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Autore: Belarus    25/06/2013    0 recensioni
« Allô? » domandò garbatamente la cornetta.
« Francis! Disturbo? » gongolò mentre Gilbird svolazzava sopra la sua testa.
« Oui! » cinguettò lezioso.
« Maledetto depravato levati da sopra di me! »
Pour Hope *-*
{PruIta-GerIta-Spamano-FrUk}.
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Bad Friends Trio, Germania/Ludwig, Inghilterra/Arthur Kirkland, Nord Italia/Feliciano Vargas, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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#04. Catch phrase, solution and loneliness -Frase ad effetto, soluzione e solitudine.


Adesso ne era magnificamente certo, avevano il perenne bisogno di passare del tempo con la sua magnifica persona altrimenti si ritrovavano come dei piccoli, poveri disorientati a riparare con quegli esseri così poco magnifici! Quello che stava peggio era senza dubbio Francia con quel mono-ciglio rissoso che continuava a perseguitare – quel verme che aveva sulla faccia era la cosa meno magnifica che avesse visto nella sua superba esistenza -, ma Antonio… adesso tentava persino di seguire le sue magnifiche orme con un’imitazione del suo tenero Feliciano! Eppure lui era così magnificamente magnanimo da concedergli anche quello, in fondo non era colpa loro se la Natura non era stata generosa nei loro confronti. Non era colpa loro se guardandosi allo specchio, non scorgevano quella scintilla di magnifica beltà che aleggiava ovunque lui mettesse piede, non era colpa loro se avevano dei gusti disgustosi e non erano mai riusciti a sfiorare il piedistallo su cui sedeva da quando il mondo si beava della sua magnifica presenza. In fondo li aveva scelti tra quella massa informe di presunte Nazioni proprio perché suscitavano in lui della magnifica tenerezza, li aveva adottati, guidati negli anni e sempre avrebbe continuato a farlo! Era il compito che gli era stato assegnato, che spettava a ogni essere superiore come lui!.
« Gilbert, potrebbero esserci dei problemi con quel tuo piano… » sospirò stancamente la cornetta.
« Kesesese quando arriverà non potrà fare a meno di ammirare il Magnifico Me! E cadrà finalmente tra le mie meravigliose braccia! Kesesese! » oh sì, il suo tenero Feliciano avrebbe capito l’insormontabile differenza che c’era tra il Magnifico e il piccolo West.
« Bastardo non ti avvicinare! » avrebbe detto proprio così a Ludwig quando si sarebbero rivisti sulla soglia della sua magnifica camera, senza quei toni così poco magnifici però.
« Romano escuchame... Gilbert non credo che quel genere di metodo si addica alla situazione… »
« Io ero venuto solo per la mia pasta! »
« Kesesese Gilbird immortalerà i nostri magnifici momenti insieme in un calendario che spopolerà in tutto il mon-… Ih! » i suoi magnifici occhi si posarono sulla figura immobile nel mezzo del salone.
« Gilbert? » una voce con accento spagnoleggiante provò a richiamare la sua meravigliosa attenzione.
Le sue magnifiche mani si strinsero sul drappo vermiglio del mantello, la corona dei Cavalieri Teutonici scivolò di sbieco sulla sua lucente chioma candida, Gilbird prese a svolazzare attorno all’adorabile ciuffo che si ergeva tra la zazzera castana del giovane accanto al tavolo. La sua magnifica figura parve brillare di una luce abbagliante capace di oscurare il sole stesso, socchiuse gli occhi quasi commosso da cotanta dolcezza.
Ogni suo desiderio si sarebbe realizzato, ogni sua sfrenata e lussuriosa bramosia sarebbe stata soddisfatta da quel corpo flessuoso, ogni perversione schiantata sul calendario che avrebbe cambiato le sorti di quel misero mondo: “Tempo di Pasta! Con la magnifica collaborazione del Magnifico Prussia!”.
Bastava solo che lo richiamasse a sé con una magnifica frase a effetto, una singola sillaba sussurrata dalle sue meravigliose labbra, un soffio capace di far fremere quel corpicino sorridente… Ah! Lui sì che aveva gusto!.
« F-F-F-F-eli-Fe-eliciano… » sì, mormorare il suo nome tra i drappi di velluto era la scelta adatta.
« … » intimidito da cotanta magnificenza, avrebbe dovuto immaginare di metterlo in soggezione con la sua sola presenza.
« Felicianoseicosìmagnificamentecarinooggi! » strillò esaltato con quel suo sublime tono suadente e per nulla isterico, mostrando il più magnifico e brillante dei sorrisi.
« Hai parlato con Francis per ore e questa è l’unica cosa che ti sei fatto suggerire?! »
Riaprì gli occhi per scrutare la tenerissima e amorevole espressione che doveva aver assunto il suo adorabile Feliciano, sicuramente sarebbe saltato tra le sue braccia e avrebbero fatto l’amore lì, tra il velluto del suo mantello con Gilbird che scattava delle magnifiche fotografie da mostrare al piccolo West quando sarebbe tornato dal suo meeting inesistente in Francia.
« Veeee Ludwig… c’è Prussia! » la corona scivolò dal suo magnifico capo quando il piccolo, gelatinoso West fece la propria comparsa in salone.
« Gilbert per caso ha richiamat… perché sei nudo?! » gli occhialini che ancora indossava caddero sul pavimento in un modo per nulla magnifico.
Gilbird si poggiò sulla sua spalla con espressione greve, Prussia abbassò il capo con rimprovero.
Non doveva andare così, i suoi piani erano magnificamente magnifici! Di certo era colpa di Francia e del suo scarsissimo ingegno se il Magnifico se stesso non avrebbe potuto assaggiare della pasta fatta in casa. I suoi piani erano magnificamente magnifici, non c’era altra spiegazione!
« Che c’è?! Il Magnifico Me non può riposare nudo sul suo magnifico trono?! »


*-*-*-*


Si lasciò cadere accanto alla porta con aria sconfitta, lo aveva detto a Gilbert che c’era qualcosa di profondamente sbagliato nei suoi piani, ma lui non ascoltava mai certi avvertimenti. Doveva aver combinato qualcosa di profondamente sbagliato anche lui se Romano si era barricato in bagno da più di tre ore, c’era solo da chiedersi cosa. Poggiò la testa alla parete, mentre Consuelo, la sua nuova tartaruga, girovagava per il salone finalmente in salvo. Rimase a osservarla per qualche secondo, prima che la porta si aprisse con un cigolio e il ciuffo di Romano facesse capolino dopo un’attesa snervante.
« Romano! Escuchame, escuchame! Romano! » supplicò scivolando sul pavimento.
« Non toccarmi bastardo! Dammi la mia pasta e me ne vado! » ringhiò scontroso scappando in salone.
Lo seguì sino al salone con la teglia di lasagne già pronta, quando l’ebbe raggiunto, lo trovò ad annusare l’aria con Consuelo che zampettava allegramente sulle ginocchia. Così carino il suo Romano! Gli veniva voglia di stringerlo tra le sue braccia come un pomodoro da usare per il sugo!
« Ne vuoi un po’ prima di andare? » chiese sorridente, sedendosi di fronte a lui.
L’altro lo squadrò con aria assorta, assomigliava tanto a quegli animaletti del sottobosco che mangiano le briciole vicino alle case dei turisti e scappano non appena sentono un rumore, uno di quegli animaletti che si terrebbe in casa tutta la vita fregandosene delle vaccinazioni e dei morsi. Tenero il suo Romano!.
Lo vide annuire guardingo, Consuelo scivolò sul tappeto ribaltandosi nuovamente, un sorriso entusiasta si allargò sul suo viso, mentre si sporgeva verso il suo piccolo italiano.
« Fusososo! Su, apri la bocca Romano! » lo incitò convinto, prima che l’altro si gonfiasse come un pomodoro.
« Brutto bastardo pervertito! Voglio solo la mia pasta! »
C’era qualcosa di profondamente sbagliato in quello che diceva a Romano, non c’era altra spiegazione. Se non ci fosse stato quell’errore di fondo, la filastrocca che si tramandava di generazione in generazione lì in Spagna avrebbe di certo funzionato.


*-*-*-*


« Sparisci adesso french frog! » l’ennesimo calcio che lo faceva rotolare tra le lenzuola.
« Abbiamo appena finito di fare l’Amour! Non puoi trattarmi così, è crudele! Sei un essere orribile e insensibile! » afferrò terrorizzato una delle gambe che cercavano di rovinare il suo bellissimo viso.
« Go out now, idiot! » tentò cercando di allontanarlo, era appiccicoso quanto una caramella già masticata.
« Non è giusto! Non è giusto! Mi tratti come uno di quei giochini erotici che vendono su internet! Mi sento abusato, sfruttato! Non è giusto Arthùr! » piagnucolò portandosi il lenzuolo alle labbra.
Arthur smise di prenderlo a calci per rivolgergli un’espressione disgustata. Quell’ammasso di peli che si ritrovava nel letto era ciò che di più orrido la Natura avesse creato: idiota, vinofilo, depravato, francese, viscido, peloso, rumoroso, peloso, depravato, francese, pervertito, maniaco, francese, peloso, idiota, stupido, impudico… francese, peloso e idiota l’aveva già detto?! Francese soprattutto!.
« Ti sbagli, come sempre d’altronde. » affermò lapidario, mentre il suo lenzuolo scivolava via da quella bocca disgustosa.
« D-Davvero? » sapeva che alla fine una dichiarazione sarebbe arrivata, era stata questione di secoli, ma alla fine quel piccolo bruco presuntuoso avrebbe ammesso quanto gli piacesse la lingua d’oltre Manica.
« Quei giochini non sono rumorosi e fastidiosi quanto te. » sorrise perfido aspettandosi l’ennesimo pianto.
Francis parve gonfiare il petto in un impeto di soddisfazione, alzò le sopracciglia – oui, le “sue” erano sopracciglia, quelle di Arthur avevano vita propria, supponeva persino avessero delle seggiole alla Camera dei Lord -, pregustando la propria vittoria. Quelle paroline velenose erano solo un modo inconsueto per sussurrargli: “ Francis ancora!”.
« Ed io che pensavo non ti piacessero i miei regali di Natale! » sibilò vicino al suo orecchio.
« Shut up idiot! » strillò inferocito saltandogli al collo.
Ne era sicuro, erano quei due enormi, improponibili, aberranti Lords che aveva in fronte ad odiarlo, Arthur senza di loro sarebbe stato come la Fata turchina made in UK.




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Note dell’autrice:
Finalmente è terminata! Dopo lungo peregrinare tra la demenza senile che mi affligge e i vani tentativi per far sorridere la mia Hope, giungo al termine di quella piccola “cantiuncula” in cui mi erano impelagata. Chiarisco che i personaggi sono volutamente stereotipati, le frasi stupidamente esagerate e le ripetizioni del tutto giustificate dal genere di questa piccola e ridicola long.
Spero che questi quattro ironici capitoli abbiano fatto sorridere qualcuno e abbiano snellito almeno un po’ le vostre giornate. Un grazie speciale a tutti quelli che hanno letto, leggeranno e non lo faranno, a chi ha dedicato due secondi a me lasciandomi un commentino, a coloro che l’hanno inspiegabilmente inserita nelle preferite e nelle ricordate, a chi ha voluto seguirmi nonostante tutto.
Un bacio, Belarus.

  
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