemmeno quando udirono la voce di uno sconosciuto, che offrì loro anche del pesce. Rico era già sul punto di fiondarsi fuori, ma Skipper lo bloccò, facendogli segno di no con il capo.
Come al solito, la sua paranoia gli stava facendo immaginare complotti di ogni genere, e la convinzione che quel pesce conteneva microfoni di alta qualità in grado di udire qualsiasi cosa anche da dentro lo stomaco di un pinguino gli impediva di ascoltare i brontolii disperati dello stomaco del sottoposto.
Il vento che portò il cambiamento aveva l'odore di un lemure.
Proprio a metà del nuovo episodio de "i Lunacorni", che Soldato seguiva con gli occhi che brillavano ad ogni parola e Kowalsky con noia, l'ingresso principale della base dei pinguini si aprì e ne entrò re Julien. Aveva uno sguardo perplesso, mentre poggiava le zampe posteriori a terra e si separava dalla scaletta.
Lo scienziato fu il primo a notarlo. Lo ispezionò varie volte con gli occhi, prima di chiedergli: - Dal tuo modo di muoverti si può intuire che tu sia confuso. Il che è strano, visto che tu di solito sei o offeso o eccitato per le cose più inutili esistenti sulla Terra.
Il catta gli rivolse uno sguardo risentito, incrociando le zampe al petto. Kowalsky annuì, come se quel gesto avesse appena dimostrato una sua teoria.
- E' successo sicuramente qualcosa di diverso dai soliti fatti che si verificano abitualmente allo zoo. L'unica domanda è: cosa?
Soldato intanto si era voltato, e lo stava osservando. Skipper e Rico, che stavano giocando a carte in un angolo della stanza, avevano sollevato lo sguardo, e facevano lo stesso.
Re Julien si accertò che tutti lo stessero ascoltando, prima di parlare.
- Maurice non si sveglia più. - annunciò.
Il superiore emise un sospiro annoiato, e tornò alle sue carte. Ma la sua attenzione venne supito ripresa dalle parole seguenti del catta: - E Mortino. E Joey. E Berry. E i camalonti. Non si sveglia più nessuno.
Tutti e quattro ebbero la stessa reazione: rimasero attoniti, i becchi leggermente aperti dalla sorpresa.
- Nessuno? - domandò Skipper. Abbandonò le carte sul tavolo, e si avvicinò al re. Dietro di lui, Rico spiò la sua mano. - Proprio... nessuno?
- Nessuno. - ripeté il catta, sottolineando con la voce la parola. - Ho provato con tutti. Non si svegliano.
Il pinguino lo guardò per qualche istante, prima di sollevare lo sguardo all'ingresso, ancora aperto. Senza aggiungere parola, salì i gradini della scaletta; quando sbucò all'esterno, rimase interdetto, mentre, spiando in ogni recinto, si accorse che in effetti stavano tutti dormendo. Era tarda mattina: oramai dovrebbero essere tutti svegli, anche chi ha fatto particolarmente tardi.
Uscì dal suo habitat e provò a sua volta a svegliarli, uno dopo l'altro; fu presto raggiunto dal resto della sua squadra, che lo aiutò nel compito. Ma nessuno reagì: continuavano a dormire, beati, senza che nulla li disturbasse.
Passando di fronte all'ingresso, i quattro notarono che era chiuso, e dei cartelli erano stati affissi al di fuori. Vi scivolarono davanti, e Kowalsky tentò di leggere cosa vi era scritto, con i caratteri irregolari tipici della calligrafia di Alice; ma non ci riuscì, e tornarono all'interno dello zoo senza sapere cosa fosse successo.
Quando rientrarono alla base, re Julien era ancora lì, che giocava con il telecomando.
Skipper mosse qualche passo verso di lui, avanti al gruppo. Il catta si voltò, stringendo ancora il controllo del televisiore come se fosse un'ancora di salvezza.
- Mi credi, adesso? - chiese.
Il pinguino si limitò ad annuire in risposta. - Cosa è successo? - domandò.
Re Julien scosse le spalle, dicendo un: - Come posso saperlo? Non si svegliano!
- Intendo cosa è successo di diverso. - specificò l'altro. Il catta sollevò le sopracciglia, con un lungo: - Ohh... - che risuonò molto infantile. Tipico suo, insomma. Poi, nuovamente scosse le spalle. - Nulla. - rispose. - Sono solo andati tutti a dormire. Semplicemente. E non si sono svegliati.
- E perché tu sei sveglio, allora? - fu la domanda di Skipper. Avvicinò il volto al suo, come ad indagarlo con lo sguardo. La sua paranoia iniziava a fargli immaginare di tutto; re Julien lo capì fin da subito, e sospirò di rimando.
- Io non ho dormito. - gli disse. - Non sono riuscito a dormire. Ho passato la notte a guardare il cielo e sperare che gli Spiriti del cielo esaudissero il mio desiderio.
Il pinguino scosse il capo, quasi fosse sconvolto dall'infantilità del lemure. - Coda d'anelli, i desideri non vengono avverati se li dici a questi fantomatici spiriti del ciel...
- Sì invece! - esclamò di botto il catta. Si sollevò sulle zampe posteriori, stringendo il telecomando ancora di più. - Sì! - ripeté, annendo come a darsi ragione. Skipper aprì il becco per rispondere, ma egli lo bloccò con un gesto.
- Ieri sera ho espresso il desiderio che chiunque si addormentasse in questo zoo non si risvegliasse più! - annunciò. E lo fece anche con un tono gioioso, come se fosse felice che quella cosa si fosse avverata. E, probabilmente, lo era.
Soldato si portò le pinne al volto, lo sguardo proiettato verso l'alto come spaventato.
- Ieri sera una stella cadente c'è stata! - esclamò. Tutti si voltarono verso di lui, e quindi continuò: - Stavo guardando il cielo... e l'ho vista! Ma eravamo in missione, non ho avuto il tempo di esprimere un desiderio. Probabilmente... è possibile che... abbia avverato quello di re Julien!
Nuovamente, Skipper aprì il becco per controbattere. Ma Rico e Kowalsky alzarono le spalle, e quest'ultimo disse: - E' l'unica spiegazione.
Lo sguardo del superiore balzò su ognuno dei presenti, poi sospirò, allargando le pinne.
- Ma bene! - esclamò. - Davvero. Se è stato veramente il desiderio di una stella cadente, allora che si fa? -. Guardò Soldato, considerandolo l'esperto della situazione. Lui ci pensò un attimo, prima di dire: - Basta aspettare un'altra stella cadente. Queste sono le tre notti magiche, soprattutto dopodomani. Non dovrebbe essere difficile. Basterà aspettare.
Kowalsky parve avere un'illuminazione. Tirò fuori l'abaco e fece dei calcoli veloci, poi si gratto la nuca e lo appoggiò affianco a sé. Con sguardo un poco preoccupato, aggiunse: - E non addormentarsi per le prossime 24 ore.
Re Julien sfoggiò uno sguardo confuso, e lo scienziato spiegò: - Hai espresso il desiderio che chiunque si addormenti non si risvegli. Quindi, se noi ci addormentiamo, non ci risveglieremo. -. Fece una pausa d'effetto. - Mai più. - concluse.
Tutti, lui incluso, ebbero un brivido.
- Ma io non ho dormito tutta la notte! - esclamò re Julien. - Come posso non addormentarmi?! Già adesso ho sonno!
Skipper gli appoggiò una pinna sulla spalla, lanciandogli uno sguardo da capo severo, ma sotto sotto, anche di amico. - Devi resistere. - gli disse. - Più siamo ad aspettare le stelle, e meglio sarà.
Rivolse uno sguardo ai suoi sottoposti, annendo.
- Uomini, sarà una missione difficile e di estrema importanza. Fallirla potrebbe portare a conseguenze disastrose. -. Fece una pausa, durannte la quale li osservò nuovamente, uno ad uno. - Siete con me?
I tre, immediatamente, si portarono la pinna alla fronte. Non occorsero parole: Skiper annuì nuovamente, con un leggero sorriso sul becco. Poi si volse verso il catta, chiedendogli: - E tu?
Lo guardò con noia. - Ho forse altra scelta? - domandò.
Il pinguino scosse la testa. L'altro sollevò le spalle.
- Allora sai già la risposta. - concluse.
   
 
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