Il prezzo del fallimento
Capitolo
I:
- Tom? –
Il sole sorgeva,
perforando con i suoi raggi dorati le nubi color acciaio e inchiostro,
mentre
una lieve – fredda - brezza sollevava il mantello nero del
ragazzo sulle rive
del lago. I suoi occhi – di un castano così scuro
da apparire nero –
osservavano fredde e impassibili le superfici delle acque, di un cupo
colore
grigio ferro, che si andavano a infrangersi contro gli scogli, in
miriadi di
schegge trasparenti.
- Sì,
Harry? –
Rispose, senza
staccare lo sguardo dalla superficie increspata del lago.
-
Cos’è, per
te, la cosa più importante? –
Chiese Harry,
avanzando verso il ragazzo, e osservandolo serio con le sue iridi
smeraldo.
- Non è
bello
il lago, Harry? –
Chiese invece Tom,
mentre i capelli mori – mossi dalla brezza di prima mattina
–, gli sfioravano
delicatamente la pelle diafana e le iridi – profonde pozze
d’inchiostro
intrappolate tra i ghiacci – scattarono un attimo verso le
nubi grigie.
- Certo. Ma non hai risposto alla mia domanda -
Il
tono di Harry oscillava tra il compiaciuto e l’adirato, e per
un attimo, anche
nelle sue iridi si specchiò il lago nero, prima che queste
tornassero a
concentrarsi sul ragazzo.
- Invece
sì,
Harry –
In un rapido
movimento Tom si voltò, lasciando che il mantello si movesse
sinuoso alle sue
spalle, per poi incamminarsi con passo lento verso il castello.
- Non ti
facevo un tipo così sentimentale –
Tom Riddle non
sembrava averlo sentito, ma un sorriso sincero, increspò
comunque le labbra di
Harry Potter.
*
I muscoli si
irrigidirono,
il cuore pulsava, il respiro divenne una condanna.
Le palpebre erano
chiuse, sotto di esse sembrava esserci l’inferno.
Il capo adagiato
sul cuscino candido si gira di scatto, le vene lungo il collo pulsavano
frenetiche; i pugni si strinsero, le unghie penetrarono lentamente
nella carne.
Mille serpenti
di cristallo gli imperlavano il viso; il corpo venne scosso da un
tremito, e
lacrime amare solcarono sinuose le guance di Harry Potter.
Dumbledore,
ammantato di porpora,
scendeva i gradini in fretta, scrutando con i suoi occhi zaffiro
l’Ordine e i
mangiamorte.
Soltanto due
continuavano a combattere,
ombre nelle tenebre, ignari del nuovo arrivo.
Lo stesso cognome
li incatenava al
medesimo inferno.
Gli stessi capelli
– neri pece – li
rendevano simili.
Gli stessi occhi
– blocchi di ossidiana
celati nelle tenebre – li legavano allo stesso
destino.
Harry vide Sirius
Black schivare
l’ennesimo fiotto di luce
di Bellatrix.
- Avanti, puoi
fare di meglio! –
Le
gridò ridendo, la voce calda e
profonda echeggiante nella vasta sala, caduta nelle grinfie della
penombra.
Il secondo fiotto
lo colpì in pieno
petto, la risata anch’ora in viso, ma il colpo gli fece
sgranare per un attimo
gli occhi gli occhi. E Sirius, prima della fine, volò, come
aveva sempre amato
fare con James.
Il suo corpo
sembrò impiegare
un’eternità a toccare terra: si piegò
con grazia, e cadde oltre il vecchio velo
logo appeso all’arco di pietra.
E non sarebbe
più tornato.
- Per il Signore
Oscuro! –
L’urlo
di Bellatrix Black.
Per
il Signore Oscuro!
Per Tom Riddle!
Tom Riddle…
Tom Riddle...
Tom...
L’urlo
spaccò
con violenza il silenzio.
Il busto
scattò in posizione verticale, l’urlo in gola; le
palpebre si aprirono,
rivelando le iridi smeraldo impregnate di amarezza.
Le lacrime gli
solcavano anch’ora la pelle ambrata, mentre il respiro
affannato tornava e
essere un supplizio indispensabile ma sofferto, e la realtà
fredda lo colpì con
forza.
Le coperte
rosse attorno a lui sembravano le acque increspate del mare in
tempesta, mentre
lui si alzava.
Aveva dormito
vestito…
Si
avvicinò
con passo lento e dolente alle tende di velluto rosso-oro, per poi
scostarle
con un movimento stizzito della mano.
Era
l’alba. Il
firmamento – di un blu scuro – aveva donato a Elios
solo una sottile striscia cremisi
all’estremo orizzonte.
Nulla è
cambiato.
Harry lo
sapeva.
Si sedette su
una sedia, prendendo la testa tra le mani.
Era stato stupido.
Sì, lo
era
stato, eccome.
Si era lasciato
ingannare.
Era colpa
sua. Solo sua.
Ma non sarebbe
stato solo lui a pagarne le conseguenze…
Continua…
Eccomi con questa
nuova storia. Scusate
se il capitolo è troppo corto.
Allora, chi ci ha
capito qualcosa alzi
la mano!
(Si nota che ho 39
di febbre, vero?)
Comunque, non vi
preoccupate se avete
capito poco: tutto sarà svelato a tempo debito.
Spero vi sia
piaciuta perché è stata
molto sofferta.
Mi lasciate un
commento? O siete così
ciniche?
In ritardo di soli
( i miei ritardi raggiungono
le tre settimane) 8 giorni, vi auguro Buon Anno nuovo!
Per
l’aggiornamento? Entro Dicembre
2008, ovvio!
Perché
siamo entrati nel 2008, vero?
Ale