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Autore: Strega_Mogana    30/06/2013    7 recensioni
Oh... una battuta sarcastica... dovresti risponderle a tono. Qualcosa di pungente, irritante, qualcosa che avrebbe alimentato quell'adorabile broncio per tutto il giorno.
Qualcosa tipicamente da Severus Piton.
Genere: Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hermione Granger, Severus Piton | Coppie: Hermione/Severus
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Il momento giusto per dire “Ti amo”

Il vapore della pozione ti scalda il volto, appiccicandoti i capelli alla pelle.
Dovresti legarli. Lo pensi sempre, ma non lo fai mai. Forse perché vederti con i capelli legati é improbabile come vedere Hagrid vestito in modo normale.
Con delicatezza allunghi una mano e prendi una sanguisuga del Sud America. Ingrediente raro, che ti é costato quasi un patrimonio.
Un tempo non avresti avuto bisogno di pagare gli ingredienti per le tue pozioni, un tempo ti sarebbe bastato un cenno col capo, una piccola fattura di avvertimento e tutto sarebbe finito.
Bei tempi.
Da quando Potter ha gridato ai quattro venti i tuoi nobili sentimenti, la tua credibilità di mago cinico ed oscuro é simile a quella di un elfo domestico. Sei stato perfino tampinato da sedicenti streghe che volevano far rinascere il tuo cuore dopo Lily.
Orribile.
Per questo quando hai avuto le forze necessarie, contro il parere dei medimaghi e del Ministro Kingsley in persona, ti sei rinchiuso ad Hogwarts, lontano di streghe indesiderate, lettere d'amore anonime e Potter.
Soprattutto da Potter.
Che da quando ha visto i tuoi ricordi, non riesce staccarsi dal tuo mantello chiedendo un perdono che non gli avresti mai concesso.
Non tanto perché non vuoi effettivamente perdonarlo, ma perché vuoi mantenere almeno l'apparenza di mago bastardo.
Quanti anni sono passati? Cinque? Sei?
Ormai hai perso il conto.
Tagli in sottili strisce la disgustosa creatura e la aggiungi alla pozione poco alla volta, alternando due mescolate in senso antiorario.
Il fumo aumenta, l'odore acre ti fa quasi lacrimare gli occhi, ti sposti dai vapori maleodoranti con una smorfia. Dovrai berlo quell'intruglio, una delle pozioni rimpolpasangue più potenti al mondo.
Fanny ti ha salvato dal morso di Nagini, le sue lacrime hanno fermato il sangue che usciva dal tuo corpo e di conseguenza la tua vita che già agognava il riposo eterno. Ma il veleno, quel veleno che l'Oscuro ha aggiunto solo in un secondo momento, ti è rimasto nel sangue. Nessun antidoto è riuscito a debellarlo, neppure le lacrime della fenice. Così sei costretto, ogni sei mesi, a bere quella pozione.
Ogni sei mesi.
Per tutta la vita.
E Fanny ha deciso che ti avrebbe fatto compagnia per il resto della tua vita.
Ironico. Davvero ironico. Farai la stessa fine di Albus.
Già ti vedi con la barba lunga. Speri però senza vestiti dai colori orribili e occhiali dalle lenti a mezzaluna.
Legato per tutta la vita a quella scuola che, ormai, è l’unica casa che ti è rimasta. Tu e il piccione dorato.
Ironico. Davvero.
Il solo piccolo, inutile ed insignificante dettaglio è che tu non hai nessuno di così fidato e leale a cui chiedere di ucciderti.
Dettaglio insignificante. Nessuno ti ucciderà.
Sei l'eroe eremita del mondo magico.
L’eroe con la credibilità oscura di un elfo domestico.
Ti allontani dal calderone, mentre la pozione arriva al giusto punto di ebollizione, e decidi di pulire il piano di lavoro in vista della prossima fase.
Ti avvicini al tavolo, ma lo trovi già pulito.
Inclini un sopracciglio, eppure lo sapevi, l'avevi sentita entrare nell'aula di pozioni avanzate. Avevi avvertito la sua presenza silenziosa e cheta.
Ciononostante ti stupisci ancora una volta.
L'ennesima volta.
Sposti lo sguardo alla tua destra.
La vedi. E’ china sul lavabo di pietra, intenta a pulire i taglieri. Potrebbe farlo con la magia, ma sa che preferisci l'acqua e parecchio olio di gomito.
Imponi alle tue labbra di non sorridere.
Non c'é proprio nulla da sorridere.
Kinsgley in persona, con tutta l'aria pomposa tipica dei politici, te l'ha affibbiata, dicendoti che ti serviva aiuto se volevi tornare ad Hogwarts contro il parere di tutti.
Assistente l'ha chiamata lui.
Irritate seccatura l'hai definita tu, allora.
Quattro, cinque anni fa.
Non é questo il punto.
Doveva restare solo un anno. Il tempo necessario per rassicurare tutti sulla sua salute fisica e, soprattutto, mentale.
Un anno.
Ne sono passati quattro. O cinque.
Ma abbiamo già detto che non é questo l'importante.
Lei ti è rimasta accanto per tutto il primo anno, anno in cui non le hai rivolto la parola. Se escludi qualche spicciolo ordine, sibilato con astio.
Non si è mai arresa, ed è sempre riuscita ad anticipare le tue mosse.
Colpa di Potter. Lo pensi ogni volta, perché incolpare Potter ti viene naturale. Come togliere punti ai Grifondoro.
Dopo il primo anno ti aveva chiesto, con lo sguardo basso e le guance rosse, se poteva restare.
Non le hai dato una vera e propria risposta. Ti sei limitato a fare un cenno col capo. Cenno che lei ha interpretato come risposta affermativa.
Ti sei domandato il perché molte volte nei successivi mesi. Perché lei è voluta restare. Perché tu glielo hai concesso.
Poi hai capito. La sua presenza ti rassicura. Hai cercato un termine più adatto per parecchi giorni, inutilmente. Probabilmente hai cercato una parola che non esiste.
Lei è rassicurante.
Forse perché ti somiglia. Forse perché mantiene le giuste distanze. Forse perché sa capire i tuoi silenzi.
Forse solo perché è lei.
A metà del secondo anno le hai rivolto la parola.
L'hai trovata nella cucina del castello in lacrime. E dopo un momento di imbarazzo ti aveva confidato che l'eterno fidanzato non era mentalmente cresciuto come sperava e aveva preferito restare a casa con mammina - parole sue, ovviamente - invece che provare a vivere con lei.
Non l'hai consolata, non sei mai stato capace di consolare nessuno. Neppure te stesso.
Hai fatto apparire una bottiglia di whisky incendiario e l'hai lasciata bere, mentre insultava l'ex fidanzato dicendoti tutto quello che aveva fatto per lui.
In anni di odio represso e sentimenti nascosti hai capito che la rabbia va buttata fuori subito, senza troppi indugi, altrimenti avvelena lo spirito. Come è successo a te.
Hai ascoltato, toccando appena il liquore, fino a quando le sue palpebre non sono diventate troppo pesanti e si è accasciata sul tavolo, russando e mugugnando come un Troll di montagna.
Da perfetto gentiluomo avresti dovuto prenderla in braccio e portarla nella sua stanza.
Ma tu non sei un gentiluomo e hai affidato quel compito a due elfi domestici.
Quando sei tornato nelle tue camere ti sei reso conto che vederla ubriaca era divertente, totalmente libera dai suoi rigidi schemi mentali, quasi piacevole.
Da quell'episodio avete iniziato a parlare, poco e di argomenti strettamente correlati alla scuola. Nessuno dei due voleva percorrere la strada del passato, con una guerra che aveva cambiato tutti e nessuno.
La senti sbuffare infastidita al lavello.
Imponi, di nuovo, alle tue labbra di non sorridere.
La trovi ancora divertente dopo anni; dopo che avete intrapreso e superato la strada del passato e della guerra. Dopo che l'hai vista uscire con altri maghi senza mai trovare l'uomo giusto. Dopo i vostri continui battibecchi; battibecchi che Minerva descrive, con un sorriso materno e comprensivo, come screzi tra innamorati facendoti infuriare e mettendo lei in imbarazzo.
Innamorato.
Dopo Lily non c'è mai stata nessuno, non come lei almeno.
Lily era stata la tua boccata di ossigeno. Era la luce delle tue tenebre. Il calore nel tuo freddo cuore.
O così credevi.
Ci hai messo più di due anni per capire cosa ti stava succedendo, ma più il tempo passava, più lei diventava un ricordo.
Finito il tuo compio, sopravvissuto per miracolo grazie a quel pollo arrosto troppo cresciuto, ti sei reso conto che, forse, quello che ti legava così strettamente al ricordo di lei non era amore, ma solo il senso di colpa.
Ora che Potter era salvo, sulla buona strada per diventare un giorno capo degli Auror e forse anche Ministro della Magia – che Salazar ce ne scampi! - quell'ardente amore ti è sembrato stupido, distruttivo e inutile.
Non hai mai cercato altre donne dopo quella sconcertante verità. Non ti è mai interessato. Sei troppo vecchio e stanco per iniziare l'antico rituale del corteggiamento. Non sei mai stato un maestro in quel campo, e non credi che là fuori ci siano streghe pronte ad accogliere un tipo scorbutico e arcigno come te. E sai già che non potresti cambiare. Hai vissuto così per tanti anni, sei troppo vecchio per diventare un altro Severus.
E poi, diciamocelo, tu ti piaci così come sei.
Scorbutico e arcigno.
Ma ora...
La tua assistente appoggia il tagliere pulito sul piano accanto al lavandino e inizia a pulire i mestoli e i coltelli.
Lei ti piace.
E la cosa è ridicola, perché non è il tuo tipo.
E' irritante e saccente, sempre pronta a mettere in discussione le tue idee. Seccante come la sua voce che riempiva l'aula ancora prima che la mano fosse del tutto alzata.
No, decisamente non è il tuo tipo.
Eppure ti piace.
Non sai come dirglielo. Perché vuoi dirglielo. Sei stanco dell’amore trattenuto che avvelena cuore e anima.
Sei stanco dei segreti. Di fingere indifferenza. O di celare la gelosia quando esce con qualche mago mediocre che non sarà mai alla sua altezza.
E poi sai che anche lei prova qualcosa per te.
Molto poco da gentiluomo hai dato una sbirciatina nei suoi pensieri.
Perché sei sempre troppo vecchio per fare un salto nel buio, meglio sapere subito quello che prova, così non rischi di cadere, nuovamente, nel baratro dell’amore mai corrisposto.
Il tuo povero, vecchio, scorbutico ed arcigno cuore non può spezzarsi di nuovo.
Quindi puoi dirglielo, puoi parlarle senza problemi. Dirle che ti piace, che vorresti uscire con lei.
Merlino… si userà ancora chiedere un appuntamento?
Anzi, sarai capace di chiederle un appuntamento, vecchio mago scorbutico?
Sai come si fa? O devi cercare un libro in biblioteca?
Chiude il rubinetto, la tua assistente, si passa una mano sulla fronte e si volta.
La stavi osservando, immerso nei tuoi pensieri.
Lei ti sorride debolmente e apprezzi il suo modo di non arrossire. Come il tuo modo di non sorriderle.
Non è truccata. Non indossa abiti provocanti. I capelli, più corti rispetti agli anni in cui andava in giro per i corridoi con una borsa che pesava più di lei, sono legati male e trattenuti da una vecchia matita babbana mangiucchiata. Dopo anni a leggere scoloriti libri a lume di candela è stata costretta ad indossare gli occhiali che la fanno sembrare un topo di biblioteca.
E’ sporca sulla guancia destra, poco sopra l’angolo delle labbra.
Ti piace anche così.
Sei proprio patetico quando sei innamorato.
- Per ora ho finito. – ti dice asciugandosi poco elegantemente le mani nei pantaloni – Ci vogliono un paio di ore prima di aggiungere gli altri ingredienti. – gira il polso e controlla l’ora sull’orologio – Posso andare dalla professoressa McGranitt e assistere a qualche colloquio di orientamento con gli studenti del quinto anno. Per te va bene?
Annuisci incapace di toglierle gli occhi di dosso.
Dovresti ringraziarla e mandarla via, magari con una battuta acida. Così, giusto per stuzzicarla un po'.
Ti piace quando assume quel cipiglio offeso e cammina a testa alta dimostrando che non ha paura di te.
Ma una che ha visto Ron Weasley nudo senza dare di stomaco, difficilmente può aver paura di un vecchio mago scorbutico e arcigno.
La vedi avvicinarsi.
- Stai bene, Severus? - ti chiede preoccupata dal tuo insolito silenzio; solitamente approfitti di quei momenti per dirle quando siano scarse le sue abilità casalinghe e che non invidi il povero mago che, un giorno, dovrà dividere con lei la casa – Mi sembri più pallido del solito.
Oh... una battuta sarcastica... dovresti risponderle a tono. Qualcosa di pungente, irritante, qualcosa che avrebbe alimentato quell'adorabile broncio per tutto il giorno.
Qualcosa tipicamente da Severus Piton.
- Mi sono innamorato di te.
Attorno a voi cala il silenzio.
Lei sgrana gli occhi incredula.
- Cosa?
Registri solo ora quello che le hai detto.
Mi sono innamorato di te.
Dannazione.

Fine


E sì… c’è un piccolo seguito.
   
 
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