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Autore: Rohchan    10/01/2008    10 recensioni
Cosa succederebbe se una stella cadente potesse esaudire un desiderio tenuto in fondo al cuore?
E se chi desidera sono Inuyasha e Kagome?
Se vi ho incuriositi abbastanza...buona lettura...
ULTIMO CAPITOLO ON LINE
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi di nuovo a voi, affezionati lettori!!!
Me felice di vedere che la storia vi prende tanto...*.*
Allacciatevi le cinture di sicurezza, perchè il rodaggio sta per finire...^^
Ma prima, l'ANGOLINO dei GRAZIE:

ONIGIRI felice di riuscire a trascinarti così dentro la storia...^^ ma aspetta prima di saltellare felice immaginando la faccia di Inuyasha al sapere della gravidanza...

JEPPI grazie del complimento...ed eccoti la reazione di entrambi, nonno ed Inuyasha. Per favore, niente sassi e coltelli...ti prego...ç^ç

RYANFOREVER vedi sopra, tesoro...grazie mille del commento...^.^

CELINA è vero, 19 anni forse sono un po' pochini. Ma se è davvero la persona giusta...se lui ti ama e ti rispetta, se senza di lui ti manca l'aria, se lui è dietro ogni tuo passo...e se si ha responsabilità sufficiente, credo si possa fare. E poi, essere madre dev'essere la cosa più bella dell'universo...*.*

CAROTINA eccoti servita...buona lettura! ^__-

MEL_NUTELLA grazie del complimento, tesoro...mi farai arrossire..#^_^# E' vero, mi documento moltissimo per ciò che scrivo...come ti ho detto, detesto fare le cose campate per aria...eccoti il nuovo capitolo, spero sia di tuo gradimento...

Bene, spigolino finito.
Fate un bel respiro profondo, niente armi, niente oggetti fragili nelle vicinanze.
ah, sì...
magari un pacchetto di fazzoletti ^^
Buona lettura

la vostra Rohchan

5- Il Ritorno

Il resto della giornata passò veloce. Durante il pranzo, Kagome e sua madre diedero la notizia al nonno e a Sota.
Come previsto, il fratello fu il più entusiasta dei due. Non appena saputo che sarebbe diventato presto zio iniziò a saltellare per la stanza come un grillo.
Il nonno, invece, era l’esatto opposto.
- Cosa pensi di fare ora? Vuoi rimanere di là e portare avanti la gravidanza nell’epoca Sengoku?-
- Io…-
- Kagome- intervenne la madre- prima di rispondere, pensa bene a ciò che stai per fare. Trascorrendo qui i prossimi nove mesi sarai sicura che tuo figlio sarà seguito con tutti gli accorgimenti possibili…ma costringerai Inuyasha a vedervi poco.-
- Non essere sciocca…- intervenne il nonno.- Kagome non può volere che il bambino nasca laggiù..insomma…niente medici…nessun ospedale…e se qualcosa non dovesse andare bene?-
- Oh, per favore papà….- Kagome alzò gli occhi sulla madre. Era la prima volta che la sentiva parlare in quel modo.- le donne hanno sempre concepito e partorito figli anche in quell’epoca…e non avevano nulla di ciò che abbiamo noi ora.-
- Sì, però…-
- Basta così…- intervenne la ragazza- ho deciso. Mi spiace, ma credo sia giusto che Inuyasha possa seguire la crescita di suo figlio fin da ora…vorrei portarvi con me, ma…sapete che non è possibile. Tornerò da lui, ma verrò a casa ogni fine settimana…-
- Kagome…- suo nonno era basito.
- Mi spiace, nonno…scusami.-
- Io invece credo che tu faccia bene…- intervenne Sota, che era rimasto ad ascoltare, colpito dalla risposta della madre.- insomma…se io fossi nei panni del fratellone, vorrei starti vicino ogni secondo.-
- Sota…- Kagome sorrise al fratello- lo pensi davvero?-
- Certo!- rispose lui, convinto.- E poi, lo hai detto tu…tornerai ogni fine settimana…che in fin dei conti è molto più spesso di quanto tu abbia fatto finora…-
Tutti risero a quelle parole…Sota era riuscito ad appianare i contrasti.
Finirono di mangiare parlando del più e del meno, poi Kagome aiutò la madre a sparecchiare la tavola.
- Va’ a prepararti, cara…- le disse la madre quando ebbero finito.- Al resto penso io. Vuoi qualcosa da mangiare da portare con te?-
- Non saprei…-rispose la ragazza, toccandosi con la punta dell’indice il mento- forse…della frutta…mele e albicocche…e della cioccolata…e…-
- Va bene, ho capito tesoro…delle cose buone.- la donna sorrise- Va’ ora…o Inuyasha verrà a prenderti prima del tramonto…-
Kagome si volse ed andò via ridendo.
Non potè vedere una lacrima silenziosa che solcava il viso di sua madre.
- Bambina mia…speriamo che tutto vada per il meglio…-

Kagome corse in camera da letto ed aprì lo zaino. Iniziò a tirare fuori dall’armadio magliette e maglioncini, una coperta, calze, biancheria varia ed altri oggetti utili alla permanenza nell’epoca Sengoku.
Era felice, si sentiva leggera come una farfalla. Aveva voglia di ridere e cantare, di gridare al cielo la sua gioia…di scrivere su ogni muro il suo amore per Inuyasha e per la creatura che già cresceva dentro di lei.
Infilò tutto nello zaino, facendo attenzione a non sgualcire nulla. Quando fu quasi pronta, qualcuno bussò alla sua porta.
- Sì?-
- Kagome…- il fratello si affacciò nella stanza.- posso entrare?-
- Certo…vieni pure.- gli rispose, sorridendo. Non capiva come mai si facesse tanti scrupoli. Di solito non bussava nemmeno.
- Senti…io…vorrei darti questa. Magari ti potrà servire laggiù.- e le porse un pacchetto confezionato velocemente. Kagome lo aprì.
Dentro c’era una coperta di lana bianca…la stessa che Kagome aveva comprato per il nascituro quando la madre le aveva detto che avrebbe avuto un fratellino. Rimase interdetta.
- So…Sota…ma…-
- Beh…tornerai ogni settimana, è vero…ma…insomma, me l’hai regalata tu ed ora…beh…insomma, io la voglio regalare a lui. O a lei. Mi piacerebbe che fosse la sua prima copertina. Magari potresti farla benedire da quella sacerdotessa anziana che vive con voi laggiù…-
- Grazie…è un pensiero meraviglioso, Sota…- era rimasta di stucco. Non sapeva cosa dire.
Il fratello, che lei aveva sempre considerato un bambino, le aveva regalato la sua prima copertina per il suo bambino. Posò il pacchetto sul letto e lo abbracciò, d’impulso.
- Non preoccuparti. La farò benedire dalla vecchia Kaede, e sarà la prima copertina del bimbo….promesso, Sota.-
- Guarda che ci conto, eh?- disse il fratello- Mi arrabbierò moltissimo se non sarà così.-
- Non preoccuparti. Sarà fatto…e potrai controllare di persona.-
- Bene…io…ora vado. I miei amici mi aspettano per andare a giocare a pallone. Ci vediamo presto! E saluta il fratellone da parte mia!-
Si sciolse dall’abbraccio ed uscì dalla stanza.
Aveva appena fatto in tempo a infilare la coperta nello zaino, quando qualcuno bussò di nuovo alla porta.
- Kagome…posso entrare?-
Era il nonno.
- Certo…entra pure…- chissà cosa sarebbe successo ora. Kagome si aspettava una sorta di scenata, ma…
- Tieni…- le disse il nonno, porgendole un piccolo involto di stoffa.- sono le erbe con cui preparare l’infuso contro la nausea. Ne devi sciogliere un cucchiaio in una tazza di acqua calda ogni mattina per tre settimane di seguito. Qui ce n’è abbastanza per una settimana. Non te ne do di più perché se non sono ben conservate perdono i loro benefici.-
- Grazie…- gli rispose, prendendo l’involto.
- Guarda che esigo che tu lo prenda ogni mattina. Mi sono spiegato? Sarà meglio per te che tu torni indietro con l’involto vuoto…o mi arrabbierò moltissimo.-
- Lo berrò, promesso.- Kagome gli sorrise.
- E…mi raccomando. Stai attenta, laggiù. Non è come qui.-
- Lo so, nonno…ma con Inuyasha sono al sicuro…- cercò di rassicurarlo.
- Oh, non ne dubito. Non è di lui che non mi fido…è di te. Sei tale e quale a tua madre.- le disse, burbero, tentando senza troppo successo di nascondere l’imbarazzo.- Ora va’. Lui ti aspetta.-
- Certo…- Kagome ripose le erbe nello zaino, accanto alla coperta, e chiuse la patta.
Il nonno uscì dalla stanza e la ragazza si cambiò d’abito; una maglietta con una fragolina rossa e gonna di lino rosso fuoco. Si pettinò i capelli, raccolse lo zaino ed uscì dalla camera chiudendosi la porta alle spalle.
Una volta giunta al piano di sotto andò a posare lo zaino vicino alla porta, per poi tornare indietro a salutare la madre.
La donna la aspettava in salotto seduta sul divano, con un sacchetto colmo di dolciumi poggiato sul tavolino. Accanto a questo c’era un oggetto che Kagome non aveva mai visto.
- Ciao mamma…io vado…- le disse, dandole un bacio sulla guancia. La madre ricambiò e l’abbracciò stretta.
- Ciao Kagome…non dimenticare questi…- e le porse il sacchetto e un pettine da capelli.
Era un bel pettine, con una coppia di fiori d’ibisco smaltati in rosso e bianco, con uno spunzone in coordinato che, oltre ai fiori, aveva tre sottili fili di piccole perle cangianti.
- Mamma…è…bellissimo…- disse Kagome, sedendosi sul divano accanto alla madre.
- Me lo regalò tuo padre quando gli dissi che ero incinta di te…è una sorta di cimelio…- le sorrise- ora vorrei che lo avessi tu. Avevo progettato di dartelo, ma non pensavo che sarebbe stato così presto…-
- Mamma…è troppo…non posso accettarlo..-
- Oh no, cara…io voglio che tu lo prenda….- e glie lo infilò nei capelli, dietro l’orecchio sinistro.- Ti sta benissimo…-
- Ne avrò cura…promesso.-
- Lo so. Anche perché se non lo farai potrei arrabbiarmi moltissimo. Ed ora vai. Inuyasha ti starà aspettando.-
- Veramente…gli avevo detto che sarei tornata al tramonto…sono solo le tre del pomeriggio…-
- E vuoi dirmi che non sei ansiosa di vederlo? E di parlargli?-
Kagome abbassò la testa, sorridendo. A sua madre non poteva proprio nascondere nulla.
- Beh? Cosa fai ancora qui? Vai!- le disse la madre, alzandosi e sollevandola di peso dal divano.- Ci vediamo la prossima settimana…- e la baciò sulla guancia, prima di darle una leggera sculacciata per farla muovere.
La ragazza camminò svelta verso il corridoio, ridendo.
Giunta nell’ingresso, si sedette sul gradino e indossò un paio di sandali comodi, di cuoio, prese lo zaino e se lo mise in spalla.
Sua madre si era sbagliata. Non era ansiosa di rivedere Inuyasha.
Moriva dalla voglia di lui.

Corse fuori, con un cenno del capo salutò il Goshinboku e scorse il cortile con lo sguardo. Di suo nonno non c’era traccia. Peccato, avrebbe voluto salutarlo.
Si diresse verso il piccolo edificio che custodiva il pozzo Mangiaossa, entrò e si richiuse la porta alle spalle.
Scese i gradini e si avvicinò al pozzo…e con un respiro profondo vi si gettò dentro.

***

Inuyasha era seduto con la schiena poggiata al pozzo, in attesa di Kagome. Era passato solo un giorno e mezzo, ma a lui sembrava un’eternità.
Aveva parlato un po’ con Miroku di Kagome, dell’atteggiamento di Sango del giorno prima, ma il monaco era stato piuttosto evasivo.
- Dalle tempo…-gli aveva detto- sarà lei a spiegarti tutto.-
- Vuoi dirmi che nemmeno a te Sango ha detto niente? Ma se…-
- No, nemmeno a me…solo che è una cosa molto importante, ma non ha aggiunto altro. È andata via con un sorrisino sul viso che definirei a metà strada tra l’ironico e il rassegnato. Come se dicesse “non capiresti mai”.- aveva aggiunto, quando il mezzo demone lo aveva squadrato dal sotto in su con espressione interrogativa.
- Non mi piacciono tutti questi misteri. Kagome è la mia donna…e non dovrebbe avere segreti per me.- aveva sbottato Inuyasha.
- Se è per questo, amico mio, ho il sospetto che lei non abbia davvero più nessun segreto, per te…- aveva ribattuto l’amico, sornione.
Per tutta risposta si era preso un pugno sulla testa che l’aveva lasciato tramortito, e probabilmente non si era ancora ripreso del tutto.
Sorrise debolmente…ma un rumore alle sue spalle lo fece scattare in piedi.
Una mano piccola e bianca si poggiò sul bordo del pozzo, mentre Kagome emergeva sbuffando ed ansimando dalla sua bocca.
Inuyasha la aiutò ad uscire, felice di rivederla.
Kagome non si era accorta subito della presenza del mezzo demone, concentrata com’era nel risalire il pozzo…ma il cuore si era fermato quando aveva sentito le mani forti di Inuyasha prendere le sue ed aiutarla a uscire.
- Inu…yasha…- riuscì ad articolare, ancora ansimante, prima di togliersi lo zaino e abbracciarlo.
- Certo che ce ne hai messo, di tempo!- sbottò lui, stringendola tra le braccia, assaporando il suo profumo.
- Sono tornata anche prima!- ribattè la ragazza- Non ne potevo più di starti lontano…- aggiunse, rifugiandosi contro il suo petto.
Inuyasha stava diventando matto nel tentativo di trattenersi.
- Allora…cosa è successo di là? E cos’è questo?- le chiese, allentando un po’ la presa e sfiorando con la mano destra il pettine che la ragazza aveva tra i capelli.
- Me l’ha regalato mia madre….è bello, vero? Glie l’aveva regalato mio padre quando aveva scoperto che lei aspettava un bambino.-
- Sì, bello…anche se ne ho visti di migliori. Mia madre ne aveva uno che ave…- le parole gli morirono in gola.
Non era sicuro di avere capito bene.
Kagome lo guardò con un sopracciglio alzato, perplessa e sorridente allo stesso tempo.
- Aspetta…- le disse il mezzo demone, guardandola dritto negli occhi.- Perché tua madre te l’ha regalato?-
- Perché è un cimelio di famiglia, Inuchan- aveva risposto Kagome, continuando a fissarlo.
- Ma hai detto che tuo padre glie l’aveva regalato perché lei…-
- Aspettava un bambino. Me, per essere più esatti.-
- E lei l’ha regalato a te?-
- Esatto…sai cosa significa, Inuchan?- gli chiese lei, baciandolo dolcemente sulle labbra.
- Che tu…che…che n…che io…-
Kagome rise, prendendogli il viso tra le mani e costringendolo a guardarla negli occhi. E lei nei suoi mise tutto l’amore che aveva.
- Che io aspetto un bambino, Inuyasha. Che noi avremo un figlio, e che tu sarai…-
- Padre…- Inuyasha aveva pronunciato quella parola in un soffio, mentre incredulo fissava Kagome.
Non ci poteva credere. Kagome aspettava un bambino, e quel bambino era suo figlio.
Quel pensiero gli riecheggiava nella mente come l’eco di una campana, girando in circolo, entrando in ogni goccia di sangue, in ogni fibra del suo essere.
Padre.
Sarebbe diventato un padre.
Lasciò andare Kagome, ritraendosi come se lei scottasse come fuoco. La guardava, come se non la riconoscesse.
- Inuyasha…io…non volevo dirtelo così…- disse Kagome, guardandolo.
- No…ma…non avevi molti…modi…però…- si sentiva la gola dannatamente secca. Kagome aspettava un bambino…il SUO bambino. Ma una domanda gli rodeva le viscere, insistente e dolorosa come una formica rossa: Kagome voleva quel bambino?
- Inuchan…cosa…-si avvicinò a lui, tendendo la mano per posare una carezza sul suo viso.
- No…non…- Inuyasha indietreggiò, mettendosi fuori portata.
- Cosa c’è, Inuchan? Mi spaventi…-Kagome sentiva le lacrime pungerle gli occhi.
Inuyasha non voleva quel bambino?
- Kagome…tu…perché…?-
- Perché…? Cosa, Inuyasha? Non credevi sarebbe successo? Nemmeno io...ma è successo…-
- Perché…non me l’hai detto subito?-
- Perché non ne ero sicura. Perché non capivo. Perché non ero sicura…-
- Di volerlo?- Inuyasha completò per lei la frase, e Kagome si sentì mancare la terra sotto i piedi.
- E tu…tu, Inuyasha…tu lo vuoi questo bambino?-
- Io…Kagome…- Inuyasha si accasciò a terra, indifeso come mai l’aveva visto in tutti quegli anni.
- Inuyasha…-
- Lasciami solo, ti prego….va’ via.-
- Inu…-
- VAI VIA DA ME! VATTENE!!-
Kagome sentì il vuoto prendere possesso di lei. Si sentiva come se il mondo fosse scomparso, e lei galleggiasse in completa solitudine nel nero più nero del più profondo dell’universo, lì dove nemmeno le stelle riescono a brillare.
Volse il viso perché Inuyasha non vedesse le lacrime scenderle sulle guance…raccolse lo zaino e saltò di nuovo dentro al pozzo.
Era stata così felice quando aveva scoperto di aspettare un bambino…ed ora non era più così sicura di volerlo.

  
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