Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: himsavedme    24/06/2013    5 recensioni
Lui: Giovane poliziotto.
Il più famoso della città.
In tutti i casi acciuffa sempre i criminali, anche i più temuti.
Astuto. Furbo. Intelligente.
Un grande cuore.
Bello come il sole, occhi caldi, castano chiaro, sorriso da smorzare il fiato.
Conosce una ragazza: Natalie, detta Lily. Sarà il vero amore?!
Lui ha solo 19 anni, lui è Justin Bieber.
Lei: Non ama nessuno oltre il suo pitubull, nonché compagno di avventure, Zac.
Ottima bugiarda.
Intelligente. Furba. Ricercata.
Inafferrabile.
Provocante.
Senza pietà.
Bella come il sole, occhi freddi come il ghiaccio, capelli neri come la notte.
Di giorno è Lily, la dolce ragazza della porta accanto.
Di notte è Nat, spietata criminale.
Conosce Justin, un dolce ragazzo. Sarà amore?!
Lei ha solo 19 anni, lei è Natalie Morrison.
Di giorno, ottimi amici.
Di notte, nemici a sangue freddo.
Chi vincerà?!
Genere: Azione, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caitlin, Christian Beadles, Jeremy Bieber
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno
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LEGGIMI, SONO IMPORTANTE ANCHE IO!

Chiedo umilmente perdono. E' tardissimo lo so, ma sono stata impegnata con gli esami e non ho sempre il computer a disposizione. 

Riguardo alle visite, mi sono riletta le vecchie recensioni, e mi dispiace che ci siano persone molto appassionate a questa storia che debbano aspettare così tanto, ma dovete capire che se non siete un po' più attivi NON posso continuare, anche se ci tengo davvero molto e ho delle sorprese che potrebbero piacervi. Quindi spero che d'ora in poi mi caghiate di più.
VI AVVISO CHE DA QUI IN POI CI SARA' UN NUOVO PERSONAGGIO: SELENA GOMEZ. IN QUESTA FF AVRA' ATTEGGIAMENTI CHE POTREBBERO INFASTIDIRE, MA NON E' ASSOLUTAMENTE UN INSULTO VERSO DI LEI, DATO CHE E' TUTTO PURAMENTE UNA MIA FANTASIA.
Scusate per gli errori e buona lettura Beliebers. c:






- Nice to meet you, Mitchie -
 


"Che cosa devo fare? Per quanto io possa amarlo ancora, non riesco a dimenticare ciò che mi ha fatto." mi disperai con le mani tra i capelli.
Ero ancora indecisa se essere oppure no la baby sitter di Jazzy e Jaxon. Io, ovviamente, avrei accettato volentieri, amavo quelle due piccole pesti, ma in quella casa c'era anche Justin, e nonostante l'accaduto al concerto, le cose non erano di certo risolte, tutt'altro.
La ferita che si stava cicatrizzando si è riaperta, e non so che fare, se lasciarla così o, contro la mia volontà e con tutta la mia forza, l'avrei curata nuovamente. 
"Intanto calmati, sei troppo presa da quel ragazzo, ti ha migliorato e rovinato la vita allo stesso tempo." disse Caitlin, ed era proprio quello il motivo per cui lo amavo, era diverso.
Tutti i ragazzi che avevo avuto nell'arco della mia vita o erano solo sesso, o erano solo sentimenti, tutti uguali, ma poi c'era lui, che era sia uno che l'altro, che rese la mia vita il paradiso più bello nell'inferno peggiore.
I miei pensieri vennero interrotti da un sussurro di Kim.
"Cait posso... posso parlarti un secondo?" chiese. L'altra annuì e insieme si avviarono in cucina.
Cosa c'era che io non potevo sapere? Avevo già i nervi a fior di pelle, facendo le misteriose non mi avrebbero di certo aiutato.
Gli angoli degli occhi iniziarono a bruciare, ma trattenni le lacrime.
Dal giorno del mio incidente, quando Justin se ne andò, promisi a me stessa che non avrei più pianto per colpa sua.
Quei pochi attimi di silenzio li usai per calmarmi e respirare profondamente, perdendo il controllo non avrei conculso nulla.
Tornando in soggiorno, Caitlin aveva uno sguardo ancora più preoccupato di prima, che cercò di nascondere abbozzando un sorriso, che però servì a poco. 
Si sedettero di nuovo affianco a me, poi Kim riprese il discorso.
"Ascolta Natalie, sei una ragazza forte e intelligente, sai cosa è meglio per te, e non sarà l'amore, per quanto forte possa essere, a impedirti di fare ciò che vuoi, quindi, ci tieni davvero a passare del tempo insieme ai bambini?" chiese tutto d'un fiato.
Asciugai gli occhi leggermente umidi, e fissandola negli occhi annuii semplicemente.
"Bene, allora la risposta mi pare ovvia, devi solo usare il cervello." sorrise raggiante.
Non aveva tutti i torti, mi sono fatta troppo prendere da quel ragazzo, gli ho permesso di trattarmi come meglio voleva, ma quello era il passato, ora sono più forte e so cosa voglio.
"Già, avete ragione. Devo usare il cervello, non il cuore, quello l'ha preso lui, e l'ha ridotto in polvere." detto questo, mi alzai dal divano e afferrai il mio cellulare sopra il tavolino all'entrata.
Cercai il numero nella rubrica e avviai la chiamata.
Dopo qualche tu tu, finalmente rispose: "Pronto?"
"Ciao Jeremy, sono Natalie. Ci ho pensato e ho preso una decisione: accetto il lavoro."
"Perfetto, sono davvero contento. Puoi venire subito domani pomeriggio verso le 14.30. Io e Erin andremo al lavoro e non ci sarà nessuno a casa. Ti dirò tutto quando arriverai, i bambini saranno felicissimi. Ora devo scappare, a domani, ciao Natalie." esultò facendomi ridacchiare.
"A domani Jeremy." risposi, poi riattaccò.



"Caitlin, hai visto i miei pantaloncini?" urlai dalla mia camera messa sottosopra.
Erano le 14.15 e io ero ancora in pigiama, con una canottiera in testa a mo' di beduina del deserto mentre correvo da una parte all'altra della casa.
"Sono sul mio letto!" rispose lei dal bagno.
Sbuffai e corsi a prenderli.
"Come ti devo dire che devi chiedermi le cose? Dopo succede come ora che non trovo più nulla, poi ci badi tu ai bambini? Non mi sembra." urlai istericamente.
Era pure la settimana del ciclo, peggio non poteva andare.
La sentii imprecare, ma non le diedi importanza. Mi vestii velocemente, afferrai il cellulare, le chiavi di casa ed aprii la porta per uscire, ma Cait mi bloccò.
"Lily aspetta, devo dirti una cosa. J-Justin è, emh.. fi-" non la feci finire che sussultai leggendo l'ora sul cellulare.
"Me lo dirai dopo Cait, ora devo scappare, ciao." la salutai velocemente e scappai verso la mia meta che distava a pochi isolati.
Stando con la polizia mi tenni in forma, così corsi veloce e in cinque minuti arrivai che erano le 14.32, tempismo perfetto.
Da quello che mi disse Jeremy al telefono, a casa dovevano esserci solo lui, Erin e i bambini, e lo speravo vivamente.
Suonai il campanello, e subito dopo vidi Jeremy affiancato dalla moglie, uscire e salutarmi dalla porta per poi aprire il cancello, attraversai il viale e li raggiunsi.
Mi fecero entrare nell'enorme villa, che mi lasciò a bocca aperta, e mi diedero qualche dritta, come far fare i compiti a Jazzy, non farli stare troppo difronte alla televisione, preparagli la merenda e fare attenzione a non aprire il cancello a persone che non fossero loro o... Justin.
"Per qualsiasi cosa chiamaci, i nostri numeri sono su un foglio appeso al frigo. I bambini sono nella loro cameretta a fare i compiti, non sanno che sei qui. Noi torniamo la sera verso le 21, ma non preoccuparti, Justin arriverà tra un paio d'ore, così potrai tornare a casa quando vuoi. Beh, non c'è altro da aggiungere, fai come se fossi a casa tua e divertiti. A presto." li salutai ed uscirono chiudendo dolcemente la porta.
La cosa che più mi spaventava era stare con Justin, ma decisi che non appena sarebbe arrivato, avrei salutato i piccoli e sarei tornata a casa. 
Senza pensarci ancora, corsi a cercare la camera dei bambini, e dopo qualche porta a vuoto, la trovai.
Erano seduti su delle seggiole mentre erano impegnati a scrivere su dei fogli, erano tenerissimi e non vedevo l'ora di passare un po' di tempo con loro.
Mi appoggai allo stipite della porta incrociando le braccia, continuando ad osservarli, e continuavano a non rendersi conto della mia presenza.
"La nuova baby sitter è qui, eh!" esclamai.
Sussultando voltarono i loro visi verso di me ed esclamando insieme "Natalie!" mi saltarono addosso, facendomi cadere dolcemente di schiena sul pavimento, ridendo.
Li strinsi forte al mio petto, sentendo il bisogno del loro calore, dopo due fottuti anni.
"Sei venuta!" esclamò Jazmyn contiuando a tenermi stretta.
"Si amore, sono qui, e non vedevo l'ora." risposi ricambiando l'abbraccio.
"Ci sei mancata." disse Jaxon. Sorrisi dolcemente alle sue parole. E' incredibile il rapporto con quei bambini, nonstante il fatto che ci fossimo visti poche volte.
Il ferreo rapporto con Jazzy lo costruimmo in particolare dopo averla salvata dagli sfruttatori, passando del tempo insieme, e con Jaxon dal giorno seguente, quando insieme a tutta la famiglia Bieber festeggiammo il ritrorno della prima.
"Anche voi. Ma ora basta abbracci, dobbiamo finire i compiti." alle mie parole sbuffarono, provocandomi una sonora risata.
Ci alzammo e tornammo nella cameretta, dove li aiutai con i vari esercizi.
"Dai non fate quelle facce, dopo abbiamo la casa tutta per noi." dissi cercando di tirar su il loro morale, riuscendoci.
Dopo un'altra mezzora, scendemmo in cucina e li portai a fare merenda con un semplice panino al prosciutto, come mi avevano indicato Jeremy e Erin.
"Lily, possiamo guardare Spongebob? Per favore, con Justin lo guardiamo sempre." mi supplicarono. A quel nome mi paralizzai. Justin, cazzo, mi ero dimenticata, sarebbe arrivato dopo circa un'ora e un quarto. 'Devi usare il cervello, non sarà l'amore a impedirti di fare ciò che vuoi.'
Ricordai le parole di Kim e rilassai i muscoli tesi.
"Va bene, ma poi andiamo in giardino a giocare." li assecondai.
Dopo i loro sprizzi di felicità, ci sedemmo sull'enorme divano a guardare i cartoni animati per un quarto d'ora.
Quando finirono, mi alzai per prima, pronta per farli correre.
"Ma.." attirai la loro attenzione ".. voi soffrite il solletico?" li guardai maliziosamente, e dopo qualche secondo, afferrarono il concetto, ed iniziarono a correre verso l'enorme giardino, dove subito li seguii.
Le loro strade si divisero, comincinado a scappare in direzioni diverse.
Decisi di rincorrere la preda più facile: corsi dietro a Jaxon che se la rideva, e appena lo raggiunsi, lo afferrai per poi fargli fare qualche volo.
Subito sentii una spece di sciemmietta aggrappata alle mie spalle, e riconobbi la risata di Jazzy.
"Ti ho presa!" esultò fiera del suo lavoro.
Iniziai ad urlare non troppo forte, accasciandomi al suolo, dove poi cominciarono a farmi il solletico, ed io lo soffrivo davvero.
"Okay basta! Mi arrendo, avete vinto voi." affermai riprendendo fiato, osservando i loro visini sorridenti. Quella era la mia vittoria, vederli felici.
"Lily-" mi chiamò Jazmyn "-andiamo a fare le maschere di carta? Ti insegno io."
"Certo, andiamo." sorrisi e li presi per mano rientrando in casa.
Entrammo in camera dove Jazzy si sedette su una seggiola, mentre io sul pavimento.
"Natalie-" mi chiamò Jaxon "-io ho sonno." disse strofinandosi una manina sull'occhio.
"Dormi pure tesoro." dissi prendendolo in braccio e appoggiandolo al lettino.
"Mi prometti che rimanete qui?" chiese.
Confusa annuii. "Ovvio. Ora dormi tranquillo, io sono qui." gli diedi un bacio sulla fronte e tornai da Jazmyn.
"Cos'ha tuo fratello?" le chiesi mentre mi dava dei cartoncini colorati.
"Fa spesso incubi alla notte e dorme poco. Crede che ci sia un mostro sotto il suo letto." sorrisi intenerita.
E' una cosa che a molti bambini succede, passerà anche a Jaxon.
Jazzy mi insegnò a fare le maschere e decorarle, era bello e divertente.
La mia era rossa con decorazioni dorate, nonostante fosse di carta, era davvero bella.
Ci graffettai un elastico, e sotto ordine della piccola, la indossai.
"Sembri una principessa." mi disse dopo aver indossato la sua.
"No, siamo due principesse." risposi abbracciandola, continuando a tenere quel cartoncino sul viso.
E in quel momento, sentimmo una chiave girare dal piano inferiore, e a seguire un "Sono a casa."
Quella voce.
Bum.
Quei passi.
Bum.
Quell'odore.
Bum.
Quel ragazzo.
Bum bum.
Il battito del mio cuore aumentò a dismisura, e lo stomaco si attorcigliò.
Sentii che saliva le scale, avvicinandosi sempre di più, fino a mostrare la sua figura sulla soglia della porta.
"Bibo!" esultò Jazzy saltandogli in braccio.
Quella scena mi riportò indietro nel tempo, nel giorno in cui la salvai.
Li vidi corrersi incontro con le lacrime agli occhi, lei che lo chiamava, lui che singhiozzava.
Con le guance arrossate, si strinsero in un forte abbraccio che li liberò da ogni male che tenevano da mesi. Si strinsero come se fosse l'ultima cosa che potessero fare, si strinsero come se fosse l'unica cosa di cui avessero bisogno.

Mi accorsi di essermi incantata quando il ragazzo si piazzò difronte a me, che ero ancora accovacciata dopo l'abbraccio con Jazzy.
"Ehm, piacere, tu devi essere la nuova baby sitter, io sono Justin, come ti chiami?" mi sorrise porgendomi gentilmente la mano.
Il suo sorriso.
No Natalie, devi usare il cervello.
Titubante gli strinsi la mano che mi provocò una scarica di brividi alla schiena.
"Sono, ehm.." concentrati cazzo "- Mitchie, mi chiamo Mitchie. I-io devo andare ora. A domani." dissi cercando di modificare la mia voce, rendendola un po' più roca.
Abbassando lo sguardo, nascosto in parte dalla maschera, mi avviai verso il corridoio, ma la sua mano mi bloccò dal polso, costringendomi a bloccarmi.
I suoi occhi color caramello si inchiodarono sui miei azzurro cielo.
Maledetti occhi meravigliosi.
"Aspetta.. i tuoi occhi mi sono famil-" non lo feci finire, comprendendo il senso della frase.
"No no ti stai sbagliando, i-io non ti ho mai visto d-di persona, intendo. Ora dovrei davvero andare." cercai di liberarmi dalla sua presa, invano.
"Posso almeno vedere il viso della persona che accudisce i miei fratelli per tutto il giorno?" chiese impaziente, allungando una mano verso la maschera.
Stavo per lasciarlo fare, ma riuscii a bloccarlo in tempo.
"No." dissi cercando di nascondere la tensione.
"Perché no?" solo in quel momento mi resi conto che la sua mano non voleva lasciare il mio polso, tenendolo ben saldamente.
"P-perché.." trova una scusa credibile, veloce ".. l'ha fatta Jazzy e non voglio toglierla, mi piace."
Uhm, potevi fare di meglio, idiota.
"Solo un attimo." quasi sussurrò.
Mi incantai nuovamente sui suoi occhi che non lasciavano i miei.
I nostri visi erano a pochi centimetri di distanza, tanto che riuscii a sentire il suo respiro sulle mie labbra secche, mandandomi in estasi.
Quasi non riuscivo a muovermi, come se fossi sotto il suo controllo, e proprio poco prima che riuscisse 'smascherarmi', sentimmo dei tacchi farsi sempre più vicini, e presa alla sprovvista, non volendo che qualcuno ci vedesse in quel modo, mi scostai immediatamente da Justin.
Portammo tutta la nostra attenzione verso la ragazza dalla chioma nera che si avvicinò sempre di più sui tacchi da circa 12 cm muovendo sinuosamente i fianchi.
Quando la luce del corridoio illuminò il suo volto, la riconobbi come una grande pop star del momento: Selena Gomez.
Ti prego, fa che non sia la sua ragazza, fa che non sia la sua ragazza, fa che non si-
"Amore, io vado a casa, ci vediamo domani.
Merdafanculoporcaputtanatroiazoccola.
Sentii una fitta al petto allucinante, che aumentò l'intensità quando appoggio una mano sul petto di Justin per poi schioccargli un sonoro bacio sulle labbra, quelle che fino a poco prima erano mie.
Non poteva essere definito 'bacio a stampo', dato che gli ficcò letteralmente la lingua in gola.
Pregai Dio che si fermassero o che in qualche modo quell'imbarazzante e dolorosa scena potesse finire e, per fortuna, successe,
Sentimmo Jaxon inziare a piangere, e senza pensarci due volte, mi fiondai difronte a lui.
"Amore, sono qui, come ti avevo promesso, stai tranquillo." dissi stringendolo forte al mio petto. 
Continuava a singhiozzare e sentii due presenze alle mie spalle, ma nessuno fiatava.
Lo cullai un po', continuando a sussurrargli per tenerlo tranquillo, mentre al mio udito arrivarono dolorosi suoni che collegai ad un bacio molto intenso, come quello di pochi minuti prima.
Strinsi Jaxon più forte, come a usarlo come conforto anche per me stessa, cercando di respingere le lacrime.
"Beh io vado, ti amo." disse lei dopo aver finito di pomiciare alle mie spalle.
Non dirlo Justin, non dirlo non dirlo. 
"Ti amo anche io, a domani."
Conoscete quel rumore quando si rompre un oggetto delicato, come un bicchiere di vetro?
Ecco, quello è lo stesso che fece il mio cuore, sgretolato in mille pezzi.
Non poteva esserci cosa peggiore di sentire l'uomo che ami confessare il proprio amore ad un'altra ragazza, era come una morte lenta e dolorosa, troppo per me.
Sussurrai vari 'ssh' per tranquillizzare sia Jaxon che me stessa.
"Stai meglio?" gli chiesi nascondendo i singhiozzi.
Lui annuì, per poi rimettersi sotto le coperte, cercando di riaddormentarsi.
Aspettai qualche minuto per poi alzarmi, notando che dietro di me era rimasto solo Justin.
"Grazie." sussurrò. 
Anche se poteva appena notarlo, il mio sguardo rimase impassibile e freddo, e senza dire niente, scossi la testa come per dire che avevo capito.
Velocemente salutai Jazzy che era rimasta sulla sedia a guardare tutta la scena, ed uscii, sfiorando leggermente la spalla di Justin che non si mosse.
"A domani." gli dissi con tono duro.
Senza aspettare risposta, scesi le scale ed uscii, notando che aveva iniziato a piovere.
Percorsi il vialetto, fregandomi della pioggia che avrebbe stonfato i miei vestiti, e mi tolsi con poca delicatezza la maschera, gettandola violentemente a terra.
Non riuscii più a controllare le lacrime, che mi accompagnarono per tutto il tragitto.
Lasciai lì la maschera, mentre si rovinava sotto le gocce d'acqua dolce che si insinuavano attraverso di essa, proprio come un coltello affonda in cuore, lacerandolo.







 


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