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Autore: Nimlilly    01/07/2013    0 recensioni
Una ragazza e il suo cane si trovano catapultati in un mondo sconosciuto e dovranno combattere per sopravvivere.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi chiamo Martina e questa è la mia storia.
Lo so, come inizio suona abbastanza banale e starai già meditando di smettere di leggere. Nessuno ti obbliga a continuare, ma se avrai un attimo di pazienza capirai subito che la mia non è una storia qualsiasi.
Purtroppo non posso fare nomi trattandosi di fatti e persone reali. Diciamo che ovvierò a questo inconveniente utilizzando iniziali o nomi fittizi.
Per quanto riguarda coloro che hanno cambiato la mia esistenza, beh: loro li posso nominare perchè sono quasi sicura che non li conoscerai mai. Almeno spero. Dipende tutto da ciò che ho combinato ad Asandar negli ultimi mesi.
Ops, sto andando troppo veloce. Fai finta di non aver letto l'ultima riga. Parlerò di quel luogo molto presto, ma prima bisognerà che io ti narri come tutto è cominciato.
 

 

"Nala, dobbiamo tornare a casa. Dai, Nala!"
Sbuffai, facendomi trascinare dalla mia cagnolina verso l'ennesimo angolo della strada. Conoscevo a memoria ogni singola pietra di quel percorso, lo stesso ogni mattina da più di quattro anni. Ma a Nala pareva non interessare, impegnata com'era ad annusare ogni centimetro di asfalto.
Alzai la testa e guardai con timore il cielo. Quelle nuvole scure che correvano veloci non mi davano molta fiducia e il vento portava odore di pioggia. Sicuramente nel giro di pochi minuti mi sarei ritrovata bagnata fradicia.
"Nalaaa! Andiamo!"
Decisi di impormi e cominciai a camminare rapida. Il guinzaglio si tese: una riluttante Nala voleva finire di perlustrare un piccolo cespuglio accanto ai cassonetti. Fortunatamente desistette dall'intento e si mise a seguirmi. Raggiungemmo l'angolo della strada dove, circondata da un alto recinto in ferro, si ergeva un'imponente cisterna. Il gatto, che era solito dormire accucciato davanti alla porta d'ingresso della costruzione, alzò la testa e ci fissò, come faceva sempre. Nala si arrampicò con le zampe anteriori sul muretto e, immobile e con le orecchie tese, puntò lo sguardo sul felino.
Sorrisi e l'accarezzai. Alzando lo sguardo mi accorsi di una cosa che non avevo mai notato prima. Sulle colonne di cemento che sorreggevano la cancellata c'erano tre serrature. Non si trattava di un cancello controllato da un impianto elettrico, anzi: era chiuso da un semplice lucchetto arrugginito. A cosa servivano, quindi, le tre serrature?

 

 

Quella notte feci uno strano sogno. Era piuttosto realistico e mi svegliai con una fastidiosa sensazione. Mi annotai tutto in un quaderno onde evitare di dimenticare qualcosa. Non so perchè, non mi sarebbe stato di nessuna utilità, ma lo feci lo stesso.
Dopo colazione mi avviai con Nala per intraprendere il nostro solito giretto mattutino. Una sniffatina ai fiorellini, una corsetta nel parco e la solita vecchina amante dei piccioni che attacca bottone. Nala sembrava soddisfatta e riprendemmo la via di casa. Finimmo di nuovo davanti al cancello con le tre serrature. Le osservai incuriosita, notando che non avevano ruggine né altre deformazioni, a differenza del cancello corroso e mezzo sfondato.
Guardai verso le colonne della cisterna e non vidi il gatto. Che strano, pensai tra me e me. Nala annusava l'aria, come se stesse controllando dove fosse finito il peloso guardiano a quattro zampe. Tirai fuori il cellulare dalla tasca del giaccone e feci una foto alle serrature. Ebbi come la sensazione di essere osservata e mi girai di scatto. Nessuno. Solo una strada polverosa e sporca, e degli alberi che si muovevano nel vento.
"Andiamo Nala" dissi, tirando il guinzaglio.

  
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