shoot scritta di getto, presa dalla tristezza che credo assalirà tutti i lettori dei Doni della Morte. è dedicata a lui, il più grande eroe che la Rowling ci ha donato. Il più complesso e insospettato Buono della Saga. A te, Severus, perchè un giorno, quando studieranno la saga alle università più prestigiose, nessuno potrà più darti del malvagio, tutti gli studenti conosceranno il tuo coraggio. A te, di cui i miei figli sentiranno parlare sin dalla più tenera età, quando raconterò dei sette libri cercando di dipingerti sempre per ciò che sei stato. Un grande personaggio. uscito dalla carta e donato a noi come segno della Speranza, dell'amore supremo. oltre la morte.
bene, era meglio rissparmiarsela, ma mi sento così... eccovi la shoot!
IL PROFUMO DEI GIGLI
Senti un odore di gigli spandersi nell'aria. è il momento peggiore per comprendere quanto poco tempo ti sia rimasto. Stai infilando ogni tassello al suo posto, e ti spiace dover fare le cose con la fretta addosso. Ma il profumo t'assilla, e devi sbrigarti. Il primo ricordo che imballi in quella ciotola contornata da rune bizzarre sarà il tuo dramma personale. Lascia che lo narri a parole mie, prima che la porta si spalanchi e un Voldemort maledettamente ansioso di ucciderti, ti impedisca di finire il tuo lavoro. Serve quel pezzetto, o passerai per il più grande bastardo di tutti i tempi. Così lascia che parli un po' io, nonostante il mio stato di babbana ( beh, non c'è di meglio, accontentati Sev ) e permettimi di descriverti. Sei una persona magnifica. Scuoti il capo, arrossendo. Ma historia docet, e se non credi alle mie parole, basterà trafficare nel tuo cervello. Frughiamo, Severus, facciamolo con ordine. Il signore oscuro può aspettare, dopotutto.
Figlio
della dannazione, nato dalla rabbia e dall’amore.
Cresciuto in un fosco paese dove imparare ad odiare i tuoi genitori
divenne un
gioco giornaliero. Eppure, dove c’erano solo lacrime, dove
sgorgava solo
sangue, e le urla rimbombavano innumerevoli volte, centuplicandosi come
in un
gioco di specchi una immagine nella tua mente, hai saputo amare. Amare
. Cosa
provi udendo un verbo così strano, bislacco se riferito alla
tua persona? Forse
schermarsi abbassando debolmente il capo, con un gesto rassegnato,
lascerebbe
pensare a noi stupidi babbani che un sentimento così potente
t’abbia colto di
sorpresa, catturandoti. Forse era solo una maledizione Imperius, hai
voluto
credere. Probabilmente ti aspettavi che passasse, prima o poi. Invece
non è
passato. Mai. E sei cresciuto, accanto al tuo angelo, tu un demone
oscuro senza
alcun fascino nell’incedere, senza alcun talento se non
l’assillante bravura
negli studi d’ogni genere, attratto dalle Arti Oscure per
sentirsi forte e
dalle cose fragili, ineffabili per indole. Un animale relegato in
gabbia,
sedato con droghe magiche irriproducibili autonomamente. Chi ha saputo
sfruttare la farmacopea con tanta perizia? Il tuo alter ego, sorridi
mestamente. Si chiama Lily Evans ed è una babbana. Una come
me, che sto
psicanalizzando un personaggio che se sapesse ciò che sto
facendo m’avrebbe già
condotto da quel mezzo gigante barbuto, feccia del suo sangue che tutti
s’ostinano
a chiamare Hagrid per una passeggiata nella Foresta Proibita alla
ricerca di
animaletti pelosi ( questo almeno hai fatto quando l’Esercito
di Silente ha
cercato di boicottare i tuoi piani sulla Spada di Grifondoro, gran
bella mossa,
eh ). Lily Evans, la ragazza dai lunghi capelli ramati, dagli occhi
smeraldo e
dall’animo candido, come il suo viso di giglio.
Sì. La ragazza più bella della
scuola, brillante in ogni materia, astro fulgido nel firmamento, sicuro
baluardo di speranza a cui guardare per sentirsi sempre al sicuro. La
ragazza
della porta accanto, decisa all’apparenza, ma estremamente
fragile ed insicura
quando nessuno la osserva. Solo tu potevi vederla nei suoi giorni bui.
Quando piangeva,
quando strillava, quando si lagnava, solo tu, adepto stupito e felice
avevi il
diritto di starle accanto. Di confortarla, sfiorandole timidamente la
spalla, o
asciugandole le lacrime, mantenendo però le dovute distanze,
per impedire al
rossore delle tue guance di splendere nei suoi occhi limpidi, per
impedire al
tuo amore lampante, di apparire elementare alla tua amata/ temuta
Sherlock
Holmes.
Ti
senti un bambino accanto al tuo Alter Ego. È un
angelo, con ali soffici ed invisibili, che la sorreggono nella vita
quotidiana,
impedendo alle note dolenti che imbrattano ogni esistenza di sofferenza
di
sopprimerla. Lily era sempre forte, fiera di se stessa. E
l’unica, devi
confessarlo Sev, lieta di essere tua amica. L’unica che non
aveva richiesto
qualcosa in cambio né tanto meno ha mai tradito la tua
fiducia. Forse l’amavi
per questo, perché era perfetta sopra ogni aspetto, e non
peccava di superbia,
nonostante fosse l’unica creatura la cui
complessità avrebbe potuto concederle
il diritto di sentirsi al di sopra di ogni essere umano. E tu, Severus,
se un’ombra
pallida, al confronto con la sua luce. Ma è la luce stessa a
generare le ombre,
imprimendo addosso agli oggetti un’orma decisa, e
probabilmente sei come sei
grazie al suo coraggio, alla sua frequentazione costante.
L’hai avuta accanto
per cinque anni, i più belli della tua vita. Hai osservato
il suo corpo da bambina
plasmarsi e raffinarsi. Tu continuavi a vederla come
l’undicenne che si
fiondava sull’altalena raggiungendo il cielo in uno scroscio
di risate e
trasformava oggetti, tramutava i fiori, sopportava l’arpia
della sorella,
invidiosa, cattiva, infantile, e aveva voluto credere alle parole del
tipo
strambo che viveva in quella stramba casetta a Spinner End. Hai capito
quanto
Lily fosse più simile ad una donna all’improvviso,
quando hai udito i commenti
espliciti di James Potter sul corpo da bambola della tua eterna bambina
e il
seguente latrato di Black a mo’ di consenso e ti sei sentito
stupido. Accasciandoti
a terra, il tuo cuore batteva all’impazzata, la fronte ti si
imperlava di
sudore, le ciglia di lacrime. Lacrime Sev.
Quelle
che non hai pianto per tua madre, che hai
serbato nel cuore nonostante la rabbia e l’impotenza di
fronte ad ogni atto
violento, agli sbagli, alle decisioni rimandate, a quelle sbagliate.
Hai pianto
allora, e poi lo hai rifatto, solo qualche tempo dopo, quando hai visto
sfumare
la tua amicizia con Lily. Diamine, l’hai chiamata
Mezzosangue! Noi babbani ti
odiammo in quel momento, insomma cosa diavolo vi abbiamo fatto a voi
maghetti
da strapazzo ( bene, ora sembro una Dursley ) per meritarci il vostro
disprezzo? Cosa ti aveva fatto Lily?
Il
demone che aveva gridato addosso al fulgido
angelo era morto sul nascere di quella parola orribile, sfuggita al
momento
meno opportuno. L’hai strillata furente, davanti a mezza
scuola. E lei,
scioccata e turbata, non aveva potuto dimenticare. O forse anche lei
aveva
visto la rabbia scemare dopo qualche giorno, magari la stessa sera. Ma
basta
poco, lo sai, per travisare le situazioni anche meno instabili e
renderle un
pandemonio caotico.
Quando
hai saputo dell’amore tra Lily e James, quel
porco capace solo di appartarsi in giro per i corridoi con le sue prede
in
gonnella, ti sei sentito tradito. Avevi sbagliato su di lei? Aveva
anche un
angelo la capacità di scendere così in basso,
sporcandosi nel letamaio dell’incoscienza
umana? No, sapevi che non poteva. Il suo sorriso, radioso, felice dopo
giornate
cupe in cui l’avevi osservata di nascosto nelle ore di
Pozioni o alle feste di
Lumacorno, ti indicava quanto vero fosse il sentimento che provava per
lui. E
il grande Capitano dei Grifondoro, l’amava? Te lo chiedesti
innumerevoli volte,
ora sperando febbrilmente di vederli litigare per Hogwarts in un giorno
qualunque che sarebbe passato nella gloria dei secoli incolume e reale,
altri
pregando che l’amasse, perché una Lily piegata da
un amore non corrisposto non
sapevi figurartela, non ci riuscivi, era come infliggersi una
maledizione
addosso consapevolmente, sapendo di starsi uccidendo. No Sev,
l’amavi così
tanto da preferire la tua sofferenza piuttosto che la sua.
Il
dolore ti rese particolarmente determinato e
cattivo. Rabbioso e produttivo. Decidesti di unirti clandestinamente
alla
campagna del Signore Oscuro, essendo un compagno di Lucius Malfoy e
avendo
stretto amicizia con il minore dei Black, famiglie invischiate negli
affari di
Voldemort fino al collo. Ti piaceva il mondo, come lui lo immaginava.
Sarebbe stato
un buon metodo, depurare la razza ormai squallida dei maghi, cancellare
dalle
liste quei traditori del sangue che non meritavano che la gogna e i
Mezzosangue. Perché … beh, lei ti aveva deluso, e
forse alzavi un po’ il gomito
per star su anche quando le lacrime non ce la facevano a non scendere
dalle
palpebre. Ma probabilmente non avevi mai desiderato che i Mezzosangue,
i
Babbani, i Traditori la pagassero, erano vagheggiamenti puerili di cui
ti
saresti sbarazzato a ventuno anni. eri abituato a disprezzare il sangue
misto,
tuo padre era un babbano un essere spregevole, per questo sin
dall’infanzia
avevi provato una certa repulsione, un pregiudizio contro di loro ( di
noi ). Ma
poi avevi compreso che, come esistevano i maghi buoni e cattivi,
così accadeva
tra i non maghi. Lily non era malvagia, anzi. Seppur avesse calpestato
il tuo
cuore, nonostante non ti parlasse, lei non era una nemica. Era solo
una
presenza, assillante, invisibile, che sfuggiva quando la si cercava di
cogliere
per poi riapparire e sorprendersi a sentire una mano gentile vicino al
collo. Lily
continuava ad essere tua, ti dicesti, nonostante il suo cuore battesse
per un
altro. Potter non poteva toglierti il ricordo, quello ti sarebbe
appartenuto,
fino alla morte, oltre la morte.
Così
passasti sotto l’influenza del Signore Oscuro,
e presto anche Lui conobbe il tuo ingegno. Divenisti uno dei servi
fidati,
forse grazie al legame di sangue sporco che vi legava, che vi avrebbe
legati
anche al bambino sopravvissuto di lì a poco. Cosa dici Sev?
Ancora non accetti
di amare Harry quasi fosse figlio tuo? Non vuoi parlarne con me?
D’accordo, ma
noi babbani, scemi e mortali come siamo, sappiamo che le cose non dette
sono le
più vere e preziose.
Voldemort
aveva un volto che ti dava il tormento, e
la sua fiducia estrema faceva di te un intoccabile, degno del rispetto
dei
Mangiamorte più illustri. Allo stesso tempo ti induceva a
ripudiare ogni valore
che Lily t’aveva fatto conoscere, e avevi mascherato
l’amore per lei in una
semplice appetenza fisica. Provasti a scacciarla attraverso il dolore
fisico,
riversando ogni tormento nel Marchio Nero, vivido e scuro sulla tua
giovane
pelle.
Ma
fu la mossa sbagliata che condusse allo scacco
matto il tuo avversario.
Sev,
hai tradito l’unico essere a cui mai ti sarebbe
passato in mente di far del male. La più fragile, bella,
retta fra le creature,
colei a cui, seppure adesso portasse il fardello ( o la gioia? ) del
figlio di
Potter nel suo ventre, non riuscivi a smettere d’amare. Hai
spiattellato al
Signore Oscuro ogni cosa, la profezia della Cooman, hai contribuito con
quel
vigliacco di Codaliscia, a distruggere la vita del piccolo giglio
bianco, del
marito che non lo meritava, hai spezzato le ali ad Harry. Quel
frugoletto con
la cicatrice, era l’unico legame che ancora ti impediva di
toglierti la vita,
di sciogliere ogni laccio con cui Voldemort t’aveva legato.
Disprezzavi quel
bastardo, lo avevi implorato di lasciar perdere, non era Potter il
prescelto,
ma Paciock, che andasse da lui non da Lil..
<<
non ammazzerò la Mezzosangue. Sarà il tuo
premio per avermi servito con coraggio e lealtà, Severus
>> aveva
assicurato Voldemort, e per qualche momento, il tuo cuore, Severus, era
tornato
selvaggio. Ma si! Possederla e maltrattarla, non ti importava che nel
suo animo
ella avrebbe poi pianto, e tentato la fuga! Gli bastava averla vicino,
succhiare da lei ogni briciolo di gioia, annientarla… amarla
e annientarla…
No!
Come potevi dire simili stupidaggini? Reagisti d’impulso,
e dopo aver annuito felice sapendo che quel trentuno ottobre 1981
sarebbe
iniziata la sua vita felice, di nuovo a fianco della bella Lily,
corresti
dietro il tuo Signore, implorandogli di avere pietà di lei.
Ma non era servito.
Lo avevi saputo da Silente, poche ore dopo, quando ti sei presentato
come un
cane rognoso alla sua porta. Per cosa? Minacciarlo? Intimidirlo? Quel
vecchio
pazzoide non temeva nessuno, probabilmente diffidava solo di se stesso.
Così non
aveva tentennato nell’affrontarlo, e forse, con un piacere
meschino e in
calcolato, gli aveva rivelato della morte della sua amata.
E
udendo la parola << morta >> sei
crollato.
Avresti
voluto strapparti la carne, dovevi morire tu
non lei! Avresti voluto uccidere Silente, perché aveva
permesso che ciò
accadesse, e avresti voluto spaccare il craniodi Voldemort, farlo
saltare in
aria ballando nella luce verde di centinaia di contemporanei Avada
Kedavra, perché
lui lo aveva illuso, usato, si era servito dell’amore che
lui, Severus, nutriva
nei confronti di Lily. Volevi uccidere Potter, che non aveva protetto
Lily. Volevi
uccidere anche lei, perché si era lasciata ammazzare. Volevi
spaccare il mondo,
farlo saltare in aria, spezzare ogni cosa nello studio del Preside
dagli
occhiali a mezza luna, senza sapere che da quella sera, notte della
caduta dell’Oscuro
Signore, avresti avuto l’occasione di riscattarti.
E
quando capisti che la tua fine era sorta, avevi
ripensato a tutto questo, senza ridere ma nemmeno piangere, fiero come
un vero
Grifondoro nonostante ti professasti un Serpeverde convinto, e
riponesti ogni
cosa in un Pensatoio, quello che avevi ricevuto in dono da Silente,
pochi
giorni prima di ucciderlo. Era stato un grande amico, un vero padre per
lui. e
per Harry. Ti faceva male sapere che quel bambino, che tu e Silente
avete amato
dal primo vagito, non avrebbe conosciuto la verità oppure
l’avrebbe saputa
troppo tardi. Quando non avrebbe potuto più rispondergli,
quando ogni cosa non
detta sarebbe apparsa un ennesimo tiro mancino da parte sua. Eppure
Sev, lo
amasti, nonostante l’odio per quel volto così
simile a quello di James ti fosse
sgradevole alla vista, amasti i suoi occhi sopra ogni altra cosa, e lo
spirito
indomito, che evocava così pittorescamente la sconfinata
forza, la dolcezza
ineffabile di sua madre. Trovasti il coraggio di recarti a
Godric’s Hollow, e
pregare Lily di scusarlo. Piangesti. Non esitasti a sfidare mille ostacoli e tranelli,
riunendoti al
Signore Oscuro per proteggere il figlio del tuo unico amore, e
proteggerlo, per
tutti gli anni che sarebbero serviti prima di vederlo trionfare sul
male. Vedere
lei di nuovo felice, percepire il suo respiro finalmente pacifico e
vendicato. Avesti
timore solo nell’infliggere il colpo di grazia a Silente,
volevi bene anche al
preside ormai, era il tuo confidente più caro, dopo lo
spirito insondabile della
Evans.
Per
il bene di Harry accettasti di ammazzare
Silente, per lui stai ripercorrendo i tuoi pensieri, le tue emozioni
nella
mente ormai adulta e pronta al grande passo. La battaglia finale non
spetta a
te, sei stanco, e hai compiuto la tua missione. Ora Harry, tuo figlio
nonostante non sia tu ad avergli donato quella bellezza spettinata che
mai hai
posseduto, è grande e sa cosa fare. Cosa farà?
Probabilmente tenterà la sorte,
come ha sempre prediletto, rischiando la pelle più volte.
È buffo, dopotutto. Anche
se lo hai sempre chiamato smidollato, per schermarti dai suoi occhi,
gemelli a
quelli del tuo Alter ego. Decidi, riponendo la matassa argentata dei
tuoi
pensieri al sicuro, lasciandoli a rimestarsi nel vortice gentile del
Pensatoio,
di recarti un’ennesima volta nella radura più
bella e vivida che tu abbia mai
conosciuto. Morirai perdendoti negli occhi della tua Mezzosangue,
rimembrando
un istante che apparirà
eterno la
felicità estrema e la costernazione, il dolore, la vita che
lei ti ha regalato.
È stata anche questa una avventura, non sai come definirla
altrimenti. Hai sbagliato
due volte, ti sei riscattato in mille occasioni. Nonostante sia nato
dalla
rabbia, hai scelto d’amare. E così morirai,
brillando per una volta, non come
ombra silenziosa, al centro della scena. ConVoldemort ad un lato e Lily
dall’altro.
E di fronte, solo Harry.
<< Look at
me! Look at me! >>
Sono
le tue ultime parole. È un sollievo scorgere Lily
e Harry, pensi, sono l’essenza dell’amore nel
momento del trapasso. Una droga
morbida come la canzone preferita, la ninna nanna con cui abbandonare
la vita. Sei
sereno e soddisfatto. Voldemort è lì, ride
maleficamente, si crede invincibile.
Ma è già morto, e non lo sa.
Chiudi
gli occhi serenamente. Sorridi perfino. L’odore
di Gigli non vuole mollarti. Il verde smeraldo aleggia nella retina. Ti
senti
finalmente amato. Ti senti finalmente vivo.
Diventi così il nostro più grande eroe, Sev.
THE END
piaciuta????? se avete un po' di
tempo, lasciatemi un commentino! bacioni, Maria