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Autore: Tomi Dark angel    30/06/2013    4 recensioni
SEGUITO DI " DAL SOLE E DALLA LUNA NACQUERO LE ALI ".
" Sam e Dean Winchester sono due cacciatori di demoni alla ricerca dei loro angeli, Gabriel e Castiel, che dopo due anni di assenza sembrano ormai scomparsi. All'improvviso però, ricompare un angelo ferito, spossato, portatore di pessime notizie. Cosa sarà accaduto realmente agli angeli? Perché Sam e Dean sentono il mondo intero franargli addosso? E' accaduto qualcosa di orribile, qualcosa che nemmeno gli angeli avevano previsto, e mentre Sam e Dean partono alla ricerca di risposte, delle ali dorate e argentate si spiegano sul loro cammino per spianargli la strada. "
Destiel / Sabriel
Dedicata a Sherlocked, Xena89 e Blacasi
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Gabriel, Sam Winchester, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni, Contesto generale/vago
Capitoli:
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Gabriel non voleva crederci. Non poteva credere davvero di star guardando Castiel.
Castiel, il suo innocente fratellino, sempre abbigliato nel suo trench troppo grande.
Castiel, i cui occhioni avevano ammaliato angeli, demoni e uomini con tutta l’umanità che lasciavano trasparire in un semplice sguardo.
Quello non era Cassie, quello non era suo fratello. Quell’uomo dall’aria di ghiaccio e abbigliato in maniera provocante era totalmente diverso, pareva quasi una controfigura. Non era da Castiel indossare un semplice gilet smanicato, di pelle nera, aperto sul davanti per rivelare il petto nudo solcato di cicatrici. Quando se le era fatte? Non c’erano mai state, eppure adesso la sua pelle non appariva più immacolata e pura come Gabriel ricordava.
Dal canto suo, Dean, emerso dalle macerie grazie a un ultimo sforzo titanico di Balthazar, non riusciva a staccare gli occhi dal suo angelo. Vederlo con addosso quei pantaloni di pelle stretti, che collegavano una catena sottile legata alla cintura fino al collare chiodato, causò un terribile balzo al cuore di Dean. Castiel, affiancato da Leitsac, appariva provocante e pericoloso in un modo che chiunque avrebbe definito osceno, oltremisura… meravigliosamente diabolico.
Era lui il nuovo Satana. Era lui il Diavolo.
Gabriel si scrollò di dosso gli ultimi residui di macerie semplicemente scuotendo le ali imponenti. Le sentì improvvisamente pesanti sul corpo che pareva non essere più in grado di sopportarne l’amara presenza.
-Fratellino… Castiel…- chiamò debolmente, avanzando di qualche passo. Castiel lo guardò, un’occhiata carica di rancore, abbandono, tradimento. Dubbio.
Gli bastò un istante, un movimento della mano, e Gabriel fu scagliato via. Si schiantò contro un pezzo di parete rimasto in piedi, sputò un grumo di sangue e crollò a terra, senza forze, senza speranza.
-Gabriel!- urlò Sam, ma gli fu impossibile raggiungere l’arcangelo.
Una forza aliena, invisibile, li costrinse tutti in ginocchio, compreso Balthazar, che ansimava ancora e non staccava gli occhi increduli da Castiel. Era veramente quello, il nuovo volto del male? Quegli occhi, un tempo stati così dolci, così gentili da piegare anche la più enorme delle ire… quegli occhi. Castiel. Quante volte Balthazar lo aveva guardato, ridendo con lui, scherzando su quanto fosse terribilmente smielato rispetto agli altri angeli? Aveva scherzato, ma la realtà era che Castiel era… era stato il suo migliore amico. Il migliore di tutti loro. E adesso, vedeva come la malignità altrui l’aveva ridotto.
Era quella, la miseria. Prostrare creature innocenti, cancellare le ultime tracce di umanità semplicemente voltando le spalle a ciò che era giusto. Gli altri angeli avevano dimenticato, avevano finto di non veder aumentare il peso di Castiel, e adesso ne pagavano il prezzo. Un prezzo alto, un prezzo salato di lacrime e sangue. Balthazar lo capì quando vide il Cubo di Metatron stretto nella sua mano.
-Che cosa hai fatto?- ansimò con voce sfiancata. Cercò di opporsi alla forza invisibile che lo schiacciava al suolo, ma era troppo debole, ed era inutile pregare che Gabriel, l’unico in grado di ribellarsi, facesse qualcosa. L’arcangelo restava accasciato, tremante, come un burattino dai fili tagliati.
-Ho fatto ciò che mi avete spinto a fare. Ho fatto quello che dovevo.-
-Quanti hai ucciso per questo? Quanti hanno visto la morte per una tua stupida convinzione? Tu non sei mio fratello!-
Un’ombra di stanchezza attraversò gli occhi di Castiel.
-Lo so.- si limitò a rispondere. –Forse non lo sono mai stato. Forse non sono mai stato uno di voi. Dall’inizio, mi guardavate come si guarda un ribelle, un diverso. Poi, sono diventato arcangelo ed è cambiato tutto… siete cambiati voi. Ci ho messo troppo per capire che mi ero sacrificato per degli opportunisti. Ci ho messo troppo per capire che di me vi interessava soltanto la mia forza.-
Castiel fremette di rabbia, e in un attimo i suoi occhi si riempirono di un rancore profondo, invalicabile, cieco. Sembrava un animale ferito, costretto a trascinarsi per strada perdendo sangue, sudore e rabbia per un destino che non aveva mai meritato. Erano quelli, gli occhi che reincarnavano l’errore di ogni angelo. Erano quelli, gli occhi che avevano sanato e poi distrutto nuovamente il paradiso.
-Cazzate.- disse una voce, emergendo dal nulla, come una cascata di pura sicurezza sulle incertezze dei presenti. Dean levò lo sguardo fiero, incrociò quello rabbioso di Castiel, che vacillò. –Ti stai solo giustificando. Ti nascondi dietro un nulla di fatto, un capriccio, una debolezza che non hai saputo affrontare. Hai dimenticato tutto, Castiel, e questo fa di te un fottutissimo cazzone. Hai dimenticato che c’ero, hai dimenticato che c’eravamo tutti. Ti sei sentito solo perché hai voluto che fosse così, ma in fondo… noi siamo sempre stati qui. Hai sempre cercato di agire da solo, ma ancora adesso non comprendi che non puoi farcela senza un aiuto. Ti ho ripulito le ali, ti ho curato, ti ho salvato da quel cazzo di inferno, e ancora non capisci. Ma è questo il problema, no? Tu non capisci mai.-
Gli occhi verdi di Dean si riempirono di frustrazione. Era così difficile capire? Castiel non si era mai veramente affidato a lui, non gli aveva mai donato la stessa fiducia che Dean gli serbava ogni giorno. Anche in quel momento, agli occhi del cacciatore, l’arcangelo meritava fiducia. Per quanti errori facesse, Castiel era sempre Castiel. Il suo Cass, il suo angelo… il suo amore.
Diffidare di lui, era come diffidare di una parte di se stesso.
-Perché dimentichi sempre? Perché dimentichi che insieme abbiamo fermato l’Apocalisse e abbattuto metà inferno? È così facile per te mettermi da parte, Cass?- domandò Dean a voce bassa, ma tutti lo sentirono. Sam alle sue spalle, tremò guardando Gabriel ancora accasciato al suolo, con gli occhi sbarrati e l’affanno che usciva in ansiti disperati dalle labbra schiuse. Le sue ali tremavano, perdendo di lucentezza, diventando opache come stelle soffocate, tristi, spezzate.
-Basta con queste stupidaggini.- ringhiò Leitsac. Schioccò le dita. Un unico schiocco, un piccolo rumore che echeggiò contro le Colonne d’Ercole e contro i miseri resti della casa di Bobby. Tutti capirono che stava per accadere qualcosa di brutto ancor prima che la terra cominciasse a tremare, come scossa da un terremoto.
Bobby perse quel poco di equilibrio che gli restava e sbatté la faccia al suolo, Dean e Sam arpionarono le mani a terra per non crollare. Ognuno di loro sentiva lo stomaco ribaltarsi, agitarsi, contorcersi.
Il cielo si oscurò lentamente, avvolto da una coltre fitta, come un manto di velluto soffocante, appesantito dal nero inquietante che ricopriva le loro teste. Il sole lottò per qualche istante, ma in breve i suoi raggi furono soffocati e sulle Colonne d’Ercole tornò l’ombra, ancora più fitta, ancora più sinistra e aggressiva, come un incubo sconfinato che trasformava l’azzurro placido delle acque in un gorgo senza fondo irto di pericoli.
La terra tremò più forte, tra le Colonne si aprì una crepa che agitò le acque nere come la pece, risucchiandole in un crepaccio sempre più profondo, sempre più minaccioso. Un guizzo rossastro proruppe dal fondo della crepa. Poi, giunsero le urla. Forti, rauche di dolore agonizzante e preghiere di pietà. Grida che invocavano un Dio rinunciatario per le anime che non poteva salvare, grida che soffrivano. Grida di dannati.
No…
Dean si coprì le orecchie, chinò il capo. Le grida straziate dei dannati gli riverberavano nel petto, facendolo vibrare di un diapason da incubo, terribile, che il ragazzo non avrebbe mai voluto udire.
All’inizio, si udirono i ringhi di cani infernali che fuoriuscivano arrampicandosi dalla crepa, Sam lo capì dai segni di artigli che incidevano la roccia. I mastini dovevano essere decine, migliaia, abbastanza da coprire il terreno di impronte ferine, enormi e artigliate di artigli atroci. Qualcuno abbaiò, altri si accostarono alle prede con calma predatoria, come bestie da punta che aggirano la preda finché non la vedono crollare.
Poi, dopo i cani, giunsero i demoni. A migliaia, come tanti insetti che emergevano balzando leggeri fuori dalla crepa. Avevano corpi umani, a tratti ustionati dalle fiamme, ma erano i visi a traspirare odio, rancore, e una malignità senza confini. Occhi neri come la notte e il carbone, occhi di demone e visi sorridenti di rabbia.
Dean non ne aveva mai visti così tanti tutti insieme. Era come un macabro raduno, dove cani, demoni e dannati si schieravano al cospetto di una forza superiore che non era più Crowley, il demone meschino, schivo e contenuto, ma due angeli caduti dai cuori consumati, contorti.
Il mondo si stava rivoltando come un guanto, l’inferno si stava rivoltando. Ma il peggio doveva ancora arrivare.
Delle ombre oscure uscirono dalla crepa come proiettili. Si levarono in alto, sulle loro teste, spalancando all’aria quelle che sembravano… ali. Una, due, dieci, mille. Ogni creatura si librava in aria, alle spalle di Castiel e Leitsac, eretti e fieri al centro di quel mare infernale ricondotto in Terra.
Ogni elemento presentava un perfetto incastro col suo compagno, ogni creatura affiancava agitata e ansimante di rabbia un demone, un mastino o una delle ombre oscure, eppure Dean era sicuro che ognuna di loro non avrebbe esitato a fare a pezzi il suo stesso alleato se solo questo si fosse trovato sulla traiettoria sbagliata. Era come tenere al guinzaglio un mare di cani impazziti, affamati di carne, sangue e odio. Li puoi controllare fino a un certo punto, ma se la corda si rompe?
Sam levò gli occhi verso le ombre scure che imponenti si stagliavano sulle loro teste… e non credé ai suoi occhi.
-Ciao, tesoro.- salutò la replica di Gabriel. Era lui, identico per corpo, viso e voce, ma… ma era diverso.
I capelli erano leggermente più lunghi, lasciati liberi di cadere davanti a un occhio dall’aria felina, aggressiva. Indossava un jeans stretto sui fianchi e sul fondoschiena e largo dal ginocchio in giù, abbinato a… niente. Non aveva scarpe, non aveva maglietta, ma al contrario, sul petto si diramava il tatuaggio color pece di un tribale che si arrampicava a partire dalla spalla e giù fino al capezzolo. Quello era un Gabriel tremendamente simile, eppure diverso dall’originale. Quello era un Gabriel pericoloso, provocante, per nulla innocente come la dolcezza che dimostrava nel baciare Sam, nel toccarlo come se fosse qualcosa di fragile e prezioso.
Ce n’erano altri, uno per ogni angelo. La replica di Balthazar, con bracciali borchiati, piercing al labbro inferiore e abiti strappati per lasciar intravedere quanto più possibile del suo corpo; quella di Samael, abbigliata in camicia totalmente aperta sul davanti e pantaloni classici. Sam riconobbe i visi di tanti altri angeli visti in precedenza o che magari non esistevano più, come Uriel e Zaccaria. Una sola cosa li accomunava tutti, una sola cosa li rendeva tutti pericolosamente diversi dagli originali: le ali. Nere, grondanti di putrido catrame, come sudice erano le anime dei padroni che le possedevano.
Sam tremò. Per la prima volta, aveva paura, temeva per la sua vita e per quella di suo fratello… temeva per Gabriel. Lo guardò, e vide che il suo arcangelo fissava con occhi strabuzzati il suo doppione, non credendo alla crudezza di quella realtà che lo vedeva assassino, demoniaco, aggressivo. Era tutto sbagliato, tutto diverso. Eppure, era così.
Sarebbero morti tutti a causa sua? Sarebbe finita per colpa della sua Grazia, che una volta di troppo si era rivelata instabile, inadatta per tenere intatti tutti i pezzi come doveva essere? Era chiaro che Leitsac avesse trascinato all’inferno ogni replica appena nata, presentandosi poi come unica via di uscita, di vendetta, di riscatto. Un sovrano di forze che non andavano tenute sotto controllo, non tutte insieme.
Guardò Sam, si specchiò nei suoi occhi limpidi che lo incitavano ad aver coraggio, a rialzarsi e a tener alta la testa. L’aveva sempre fatto, lo avrebbe fatto fino alla fine. Avevano scelto di combattere fianco a fianco, angelo e uomo che alla fin fine non erano poi così diversi. Entrambi si amavano, entrambi provavano emozioni e, con un piccolo aiuto, entrambi potevano volare. Le ali di Gabriel, dopotutto, erano sempre state sei, e per un momento l’arcangelo pensò di capirne il motivo. Per lui, Sam c’era sempre stato.
-No…- mormorò, piantando i piedi e le mani nel terreno. Sentì le schegge premergli contro la carne, spingere, ma non l’avrebbero ferito in quel momento. Gabriel si oppose con tutte le sue forze, ringhiò come una bestia furiosa.
Erano arcangeli, uno contro l’altro. Normalmente le loro forze sarebbero state impari, ma Gabriel sentiva la rabbia affluire, riempirlo di una potenza che nessuno poteva trattenere, come un cane tenuto troppo tempo in gabbia o al guinzaglio. Una furia animale lo spinse a rialzarsi, a raddrizzare la schiena.
-Io. Davanti. A. Voi. Non. Mi. Inginocchio.- ringhiò, mentre poco a poco le ali riacquistavano colore, vigore e una forza fuori dal comune. Si allargarono, irradiando raggi di sole sui presenti, respingendo i cani e i demoni, che indietreggiarono feriti, uggiolando o gridando di dolore mentre la luce color oro li consumava.
Gabriel levò lentamente lo sguardo. Rabbia. Frustrazione. La sua espressione aveva perso ogni goccia di carità, ogni appiglio di sana umanità che lo rendeva umano, lontano dall’arcangelo di cui narravano i testi evangelici. Adesso, tutti vedevano la creatura ultraterrena, abbracciata di luce, che pezzo dopo pezzo costruiva su Gabriel un’armatura di diamante e gloria dorata che rifletteva i raggi delle piume affilate.
Il sole stesso pareva essersi presentato in Terra, sbocciando in tutta la sua cocente potenza… e bellezza. Gabriel aveva assunto improvvisamente un’espressione implacabile, impietosa, che decretava una brutale imparzialità verso i destini dei suoi avversari. I capelli che si muovevano in onde scosse dal vento, accarezzando come presenze spettrali un volto dalla bellezza disarmante, divina, che occhi umani non avrebbero mai dovuto incontrare.
Era quello, il viso della gelida furia.
Era quello, il viso scolpito ad arte da Dio stesso.
Era quello il guerriero temibile e sanguinario che in battaglia, con appena uno sguardo, piegava gli avversari al suo volere.
Così fu. Alcuni demoni caddero in ginocchio, mentre tutti gli altri si consumavano tra le fiamme della Grazia emanata dal corpo contratto di Gabriel.
Il crepaccio vibrò pesantemente, tanto che diversi cani infernali caddero nel vuoto, tutti lo capirono dai disperati segni di artigli che lasciarono sul bordo prima di precipitare con dei guaiti.
-Avete dimenticato una cosa importante di me…- ringhiò Gabriel a mezza voce, ma abbastanza forte perché Castiel, Leitsac e gli altri lo udissero. Il suo timbro vocale riecheggiò nell’aria, scuotendo il mondo intero come una madre adulta e possente scuote un cucciolo inerme e appena nato. Una voce secolare, una voce intrisa di grandezza. L’arcangelo biondo posò su Castiel uno sguardo carico di furia vendicativa, una muta sfida che innescò nell’altro una reazione analoga nella quale una luce oscura gli avvolgeva il corpo, avvinghiandosi ai vestiti, alla pelle, alle ali nero catrame, ma che catrame non grondavano. Non ancora.
-Avete dimenticato che sono un arcangelo.-
La luce di Gabriel si intensificò, scontrandosi contro l’alone oscuro di Castiel. Due fratelli che si fronteggiavano, due creature nate e cresciute insieme… due entità costrette a combattere tra di loro.
-Avete dimenticato che combatto per coloro che amo. E credetemi… se volete ammazzarmi, vi conviene fare in modo che abbia tutte e due le gambe e le braccia spezzate, perché finché resterà un piccolo pezzo di me stesso disposto a rialzarsi… io mi rialzerò.-
La luce accrebbe, abbracciando il corpo di Gabriel, ampliandogli le ali come due immensi aloni luminosi, piumati, brillanti come meteore incandescenti. L’oro liquido delle penne si trasformò in qualcosa di bellissimo e terribile, abbastanza grande da poter abbracciare mezzo mondo senza sforzo. Sei ali, sei dimostrazioni di pura potenza incontaminata.
-Io sono la luce.- proruppe con voce vibrante, possente, che piegava mari e monti con la sua semplice potenza. –Io sono il guardiano degli eserciti angelici. Non combatto per Dio, ma per l’uomo. E finché ci sarò io… non vi azzardate a toccare le persone innocenti, bastardi figli di puttana.-
-Il pennuto ha passato troppo tempo con te.- borbottò Bobby, rivolgendosi a Dean, che tuttavia non lo ascoltava. I suoi occhi erano fissi su Castiel, che continuava ad emanare un’aura di pura potenza oscura, oppressiva, vibrante di pericolo. Vedeva le ondate ampie e micidiali scontrarsi con potenza impressionante contro l’energia benefica di Gabriel. Erano due bestie immense, fiere, che si fronteggiavano più e più volte senza mai stancarsi, senza mai fermarsi.
Creature bellissime, diametralmente opposte.
Creature diverse, ma ugualmente potenti.
Un cavaliere bianco e uno nero, come su una scacchiera. Entrambi proteggevano i loro re, ma soltanto uno avrebbe prevalso in quel titanico scontro. Il campo di battaglia, per quanto immenso, tremava di paura, prostrandosi ai piedi delle gigantesche entità che parevano soverchiare l’universo, gli dèi, l’aldilà. Ogni confine di bene e male, di paradiso e inferno, sparì dinanzi al fronteggiarsi dei due arcangeli più potenti mai esistiti.
Gli altri non si erano mai sentiti così schiacciati. Se da una parte agiva la bellezza giudiziosa di un arcangelo più simile a un Dio potente e implacabile, dall’altra vi era la magnificenza pericolosa di ali nere, immense, che andavano a stuzzicare la potente purezza di pallide piume dorate.
Fu un attimo, un istante di pura attesa. Poi, Gabriel e Castiel scattarono in aria con un unico battito d’ali possenti, massicce. Le sbatterono, riflettendo tutto intorno uno spettro di riflessi dorati e onice mentre diademi di cristallo cingevano loro le tempie, coronando di bellezza le loro armature.
Le spade angeliche, quelle destinate a ogni arcangelo, comparvero all’improvviso. Quella di Castiel, nata da un arabesco intrecciarsi di filamenti argento e zaffiro, si abbatté sulla lama di Gabriel, che levò l’arma appena in tempo per parare il colpo. Lo schiantò che seguì richiamò a sé tutta la potenza dell’universo, spazzando via demoni e mastini ancora in piedi. Un fascio di luce dorata e letale scaturì dalle ali di Gabriel, che con un unico battito energico lo direzionò verso Castiel. All’altro bastò avvitarsi a mezz’aria e ricomparire alle spalle di Gabriel per ricominciare la battaglia in totale parità.
Ad ogni scontro si fronteggiavano corpi, Grazie, ali e sentimenti. La rabbia di Gabriel contro l’odio di Castiel. Le ali dorate contro quelle nero carbone. Grazia di luce contro Grazia oscura.
Le spade stridevano, sprizzavano scintille lucenti, poi si separavano e danzavano, compiendo archi luminosi a mezz’aria. Pareva che le armi fossero semplici appendici naturali delle braccia dei due angeli, che le muovevano con tale grazia e velocità da renderle invisibili, letali e bellissime come fiere in attacco. Le ali, in aggiunta, scivolavano leggere insieme alle spade stesse, eguagliandone lo splendore accecante. Le piume nere e dorate si intrecciavano e si sfioravano come immensi mastodonti impegnati in un corpo a corpo talmente violento da far tremare la terra e gli animi del mondo intero.
I due arcangeli erano talmente veloci che di loro si distinguevano soltanto scintille luminose e bagliori fuggiaschi, simili a lame di luce. Ad ogni loro scontro si espandeva un’onda di energia che faceva a pezzi qualcosa, uno squarcio di mondo, un pezzo lontano di città o un barlume più vicino di paesaggio. A causa loro, i vulcani si spaccavano in due, le montagne crollavano su loro stesse e i mari si agitavano, scossi dai terremoti di due potenze ineguagliabili che cercavano di fronteggiarsi e prevalere.
Fu un attimo, un secondo di troppo e uno sbaglio che Gabriel non si perdonò mai. Semplicemente, fu la sua rabbia a tradirlo.
Più guardava Castiel, più avvertiva la forza disperata dei suoi colpi scagliati senza pietà contro di lui, più sentiva il dolore aggredirlo.
L’aveva visto nascere. L’aveva stretto al petto quando era ancora un piccolo barlume di Grazia un po’ più luminosa delle altre e aveva accarezzato le sue piume argentate quando erano ancora piccoli boccioli spennati. Si era preso cura di Castiel, l’aveva guardato crescere, pensando ogni giorno che suo fratello fosse destinato a un grande destino. Non gli aveva mai voltato le spalle, mai, nemmeno quando era fuggito e si era nascosto da tutti. Allora Gabriel l’aveva seguito e avvicinato cautamente come ci si accosta a un animale ferito. Aveva portato pazienza, fiducia e la dolcezza di un fratello che rimane sempre lì ad aspettarti.
Gabriel amava Castiel, e questo gli faceva rabbia. Lo aveva sempre protetto e, che Dio lo perdonasse, il suo istinto primario era di continuare a farlo. Non riusciva a mirare ai punti vitali, non riusciva a combattere veramente.
Era suo fratello.
È mio fratello.
Castiel aggirò la sua difesa, direzionò la spada al petto. Gabriel si spostò appena in tempo, ma non riuscì a evitare il largo squarcio che gli si aprì sulla spalla. Annaspò proprio mentre Leitsac compariva alle sue spalle come un’ombra nera, cupa, mortifera. Calò la spada angelica.
-GABRIEEEL!!!- urlò Sam, straziato. Tese una mano verso l’arcangelo, che incontrò il suo sguardo. Gabriel lo fissò con tristezza e una muta richiesta di perdono. Sapeva di non potersi spostare, sapeva che in un modo o nell’altro, o l’avrebbe ucciso Castiel, o l’avrebbe fatto Leitsac. Era finita, perciò si limitò ad allungare una mano verso il suo umano, verso il suo ricordo felice… verso quanto gli restava di più prezioso. Non volle abbandonare i suoi occhi nemmeno per un secondo.
Una freccia luminosa compì una traiettoria dritta, precisa e micidiale verso le mani di Leitsac. La punta di diamante si conficcò a fondo in un polso, sbucando dalla parte opposta con uno schizzo di sangue che si riversò sul viso improvvisamente stordito di Gabriel.
Un oceano di luce purissima si riversò come un’onda sulle repliche, spingendole a retrocedere preoccupate, le ali che sbattevano con forza per cercare di sottrarsi al cocente bagliore divino. Dean e gli altri sentirono i legami invisibili liberarli. Si alzarono in piedi proprio mentre i Behemah Aqedà comparivano, atterrando sul terreno con zampe e artigli o librandosi sulle loro teste. Un vento profumato di orchidee si schiantò contro l’oscurità pressante che oscurava il sole. Le nuvole nere fremettero ferite, retrocessero leggermente, per lasciare spazio a piccoli, sottili raggi dorati che piovvero su un Gabriel improvvisamente consapevole.
L’arcangelo biondo fece ruotare la spada, aprendo un taglio profondo nell’avambraccio di Castiel e sparendo per poi riapparire accanto a Sam. Una delle ali immense si piegò sugli umani, proteggendoli dalla potenza accecante e distruttiva dell’ira più potente del paradiso.
Una distesa immensa di armature adamantine, spade angeliche e ali variopinte ricoprì l’ambiente, schierandosi dinanzi all’armata dell’inferno. Volti nobili, con occhi intrisi della gelida decisione del soldato; piume preziose come pietre che ad ogni movimento rilanciavano sul diamante rifinito delle armature uno spettro di riflessi cristallini; angeli possenti, ultraterreni, implacabili.
Alla testa dell’esercito, vi era Samael, abbracciato da un’armatura rifinita in decorazioni di bronzo e con un diadema sulla fronte che cadeva a intrecciare sottili filamenti di cristallo intorno a una pietra lucente al centro della fronte. Cingeva i fianchi di Mary con un braccio, stringendola a sé, le ali distese per mantenere una certa quota e il viso atteggiato in un’espressione di totale fermezza. Nell’altra mano, stringeva una spada angelica.
Atterrò accanto a Gabriel, lasciando andare Mary, che si aggrappò a Sam per mantenere l’equilibrio. Dopo aver visto il paradiso, non poteva che sentirsi scossa.
-Bentornato, fratello.- salutò Balthazar con un sorriso. Samael ricambiò e si rivolse a Gabriel.
-A te lascio la guida degli eserciti, Gabriel. Qualunque scelta farai, noi ti seguiremo.-
Gabriel annuì, ergendosi in tutta la sua fierezza. Strinse la mano di Sam, affidandosi al calore di quel contatto, ma quasi non si accorse di Castiel che si lanciava verso di loro a velocità folle, furioso, accecato dall’ira… dal senso di abbandono.
Gabriel strinse Sam, proteggendolo col proprio corpo, premendo il suo capo contro il petto e chiudendo gli occhi.
-No!!!-
Un grido, il balzo di qualcuno che li oltrepassava per frapporsi nello scontro.
Gli occhi di Castiel trovarono quelli smeraldo di Dean. Occhi d’odio in occhi di speranza. Occhi di paura in occhi d’amore.
Cass…
Crack.
Castiel sentì qualcosa spezzarsi al centro del petto e mescolarsi al dolore acuto di un pezzo di cuore andato in frantumi. Le ali gli vennero meno, il corpo perse di forze e si accasciò improvvisamente. L’unico istinto al quale rispose l’arcangelo, fu quello di piegare un’ala per non ferire Dean, per non urtarlo e causargli dolore… lo stesso dolore che Castiel provò urtando il terreno e rotolando per metri e metri. Fu la spada di Balthazar ad abbattersi sulla sua spalla, inchiodandolo al suolo.
-No!- gridò Leitsac, levando un braccio e calandolo poi a suo indirizzo. Le truppe infernali si mossero, scagliandosi verso gli angeli, dando inizio a una battaglia epica, che nessuna storia avrebbe mai potuto raccontare. Una battaglia tra angeli, uno scontro d’ali luminose e oscure… una guerra finale, per decidere il domani del mondo.
 
Angolo dell’autrice:
ok, chiedo scusa per l’orrore che ho scritto e per il ritardo, ma ho finito gli esami due giorni fa e questo capitolo l’ho scritto in questo lasso di tempo. Ho un po’ faticato, lo ammetto. Comunque il mio cervello non si è fermato, tranquille, sto già progettando altre long fiction, una su Supernatural e una su Merlin.
Gab: no, non sei perdonata. Signori, ecco pomodori e uova marce.
Non… Gabriel, perché sei vestito da cameriera?! Hai la minigonna di pizzo, dannazione!
Gab: er… credo che a Balthazar sia sfuggita la situazione di mano. Però le calze a rete mi donano.
No Gabe, sei allucinante. E pensare che è stato Balthazar a organizzare gli abiti delle vostre repliche! Sembrava bravo, ma tu con la divisa da cameriera no!
Crowley: beh? Cos’hai contro le cameriere?
Niente, io… (fiss fiss…………………………………………)
Crow: che c’è?
(Fiss fiss……………………………………………………….)
Crow: senti, questo costume mi dona, quindi…
Crowley, ti rendi conto di essere vestito da hostess? Un’hostess donna! Con minigonna e tacchi!
Crow: infatti sto andando al reparto trucco! Sembra che Lucifero si stia specializzando in make-up!
Santo…

kimi o aishiteru: tesoro, sposiamoci quando vuoi, Gabriel fa il prete! (perché io? Nd Gabriel) Cioè, davvero ti piacciono tutte le serie che ho elencato? Sei un sogno ad occhi aperti! E in più mi nomini Harry Potter, che io adoro, organizzi anche maratone di Supernatural e lasci recensioni meravigliose, ma sei reale? E parliamo delle tue amiche, credo che anche loro non possano esistere XD troppo bello per essere vero (si prende a schiaffi)(ti aiuto? Nd Lucifero)( tu fila via!). Comunque, Belial nel prossimo capitolo avrà il suo bel daffare e Castiel e Dean anche più di lui. Piuttosto, Balthazar chiede se vi sono piaciuti i nuovi abbigliamenti delle repliche. Ha faticato a trovarli e l’ho visto inseguire Gabriel e gli altri armato di stoffa e forbici. Gli sono venuti una paio di attacchi isterici, ma niente di grave (no? e allora perché manca metà della tua casa? Nd Gabe)( ehm…). E ora passiamo alle tue splendide amiche, anche se mando sempre un saluto in particolare alla tua altrettanto splendida sorellina:
Ale: per veder Crowley sputare sangue dovrai aspettare il prossimo capitolo, ma sicuramente Lucifero lo farà penare per aver anche solo pensato di prendere il suo posto. Insomma, il Diavolo è pur sempre il Diavolo, no? e con Belial nei dintorni che è anche più forte di lui, Crowley dovrà espatriare seduta stante. In realtà Gabriel si sta informando su tutte le promozioni sui materassi Eminflex, ma non ne trova uno abbastanza lungo per Sam. Da qui il motivo grazie al quale i due l’hanno fatto in acqua. Ohohoho, detto ciò ti ringrazio di cuore per la magnifica e spassosissima recensione, a presto!
Agne: dio mio, Kimi ha dimenticato il caffè? io l’avrei uccisa, senza caffè non si và avanti! Kimiiiiii!!! (posa quella mazza! Nd Gabriel) questa è una tortura medioevale! Spera che i lividi non permangano, altrimenti la gente penserà che sei di ritorno da una nottata di lotte in gabbia con tanto di scommesse clandestine (no, quello lo state facendo voi con me e Michael! Che accidenti, non è che perché siamo in una Gabbia voi potete scommettere su chi le prende di più! Nd Lucifero). Senti, Lucifero è tuo, io qui non lo sopporto più. Piuttosto uso una bambola gonfiabile con la sua faccia stampata sopra pur di non averlo tra le scatole! (nooooo!! Nd Michael) Ecco in regalo per te un magnifico Lucy tascabile con tanto di poteri demoniaci, sadismo e rompiballe a palla. Auguri e grazie per il commento XD
Chiara: eh, il problema è che ho l’autostima sotto le scarpe da sempre. Pensa che scrivo libri da quando avevo otto anni e non ho mai avuto il coraggio di provare a pubblicarli. Però ti ringrazio, il tuo complimento significa molto per me, anche perché il mio sogno è proprio diventare una scrittrice. Ecco, Balthazar fa sempre di testa sua, ma che ne pensi del nuovo abbigliamento di Cass? L’idea era di presentarlo nudo, ma la cosa avrebbe presentato qualche problema di troppo, tipo l’infermità mentale di Dean e delle lettrici. Piuttosto, il problema è che Balthazar si rifiuta di indossare l’armatura e continua a vestire da stilista, e la cosa è ridicola! Come lo mandi uno così in battaglia?! Ora ti saluto, un bacione!
PS: Ma voi la dedica la meritate eccome! Non mi aspettavo una recensione del genere, e sembrate delle persone fantastiche! È per quelle come voi, tanto appassionate a degli scritti, che continuo a scrivere, perciò non posso che ringraziarvi. Grazie di cuore.

HowlingFang: guarda, se durante il tour incontri Crowley, mandamelo qui che non si trova più. Suppongo che si sia nascosto da qualche parte dopo aver sentito che Lucifero era libero. E come dargli torto… diciamolo che sono un’autrice prettamente bastarda XD che ne pensi delle nuove repliche? Gabriel in particolare mi è stato difficile descriverlo, anche perché non sapevo in che modo avrei potuto vestire un personaggio identico d’aspetto ma opposto a quello originale. Ci sono volute diverse testate nel muro per trovare l’idea, ma alla fine, grazie allo stilista Balthazar di “ma come ti vesti?” di Real Time, abbiamo trovato quello che cercavamo. Castiel è un po’ sfortunato, ammettiamolo, ma avrà la sua parte di gloria… forse. E comunque Balthazar è rimasto in vita solo per aspettare il ritorno di Belial. L’ha promesso, no? e Balthazar, da bravo soldatino innamorato, le promesse le mantiene. Sono felicissima di essere una fonte di ispirazione, e proprio per questo ti dico: scrivi sempre! Scriviscriviscrivi! Vedrai che poco a poco, i tuoi personaggi diventeranno parte di te e imparerai a conoscerli come veri esseri viventi! Comunque ora che ho finito gli esami e sono sopravvissuta, riuscendo a pubblicare più o meno in tempo breve, potrò esserci un po’ più spesso. Finita questa, ne comincerò un’altra nel fandom di Merlin, e poi un’altra ancora per Supernatural. Spero di ritrovarvi tutte, perché oltre che ai personaggi, mi sono affezionata a tutti voi lettori! Un bacione!
Tomi Dark Angel
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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