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Autore: SuperEllen    09/01/2008    5 recensioni
Pesanti spoiler sul finale di Harry Potter e i Doni della Morte
La storia vede come protagonista la New Generation, in particolar modo Albus, ma anche il vecchio trio protagonista avrà il suo ruolo. Ci saranno personaggi menzionati dalla Rowling ed altri di mia invenzione, che popoleranno tutti insieme la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Inoltre nuovi pericoli sono in agguato. Un potentissimo nemico si è risvegliato dall'incantesimo che lo aveva tenuto assopito per 300 anni, ed ora minaccia la sicurezza dei nostri maghetti. Verrà sconfitto questo nuovo nemico, nonostante i suoi più oscuri segreti?
Genere: Generale, Commedia, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Il trio protagonista, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Salve a tutti! È da agosto che progetto ogni dettaglio della stesura di questa fanfiction, e solo ora ho deciso che era finalmente giunto il momento di scriverla. Il riassunto nell’introduzione non dice molto, ma spero che vi incuriosisca abbastanza per spingervi ad iniziare la lettura.
Come ho scritto nell’introduzione, i protagonisti assoluti saranno i discendenti dei personaggi della Rowling. Alcuni sono stati nominati direttamente da lei, altri li ho inventati io. Tutti insieme, questi ragazzi dovranno sconfiggere un nuovo nemico, del quale non posso anticipare assolutamente nulla. Harry Potter e i suoi amici compariranno, ma saranno comunque in secondo piano rispetto ai loro figli e nipoti.
Ora vi lascio alla lettura del primo capitolo.

Capitolo 1
Hogwarts Express

Il treno lasciò la stazione King’s Cross, prendendo velocità. Ben presto si presentò una curva, e i numerosi ragazzi affacciati ai finestrini non riuscirono più a vedere i loro genitori sulla banchina. Molte teste smisero di sporsi di fuori.
«Dai, andiamo a cercare un posto a sedere.» disse Rose, appoggiando una mano sul braccio del cugino.
Albus ci mise un po’ ad allontanare lo sguardo dal panorama che si estendeva fuori dal finestrino, ma alla fine annuì. I due attraversarono tutto il vagone in cui si trovavano, e furono fortunati. Nell’ultimo scompartimento c’era solo una persona. Si scambiarono un cenno d’intesa, quindi entrarono.
«Possiamo sederci qui?» domandò Albus.
Il ragazzino seduto accanto al finestrino si voltò a guardarli. Aveva i capelli biondi un po’ arruffati e gli occhi nocciola dall’aria triste. Scrutò ogni dettaglio di Rose e Albus, poi si decise ad annuire, facendo cenno verso i posti davanti a lui. Rose prese immediatamente posto accanto al finestrino, davanti al giovane sconosciuto, e Albus vicino a lei.
La ragazza scrutò con attenzione il ragazzo dai capelli biondi. Fisicamente era grosso, anzi grasso, e dava l’idea di essere molto alto. Tuttavia il volto dai tratti infantili lasciava intendere che non avesse più di undici anni.
«Anche voi del primo anno?» domandò improvvisamente lo sconosciuto, con una voce bassa e profonda che fece sobbalzare Rose dalla sorpresa.
«Sì, è il nostro primo viaggio verso Hogwarts. Io sono Albus Potter,» disse fiero il giovane dagli occhi verdi «e lei è mia cugina Rose Weasley» concluse indicando Rose con un cenno del capo, e contemporaneamente porgendo la mano al ragazzo.
Il biondo sorrise.
«Piacere di conoscervi, io sono Vernon Dursley!» esclamò con un sorriso, stringendo la mano di Albus.

«Harry! Harry Potter!» chiamò qualcuno tra la folla del binario.
A Harry sembrava di conoscere quella voce, eppure non riusciva ad associarla a nessuno in particolare. Si girò intorno, per cercare di individuare la persona che aveva gridato il suo nome, e lo stesso fecero sua moglie e i suoi amici. Con stupore, Harry vide un uomo alto, robusto, con folti capelli biondi e gli occhi porcini, che caracollava verso di lui aprendosi un varco tra la folla sulla banchina. La sua bocca di spalancò di stupore quando l’uomo si fermò davanti a lui.
«Ciao, Harry!» esclamò sorridendo, tendendogli la mano.
Ron, Hermione e Ginny assunsero un’aria interrogativa, mentre Lily e Hugo non degnarono il nuovo arrivato di uno sguardo.
«D-Dudley?» disse Harry boccheggiando, stringendo la manona dell’altro.
«Puoi dirlo forte, cugino!» rispose stritolando la mano di Potter, e dandogli con l’altra mano una pacca su una spalla, che per poco non gli fece perdere l’equilibrio e gli fece volare via gli occhiali.
«Cugino? Questo è tuo cugino?» domandò Ron a bocca aperta: prima di allora, l’unica volta che aveva visto Dudley era stata quando Fred e George gli avevano fatto mangiare una Mou Mollelingua.
«Così pare…» rispose Harry, risistemandosi gli occhiali sul naso. «Ma che ci fai qui?» chiese a Dudley, non capacitandosi di come un Babbano così spaventato dalla magia potesse trovarsi al binario 9 e ¾.
«La sorte vuole che io abbia sposato una strega. Assurdo, vero? I miei non mi parlano più per questo. Fatto sta che adesso mio figlio frequenterà il primo anno ad Hogwarts!» spiegò Dursley.
Harry ridacchiò, ma ben presto trascinò gli altri quattro adulti in una vera e propria risata.
«Sarà un anno interessante, per Albus…» disse Harry tornando serio, con un sussurro rivolto più a se stesso che agli altri.

La prima mezz’ora di viaggio trascorse tranquilla. Albus, Rose e Vernon si stavano conoscendo meglio, e stavano iniziando a legare da subito. Albus e Vernon ci misero poco a scoprire di essere imparentati. Vernon, infatti, si era accorto immediatamente che il suo compagno di viaggio portava lo stesso cognome di quel cugino che suo padre non faceva altro che lodare come un eroe.
Dopo mezz’ora di chiacchiere sulle loro famiglie, durante le quali gli altri due avevano scoperto che Vernon aveva recentemente perso la madre, i tre ragazzi sentirono bussare alla porta dello scompartimento. Albus, che era il più vicino all’entrata, andò ad aprire, chiedendosi chi mai si mettesse a bussare invece di entrare direttamente. Un ragazzino pallido con gli occhi grigi si trovava sulla soglia. Albus guardò il suo volto leggermente appuntito e i suoi capelli talmente biondi da tendere al bianco, e lo riconobbe al volo. Alla stazione era insieme a quell’uomo del tutto simile a lui, che aveva accennato un saluto a suo padre.
«Posso?» domandò il ragazzino, affacciandosi per guardare dentro.
Poi, senza dare ad Albus il tempo di rispondere, lo scansò da un lato ed entrò.
«Ehi, ma chi ti credi di essere?! Non ti sei nemmeno presentato che già fai il prepotente!» lo accusò Albus seccato, richiudendo la porta e voltandosi a fronteggiare il nuovo arrivato.
Il ragazzo ghignò.
«Non ti scaldare, Potter!» esclamò con tono scorbutico; evidentemente sapeva bene a chi si stava rivolgendo.
«Io sono Scorpius Malfoy.» aggiunse poi, regalando un sorriso amichevole a tutti i presenti.
Vernon e Albus incrociarono i loro sguardi, e si comunicarono la perplessità riguardo a Malfoy alzando entrambi un sopracciglio. Rose, invece, rimase affascinata dal sorriso del ragazzo.
«Scorpius, vieni a sederti vicino a me!» esclamò a voce forse un po’ troppo alta, lasciando il cugino ancora più perplesso.
Scorpius acconsentì, quindi si accomodò accanto a Rose, nel posto che prima apparteneva a Potter. Albus, invece, si sedette nel sedile libero accanto a Vernon, scambiando col cugino un altro segno d’intesa e un’alzata di spalle.
Scorpius fece la conoscenza degli altri tre. Ovviamente conosceva già Albus e Rose di fama, perché i loro genitori erano molto famosi nel mondo magico, ma non aveva mai avuto il piacere di incontrarli di persona. Meno felice fu di conoscere Vernon, insignificante rispetto agli altri, ma si comportò come se la presenza di un Mezzosangue in quello scompartimento non contasse nulla per lui. In fondo, a pensarci bene, dei quattro giovani studenti lui era l’unico ad essere veramente Purosangue, e mai come in quel momento considerò lo Stato di Sangue una cosa davvero stupida e insensata.
Presto arrivò un’allegra signora che spingeva il carrello dei dolci. Vernon, Albus e Rose iniziarono a frugare nei loro bagagli, in cerca del denaro necessario per fare uno spuntino. Tuttavia Scorpius li precedette. Non sapeva perché lo stava facendo, se per conquistare la simpatia dei suoi compagni di viaggio o per far vedere loro quanto fosse ricco, fato sta che estrasse da una tasca una manciata di galeoni e offrì agli altri tre quasi tutto ciò che si trovava sul carrello.
A quel gesto, nemmeno Vernon e Albus poterono fare a meno di sorridergli in maniera del tutto amichevole. Certamente continuavano a considerarlo un po’ strano, ma tra Cioccorane e Gelatine Tutti i Gusti +1 si può passare sopra a tutto, anche al fatto che il loro compagno di viaggio discendesse da una famiglia tra le più fedeli a quel Voldemort ormai scomparso da diciannove anni.

Il viaggio era ormai giunto a metà quando la porta di uno scompartimento si aprì. Quattro ragazze Grifondoro del settimo anno smisero contemporaneamente di ridacchiare, mentre lo loro teste si voltarono per vedere il soggetto dei loro pettegolezzi varcare la soglia. Victoire non salutò le ragazze, ma dopo aver chiuso la porta si gettò esausta su un sedile dello scompartimento. I capelli di un colore quasi argentato, così simili a quelli della madre, erano leggermente spettinati. Nonostante le ciocche scomposte sulle sue spalle, e la spilla da Caposcuola storta sulla divisa, aveva comunque quell’aria elegante conferitale dalle origini francesi, e quel fascino dovuto al sangue di Veela nelle sue vene.
«Allora, qual’era l’emergenza? Che volevano i nuovi Prefetti?» domandò all’improvviso la ragazza seduta accanto a Victoire.
La Weasley si sistemò la spilla e i capelli, poi rispose.
«Il solito. Non siamo neanche arrivati a scuola, che ho già dovuto punire mio cugino James! Credo che durante le vacanze abbia subito troppo l’influenza dello zio George…» commentò Victoire.
Nei due anni precedenti, in qualità di Prefetto, aveva ricevuto la responsabilità di occuparsi di James, di impedirgli di fare guai, ma non aveva avuto molto successo nell’intento. Le sue amiche continuavano a ripeterle che quel ragazzino era una causa persa.
«Non prendertela troppo, Victoire…» cercò di confortarla una delle sue compagne, seduta accanto al finestrino.
«Già!» le diede man forte la giovane coi capelli neri e la pelle scura che sedeva nell’altro posto finestrino «Personalmente trovo che tuo zio sia geniale, e tutto sommato tuo cugino da un po’ di movimento alla noia della scuola…» ammise.
«Beth subisce il fascino dei buffoni!» esclamò la ragazza coi capelli biondi e ricci che le sedeva accanto.
«No, sta solo invidiando sua cugina Angelina perché sta con George Weasley!» esclamò la giovane coi capelli castani a caschetto seduta accanto alla Weasley.
«Forse lo zio George è un po’ grandino per te» osservò Victoire rivolta a Beth, che era visibilmente arrossita «ma se vuoi puoi prenderti James, io non potrei che essere felice per te!» e detto questo scoppiò a ridere, seguita da tre delle quattro amiche.
«Ma che dici, è un ragazzino…» sussurrò Beth imbarazzata.
«Giusto, ci vorrebbe una via di mezzo!» esclamò la bionda riccia.
«La via di mezzo ci sarebbe…» rispose la castana «Teddy Lupin. Peccato che numerose voci dicono di averlo visto sbaciucchiare la nostra Victoire stamattina alla stazione…» ridacchiò, cercando di far confessare Victoire punzecchiandola con un dito.
Tutte le altre presenti dimenticarono subito che fino a poco prima il loro bersaglio era Beth Johnson, e si concentrarono tutte su Victoire Weasley. Volevano sapere ogni cosa nei dettagli. E la Caposcuola le accontentò, mentre il suo racconto era accompagnato da gridolini e risatine delle altre quattro ragazze. E in fondo la cosa era divertente.

Quattro ragazzini ritirarono le loro Orecchie Oblunghe da sotto la porta di uno scompartimento e riarrotolarono i fili, ridacchiando.
«Davvero si stavano baciando?» domandò uno dei quattro, alto almeno venti centimetri meno degli altri e con degli occhi furbetti.
«Puoi dirlo! Tutto il treno ne sta parlando!» esclamò James con un ghigno divertito che non prometteva nulla di buono.
«Ma da dove è partita la notizia? Chi li ha visti?» chiese un altro, di colore e con i capelli neri e ricci, mentre il quartetto camminava lungo il vagone.
«Ma io, ovviamente!» disse James, fingendosi indignato perché il suo amico non aveva intuito al volo chi potesse esserci dietro.
Il ragazzo più basso dei quattro si mise a ridere di gusto. Le idee di James per infastidire Victoire erano geniali quasi quanto gli scherzi che faceva ad Albus.
«Sapete» continuò Potter «Quando ho comunicato la notizia al resto della famiglia, nessuno si è mostrato interessato. Così ho immaginato che se lo avesse saputo tutta Hogwarts, forse la mia notizia bomba avrebbe avuto l’attenzione che meritava!» concluse scoppiando a ridere.
La risata del leader del gruppetto contagiò presto due dei suoi amici, che non smisero di ridere nemmeno quando si furono chiusi nel loro scompartimento. Solo uno dei quattro non rideva. Aveva gli occhi azzurri e i capelli rosso fiamma, il viso pieno di lentiggini. Mentre i suoi amici ridevano di gusto buttati scompostamente sui sedili, lui stava in piedi, le mani sui fianchi. Era molto magro e decisamente più alto degli altri. Quando assumeva un’espressione seria, proprio come in quel momento, era così simile a suo padre da turbare perfino James.
«James! Povera Vic… Spero solo che se si rende conto che è opera tua non pensi che ci sono di mezzo anch’io: se dicesse a mio padre che nel tempo libero vado a raccontare la sua vita privata a tutta la scuola, probabilmente nel giro di pochi minuti sarei morto!» esclamò il giovane, lasciandosi andare ad un mezzo sorriso.
James smise di ridere sguaiatamente, si alzò dal sedile su cui si era quasi sdraiato e raggiunse l’altro. Gli diede una pacca su una spalla, sorridendo.
«Tuo padre non ti toccherà, o dovrà vedersela con noi!» disse sicuro di sé il giovane Potter, trasformando il sorriso in un ghigno che aveva qualcosa di malizioso.
Di tutti gli zii che aveva, quello che a James andava meno a genio era Percy. Pomposo nei modi e puntiglioso nell’educare il figlio. Lui gli stava vicino soltanto lo stretto indispensabile, chiedendosi invece come facesse Silvester a vivere seguendo le regole di quell’uomo. Certe volte James provava un’enorme pena per il suo cugino preferito!
Silvester scoppiò a ridere guardando l’espressione di James, che lo seguì subito in quella risata. Molto spesso il giovane Weasley si chiedeva come facesse suo cugino a trovare qualcosa di divertente in tutto, e a far ridere gli altri in qualunque situazione. Ma la risposta al suo interrogativo non esisteva: James era James e basta!
I quattro passarono il resto del viaggio a progettare le avventure del nuovo anno scolastico, consultando la Mappa del Malandrino che James aveva ricevuto in regalo da suo padre al primo anno. Ed eccoli lì, i nuovi Malandrini, a desiderare di emulare le gesta dei loro predecessori. James Potter, Silvester Weasley, Fred Jordan e Bob Norton: gli studenti più dispettosi di tutta Hogwarts dai tempi dei gemelli Weasley.

Ed eccoci arrivati in fondo. Spero vi sia piaciuto l’inizio, e se è così vi invito a seguire anche il resto della storia. A presto!
SuperEllen
  
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