Fumetti/Cartoni americani > I Pinguini di Madagascar
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Autore: Fluffy Jpeg    23/06/2013    1 recensioni
Soldato intanto si era voltato, e lo stava osservando. Skipper e Rico, che stavano giocando a carte in un angolo della stanza, avevano sollevato lo sguardo, e facevano lo stesso.
Re Julien si accertò che tutti lo stessero ascoltando, prima di parlare.
- Maurice non si sveglia più. - annunciò.
Il superiore emise un sospiro annoiato, e tornò alle sue carte. Ma la sua attenzione venne supito ripresa dalle parole seguenti del catta: - E Mortino. E Joey. E Berry. E i camalonti. Non si sveglia più nessuno.
Tutti e quattro ebbero la stessa reazione: rimasero attoniti, i becchi leggermente aperti dalla sorpresa.
- Nessuno? - domandò Skipper. Abbandonò le carte sul tavolo, e si avvicinò al re. Dietro di lui, Rico spiò la sua mano. - Proprio... nessuno?
- Nessuno. - ripeté il catta, sottolineando con la voce la parola.

Fan fiction di sei capitoli ambientata nell'universo dei Pinguini di Madagascar. Enjoy~
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 3: Silenzio Assordante.

- Quindi. - asserì Kowalsky, attirando l'attenzione dei presenti quando tutti furono usciti dalla base operativa. - La domanda ora è: come facciamo a restare svegli per tutto questo tempo?
Re Julien sollevò le spalle con aria svogliata. - Facendo qualcosa di divertente, e non noioso come tutte le cose che fate voi. - rispose con semplicità. Il suo sguardo vagò da un recinto all'altro, fino a giungere al suo, e alla visione del suo stereo. Per un istante, si illuminò; ma i ricordi del fatto che esso aveva bellamente deciso di abbandonare il suo re al suo misero destino gli tolsero quel barlume di vita che tanto faticosamente tentava di riaccendersi in lui.
- Dobbiamo anche tenere da conto che non dobbiamo stancarci fisicamente. - continuava intanto Kowalsky, analizzando come suo solito la situazione sotto un punto di vista scientifico. - Se il fisico si indebolisce, in automatico anche la mente richiederà il riposo necessario per la completa ripresa.
- Cioè tu stai dicendo... - lo interruppe Skipper, con un'espressione dubbiosa che torreggiava sul suo volto. - Stai dicendo che dovremmo sederci e non fare nulla?
- Beh, non proprio. - si corresse Kowalsky, cercando le parole più adatte per esprimersi. - Sedersi senza fare nulla è noioso, e la noia danneggia la mente che in automatico darà il comando di addormentarsi.
I suoi occhi notarono dell'inquietudine da parte di Soldato; piegò la testa e pensò un altro po' alla sua teoria, cercando il metodo migliore per non aumentare i sentimenti negativi del giovane pinguino accanto a lui. - Dovremmo provare a... divertirci, ecco. Divertirci senza però muoverci.
Annuì al termine della frase. Sì, era soddisfatto di come l'aveva esposta: persino re Julien ne avrebbe afferrato il senso.
Skipper sospirò malinconico, pensando al gioco di patata bollente che volava via salutandolo con la manina. Oh, beh. Non bisogna stancarsi fisicamente, quindi adattiamoci. In fondo, non aveva neanche troppa voglia di correre, quel giorno.
- Giochiamo a carte? - propose. Gli altri annuirono convinti, anche se una leggera ombra di inquietudine solcava i volti di ognuno.
E come dar loro torto? Di giochi di carte ne conoscevano davvero pochi, e la cosa è divertente solo per qualche ora; ma arrivati a metà pomeriggio, l'unica cosa che volevano fare tutti era di bruciarle, quelle carte. Re Julien non conosceva le regole di nulla, e dopo qualche tentativo i pinguini decisero di lasciarlo fuori dal giro; ma non potendo fare nulla, il catta si annoiava, e unito alla stanchezza della nottata in bianco le palpebre iniziavano a farsi pesanti, e più di una volta era arrivato vicino all'addormentarsi. A nulla erano servite le minacce di Skipper: continuava ad ondeggiare e a lamentarsi di voler dormire.
Le ore parvero interminabili, ma finalmente arrivò la sera. Nessuno dei cinque sapeva come era riuscito a far rimanere svegli gli altri, ma sorrisero quando il cielo divenne scuro, e le prime stelle si illuminarono nel cielo.
- D'accordo, uomini... - attirò l'attenzione Skipper, con voce stanca e svogliata. Accanto a lui c'erano quattro tazze di caffé, e nella pinna teneva la quinta. Parlò senza distogliere lo sguardo annoiato dal cielo, mentre gli altri lo guardavano. - Scrutate quelle stelle e cercate quella cadente. Appena la vedete, esaudite questo accidenti di desiderio e andiamocene tutti a dormire. Inizia l'operazione "stella stellina"!

Si sdraiarono tutti e cinque al suolo. Muso e becchi proiettati verso l'alto, nella prima sera in bianco davvero silenziosa della loro vita.
Re Julien storse il naso. Non aveva mai notato quanto potesse essere assordante il silenzio. Quello che aveva tanto bramato per guarire in fretta ora gli stava dando terribilmente fastidio, talmente tanto che sentiva un pizzicorino alle orecchie. Le mosse a scatti, infastidito. Se dicono tanto che il silenzio fa bene, che il silenzio è d'oro, perché fa innervosire tanto?
Voltò la testa a destra e a sinistra. Due pinguini erano da una parte, due dall'altra, e tutti erano incredibilmente silenziosi. Non proferivano parola, totalmente concentrati nel loro compito. Sospirò, tornando a guardare le stelle.
Che noia... Potevano anche parlare un poco. Non pretendeva che cantassero - hanno una voce orribile, tutti e quattro. Ma quanto meno potevano tirare qualche battuta, ridere un po'.
Rimase a pensarci qualche istante, poi ebbe un brivido. Le battute dei pinguini... eww! Le sue sono vere battute, mica come le loro! Maurice e Mortino ridono sempre tantissimo quando le dice! Soprattutto Mortino.
... Mortino. Chissà cosa sta sognando.
Sollevò un sopracciglio, dubbioso.
Perché sto pensando a cosa sogna Mortino? Non certo perché mi manca.
Voltò nuovamente la testa a destra, in direzione di Skipper.
Ah, ecco perché. Loro non parlano. Non parlano e io devo cercare qualcos'altro per intrattenermi.
Sospirò; ma il sospiro si trasformò in un profondo sbadiglio.
- No.
Era la voce di Skipper. Ne cercò lo sguardo, ma lui continuava a guardare il cielo.
- Come?...
- No, Coda ad Anelli. No.
Re Julien si fece corrucciato. - "No" cosa? - chiedette.
- "No" cosa, secondo te?
- Non farmi gli indovinelli! "No" cosa?
Venne un sospiro dal pinguino. - "No" sta per "Non ti addormentare"! Non mi pare difficile da capire!
- Sarebbe facile se solo parlaste un po'. Mi annoiate.
Finalmente, Skipper distolse lo sguardo, concentrandolo nel suo. Aveva gli occhi di un capo autoritario, e soprattutto impaziente.
- Bisogna essere totalmente concentrati in una missione. Non c'è il tempo di parlare, deconcentra e poi perdiamo la stella cadente.
- La che?
- La stella cadente!
Re Julien stette in silenzio, dubbioso. Solo dopo qualche istante il pinguino capì, e si passò una pinna sul volto.
- Le gocce di luci ballerine, Coda ad Anelli. - rettificò. Si sentì idiota ad usare quei termini infantili, ma quanto meno il catta capì.
- Ma scusa, il silenzio non fa addormentare? Voi vi addormentate quando c'è silenzio!
- Coda ad Anelli, non lo sai che il silenzio è d'oro?
Kowalsky, dall'altra parte, tossicchiò storcendo il becco; un segno comune quando è sicuro che una frase detta dal superiore sia sbagliata, e sembra chiedere il permesso di rettificare in questo modo.
Skipper si tirò su seduto, fulminandolo con lo sguardo. - Cosa c'è, geniaccio? Ho sbagliato il proverbio? L'ho usato nel contesto sbagliato? Forza, se devi mettere i puntini sulle "T" e i trattini sulle "I", fallo!
- Beh, prima di tutto i puntini vanno sulle "I" e i trattini sulle "T". - sottolineò, da bravo puntiglioso quale è. Si tirò a sedere anche lui, facendo scivolare lo sguardo serio dal cielo all'altro pinguino. - Comunque il proverbio è giusto, solo che...
- "Solo che" cosa? - chiese Skipper, con un tono irritato non poco.
- ... solo che il proverbio si riferisce al sogno. "Il silenzio è d'oro" perché concilia il sonno. Stavolta Julien ha fatto un'osservazione... intelligente. -. Fece una breve pausa, nella quale guardò il catta con sguardo piuttosto sorpreso. - Doveva capitare prima o poi, suppongo.
- Ecco, vedi? - riprese re Julien, sollevando una zampa. Indicò il cielo, sbadigliando nuovamente. - Avevo ragione io.
- Beh, sì, più o meno! Va bene, stavolta te la concedo. Ma adesso piantala di darmi tutto questo fastidio e cerca quella maledetta stella cadente.
- Quella che?
- STELLA CADENTE! Le "gocce di luce ballerine", come le chiami tu in modo molto infantile, sono chiamate stelle cadenti! Stelle CADENTI!!
Preso dalla rabbia, Skipper si alzò di scatto e si allontanò a passo svelto. Re Julien si rizzò a sedere, e lo osservò insieme a Kowalsky, perplesso. Soldato e Rico non distolsero gli occhi dal cielo, diligenti; ma Skipper non lo seppe, troppo arrabbiato per voltarsi.

Per sbollire la rabbia, il superiore decise di farsi un giro per tutto lo zoo, e controllare la situazione generale. Non sapeva bene neanche lui che cosa ci fosse da controllare, però; tutti dormivano, nessuno aveva fatto niente per l'intera giornata. All'ingresso, i cartelli si muovevano appena alla brezza della sera. Pensò di provare a capire cosa c'era scritto su di essi, ma ci rinunciò subito. Non capiva la scrittura, quindi che senso aveva?
Camminava su un muretto quando lo sguardo vagò alla base operativa, e gli venne un'idea per capire. Vi scivolò veloce veloce, e una volta dentro agguantò il telecomando, accendendo sul canale delle News. Non sapeva quali notizie andassero in onda di notte, ma aveva sentito spesso i visitatori dire che le notizie arrivano subito. Se i cartelli erano stati affissi di mattina, a quell'ora dovevano pur sapere qualcosa.
Si sedette nella stanza, alla luce tenue prodotta dalle immagini dei giornalisti che parlavano. Dovette attendere qualche minuto, ma alla fine la presentatrice nominò lo zoo di Central Park. Si fece attento, mentre partiva il servizio.

« Stamane, allo zoo di Central Park, è avvenuto qualcosa di tragico. La custode dello zoo, Alice, si
è recata al suo amato lavoro, ma una volta arrivata lì si è trovata di fronte ad uno spettacolo sconvolgente:
tutti gli animali erano sdraiati al suolo, e al richiamo nessuno rispondeva. »

L'inquadratura passò dalla giornalista ad Alice, a cui Skipper rivolse una smorfia. Ella, di fronte alle telecamere, cercava di apparire ciò che non è: una persona seria. Fingeva un'ombra di terrore negli occhi, ma si vedeva chiaramente che era gioiosa di ciò che era successo. Niente più lavoro! Era già al settimo cielo, e lo nascondeva davvero male.

« Terribile, davvero terribile! » urlava nel microfono. « Pensavo fossero tutti morti, stecchiti come caproni
al macello! Erano morti, però respiravano! »

- Se respiravano erano vivi, idiota. - commentò acido Skipper. Forse fu proprio quella frase che fece tornare l'inquadratura sulla giornalista, che parve anche lei un po' perplessa dalle parole di Alice.

« Dopo un'attenta visita del veteritario, si è scoperto che gli animali dello zoo erano perfettamente
in salute, semplicemente addormentati. Hanno provato a svegliarli in vari modi, ma nessuno rispondeva ai
richiami. Si è arrivati alla conclusione che, forse, gli animali sono stati infettati da un virus sconosciuto,
di cui attualmente si sta cercando un antidoto. Sono stati fatti vari esami del sangue, ma al momento
non è stata trovata alcuna soluzione. Temendo che il virus possa essere contagioso, lo zoo è stato
chiuso fino a nuovo ordine, e sia la custode che il veterinario saranno visitati e, se necessario, messi in quarantena. »

Skipper spense la televisione premendo il pulsante con la zampa. La stanza risprofondò nel buio, nel quale rimase in silenzio, pensoso.
Quindi era quello che era scritto all'ingresso dello zoo. Sperava potesse aiutarlo in qualche modo, magari offrendogli qualcosa per rimanere sveglio più facilmente. A quanto sembra, l'unica soluzione era davvero sperare che passasse una stella cadente; ma un dubbio lo perseguitava. E se fosse stata una semplice coincidenza, e quello che era successo fosse davvero a causa di un virus? In quel caso, non potevano fare chissà che cosa; ma magari, si poteva dormire.
Sollevò lo sguardo al soffitto, indealmente andando a guardare i suoi uomini; e d'improvviso si sentì uno stupido, ad averli abbandonati senza un comandante.
Lasciò il telecomando lì, e risalì la scaletta. Sbucò nel suo recinto con calma, stupendosi anche lui ora di quanto il silenzio potesse essere assordante, soprattutto dopo aver udito il suono gracchiante della televisione.
Si fermò in prossimità dell'acqua. Persino essa non faceva rumore.
Ma improvvisamente un suono giunse alle sue orecchie, sostituendo quel silenzio tanto noioso. Era il suo nome, ripetuto con ansia dalla voce tremolante di Soldato.
Sollevò di scatto la testa quando lo udì, e rapido si mise in azione: saltò oltre il recinto e scivolò al luogo ove avea lasciato i suoi sottoposti e il catta; ma la situazione era diversa, più tesa.
Rico e Kowalsky erano in piedi, alla destra di re Julien sdraiato per terra. Soldato stava alla sua sinistra, chinato su di lui, e con le pinne lo scuoteva con preoccupazione. Avvicinandosi, Skipper vide che il catta aveva la testa voltata di lato, e gli occhi chiusi in un piacevole riposo.
Soldato fu il primo ad accorgersi dell'arrivo del superiore, e lo chiamò nuovamente con paura. Tentò di spiegare, ma dal becco non usciva nessun altro suono se non il nome di lui. Fu Skipper a muovere la situazione, zittendo il giovane con un gesto della pinna e rivolgendosi al più alto dei quattro con un secco: - Kowalsky! Analisi!
- Dopo vari tentativi di calmare l'animo nervoso di Julien, egli si è posato pacifico al suolo. Abbiamo distolto lo sguardo da lui per un solo istante, e i suoi occhi si sono chiusi.
- Quanto tempo fa è successo? - domandò il superiore, chinandosi sul catta che sembrava non sentire nulla.
- Circa dieci minuti dopo il tuo allontanamento. - rispose immediatamente Kowalsky, senza nemmeno consultare il suo abaco. - E' da allora che lo chiamiamo e cerchiamo di svegliarlo. Ma... -. Non completò la frase; la situazione parlava da sé. Skipper guardò per lunghi istanti l'addormentato di fronte a lui, quindi sollevò lo sguardo allo scienziato.
- Ciò significa che questo sortilegio delle stelle cadenti è vero. - disse improvvisamente. Gli altri si scambiarono occhiate preoccupate, e i primi segni di vera paura iniziarono a presentarsi su ognuno di loro.
Quindi Kowalsky tornò a guardare Skipper. Incrociò le pinne dietro alla schiena, e deglutì a vuoto prima che la verità riuscisse ad uscire dalla sua gola.
- Così sembra. - asserì.
Lo sguardo di tutti si abbassò nuovamente su re Julien; e non ci fu bisogno di altre parole.

   
 
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