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Autore: Writer98    04/07/2013    10 recensioni
Un amore travagliato, tormentato. Un amore senza pace. Ma così forte, da superare qualunque ostacolo. Lacrime, pianti, rabbia, sorrisi. Solitudine, nessuno con cui sfogarsi, nessuno con cui parlare. Droga, alcool, autolesionismo. La storia di due ragazzi completamente diversi, così tanto da innamorarsi. Non vivranno una vita facile, per niente. Cosa succederà alla fine? lo scoprirete solo leggendo.
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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7.



La sveglia di Jill suonò alle otto e trenta precise. Non aveva dormito quella notte, perché nei suoi pensieri c'erano sempre quegli occhi color cioccolato lì a fissarla, pronti a metterla in imbarazzo, pronti a farla arrossire e a strapparle un sorriso. Aveva messo la sveglia in anticipo perché prima di uscire aveva bisogno di strafarsi di coca per stare meglio. Ne aveva bisogno perché doveva dimenticare e se non lo faceva quei brutti ricordi erano sempre lì che non le permettevano di affrontare quella vita che stava a poco a poco distruggendo. L'effetto doveva svanire in tempo perché se Amelia avesse saputo che era una drogata, che beveva e che si tagliava l'avrebbe di sicuro licenziata. E lei non poteva permetterselo proprio in quel momento, non poteva perché anche se non voleva ammetterlo quel lavoro le aveva ridato la speranza di vivere. Aveva trovato delle amiche e i debiti stavano sparendo. Dopo un'ora uscì, arrivando miracolosamente puntuale a lavoro. Le altre già erano lì, che servivano ai tavoli.
«Ma buongiorno» disse Ivy, fissandola con il suo solito sguardo da cane da guardia. 
«Ciao Ivy» rispose Jill con indifferenza, mentre scriveva un ordine sul taccuino bianco.
«Come mai sembri strafatta di coca?» le domandò incuriosita. Tentava sempre di scoprire qualcosa per farla licenziare. Non sopportava che lavorasse lì, non sopportava che tutti i clienti si fermavano a guardarla e non si curavano invece di lei, che voleva essere sempre al centro dell'attenzione. Sotto gli occhi di chiunque, circondata dal suo egoismo e dalla sua presunzione.
«Non ho dormito Ivy, ma tu impara a farti gli affari tuoi» Disse Jill, passandosi le mani sulla faccia, si sentiva stanca e debole.
«Non mi faccio gli affari miei se si tratta di una drogata» rispose impertinentemente Ivy, oltrepassando il bancone per raggiungere Jill.
«Non sono una drogata okay? non ti permettere mai più di dire una cosa del genere!» esclamò Jill, fissandola a disagio. Aveva mentito per l'ennesima volta, aveva mentito ad una ragazza che non sopportava ma mentiva a tutti. Jill era una drogata e la risposta che aveva dato a Ivy era l'esatto contrario
«Va bene, alzo le mani» sussurrò con il suo tono fastidiosamente ironico, per poi allontanarsi e sparire tra i tavoli. Jill tirò un sospiro di sollievo, l'aveva scampata anche quella volta e sperava di scamparla altre cento volte. Se Daysen l'avesse saputo per lei sarebbe stata finita.

Il rumore della porta del locale fece distogliere lo sguardo a Jill, che stava pulendo un tavolo. Avevano appena varcato l'entrata Zayn e Perrie. Lei spalancò gli occhi, non si aspettava che dopo il loro "appuntamento segreto" Zayn avrebbe avuto il coraggio di portare lì la sua ragazza. Sospirò e continuò il suo lavoro, quando sentì una mano toccarle la spalla, si voltò ed era Zayn ma c'era Perrie accanto a lui.
«Ti dispiace se ci sediamo?» mormorò Zayn, indicando il tavolo che Jill stava lucidando da ormai troppo tempo. Lei annuì, facendoli sedere. Prese il taccuino dalla tasca della sua divisa e scrisse la loro ordinazione.
«Vi conoscete?» disse Perrie, alzando sorpresa il sopracciglio.
«Ehm...Sì, è una conoscente» mormorò Zayn, facendo una smorfia non convinta di ciò che aveva appena detto. Perrie la squadrò dalla testa ai piedi, mettendo la ragazza che secondo lei era inferiore, in imbarazzo. La fissò con disprezzo, non pensava che il suo fidanzato fosse caduto così in basso. Un'amica come cameriera era davvero troppo per lei. Figlia di un ricchissimo imprenditore, viziata fino alla punta dei capelli.
«Ciao ehm...a dopo» mormorò Jill a disagio, davanti agli occhi azzurri perquisitori di Perrie Edwards. Si allontanò velocemente in cucina poggiando l'ordine sul bancone. Poggiò una mano sul petto, poteva percepire il suo cuore rotto che batteva all'impazzata per l'ansia. Era l'ennesima persona che l'aveva disprezzata con lo sguardo, con una sola parola l'aveva quasi umiliata. Era stanca di tutto ciò, perché aveva sofferto già troppo e non poteva soffrire ancora. Aveva solo bisogno d'amore, di tanto affetto. Aveva bisogno di baci di abbracci, di carezze. Aveva bisogno di un ragazzo che l'aiutasse, che le facesse capire che ciò che faceva, il modo in cui si trattava, ciò che pensava era sbagliato. Doveva lasciare andare il passato e non tenerlo sempre lì, pronto a farla esplodere in lacrime. Dopo una manciata di minuti tornò in sala, continuando a servire agli altri tavoli. Aveva quegli occhi cioccolato addosso che non smettevano di fissarla e si meravigliava del fatto che Perrie non si fosse avvicinato per prenderlo a schiaffi. "Cameriera!" esclamava continuamente Perrie, facendola sentire inferiore, facendole capire che il suo posto era quel ristorante italiano dove lei andava a mangiare con il suo ragazzo, mentre Jill lì dentro ci serviva. Ed era proprio questo quello che Jill odiava della gente, la superiorità, l'egoismo. Ma in un certo senso anche lei era egoista, perché nonostante c'erano persone accanto a lei che l'amavano come le sue nuove amiche e poi c'era Zayn, che in un modo o nell'altro la faceva impazzire, continuava a pensare solo a se stessa e tagliarsi, drogarsi, pensava solo a bere e a come farsi del male. 
«Sam sostituiscimi per un po', vado fuori» mormorò Jill, sgattaiolando fuori. Aveva bisogno di stare da sola, di non avere quegli occhi addosso che la distraevano e non voleva sentire niente e nessuno che le parlasse, non voleva nessuno che le desse ordini, voleva stare da sola con se stessa. Chiuse gli occhi, quando sentì due mani accarezzarle i fianchi. Si voltò di scatto, trovando quegli occhi color cioccolato dentro i suoi. Fece un sospiro, poi scuoté la testa.
«Perché te ne sei andata? era così bello guardarti mentre camminavi per la sala» disse Zayn, che era scappato dalle grinfie di Perrie facendole credere che andasse a fumare una sigaretta mentre parlava al cellulare con un suo amico.
«Perché mi guardi? sei con la tua fidanzata, guarda lei non me, Zayn!» esclamò Jill, scostando le mani calde del ragazzo dal suo corpo freddo e tagliato, che non desiderava altro che il calore di quelle mani, ma lo respingeva perché lo desiderava troppo.
«Sei bellissima Jill, come posso non guardarti?» disse Zayn prendendole la mano, facendo avere una scossa al cuore di Jill, che per un attimo si ricompose. Sembrava quasi che la chiave per rimettere insieme quei pezzi sparsi senza nessun ordine fossero proprio le sue mani. Così rassicuranti e calde.
«Smettila, devi smetterla...» mormorò Jill, scuotendo la testa con lo sguardo rivolto verso il pavimento. Lui le alzò il mento fissandola negli occhi, quando la voce di Perrie che stava uscendo interruppe tutto ciò che Zayn Malik stava creando.
«Posso rivederti?» mormorò lui velocemente, staccandosi dal suo corpo.
«Beh, io....» mormorò Jill, ma mentre stava per concludere la sua risposta arrivò Perrie, che prese sotto braccio il suo ragazzo.
«Zayn, tesoro andiamo?» esclamò fissando in cagnesco Jill, che deglutì. Il suo cuore era tornato di nuovo in mille pezzi, come lo era sempre stato.

Continua. 
  
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