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Autore: GreenSea    28/06/2013    1 recensioni
Ci sono volte in cui la verità è ciò da cui non vorresti far altro che scappare, il cui sguardo è troppo difficile da incrociare. Ci sono volte in cui la fuga è l'unica soluzione. Lo ha scoperto Gabrielle, che fa la conoscenza della parte più nascosta di se stessa. Che, su un treno in direzione "il più lontano possibile" incontra il suo destino. E così facendo si getta spontaneamente tra le spire del serpente, in un mondo che le si presenta come la salvezza che fa rinascere le sue speranze e la sua stessa perdizione.
Genere: Drammatico, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Prologo

La strada delle fiamme tinta di nero

 

 

Un sole splendente e piacevole.

Un mare illuminato di ogni sfumatura di blu, che rumoreggiava selvaggio.

Il grido dei gabbiani.

Una strada deserta a picco su una scogliera.

Un’isola sbiadita in lontananza.

Qualche solitaria nuvola errante.

Tutto ciò risplendeva nei suoi ricordi, come tante allegre e bellissime luci sfuocate. Su questo sfondo indistinto e misterioso spiccava, nitido e caldo, il suo sorriso. Le stava dicendo qualcosa, ma le parole erano solo un mormorio vago, perso nel tono morbido e affettuoso della sua voce bellissima.

Ricordava la propria risata a qualche sua battuta, mentre si affacciava dai sedili posteriori su quello dove era seduta. Guidando si volgeva di tanto in tanto nella sua direzione, o la scrutava dallo specchietto retrovisore con i suoi occhi scuri. Sotto i limpidi raggi di sole rilucevano di venature castane di ogni sfumatura.

Poi rammentava di averle chiesto quanto mancava all’arrivo. Lei aveva sorriso indulgente l’ennesima volta che aveva sentito quella domanda. Non molto, aveva detto. Tra poco arriveremo, tranquilla.

Non ricordava più quale fosse la meta, o il motivo del viaggio. Sapeva solo che quella che sembrava una memoria idilliaca e perfetta stava per trasformarsi nel giorno peggiore, seguito a sua volta da giorni sempre peggiori.

Tutto iniziò con quella maledetta sensazione: era come se qualcuno la osservasse. E, man mano che l’automobile avanzava, il presentimento si faceva sempre più intenso.

Il sole non era più tanto caldo, le nuvole cominciavano a spostarsi sempre più velocemente, il mare assunse una spiacevole sfumatura grigia. Un’ombra era calata sul mondo.

Si era irrigidita sul sedile dell’auto. Le era venuta la pelle d’oca. Poi eccolo: come un macigno, qualcosa che le schiacciava il petto. Come lo sguardo di un leone famelico sulle sue spalle.

Aveva visto i suoi occhi che la osservavano dallo specchietto, preoccupati per il suo improvviso silenzio.

Il freddo si era fatto sempre più intenso. Respirava a fatica. Poi un brivido la aveva scossa. Una fiamma violenta si era accesa dentro di lei.

Si era affacciata di colpo ai due sedili anteriori.

E l’aveva vista.

In lontananza, stava ferma al centro della strada. In quel momento non vi aveva fatto caso, ma in seguito si stupì di quanto fosse minuta la sua figura. L’auto aveva rallentato. Sua madre guardava incuriosita e dubbiosa la bambina. Aveva detto qualcosa, ma le sue parole erano state soffocate da un fragore improvviso.

Una forza misteriosa le aveva spinte in avanti.

Poi il buio.

 

Era rinvenuta poco tempo dopo. In seguito ripensò al dolore che aveva provato, ma sul momento non riusciva a rendersene conto. Sentiva solo il proprio corpo bollente, mentre quella fiamma violenta che la aveva arsa fino a qualche istante prima vampeggiava dentro il suo petto.

Le ci erano voluti diversi istanti per capire che era sdraiata sull’asfalto. Aprì lentamente gli occhi, mentre il mondo le ruotava attorno. Poi si era improvvisamente fermato e il suo sguardo era caduto su un bagliore rossastro poco lontano da lei. L’auto.

Aveva cercato la madre con gli occhi, senza riuscire a trovarla. Ma la sua attenzione tornava sempre all’auto in fiamme. Sua madre non poteva essere là dentro. Come poteva sopravvivere se nessuno la faceva uscire?

Aveva tentato di alzarsi, ma il suo corpo non le rispondeva.

Finché non aveva sentito la vampa nel petto che le dirigeva lo sguardo verso un punto poco distante dalla macchina. Una figura scura si stagliava davanti alle fiamme. Le dava le spalle.

Poi si era voltata nella sua direzione, e il gelo si era propagato sulla sua pelle, contrastato dal fuoco ardente dentro di lei.

E tutto si era fatto nero.

Nero era il cielo.

Nero era il mondo.

Nero era lo sguardo della bambina che aveva davanti.

Nero come la morte.

 


 

  
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