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Autore: Ludos98    25/06/2013    9 recensioni
Yumi,una ragazza spagnola-giapponese,torna a Parigi per vivere con suo padre e il fratello maggiore,Hiroki.
E' una ragazza socievole,allegra e simpatica. Tuttavia è rimasta segnata dalla separazione dei suoi genitori, avvenuta anni prima.
Fin da quando è piccola ha una grande passione: il canto.
Iscrivendosi al liceo Kadic incontra Ulrich e se ne innamora perdutamente,ma la loro storia affronterà molti ostacoli.
Dal testo:
[...] Essere pronti per accettare
che esistiamo per una ragione.
Pronti per la nostra missione.
Pronti per essere i protagonisti
del nostro racconto.
Pronti per amare, per sentire,
per consegnarci all’avventura.
Pronti per il futuro.
L’importante non è l’arrivo,
è il percorso.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ulrich, Un po' tutti, William, Yumi
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
Capitoli:
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She will be loved

Chapter 1: Pilot
Erano le prime settimane di agosto quando tornai in Francia. Avevo sedici anni. Arrivavo da Madrid,dove avevo vissuto con mia madre per troppo tempo. Adesso era giunto il momento di recuperare il rapporto con mio padre.
I miei genitori si erano separati quando avevo sette anni. Vivevamo tutti insieme in Giappone all’epoca.
Dopo il divorzio papà andò a Parigi con mio fratello Hiroki,ed io e la mamma ci trasferimmo in Spagna,Paese d’origine di quest’ultima.
Quindi mi presento: sono Yumi Ishiyama e questa è la mia storia.
Sono una ragazza spagnola-giapponese,ma non mi è mai dispiaciuto. Anzi è davvero fico avere origini multietniche,conosco un sacco di lingue. Parlo giapponese e spagnolo fluentemente,e per necessità ho imparato anche l’inglese e il francese.
Tornando a quel giorno,ero al settimo cielo. Non vedevo l’ora di riabbracciare mio padre e mio fratello.
Guardai fuori dal finestrino e rimasi estasiata come la prima volta. Parigi mi faceva quest’effetto.  
Il taxi si fermò davanti alla casa di papà. La osservai e sorrisi quando mi accorsi che non era cambiata.
Scesi dall’auto e il resto della famiglia venne a salutarmi.
-Papà!Mi sei mancato tanto!-esclamai stringendolo forte.
Guardai dietro di lui,e vidi Hiroki appoggiato al cancello. Lasciai andare mio padre e lo abbracciai.
-Bentornata hermanita.-mi sussurrò lui in un orecchio. Poi mi rubò il cappello.
-Ehi!-esclamai io.
Se lo mise in testa.
-Dove l’hai comprato?Lo voglio anche io!-rispose divertito.
Iniziai a saltare per cercare di riprenderlo. Odiavo il fatto che fosse più alto di me.
-Non dovresti studiare per un esame?-lo provocai io.
Nonostante frequentasse l’università non era mai stato un tipo studioso.
Mio padre pagò il tassista,prese le valige e si voltò verso di noi.
-Ragazzi non cominciate!
Ridemmo perché non stavamo litigando sul serio. In un momento di distrazione riuscii a riprendere il cappello. Poi li seguii in casa.
Rimasi scioccata nello scoprire che l’interno era decisamente cambiato. Non c’erano più incroci di mobili giapponesi e spagnoli,anzi erano tutti ultramoderni.
Lasciai la borsa all’ingresso.
-Wow!Papà non riesco a crederci!Questa casa è…non trovo parole per descriverla!-dissi sgranando gli occhi e camminando per il salone.
-E non hai ancora visto la tua stanza!-rispose lui mostrando un sorriso fiero.
Ci scambiammo un’occhiata e mi diressi in fretta e furia verso le scale. Aprii la seconda porta a sinistra e mi ritrovai di fronte alla camera dei miei sogni.
Il pavimento era ricoperto dalla moquette bianca,sulla sinistra c’era un letto rotondo con le lenzuola violette. Li accanto c’era un piccolo comodino e una cassettiera con sopra uno specchio.
L’armadio era bellissimo: si trovava all’interno del muro,aveva quattro ante e fungeva anche come specchio.
La stanza aveva un balcone sulla destra,dal quale si vedeva tutta Parigi.
Mi affacciai per osservare il panorama e rientrai in casa con un sorriso da un orecchio all’altro.
-Allora tesoro riuscirai a dormire in quest’umile dimora?-domandò mio padre.
Risi.
-Farò un tentativo.-risposi in tono sarcastico.
-Dai andiamo a preparare la cena,così lasciamo a tua sorella il suo spazio.-disse a Hiroki cingendogli le spalle e invitandolo ad uscire.
I due se ne andarono ed io iniziai a disfare i bagagli.
Quando sistemai i vestiti nell’armadio compresi la sua vera grandezza.
“Oh allora quest’anno potrò fare shopping selvaggio!”pensai.
L’idea sembrava allettante.
 
Dopo cena riuscii a ultimare la sistemazione. Avevo portato il minimo indispensabile. Certo,quattro valige per una ragazza sono il minimo indispensabile.
Il resto sarebbe arrivato nei giorni seguenti.
L’unico oggetto che portavo sempre con me era una fotografia incorniciata di noi quattro il giorno del mio settimo compleanno.
Era l’ultimo ricordo felice prima…che accadesse tutto.
Inoltre fu un giorno memorabile.
La appoggiai sul comodino,era una tradizione: anche a Madrid occupava lo stesso posto.
Nel frattempo avevo messo il pigiama,che era molto più comodo del vestito che indossavo prima.
In quel momento comparve sulla porta papà.
-Tesoro posso entrare o hai già bandito i maschi da questa stanza?
Accennai una risata.
Le sue battute assurde mi erano mancate.
-Questa volta posso fare un’eccezione!-esclamai invitandolo ad entrare.
Mi ero già coricata sotto le coperte e lui si sedette di fronte a me.
-Ancora non mi sembra vero,non stiamo così tanto insieme da….-cominciò entusiasta.
-Da quando avevo sette anni.-conclusi con un tono leggermente triste.
Papà mi prese le mani.
-Yumi sarà diverso adesso. Abbiamo un sacco di tempo per recuperare gli anni perduti. Voglio provarci sul serio.
Sorrisi e lo abbracciai.
-Sono così contenta nel sentirtelo dire! Vedrai torneremo ad essere una vera famiglia,ne sono convinta.
Lui annuì e poi mi lasciò andare.
-E’ meglio se riposi un po’,hai affrontato un lungo viaggio-mi diede un bacio sulla fronte ed uscì.
Lo guardai camminare fuori dalla camera con la certezza che lo avrei rivisto la mattina seguente.
Questo mi diede la carica giusta per affrontare la mia nuova vita.
Spensi la luce e mi addormentai subito.
 
Il giorno dopo…
Mi svegliai presto perché avevo una strana sensazione: sapevo che sarebbe accaduto qualcosa di bello. Così mi alzai dal letto e mi diressi verso il bagno per lavarmi.
Mentre tamponavo i capelli bagnati con un asciugamano aprii l’armadio. Scelsi di indossare un paio di pantaloncini di jeans con una canottiera rosa salmone morbida. Acconciai i capelli in una treccia laterale lasciando libera qualche ciocca.
Misi dei sandali marroni che si abbinavano con la cinta e gli occhiali da sole.
Completai l’opera con un trucco semplice,degli orecchini bianchi e un braccialetto dello stesso colore.
Corsi in cucina piuttosto affamata. Papà e Hiroki erano già lì e stavano preparando la colazione.
-Buongiorno!-esclamai sorridendo.
Mio fratello si stava versando del caffè in una tazza e rispose sbadigliando.
-Buongiorno tesoro!Dormito bene?-domandò papà voltando il capo mentre preparava le uova strapazzate.
-Si - risposi sedendomi su una delle tante sedie del bancone.
Afferrai la caraffa e mi versai del succo all’arancia in un bicchiere.
Poi papà mi servì le uova e il bacon.
I miei occhi si illuminarono e battei le mani come una bambina di cinque anni.
Mentre mangiavo notai dei volantini sul tavolo. Ne presi uno.
-Che cos’è?-domandai osservandolo.
Mio padre si sedette accanto a me.
-Beh la scuola è alle porte e ho pensato di farti scegliere l’istituto che più ti piace.
- Bienvenue au lycée Kadic – lessi ad alta voce. Riflettei per qualche istante. Si,volevo andare lì.
-Dovresti iscriverti,io mi sono trovato molto bene.-consigliò Hiroki indicando il volantino con un cucchiaio e masticando i cereali.
Annuii.
-Sai per una volta seguirò il tuo coniglio.-risposi appoggiando la forchetta nel piatto.
Mi alzai,presi la borsa,il volantino,indossai gli occhiali da sole e mi avviai verso l’ingresso.
-Ti serve un passaggio?-propose mio fratello.
-No grazie,farò due passi. A dopo.-dissi uscendo.
 
Grazie a Google Maps riuscii a trovare la scuola. Rimasi a bocca aperta,era immensa.
Attraversai il cortile e camminai verso la sala dove,secondo il volantino,si trovava la segreteria.
Bussai ed entrai.
-Buongiorno!Ho letto questo volantino e vorrei iscrivermi come esterna – iniziai io.
La segretaria mi guardò torva. Probabilmente avevo pronunciato male qualche parola.
-Vorrei iscrivermi in questa scuola-tentai ma lei sembrava capire sempre meno.
Fortunatamente arrivò un ragazzo alto dai capelli castani ad aiutarmi.
-La ragazza vorrebbe dei moduli d’iscrizione-la segretaria annuì e lui mi porse il foglio.
Lo piegai e lo misi nella borsa,poi osservai meglio il ragazzo.
Indossava delle scarpe da ginnastica,dei jeans e una maglietta a maniche corte grigia.
Era leggermente sudato,ma questo non lo rendeva meno attraente.
“Cosa ci faceva lì?” mi chiesi. Infondo era estate.
-Grazie dell’aiuto. - risposi con un sorriso timido.
Lui mi sorrise a sua volta.
-Di niente,figurati. Olga è un po’ sorda,se non gli ripeti una cosa 10 volte non capisce.
Accennai una risata.
-Ah ok,pensavo fosse il mio accento. E’ un po’ arrugginito,mi sono appena trasferita da Madrid.
Non so perché gli stessi dicendo quelle cose,sentivo di potermi fidare.
-In effetti si sente leggermente quando parli che non sei francese. Adesso scusami devo andare. E’ stato un  piacere!-si incamminò ed io lo guardai andare via.
“Si anche per me”pensai.
 
Quando tornai a casa non c’era nessuno. Andai in camera mia e notai che erano arrivati gli scatoloni con tutte le mie cose.
Ne aprii uno e trovai il mio diario segreto. Come avevo potuto dimenticarlo?
Attaccato ad esso c’era una lettera di mia madre. Non c’era bisogno di aprirla per capirlo,avrei riconosciuto la sua strana calligrafia ovunque.

“Cara Yumi,
Nell’euforia di intraprendere un’importante viaggio,stavi per dimenticare un oggetto molto importante: il tuo diario.
E’ giusto che ti accompagni anche in questa parte della tua vita.
Non mi dispiace il fatto che tu sia partita,so che l’hai fatto per trovare te stessa.
Nel frattempo non dimenticarti cosa vuoi.

Ti voglio bene,
Mamma”

Mi sedetti sul letto e feci un respiro profondo.
Non avevo mai considerato questa esperienza come un “viaggio”.
Però la mamma aveva ragione,dovevo trovare me stessa e capire cosa volevo.
In teoria già lo sapevo: cantare faceva parte di me. Non avrei rinunciato a quella passione.

 

Ogni situazione che viviamo,
ogni allegria, ogni tristezza,
ogni sogno e ogni delusione...


Ogni incontro, ogni disaccordo,
ogni morte e ogni rinascita,
tutto è un passo,
un apprendimento
per poter essere pronti.

Essere pronti per accettare
che esistiamo per una ragione.
Pronti per la nostra missione.

Pronti per essere i protagonisti
del nostro racconto.

Pronti per amare, per sentire,
per consegnarci all’avventura.

Pronti per il futuro.

L’importante non è l’arrivo,
è il percorso.
Essere pronti per il cammino.


Finali ed inizi, partenze e arrivi; sono solo momenti del viaggio.

 

 


*Spazio Autrice*
Ciao a tutti! Questa è la mia nuova fan fiction. Spero vi sia piaciuto il primo capitolo e che vi abbia incuriosito.
Sarà una storia diversa rispetto a IVF (Il Vero Finale).
Intanto la nostra protagonista,Yumi,è più allegra e utilizza un linguaggio giovanile. Infatti definisce "fico" saper parlare molte lingue.

Per qualsiasi cosa potete cercarmi su questo profilo Facebook --> https://www.facebook.com/ludos.efp?fref=pb&hc_location=friends_tab 

Che ho creato appositamente per quelli che mi seguono su EFP.
Aspetto vostre recensioni!
A presto!
-Ludos98

 

  
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