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Autore: LeMuseInquietanti    10/01/2008    9 recensioni
SPOILER HP 7 !!! CIOè, ANCHE SE è STATO PUBBLICATO ORMAI, RISPETTO CHI NON HA ANCORA LETTO IL LIBRO!!!Senti un odore di gigli spandersi nell'aria. è il momento peggiore per comprendere quanto poco tempo ti sia rimasto. Stai infilando ogni tassello al suo posto, e ti spiace dover fare le cose con la fretta addosso. Ma il profumo t'assilla, e devi sbrigarti. Il primo ricordo che imballi in quella ciotola contornata da rune bizzarre sarà il tuo dramma personale. Lascia che lo narri a parole mie, prima che la porta si spalanchi e un Voldemort maledettamente ansioso di ucciderti, ti impedisca di finire il tuo lavoro. Serve quel pezzetto, o passerai per il più grande bastardo di tutti i tempi. Così lascia che parli un po' io, nonostante il mio stato di babbana ( beh, non c'è di meglio, accontentati Sev ) e permettimi di descriverti. Sei una persona magnifica. Scuoti il capo, arrossendo. Ma historia docet, e se non credi alle mie parole, basterà trafficare nel tuo cervello. Frughiamo, Severus, facciamolo con ordine. Il signore oscuro può aspettare, dopotutto.
Genere: Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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shoot scritta di getto, presa dalla tristezza che credo assalirà tutti i lettori dei Doni della Morte. è dedicata a lui, il più grande eroe che la Rowling ci ha donato. Il più complesso e insospettato Buono della Saga. A te, Severus, perchè un giorno, quando studieranno la saga alle università più prestigiose, nessuno potrà più darti del malvagio, tutti gli studenti conosceranno il tuo coraggio. A te, di cui i miei figli sentiranno parlare sin dalla più tenera età, quando raconterò dei sette libri  cercando di dipingerti sempre per ciò che sei stato. Un grande personaggio. uscito dalla carta e donato a noi come segno della Speranza, dell'amore supremo. oltre la morte.

bene, era meglio rissparmiarsela, ma mi sento così... eccovi la shoot!

                                                    IL PROFUMO DEI GIGLI

Senti un odore di gigli spandersi nell'aria. è il momento peggiore per comprendere quanto poco tempo ti sia rimasto. Stai infilando ogni tassello al suo posto, e ti spiace dover fare le cose con la fretta addosso. Ma il profumo t'assilla, e devi sbrigarti. Il primo ricordo che imballi in quella ciotola contornata da rune bizzarre sarà il tuo dramma personale. Lascia che lo narri a parole mie, prima che la porta si spalanchi e un Voldemort maledettamente ansioso di ucciderti, ti impedisca di finire il tuo lavoro. Serve quel pezzetto, o passerai per il più grande bastardo di tutti i tempi. Così lascia che parli un po' io, nonostante il mio stato di babbana ( beh, non c'è di meglio, accontentati Sev ) e permettimi di descriverti. Sei una persona magnifica. Scuoti il capo, arrossendo. Ma historia docet, e se non credi alle mie parole, basterà trafficare nel tuo cervello. Frughiamo, Severus, facciamolo con ordine. Il signore oscuro può aspettare, dopotutto.

Figlio della dannazione, nato dalla rabbia e dall’amore. Cresciuto in un fosco paese dove imparare ad odiare i tuoi genitori divenne un gioco giornaliero. Eppure, dove c’erano solo lacrime, dove sgorgava solo sangue, e le urla rimbombavano innumerevoli volte, centuplicandosi come in un gioco di specchi una immagine nella tua mente, hai saputo amare. Amare . Cosa provi udendo un verbo così strano, bislacco se riferito alla tua persona? Forse schermarsi abbassando debolmente il capo, con un gesto rassegnato, lascerebbe pensare a noi stupidi babbani che un sentimento così potente t’abbia colto di sorpresa, catturandoti. Forse era solo una maledizione Imperius, hai voluto credere. Probabilmente ti aspettavi che passasse, prima o poi. Invece non è passato. Mai. E sei cresciuto, accanto al tuo angelo, tu un demone oscuro senza alcun fascino nell’incedere, senza alcun talento se non l’assillante bravura negli studi d’ogni genere, attratto dalle Arti Oscure per sentirsi forte e dalle cose fragili, ineffabili per indole. Un animale relegato in gabbia, sedato con droghe magiche irriproducibili autonomamente. Chi ha saputo sfruttare la farmacopea con tanta perizia? Il tuo alter ego, sorridi mestamente. Si chiama Lily Evans ed è una babbana. Una come me, che sto psicanalizzando un personaggio che se sapesse ciò che sto facendo m’avrebbe già condotto da quel mezzo gigante barbuto, feccia del suo sangue che tutti s’ostinano a chiamare Hagrid per una passeggiata nella Foresta Proibita alla ricerca di animaletti pelosi ( questo almeno hai fatto quando l’Esercito di Silente ha cercato di boicottare i tuoi piani sulla Spada di Grifondoro, gran bella mossa, eh ). Lily Evans, la ragazza dai lunghi capelli ramati, dagli occhi smeraldo e dall’animo candido, come il suo viso di giglio. Sì. La ragazza più bella della scuola, brillante in ogni materia, astro fulgido nel firmamento, sicuro baluardo di speranza a cui guardare per sentirsi sempre al sicuro. La ragazza della porta accanto, decisa all’apparenza, ma estremamente fragile ed insicura quando nessuno la osserva. Solo tu potevi vederla nei suoi giorni bui. Quando piangeva, quando strillava, quando si lagnava, solo tu, adepto stupito e felice avevi il diritto di starle accanto. Di confortarla, sfiorandole timidamente la spalla, o asciugandole le lacrime, mantenendo però le dovute distanze, per impedire al rossore delle tue guance di splendere nei suoi occhi limpidi, per impedire al tuo amore lampante, di apparire elementare alla tua amata/ temuta Sherlock Holmes.

Ti senti un bambino accanto al tuo Alter Ego. È un angelo, con ali soffici ed invisibili, che la sorreggono nella vita quotidiana, impedendo alle note dolenti che imbrattano ogni esistenza di sofferenza di sopprimerla. Lily era sempre forte, fiera di se stessa. E l’unica, devi confessarlo Sev, lieta di essere tua amica. L’unica che non aveva richiesto qualcosa in cambio né tanto meno ha mai tradito la tua fiducia. Forse l’amavi per questo, perché era perfetta sopra ogni aspetto, e non peccava di superbia, nonostante fosse l’unica creatura la cui complessità avrebbe potuto concederle il diritto di sentirsi al di sopra di ogni essere umano. E tu, Severus, se un’ombra pallida, al confronto con la sua luce. Ma è la luce stessa a generare le ombre, imprimendo addosso agli oggetti un’orma decisa, e probabilmente sei come sei grazie al suo coraggio, alla sua frequentazione costante. L’hai avuta accanto per cinque anni, i più belli della tua vita. Hai osservato il suo corpo da bambina plasmarsi e raffinarsi. Tu continuavi a vederla come l’undicenne che si fiondava sull’altalena raggiungendo il cielo in uno scroscio di risate e trasformava oggetti, tramutava i fiori, sopportava l’arpia della sorella, invidiosa, cattiva, infantile, e aveva voluto credere alle parole del tipo strambo che viveva in quella stramba casetta a Spinner End. Hai capito quanto Lily fosse più simile ad una donna all’improvviso, quando hai udito i commenti espliciti di James Potter sul corpo da bambola della tua eterna bambina e il seguente latrato di Black a mo’ di consenso e ti sei sentito stupido. Accasciandoti a terra, il tuo cuore batteva all’impazzata, la fronte ti si imperlava di sudore, le ciglia di lacrime. Lacrime Sev.

Quelle che non hai pianto per tua madre, che hai serbato nel cuore nonostante la rabbia e l’impotenza di fronte ad ogni atto violento, agli sbagli, alle decisioni rimandate, a quelle sbagliate. Hai pianto allora, e poi lo hai rifatto, solo qualche tempo dopo, quando hai visto sfumare la tua amicizia con Lily. Diamine, l’hai chiamata Mezzosangue! Noi babbani ti odiammo in quel momento, insomma cosa diavolo vi abbiamo fatto a voi maghetti da strapazzo ( bene, ora sembro una Dursley ) per meritarci il vostro disprezzo? Cosa ti aveva fatto Lily?

Il demone che aveva gridato addosso al fulgido angelo era morto sul nascere di quella parola orribile, sfuggita al momento meno opportuno. L’hai strillata furente, davanti a mezza scuola. E lei, scioccata e turbata, non aveva potuto dimenticare. O forse anche lei aveva visto la rabbia scemare dopo qualche giorno, magari la stessa sera. Ma basta poco, lo sai, per travisare le situazioni anche meno instabili e renderle un pandemonio caotico.

Quando hai saputo dell’amore tra Lily e James, quel porco capace solo di appartarsi in giro per i corridoi con le sue prede in gonnella, ti sei sentito tradito. Avevi sbagliato su di lei? Aveva anche un angelo la capacità di scendere così in basso, sporcandosi nel letamaio dell’incoscienza umana? No, sapevi che non poteva. Il suo sorriso, radioso, felice dopo giornate cupe in cui l’avevi osservata di nascosto nelle ore di Pozioni o alle feste di Lumacorno, ti indicava quanto vero fosse il sentimento che provava per lui. E il grande Capitano dei Grifondoro, l’amava? Te lo chiedesti innumerevoli volte, ora sperando febbrilmente di vederli litigare per Hogwarts in un giorno qualunque che sarebbe passato nella gloria dei secoli incolume e reale, altri pregando che l’amasse, perché una Lily piegata da un amore non corrisposto non sapevi figurartela, non ci riuscivi, era come infliggersi una maledizione addosso consapevolmente, sapendo di starsi uccidendo. No Sev, l’amavi così tanto da preferire la tua sofferenza piuttosto che la sua.

Il dolore ti rese particolarmente determinato e cattivo. Rabbioso e produttivo. Decidesti di unirti clandestinamente alla campagna del Signore Oscuro, essendo un compagno di Lucius Malfoy e avendo stretto amicizia con il minore dei Black, famiglie invischiate negli affari di Voldemort fino al collo. Ti piaceva il mondo, come lui lo immaginava. Sarebbe stato un buon metodo, depurare la razza ormai squallida dei maghi, cancellare dalle liste quei traditori del sangue che non meritavano che la gogna e i Mezzosangue. Perché … beh, lei ti aveva deluso, e forse alzavi un po’ il gomito per star su anche quando le lacrime non ce la facevano a non scendere dalle palpebre. Ma probabilmente non avevi mai desiderato che i Mezzosangue, i Babbani, i Traditori la pagassero, erano vagheggiamenti puerili di cui ti saresti sbarazzato a ventuno anni. eri abituato a disprezzare il sangue misto, tuo padre era un babbano un essere spregevole, per questo sin dall’infanzia avevi provato una certa repulsione, un pregiudizio contro di loro ( di noi ). Ma poi avevi compreso che, come esistevano i maghi buoni e cattivi, così accadeva tra i non maghi. Lily non era malvagia, anzi. Seppur avesse calpestato il tuo cuore, nonostante non ti parlasse, lei non era una nemica. Era solo una presenza, assillante, invisibile, che sfuggiva quando la si cercava di cogliere per poi riapparire e sorprendersi a sentire una mano gentile vicino al collo. Lily continuava ad essere tua, ti dicesti, nonostante il suo cuore battesse per un altro. Potter non poteva toglierti il ricordo, quello ti sarebbe appartenuto, fino alla morte, oltre la morte.

Così passasti sotto l’influenza del Signore Oscuro, e presto anche Lui conobbe il tuo ingegno. Divenisti uno dei servi fidati, forse grazie al legame di sangue sporco che vi legava, che vi avrebbe legati anche al bambino sopravvissuto di lì a poco. Cosa dici Sev? Ancora non accetti di amare Harry quasi fosse figlio tuo? Non vuoi parlarne con me? D’accordo, ma noi babbani, scemi e mortali come siamo, sappiamo che le cose non dette sono le più vere e preziose.

Voldemort aveva un volto che ti dava il tormento, e la sua fiducia estrema faceva di te un intoccabile, degno del rispetto dei Mangiamorte più illustri. Allo stesso tempo ti induceva a ripudiare ogni valore che Lily t’aveva fatto conoscere, e avevi mascherato l’amore per lei in una semplice appetenza fisica. Provasti a scacciarla attraverso il dolore fisico, riversando ogni tormento nel Marchio Nero, vivido e scuro sulla tua giovane pelle.

Ma fu la mossa sbagliata che condusse allo scacco matto il tuo avversario.

Sev, hai tradito l’unico essere a cui mai ti sarebbe passato in mente di far del male. La più fragile, bella, retta fra le creature, colei a cui, seppure adesso portasse il fardello ( o la gioia? ) del figlio di Potter nel suo ventre, non riuscivi a smettere d’amare. Hai spiattellato al Signore Oscuro ogni cosa, la profezia della Cooman, hai contribuito con quel vigliacco di Codaliscia, a distruggere la vita del piccolo giglio bianco, del marito che non lo meritava, hai spezzato le ali ad Harry. Quel frugoletto con la cicatrice, era l’unico legame che ancora ti impediva di toglierti la vita, di sciogliere ogni laccio con cui Voldemort t’aveva legato. Disprezzavi quel bastardo, lo avevi implorato di lasciar perdere, non era Potter il prescelto, ma Paciock, che andasse da lui non da Lil..

<< non ammazzerò la Mezzosangue. Sarà il tuo premio per avermi servito con coraggio e lealtà, Severus >> aveva assicurato Voldemort, e per qualche momento, il tuo cuore, Severus, era tornato selvaggio. Ma si! Possederla e maltrattarla, non ti importava che nel suo animo ella avrebbe poi pianto, e tentato la fuga! Gli bastava averla vicino, succhiare da lei ogni briciolo di gioia, annientarla… amarla e annientarla…

No! Come potevi dire simili stupidaggini? Reagisti d’impulso, e dopo aver annuito felice sapendo che quel trentuno ottobre 1981 sarebbe iniziata la sua vita felice, di nuovo a fianco della bella Lily, corresti dietro il tuo Signore, implorandogli di avere pietà di lei. Ma non era servito. Lo avevi saputo da Silente, poche ore dopo, quando ti sei presentato come un cane rognoso alla sua porta. Per cosa? Minacciarlo? Intimidirlo? Quel vecchio pazzoide non temeva nessuno, probabilmente diffidava solo di se stesso. Così non aveva tentennato nell’affrontarlo, e forse, con un piacere meschino e in calcolato, gli aveva rivelato della morte della sua amata.

E udendo la parola << morta >> sei crollato.

Avresti voluto strapparti la carne, dovevi morire tu non lei! Avresti voluto uccidere Silente, perché aveva permesso che ciò accadesse, e avresti voluto spaccare il craniodi Voldemort, farlo saltare in aria ballando nella luce verde di centinaia di contemporanei Avada Kedavra, perché lui lo aveva illuso, usato, si era servito dell’amore che lui, Severus, nutriva nei confronti di Lily. Volevi uccidere Potter, che non aveva protetto Lily. Volevi uccidere anche lei, perché si era lasciata ammazzare. Volevi spaccare il mondo, farlo saltare in aria, spezzare ogni cosa nello studio del Preside dagli occhiali a mezza luna, senza sapere che da quella sera, notte della caduta dell’Oscuro Signore, avresti avuto l’occasione di riscattarti.

E quando capisti che la tua fine era sorta, avevi ripensato a tutto questo, senza ridere ma nemmeno piangere, fiero come un vero Grifondoro nonostante ti professasti un Serpeverde convinto, e riponesti ogni cosa in un Pensatoio, quello che avevi ricevuto in dono da Silente, pochi giorni prima di ucciderlo. Era stato un grande amico, un vero padre per lui. e per Harry. Ti faceva male sapere che quel bambino, che tu e Silente avete amato dal primo vagito, non avrebbe conosciuto la verità oppure l’avrebbe saputa troppo tardi. Quando non avrebbe potuto più rispondergli, quando ogni cosa non detta sarebbe apparsa un ennesimo tiro mancino da parte sua. Eppure Sev, lo amasti, nonostante l’odio per quel volto così simile a quello di James ti fosse sgradevole alla vista, amasti i suoi occhi sopra ogni altra cosa, e lo spirito indomito, che evocava così pittorescamente la sconfinata forza, la dolcezza ineffabile di sua madre. Trovasti il coraggio di recarti a Godric’s Hollow, e pregare Lily di scusarlo. Piangesti. Non esitasti a sfidare  mille ostacoli e tranelli, riunendoti al Signore Oscuro per proteggere il figlio del tuo unico amore, e proteggerlo, per tutti gli anni che sarebbero serviti prima di vederlo trionfare sul male. Vedere lei di nuovo felice, percepire il suo respiro finalmente pacifico e vendicato. Avesti timore solo nell’infliggere il colpo di grazia a Silente, volevi bene anche al preside ormai, era il tuo confidente più caro, dopo lo spirito insondabile della Evans.

Per il bene di Harry accettasti di ammazzare Silente, per lui stai ripercorrendo i tuoi pensieri, le tue emozioni nella mente ormai adulta e pronta al grande passo. La battaglia finale non spetta a te, sei stanco, e hai compiuto la tua missione. Ora Harry, tuo figlio nonostante non sia tu ad avergli donato quella bellezza spettinata che mai hai posseduto, è grande e sa cosa fare. Cosa farà? Probabilmente tenterà la sorte, come ha sempre prediletto, rischiando la pelle più volte. È buffo, dopotutto. Anche se lo hai sempre chiamato smidollato, per schermarti dai suoi occhi, gemelli a quelli del tuo Alter ego. Decidi, riponendo la matassa argentata dei tuoi pensieri al sicuro, lasciandoli a rimestarsi nel vortice gentile del Pensatoio, di recarti un’ennesima volta nella radura più bella e vivida che tu abbia mai conosciuto. Morirai perdendoti negli occhi della tua Mezzosangue, rimembrando un istante che  apparirà eterno la felicità estrema e la costernazione, il dolore, la vita che lei ti ha regalato. È stata anche questa una avventura, non sai come definirla altrimenti. Hai sbagliato due volte, ti sei riscattato in mille occasioni. Nonostante sia nato dalla rabbia, hai scelto d’amare. E così morirai, brillando per una volta, non come ombra silenziosa, al centro della scena. ConVoldemort ad un lato e Lily dall’altro. E di fronte, solo Harry.

<< Look at me! Look at me! >>

Sono le tue ultime parole. È un sollievo scorgere Lily e Harry, pensi, sono l’essenza dell’amore nel momento del trapasso. Una droga morbida come la canzone preferita, la ninna nanna con cui abbandonare la vita. Sei sereno e soddisfatto. Voldemort è lì, ride maleficamente, si crede invincibile. Ma è già morto, e non lo sa.

Chiudi gli occhi serenamente. Sorridi perfino. L’odore di Gigli non vuole mollarti. Il verde smeraldo aleggia nella retina. Ti senti finalmente amato. Ti senti finalmente vivo.

Diventi così il nostro più grande eroe, Sev.

THE END

piaciuta????? se avete un po' di tempo, lasciatemi un commentino! bacioni, Maria

  
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