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Autore: FedericaLille    24/06/2013    8 recensioni
Catherine ha un fidanzato, una casa e un lavoro. E' ormai una donna matura e con i piedi per terra. Ma cosa succede quando un incontro inaspettato le sconvolge la vita? Crolla ogni certezza e la paura di (ri)innamorarsi prende il sopravvento.
"Eccola, la scatola ben impacchettata con scotch ultraresistente, la scatola contenente un pezzo consistente della mia esistenza. Era rimasto tutto intatto lì dentro, come se il tempo si fosse fermato. I CD, i poster, i DVD, le lettere, i biglietti, i libri, tutto ciò che possedevo con stampato sopra “One Direction”. Erano passati ben dodici anni dalla loro entrata in scena, cinque dalla loro uscita di scena.
In quei cinque anni Zayn era scomparso dai gossip, da qualsiasi rumors e pettegolezzo. Era riuscito a nascondersi bene, e incontrare una sua vecchia fan l’aveva impaurito. Non avrei rivelato di averlo incontrato, non avrei mandato in aria la sua copertura.
Intanto però lui aveva mandato in aria la mia, di copertura. Negli ultimi anni mi ero autoconvinta che quella per lui fosse stata sempre solo una innocente infatuazione passeggera. Purtroppo rivederlo mi aveva dato una certezza: seppure fosse stata solo una infatuazione, non era passeggera affatto."
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo dodicesimo




Appena il tempo di mettere piede fuori dal ristorante che ricevetti la chiamata di Mike.
“Pronto, amore, che fai?”, mi chiese, fingendosi davvero interessato.
“Ho finito adesso di pranzare”, non mentii.
“Che hai preparato di buono?” Come mai tutto quest’interesse?
“In realtà ho mangiato fuori…” Non volevo dirgli più alcuna bugia.
“Ah… si? E… con chi?”
“S-sono con Susan!” Okay, una bugia piccina non avrebbe fatto male a nessuno.
“La tua collega, si!” Era evidentemente più rilassato. “E che…”
Non sentii più alcuna parola poiché il suono di un clacson alle mie spalle mi trapanò le orecchie, come se non bastassero tutti gli attentati che la gente tramava contro il mio udito.
Mi voltai e vidi Zayn seduto al posto guida che mi osservava seccato. E adesso che cosa aveva quello?
“Mike devo chiudere, Susan mi chiama”, tagliai corto.
“Vai pure. Io rientro tra un paio d’ore”
Mi avvicinai all’auto e risposi: “Okay amore, a dopo”
Chiusi la chiamata e aprii lo sportello nello stesso momento. Salii in macchina e guardai attentamente Zayn, per capire che cosa gli frullasse per la testa.
Ruotò il manubrio e si immise in strada, non sapevo se mi avrebbe riportato a casa o aveva in mente un’altra sorpresa. Mi ero promessa di non fargli più alcuna sfuriata in ogni caso.
Volevo parlargli, ringraziarlo per avermi presentato a Walter, e per tutto il resto. Ma lui pareva incavolato, chissà per quale insulso motivo, e non volevo recargli ulteriore disturbo.
C’era la radio accesa ma nessuna musica di sottofondo, bensì un noioso dialogo tra due politici del momento.
“Era lui?” La voce del pakistano mi sorprese. Sobbalzai sul posto e lo guardai, corrugando la fronte. Quelle parole erano uscite dalle sue labbra? Sul serio?
“C-come? Lui chi?”
Zayn guidava con fastidiosissima concentrazione e non intendeva guardarmi nemmeno di sottecchi.
“Il tuo ragazzo, al telefono… Non che m’importi. Chiedevo così, tanto per…” Oddio, era super impacciato e super dolce. L’avrei stritolato in un abbraccio se solo non fossimo stati nel bel mezzo dell’autostrada. Okay, non l’avrei abbracciato nemmeno se fossimo stati fermi, non ne avrei avuto il coraggio.
“Si, era lui.” Perché non riuscivo a mentirgli? Perché era così facile nascondere la verità a Mike, mentre con Zayn mi sentivo divorare da un tremendo senso di colpa se solo pensavo ad una piccola, innocua bugia?
“Era arrabbiato? Vuoi che parli con lui per spiegargli la situazione?”
“N-no! Che diavolo dici?!”, sussultai. Ma che aveva al posto del cervello? Gorgonzola ammuffito?
Se quei due avessero parlato, o se anche solo si fossero visti, sarebbe stata la mia fine.
Mi ricomposi e risposi con più calma, “Non c’è bisogno Zayn, grazie del pensiero. Hai già fatto tanto per me…”
“Ma non ho fatto nulla… Te lo meritavi.” Perché le sue parole riuscivano a toccarmi il cuore, ogni volta?
Lui credeva in me, pensava che io meritassi di conoscere Walter perché credeva in me e nel mio talento.
Lo guardai per qualche secondo, ammaliata. Io era follemente innamorata di quel ragazzo, e non potevo continuare a ripetermi che fosse solo il ricordo di una cotta adolescenziale.
“Ti ringrazio di cuore”, mormorai. Ero nei guai, e ne ero a conoscenza già da un paio di giorni, ma adesso non lo negavo più, perciò ero doppiamente nei guai. Ammettere ciò che si prova è il primo passo verso l’accettazione. Una cosa del genere l’avevo letta in qualche libro di psicologia, quando ero più giovane e spensierata.
“Catherine, non devi ringraziarmi. Vuoi che ti lasci a casa?” Lo chiese come se gli dispiacesse farlo.
“C’è una seconda opzione?”
 
Era tutta la giornata che non vedevo l’ora di togliere quelle scomode scarpe coi tacchi, e Zayn parve leggermi nella mente quando mi propose di andare al fiume.
Passeggiavamo a piedi scalzi sulla sabbia, attenti a non sfiorarci. C’era qualcosa che scattava tra i nostri copri quando venivano a contatto, qualcosa di… elettrico. E non lo percepivo solamente io, a quanto pareva.
Avevamo lasciato le scarpe in macchina e c’eravamo subito diretti alla riva del fiume, stranamente deserta. Di solito era un luogo molto frequentato, specialmente nelle belle giornate come quella di oggi. Ed era un evento raro che qui a Londra ci fossero belle giornate nei primi giorni di primavera, quando ancora residui d’inverno influenzavano le temperature.
Ci sedemmo per terra ed io affondai presto i piedi sotto i granelli di sabbia; era una sensazione piacevole e rilassante. La sabbia mi ricordava il passato, le giornate al lago passate in famiglia, quando riempivo secchielli di acqua e costruivo castelli di sabbia. Quei castelli erano il mio regno, li progettavo con cura e dedizione, ed era terribile vederli sgretolarsi per colpa del vento o di qualche passante disattento.
Immersa per com’ero nel relax di quella posizione, non mi accorsi nemmeno di Zayn che mi fissava già da un pezzo. Quando lo notai però lui non distolse lo sguardo.
“Che c’è?”, chiesi. Mi sentivo a disagio ad essere osservata in quel modo. Allo stesso tempo però adoravo quel suo sguardo metallico così sexy e provocante.
“Ti piace la sabbia?” Scorsi un cenno di sorriso sul suo volto.
Annuii alla sua domanda.
“Sei sicura della tua risposta?”, chiese. Lo guardai perplessa, poi capii.
Prese un pugno di sabbia con una mano e me lo gettò sulla maglietta, dopodiché corse via ridacchiando.
“Idiota!”, lo rimproverai, ridendo. Lo ripagai con la stessa moneta, raccogliendo la sabbia con le mani e rincorrendolo a pugni stretti.
“Attenta a quello che fai!”, mi minacciò.
Gli gettai i granelli alle spalle ma lui non smise di correre.
“Mi è entrata nei boxer!”, urlò, infastidito.
Io risi ancora più fragorosamente, mentre lui saltellava in maniera buffa per scotolare via il fastidio da là sotto.
“Sei un cretino”, affermai. Mi gettai a terra a pancia in su e continuai a ridere a crepapelle. Era un secolo che non ridevo con tanta sincerità.
“Ti pentirai di ciò che hai fatto, donna.” Puntò l’indice contro di me e si avvicinò minacciosamente. Mi preparai all’attacco, affondando le dita nel terreno, ma lui mi precedette, impastandomi completamente i capelli di sabbia.
Ci ritrovammo a rotolarci per terra come facevo da piccola, quando giocavo a fare la lotta coi miei cuginetti.
Zayn era in vantaggio, io non riuscivo più a farmi valere, tanto che ad un certo punto lui fu clemente. Si mise in ginocchio e sollevò entrambe le mani, come un criminale davanti i poliziotti.
“Basta, ho vinto”, annunciò.
Io approfittai del suo momento debole per saltargli addosso e gettarlo con le spalle a terra. Gli bloccai le braccia con le mani e proclamai: “Ti sbagli, ho vinto io.”
Non mi resi conto della posizione in cui ci trovavamo finché non lo vidi sorridere sotto i baffi.
“Hai ragione”, bisbigliò.
Ero distesa completamente su di lui, una gamba distesa in mezzo alle sue e l’altra piegata vicino al suo bacino. I nostri volti si distanziavano di pochi centimetri e potevo sentire con chiarezza i battiti del suo cuore che acceleravano contro il mio petto.
I nostri respiri affannosi si confondevano, proprio come i pensieri nella mia testa.
Era come in uno dei miei sogni di tanti anni fa: ogni volta mi ritrovavo tanto vicina a lui e, con gli ormoni in subbuglio di quell’età, non facevo che provare a baciarlo… ma lui spariva di punto in bianco. Sempre la stessa storia.
Adesso non ero più una diciassettenne dalle crisi ormonali, ma non ero nemmeno nel mondo dei sogni. Perciò non potevo avventarmi sulle sue labbra morbide e invitanti. Per di più avevo un fidanzato, e Zayn lo sapeva, non avrebbe fatto alcun passo falso.
Mi correggo, ecco il passo falso di Zayn: si inumidì le labbra con la lingua e posò gli occhi sulle mie labbra. Le guardava come se le desiderasse ardentemente ed io temevo di perdere i sensi ancora prima di rendermi conto della vera e propria situazione in cui mi trovavo.
Non controllai i miei movimenti e mi abbassai leggermente verso di lui, avevo bramato quel bacio così tanto che adesso la mia mente offuscata non sapeva più consigliarmi. Non riuscivo a distinguere il giusto dallo sbagliato. Ma lo distinsi in tempo, e feci per tirarmi indietro, quando Zayn sollevò il capo ed io temetti che sfiorasse le mie labbra. (S)fortunatamente tutto ciò che fece fu poggiarmi un piccola bacio sulla guancia.
Avevo sbagliato a pensare di volerlo davvero, e avevo sbagliato a pensare che anche lui lo volesse. Perché in fondo si, l’avevo anche sperato. Ma Zayn Malik non mi avrebbe mai baciato sulle labbra, non accadeva nei miei sogni da ragazzina, né tantomeno nell’attuale realtà.
Dio, quanto mi sentivo stupida. Avevo chiaramente sancito che non dovevamo avere nessun contatto, e poi gli ero addirittura saltata addosso. Oh, mi aveva sicuramente preso per una pazza schizofrenica.
Quando fummo entrambi in piedi, mi passai le mani sui jeans e la maglia, per ripulirmi dalla sabbia e per non guardare Zayn in faccia mentre mi diceva che ora era.
A proposito, tanto ero intenta ad ignorarlo, che non sentii nemmeno ciò che mi disse. Dopotutto non m’importava sapere che ora era…
Mi passai una mano anche tra i capelli, e constatai che fossero irrecuperabili.
Una carezza sulla guancia mi costrinse a sollevare lo sguardo verso di lui. Le sue dita scesero anche sul mio collo e scostarono i capelli che mi cadevano sulla spalla destra, portandoli dietro la schiena.
Deglutii, costringendomi a non tremare o addirittura svenire a quel tocco inaspettato.
“Mi porti a casa?”, lo supplicai quasi.
Ero un libro aperto, lo avevo sempre saputo. Decifrare il mio umore era un gioco da ragazzi; e scommettevo che Zayn avesse ben capito a che cosa stessi pensando.
Pensavo a Mike, e pensavo che non era giusto fargli del male nonostante lui ne avesse fatto a me, in passato. Perché Mike era il mio ragazzo, l’unica persona che mi stava al fianco da ben tre anni. Zayn invece era solo un’illusione apparsa improvvisamente per sconvolgermi la vita, nient’altro che un’illusione. Sarebbe scomparso presto, ne ero certa. E’ così che accade alle illusioni; come era avvenuto anni addietro, anche adesso sarebbe sparito nel nulla, e mi avrebbe lasciato sola e dispersa nel vuoto.
Un po’ come i castelli di sabbia che mi facevano sentire una principessa all’apice del potere e poi si distruggevano in un baleno e mi facevano correre dalla mamma piagnucolando.
Mike era l’unica certezza della mia vita, e non potevo allontanarmi da lui per dedicarmi ad un castello di sabbia passeggero.

 

 




Angolo Autrice.

Sono passati un po' di giorni dall'ultimo capitolo, ma non vi abbandono :)
E non abbandono Catherine, ovviamente!
L'avevamo lasciata al ristorante col critico d'arte e la ritroviamo in compagnia di Zayn.
Okay, la situazione si fa più complicata. Cathy è confusa, in un primo momento capisce di essere cotta,
in un secondo momento decide di cedere e infine capisce che non vuole tradire Mike.
E' straconfusissima, ma come biasimarla? E' quel pakistano che la confonde!
Spero vi siano piaciuti gli incontri ravvicinati, e mi dispiace per chi sperava nel bacio...
Non credo fosse il momento adatto :/
____
Per chi mi chiede degli altri 4 membri della band:
Ho sicuramente intenzione di introdurli nella storia.
-Non so QUANDO li introdurrò.
-Non so COME li introdurrò.
-Ma so che li introdurrò xD
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50 persone che seguono la storia e 36 persone che l'hanno messa tra le preferite: waaa ** Non smetterò mai di ringraziarvi!
____
Per il prossimo capitolo dovrete aspettare fino alla settimana prossima, poichè non avrò il pc prima di Domenica.
Dunque mettetevi il cuore in pace lol CIAAAO c:

  
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