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Autore: Dave1994    28/06/2013    4 recensioni
E se invece fosse andata diversamente, quel giorno di gennaio?
E se Near si fosse sbagliato?
Genere: Dark, Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Light/Raito, Near, Shuichi Aizawa, Stephen Jevanni, Tota Matsuda
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Ma questa è una follia...follia pura! - esclamò Matsuda con tutto il fiato che aveva nei polmoni, strabuzzando gli occhi davanti all'espressione perfettamente calma e distaccata di quel bambino...quel Near.

Proprio quest'ultimo aprì la bocca e le sue parole pesarono come lapidi nel cuore dei presenti.

- E' arrivato! -

Istantaneamente tutti si voltarono verso la porta d'ingresso, dal colore rosso sangue: un leggero spiraglio lasciava intravedere la luce proveniente dall'esterno

e subito si accorsero che una sagoma umana si frapponeva fra questa e la stanza stessa, l'ombra di un uomo intento a spiarli dalla fenditura.

- MAESTRO! - ruggì una voce e il frusciare della carta rilegata di un quaderno risuonò con il fragore di un tuono in mezzo ai battiti cardiaci delle nove persone all'interno di quel magazzino.

Occhi rossi come il diavolo, freddi come la morte.

 

- Eliminato! -

- Eliminato! -

- Eliminato! -

- Eliminato! -

- Eliminato! -

- Eliminato! -

- Eliminato! -

- Eliminato! -

- Eliminato! -

 

Un gemito di terrore, poi alle spalle di Light Matsuda estrasse la pistola puntandola contro quella figura malefica e terrificante appena visibile dietro la porta. Il tempo di un battito di ciglia e altre due pistole erano affiorate dal nulla, puntate contro il poliziotto.

- Fermo, non faccia una mossa! -

- Non preoccupatevi! - esclamò Near, con una luce quasi soprannaturale negli occhi – non morirete!

- Come fai a esserne così sicuro, Near? -

- Ho manomesso il quaderno. -

Un altro gemito da parte dei presenti, coperto quasi interamente dallo stridere furioso di una penna su carta poco distante da loro.

Stavano giocando con la morte stessa e la prospettiva li terrorizzava nel profondo dell'animo.

Tutti tremavano dalla paura...eccetto un ragazzo.

- Ho effettuato una sostituzione delle pagine – continuò Near, le mani tese quasi ad implorare ascolto da parte dei poliziotti intorno a lui – la persona che giustizia i criminali al posto di Kira scrive esattamente una pagina al giorno, quindi ho sostituito le pagine del quaderno a partire da quelle destinate ad oggi, in modo da non morire anche se fossero stati scritti i nostri nomi! -

 

- Eliminato! -

- Eliminato!! -

- Eliminato!!! -

- Eliminato!!!! -

- Eliminato!!!! -

- Eliminato!!!! -

- Eliminato!!!! -

- Eliminato!!!! -

- Eliminato!!!!! -

 

- X Kira, la persona al di là della porta...verrà di nuovo a dare un'occhiata al suo interno. Per controllare se siamo morti o no. Sarà quello...il momento giusto per catturarlo. -

Near sentì su di sé gli sguardi increduli e scettici di nove persone, poi guardo negli occhi di Light Yagami e non vi lesse altro che una solenne espressione di sfida.

A Kira restavano i secondi contati.

Quaranta, per la precisione.

- Gli prenderemo il quaderno – continuò il ragazzino, pervaso dall'eccitazione – e la persona il cui nome non apparirà sulla pagina sarà Kira. -

- Effettivamente... -

- Il nome mancante dovrebbe essere quello di Kira. - concluse Matsuda, nel mormorio generale.

- Però... -

Ma Light Yagami non si scompose e per un attimo si concesse un leggero, quasi invisibile sogghigno.

Avrebbe voluto scoppiare a ridere. Mai era stato tanto forte l'impulso di lasciarsi andare in una fragorosa risata di beffa e di scherno, rivolta a quel ragazzino così arrogante e presuntuoso.

Come poteva pensare di metterlo con le spalle al muro?

Come poteva pensare di essere al suo stesso livello, quello di Kira?!

Light Yagami lo sapeva.

Sapeva che Near avrebbe manomesso il quaderno.

Aveva perso, e lui era il vincitore di quella battaglia dal finale già deciso.

Quello che Near aveva modificato...era il falso Death Note, da lui appositamente fatto preparare per mano di Mikami in previsione della resa dei conti definitiva. Quello su cui Mikami aveva appena scritto i nomi dei presenti...era l'originale Death Note rimasto nascosto.

La vittoria di Kira sarebbe stata schiacciante.

- Ehi, tu là fuori! - esclamò Light, sprezzante – hai finito di scrivere i nomi? -

Un leggerissimo movimento dietro la porta confermò la presenza di qualcuno, come in attesa. La sua voce, squillante e alterata dall'emozione, tagliò la tensione nell'aria come un coltello sul burro.

- Sì, ho finito. -

Light si trattenne. Non era ancora il momento di ridere, sebbene ne avesse una gran voglia.

Entro quaranta secondi sarebbero morti tutti, dal primo all'ultimo.

Trentacinque.

Trentacinque secondi e Light Yagami avrebbe dichiarato la sua vittoria.

- E' strano. -

Light si voltò. A parlare era stato Near, la testa china per terra come rassegnato ormai all'evidenza.

- Mi sembra piuttosto strano che abbia risposto così docilmente alla tua domanda. Come mai, Light? -

- Chissà. - rispose il ragazzo, incrociando le braccia e osservando dall'alto al basso quel ragazzino così buffo e stravagante – Magari è soltanto una persona onesta ed è il suo modo di fare. O magari aveva intuito il tuo piano e si sente in vantaggio. -

- NO! - urlò Matsuda, in preda al panico – in questo caso per noi è finita! -

Poi, Near si alzò e parlò scandendo bene ogni singola parola.

- Teru Mikami. -

Il silenzio, poi ancora il suo di quella voce infantile e innocente.

- Potrebbe entrare, se non le dispiace? So che è lei a giustiziare al posto di Kira, in fondo se ha già scritto i nostri nomi...non ha nulla da temere. La prego, entri pure. -

Si sarebbe aspettato una risposta, una qualunque anche, ma non la ricevette e questo indispettì il giovanissimo investigatore. Poi Light Yagami parlò e chiunque in quella sala avvertì nel tono della sua voce l'ombra di un oscuro presagio.

- Teru Mikami, eh? Ha ragione lui: puoi anche smettere di nasconderti ed entrare. -

- Maestro. - sibilò l'uomo dietro la porta e girò la maniglia, facendo il suo ingresso nel magazzino. Scaglie di luce attraversarono le pieghe del suo abito, invadendo l'ambiente chiuso e claustrofobico.

Light sorrise.

- Quanti secondi sono passati da quando hai scritto il primo nome? -

L'uomo si affannò nello scoprire il suo orologio da polso da sotto l'impermeabile nero come la notte, gli occhi rossi scintillanti alla luce del sole proveniente da dietro le sue spalle, e ne guardò con attenzione maniacale le lancette di un giallo color canarino.

- Trenta... - sussurrò.

- Trentuno... -

- Trentadue... -

- Trentatré... -

- Trentaquattro... -

- Trentacinque... -

- Trentasei... -

- Trentasette... -

- Trentotto... -

- Trentanove! -

- Near – lo interruppe Light, raggelando il ragazzo con quello sguardo così sinistro.

- Ho vinto io. -

- QUARANTA! - ruggì Mikami, sollevando gli occhi sui presenti, un'espressione folle nello sguardo.

Teru Mikami era pazzo, non c'era alcun dubbio. E sebbene mai Near si sarebbe potuto aspettare che questi erano i suoi ultimi pensieri, non finì mai di credere fino all'ultimo nell'infallibilità del suo piano.

Poi, il suo cuore smise di battere e prima di essere gettato nell'oscurità il ragazzino vide, con l'aiuto di un ultimo e complice guizzo del suo sistema nervoso periferico, le persone attorno a lui crollare in ginocchio in preda a dolorosi spasmi.

No, non era possibile. Non poteva avere sbagliato...dove, dove aveva fallito?

Vide otto persone crollare al suolo e Light Yagami al centro osservarlo con disprezzo.

Poi Nate River morì, esalando il suo ultimo respiro e dedicando il suo ultimo pensiero al suo eterno rivale di sempre, Mello.

Avrebbe tanto voluto averlo accanto, in quell'ultimo momento così buio e solitario. Aveva vissuto per tutta la vita senza mai poter godere di un abbraccio o del calore di una stretta e ora non ne avrebbe mai più avuta l'occasione.

Near spirò, e con lui i tre uomini che costituivano la sua scorta.

 

 

Nella stanza non v'era neppure il minimo fiato.

Poi, all'improvviso, una risata squarciò il silenzio e si protrasse per interi minuti, mentre un uomo dai lunghi capelli neri si prostrava in ginocchio davanti al ragazzo davanti a lui.

- MAESTRO! Ho fatto come mi avete ordinato! - esclamò gioioso, lo sguardo perso in adorazione del paladino della giustizia.

Ma Light Yagami non rispose. Continuò a ridere torcendo violentemente la testa verso l'alto, lasciandosi andare come mai aveva fatto prima.

- Ho vinto, Near! - ruggì Kira spalancando le braccia come ad accogliere in un abbraccio il soffitto sopra il suo capo – HO VINTO! -

- Maestro... -

- Ora...il mio regno...potrà iniziare INCONTRASTATO! - esclamò Light Yagami, sorridendo.

Aveva sconfitto tutti. L, Mello, Near...ora nessuno poteva fermarlo.

Presto il suo nuovo mondo sarebbe sorto.

- Andiamo, Mikami. -

- Sì, maestro. -

- Abbiamo dei criminali da giustiziare. - disse il ragazzo e si avviò verso l'uscita, lasciando dietro di sé i corpi di otto persone riversi per terra.

In particolare, tra di loro, quello di un ragazzino dai capelli bianchi come la neve fissava il soffito con occhi vacui e senza vita, ancora desiderosi di sapere come fosse potuto accadere tutto questo.

  
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