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Autore: Frankie_ Echelon    01/07/2013    3 recensioni
Posso scrivervi capitoli interi ma non riuscirò mai a scrivere una trama.. ma ci proverò!:
In realtà non c'è molto da dire. Non ho strutturato la storia, non so nemmeno io come andrà avanti.
So solo che parla di una ragazza che incontra uno dei suoi artisti preferiti ad un concerto. Parla delle speranze di lei e dei problemi di lui. 
Parla degli amori, degli odi e delle gelosie che possono nascere in un amore.
"Riconobbi quella voce, quelle labbra a forma di cuore. “Se è un sogno.. vi prego non fatemi svegliare mai più..” pensai tra me e me. Anche se non potevo vedere gli occhi, quegli inconfondibilissimi occhi, sapevo che era lui e, dalla mia espressione da ebete, lui capì che l'avevo riconosciuto"
- tratto dal prologo
Genere: Erotico, Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zacky Vengeance
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 03: BURIED ALIVE
 
Il sole brillante e caldo riscaldava la superficie asfaltata del parco. Sentivo i suoi raggi penetrarmi nella pelle rendendomi nervosa per il troppo caldo. Odiavo il sole, odiavo il caldo.. perché se vivevo a New York dovevo soffrire tutto questo caldo?
Guardai i miei piedi e spostai un po' di terra. Mi stavo annoiando e il fatto di dover aspettare Annie in quel parco mi innervosiva ancora di più. Perché non potevamo prenderci un appuntamento in bar? O comunque un posto fresco!
E invece no. La stavo aspettando in quel stupido parco con il sole tremendamente pungente e il vociare dei bambini sulla sabbia.
Mi guardai attorno, quando sarebbe arrivata?
Aspettavo da più o meno un quarto d'ora ma mi sembravano secoli. Avrei preferito di gran lunga aspettarla a casa ma, visto che lei lavorava a pochi metri da questo parco, dovetti aspettarla qui per la pausa pranzo, e, ora che ci pensavo, avevo sul serio un certo languorino.
Misi le cuffie e iniziai ad ascoltare un po' di musica cercando di non pensare al caldo e allo stomaco che brontolava incensante.
Misi i Guns 'N Roses e mi abbandonai alla voce di Axl. Chiusi gli occhi e poggiai la testa sullo schienale della panchina per qualche secondo; il problema era che, così, il sole mi arrivava dritto sugli occhi, cosa decisamente fastidiosa, quindi dovetti tornare nella posizione originaria.
Come aprii gli occhi sorrisi nel vedere i piccoli bimbi giocare sullo scivolo. Ma non sorrisi per i bambini in sé, dato che nemmeno mi piacciono i bambini, sorrisi per il semplice fatto che da bambina io odiavo lo scivolo. Ogni volta che scendevo non riuscivo a fermarmi e finivo sempre col sedere per terra.. -sicuramente anche ora finirei così- quindi evitavo di salirci.
Spostai lo sguardo oltre il grande cerchio di sabbia, popolato dai “piccoli uomini del futuro”, per vedere se nel viale intravedevo Annie -non sapevo da che parte sarebbe arrivata-. Misi una mano sulla fronte, facendo ombra sugli occhi, e misi a fuoco lo sguardo.
Di Annie nessuna traccia, c'erano solo un ragazzo con una camicia a quadri rossa e bianca -che si muoveva nella mia direzione- e una donna decisamente anziana che andava nella direzione opposta al ragazzo.
Cercai di concentrarmi per vedere meglio in lontananza ma il mio sguardo andava al ragazzo che aveva un'aria tremendamente famigliare: capelli neri tirati all'indietro col gel, grandi occhiali da sole e camicia troppo stretta per contenere i suoi muscoli. Risi. Conoscevo poche persone che usavano questo tipo di abbigliamento: Ivan e.. Zacky. Risi di me stessa dopo che per un'istante mi balenò nella mente che forse era proprio Zacky. Impossibile, sono stata fortunata ieri ad averlo incontrato in gelateria ed era decisamente impossibile che potessi incontrarlo nuovamente in circostanze così strane. Non ero così fortunata, eh!
Forse era Ivan, o forse era semplicemente un estraneo che assomigliava tremendamente a Zacky.
Ora che ci pensavo.. Ivan assomigliava davvero tanto a Zacky! Stessa corporatura, stesso taglio di capelli e stessa fissazione per le camicie. L'unica differenza era che Ivan aveva gli occhi nocciola tendenti al nero mentre Zacky aveva quei straordinari occhi verde-azzurro. E poi anche i lineamenti del viso erano molto diversi e anche l'altezza. Però, da lontano, si potevano confondere benissimo.
Il ragazzo era arrivato al grande spiazzo di sabbia e si era seduto in una panchina poco distante da me. Non era Ivan, di questo ne ero sicura.
Il ragazzo si girò nella mia direzione e mi sorprese che lo guardavo. Okay, come poteva dire che stavo guardando proprio lui? Semplice, avevo ancora quella stupida mano sulla fronte per farmi ombra.. potevo essere più stupida?
Il ragazzo mi sorrise e fece il segno di saluto dei militari. Mi stava prendendo in giro? Stronzo!
Abbassai subito la mano e guardai nella direzione opposta diventando subito rossa.
Non volevo guardare di nuovo nella sua direzione ma la curiosità era troppa così spostai lo sguardo e notai che mi guardava. Anzi mi fissava. “cazzo” pensai girandomi di nuovo.
Guardai nelle stradine ma di Annie nessuna traccia. Non era passato molto tempo ma mi sembrava un'eternità. Le mandai un messaggio per sapere se stava arrivando e la sua risposta arrivò istantanea facendomi crollare il mondo addosso “sei leggermente in anticipo, tonta! Ti ho detto all'una e mezza non all'una!” diceva il messaggio.
Pregai fosse uno scherzo ma sapevo che era la verità. Ero concentrata a mandare un messaggio di risposta a Annie quando mi accorsi di un'ombra accanto a me.
Alzai lo sguardo e mi ritrovai il ragazzo accanto con un sorriso beffardo sul volto.
Ne sono sicura, in quell'istante il mio cuore perse un battito.
<< Ti ho notata da lontano ma non riuscivo a credere che fossi tu >> disse Zacky togliendosi gli occhiali.
Mi guardò aspettandosi che dicessi qualcosa ma la mia mente era completamente annebbiata. Aprivo e chiudevo la bocca come un pesce cercando di trovare le parole giuste ma non riuscivo nemmeno a ricordare come si parlava.
<< Posso sedermi? >> chiese lui. E, senza aspettare una mia risposta si accomodò accanto a me.
Io non riuscivo ad alzare lo sguardo dal pavimento in cemento sotto i miei piedi, la mia vista era catturata da una formica che passava proprio davanti a me.
Sentii il rumore dell'accendino e capii che si accese una sigaretta.
<< Tu fumi? >> chiese lui sicuramente porgendomi il pacchetto.
Risposi con un cenno di no continuando a guardare il pavimento.
Avevo accanto a me Zacky Vengeance e non riuscivo nemmeno a guardarlo in faccia.
<< Mamma mia che caldo.. odio il caldo.. >> disse lui. E lo sapevo bene, sapevo ogni minimo particolare di lui.
<< Sì.. c'è caldo >> dissi stupendomi di me stessa. Nemmeno mi ero resa conto di aver parlato!
Alzai lo sguardo notando che aveva un mezzo sorriso al lato della bocca.
Deglutii e mi pentii amaramente di aver alzato lo sguardo, ora sarei rimasta a fissarlo come una cogliona. Brava Steph, complimenti.
<< è assurdo come riusciamo ad incontrarci! >> affermò mostrando un sorriso.
Sorrisi anch'io e annuii col capo.
<< Mi stai pedinando? >> chiese lui tutto d'un tratto.
Lo guardai, era serio. “oh cavolo..”
<< Cosa? No! Perché lo pensi? >> chiesi nervosa. Non lo stavo pedinando, erano coincidenze.
<< No, te l'ho chiesto perché ho visto che ovunque vada ti incontro! >> rispose lui quasi ridendo. Non capivo, era serio o no?
<< Ti ricordo che io c'ero già quando ti ho visto arrivare. In realtà sto aspettando una mia amica per pranzo >> risposi acidamente. Okay, non volevo sembrare acida ma mi dava fastidio il fatto che pensasse che lo seguissi. Perché dovevo seguirlo?
<< La mia ragazza dice che mi segui >> disse guardando davanti a sé. Okay, questa se la poteva risparmiare.
Mi sentii decisamente nervosa e in preda ad attacchi isterici interni.
<< Chi, quell'oca del concerto? >> dissi senza rendermene conto. Stupida me e la mia boccaccia! << Oookay, forse è meglio se me ne vado >> dissi alzandomi di scatto. Non volevo passare per una stupida ragazzetta acida.
Lui mi guardò decisamente storto.
Poi però, mi ricordai che questa panchina era il punto di incontro con Annie quindi non potevo andarmene. Cazzo.
Mi risedetti e cercai di non guardare Zacky anche se sentivo il suo sguardo addosso.
Okay, mi ha sicuramente preso per una pazza..
<< Toglimi una curiosità >> disse lui interrompendo il silenzio più chiassoso e imbarazzante della mia vita.
Lo guardai con la coda dell'occhio aspettando che continuasse.
<< Ti ho fatto qualcosa di male? >> chiese lui perplesso.
<< No.. >> risposi guardandolo torvo.
<< Mah, mi sembrava >> rispose sorridendo << Quanti anni hai? >> aggiunse.
Rimasi restia a rispondere. Perché mi ha chiesto quanti anni avessi? Perché mi aveva preso per una stupida ragazzina con disturbo della doppia personalità o perché era interessato? Ero propensa per la prima.
<< Venti >> risposi secca. Okay, forse dovevo cercare di calmarmi.
<< capisco >> rispose sorridendo e gettando a terra il mozzicone della sigaretta ormai consumata che poi calpesto col piede per spegnerlo.
<< Steeeeph! Sono arrivata anche prima! >> disse Annie correndomi contro mentre sventolava il braccio in aria.
Sia io che Zacky ci girammo a guardarla. Mi aveva quasi raggiunta quando si bloccò all'improvviso notando chi avevo seduto al mio fianco. Si avvicinò con cautela quasi con timore di avere un'allucinazione. << Ciao Steph >> disse deglutendo e fissando prima me e poi Zacky in cerca di risposte.
<< Annie, ehm, ti presento Zacky. Zacky, ti presento la mia amica, nonché coinquilina, Annabell >> affermai cercando di farle capire con gli occhi di non mettermi nei casini.
<< Q-quel Zacky? >> chiese balbettando. Ecco, come non detto.
<< Sì, Annie >> risposi accentuando il peso sul suo nome per farle capire di starsi zitta.
<< Oh.. >> disse spalancando gli occhi << Quel Zacky.. >>.
<< Piacere >> disse lui porgendole la mano << Sono quel Zacky >> aggiunse sorridendo, o forse era un ghigno?
Annie sembrava che avesse paura a stringergli la mano, come se una volta che lui le avrebbe stretto la mano l'avrebbe inghiottita.
<< Tranquilla non ti mangio >> disse lui ridendo.
Annie si avvicinò timorosa a lui e gli strinse la mano. Sinceramente? Mi sentii un po' invidiosa. Lei aveva avuto la possibilità di avere un contato diretto con lui. Sono esagerata, lo so.
<< Bene, vi lascio sole. Non vorrei essere d'impiccio >> disse lui infilandosi le mani nei jeans. Impiccio? Cavolo poteva benissimo starmi attaccato come un polipo che a me andava bene comunque! Okay.. finisco di dire scemenze.
<< O-okay >> risposi guardandolo. Lui mi sorrise, dolcemente.
<< Senti facciamo una cosa. Invece di incontrarci in situazioni del genere, vieni domani in..- scrisse qualcosa su un foglietto- .. in questo posto alle sette. Ti aspetto >> Disse lui porgendomi un foglietto. << Ciao Steph, ciao Annie >> disse allontanandosi ma continuando a tenere un sorriso sul suo volto.
Alzai la mani timorosa in segno di saluto e lo guardai andare via. Questa non me l'aspettavo.
Io e Annie ci scambiamo uno sguardo e subito Annie iniziò a battere le mani e urlare come una pazza.
<< Smettila di urlare! >> affermai cercando di farla stare zitta.
<< Cos'ha scritto? >> chiese indicando il foglietto con una faccia ancora in estasi.
<< è il nome di un una via.. >> dissi leggendo il biglietto << Sai dove si trova? >> le chiesi porgendole il biglietto.
<< Sì, non è lontano da casa. Se non sbaglio lì vicino c'è un hotel, forse è dove alloggia lui! >> rispose mentre sui suoi occhi vidi spuntare dei luccichii. Era più emozionata lei di me!
 
 
La notte non riuscii a dormire serenamente. La mia mente era invasa da occhi indiscreti che mi fissavano, che mi giudicavano, nel buio. Sentivo le voci appartenenti a quei occhi. Bisbigliavano. Bisbigliavo qualcosa e sapevo che si riferivano a me. Chi erano? E cosa volevano da me?
Un paio di occhi verdi fecero luce nel buio e tutte le voci, tutti quei bisbigli che poco prima aumentavano di volume, cessarono all'istante. Chiunque fosse era il mio salvatore.
Ma quella luce improvvisa cessò, cessò velocemente come era arrivata e tutti quegli occhi rossi con i loro bisbigli tornarono. Tornarono a giudicarmi. Sentivo i loro sguardi su di me. Sentivo il mio nome nelle loro bocche invisibili.
Avrei voluto parlare, chiedere chi fossero, ma la mia voce era sparita. Non riuscivo a muovermi. Più cercavo di muovere le gambe più mi sentivo sprofondare.. e stavo sprofondando veramente! La terra mi stava risucchiando, ero su delle sabbie mobili e più cercavo di tenermi in superficie più queste mi inghiottivano. Milioni di braccia bianche e cadaveriche si tendevano su di me. Allungai le braccia per poterne afferrare una ma loro mi scansavano e premevano sulla mia testa per farmi sprofondare sempre più.
Non riuscivo a respirare, la terra mi opprimeva il petto. Solo la metà superiore era libera. Non avevo più scampo, sentivo la bocca piena di terra che mi impediva di respirare. Stavo soccombendo.
Buio.
Mi svegliai. Avevo gli occhi sbarrati che fissavano il buio attorno a me. Il petto saliva e scendeva velocissimo per permettermi di accumulare più ossigeno che potevo nei polmoni, il cuore mi batteva ad un ritmo disumano e sentivo la gola secca.
Cercai di muovermi ma mi sentivo ancora paralizzata dalla paura. Sentivo ancora nella bocca il sapore nauseante della terra bagnata.
Mi alzai piano appena sentii recuperare il possesso del mio corpo, di me stessa.
Barcollai leggermente e raggiunsi il bagno. Mi tenni salda al bordo in marmo del lavandino per evitare di cadere, e mi guardai allo specchio.
Avevo residui di mascara colato sulle guance -sicuramente avevo pianto durante il sonno-, la fronte era fradicia di sudore e la labbra screpolate. Aprii il rubinetto e mi bagnai il viso con acqua fredda. Mi sfregai le guance cercando di pulirmi dal mascara e mi bagnai i capelli tirandoli all'indietro.
Mi sciacquai varie volte la bocca per cercare di togliere il saporaccio della terra. Che strani scherzi fa la mente.
Sospirai e diedi un ultimo sguardo prima di tornare a letto. Non avrei più dormito quella notte, ne ero sicura,
Pure oggi, a distanza di qualche anno, mi ricordo alla perfezione quel sogno. Normale, dato che tornai a farlo ogni notte. Ogni notte sentivo il mio nome bisbigliato. Ogni notte la sensazione di venire inghiottita era la stessa... ogni notte sentivo di morire.
 
Passai la giornata con Annie a scegliere cosa indossare per l'incontro con Zacky. Annie era su si giri e, col suo buonumore, dimenticai il sogno.
Mancava meno di un'ora all'incontro così decisi di incamminarmi verso il luogo scritto nel foglietto.
Arrivai in neanche un quarto d'ora in taxi e, ora che ero lì, mi sentivo a disagio.. fuori posto.
Sinceramente? Mi aspettavo che non sarebbe arrivato e invece, pochi minuti dopo eccolo là scendere da un taxi. Mi sentivo il cuore in gola e le gambe sembravano essere fatte della stessa sostanza della gelatina.
Si guardò intorno e appena posò il suo sguardo su di me, sorrise.
Si avvicinò a me con le mani nelle tasche. Appena fu a pochi centimetri mi salutò e io, per poco non svenni.


E dopo tanto tempo, eccomi qua :3
Purtroppo non avevo internet a disposizioni quindi non potevo pubblicare il capitolo..
Beh, ora attendo solo il vostro parere. Tranquilli non mi offendo se i vostri pareri sono negativi!
Ricordate: le critiche possono solo aiutare a migliorare ;) 
Detto questo, Adios <3
Baci
MIC
   
 
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