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Autore: A n g e l a    05/07/2013    4 recensioni
Avete mai pensato di mischiare due cose così diverse da sembrare incompatibili?
Io si, ma io sono pazza comprendetemi.
In questa Crossover, vedremo i nostri ragazzi, non nel ruolo di band, catapultati nel mondo di Harry Potter.
Cos'altro devo dire?
Ah, si. Questa è una Slash.
Se non vi piace il genere girate al largo.
Un avvertimento: quella sottospecie di prologo che c'è lo potete anche saltare.
Dal testo:
"Sbaglio o quel boa mi aveva fatto l'occhiolino? No, Harry Styles, tu sei proprio fuso, i boa non fanno gli occhiolini."
Venite con me nel mondo di Harry Pott...pardon... Styles.
§ A §
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Il cappello parlante.

                              
Un castello magnifico, enorme, gigantesco, si presentava davanti ai suoi occhi: centinaia di scale si susseguivano senza avere un’apparente fine, le colonne vecchie e rovinate erano infinite e il soffitto quasi non si vedeva tant’era alto, il pavimento chiaro richiamava le pareti e milioni di quadri erano appesi ai muri.

Quel posto non sembrava avere una fine e ,Harry, aveva come la sensazione che anche quello che gli sembrava finito in realtà non lo era.

Davanti a loro una donna dall’aria severa: gli occhiali neri poggiati sul naso, il mantello color smeraldo che scendeva lungo le spalle, il cappello scuro sulla testa e gli occhi fissi su di loro.

‘E’ una persona che bisogna evitare di contraddire.’ Pensò all’istante Harry.

Hagrid  fece qualche passo in avanti e la donna lo salutò con un cenno del capo.

“Studenti!” la sua voce rimbombava tra quelle mura sconfinate, eppure ,lei, non sembrava aver fatto  alcuno sforzo vocale “Seguitemi.” Ordinò.

Attraversarono velocemente alcuni corridoi sentendo i propri passi rimbombare sul pavimento fatto di lastre.

La donna spalancò due enormi porte e li condusse all’interno di un enorme sala: divisi in quattro lunghissimi tavoli  c’erano gli altri studenti più grandi, poi un tavolo centrale-evidentemente destinato a loro-e davanti ai tavoli c’era un altro lungo tavolo al quale erano seduti varie persone- tra le quali Silente-che quadrato e davanti una sedia vuota.

Hagrid si diresse verso il tavolo, salutando con un inchino un po’ goffo, e si andò a sedere all’estremità del tavolo facendogli l’occhiolino.

“Benvenuti ad Hogwarts, io sono la professoressa McGranitt” iniziò aggiustandosi gli occhiali sul naso “l’anno inizierà presto, ma, prima, ci sarà lo smistamento. Lo smistamento è una cerimonia molto antica che stabilirà in che Casa starete per i prossimi sette anni. La vostra Casa sarà un po’ come la vostra famiglia: dormirete nei dormitori con i vostri compagni di Casa, frequenterete le lezioni con i vostri compagni di Casa e passerete il vostro tempo libero nella sala comune della vostra casa. E adesso: sedetevi.” Finì di parlare e Harry non si era mai sentito così nervoso in vita sua: lui non sapeva nulla di magia, cosa avrebbe dovuto fare?

Avrebbe voluto zittire Liam Payne che in quel momento stava straparlando sugli incantesimi che aveva imparato, urlare contro quel ragazzino biondo affianco a lui che continuava a tirare fuori merendine dal nulla , prendere a pugni Niall che continuava a ridacchiare, rassicurare Zayn che si mangiava perfino le mani dall’ansia e avrebbe voluto anche sapere dove diavolo fosse finito quell’idiota di Louis.

Avrebbe voluto fare tante cose ma, in quel momento, la cosa che più desiderava era che quella tortura finisse.

La professoressa McGranitt poggiò sulla sedia vuota un cappello da mago piuttosto malridotto e pieno di toppe.

Harry inarcò un sopracciglio osservando come gli altri studenti fossero presi dal cappello.

Fece appena in tempo a pensare che non sarebbe successo niente, che uno strappo sul cappello si aprì:

 

Forse pensate che non sono bello,

ma non giudicate da quel che vedete

io ve lo giuro che mi scappello se uno più bello ne troverete.

Potete tenervi le vostre bombette,

i vostri cilindri lucidi e alteri,

sono io quello che al posto vi mette

e al mio confronto gli altri son zeri.

Non c’è pensiero che nascondiate

Che il mio potere non sappia vedere,

quindi indossatemi ed ascoltate

qual è la casa in cui rimanere.

È forse Grifondoro la vostra via,

culla dei coraggiosi di cuore:

audacia, fegato, cavalleria

fan di quel luogo uno splendore.

O forse è a Tassorosso la vostra vita,

dove chi alberga è giusto e leale:

qui la pazienza regna infinita

e il duro lavoro non è naturale.

Oppure Corvonero, il vecchio e il saggio,

se siete svegli e pronti di mente,

ragione e sapienza qui trovano linguaggio

che si confà a simile gente.

O forse a Serpeverde, ragazzi miei,

voi troverete gli amici migliori

quei tipi astuti e affatto babbei

che qui raggiungono fini e onori!

Venite dunque senza paure

E mettermi all’istante

Con me sarete in mani sicure

Perché io sono un Cappello Parlante!

 

Appena ebbe finito la filastrocca tutti applaudirono e Zayn tirò un sospiro di sollievo “ Giuro che Safy l’ammazzo, non ha fatto altro che parlare di lotta libera!” disse.

Harry sorrise rallegrato da quella notizia: avrebbe preferito che tutto fosse stato fatto in privato e non davanti a tutta la scuola ma, indossare un cappello, era decisamente meglio della prospettiva di dover fare qualche incantesimo...o dover affrontare la lotta libera.

In quel momento Harry non si sentiva niente tranne che spaventato: sentiva le budella contorcersi, il cervello andare in fumo e la furbizia sparire come mai esistita.

Si sentiva svuotato da qualsiasi sua qualità- non che ne avesse molte ma, considerando il livello di stupidità delle persone con le quali era cresciuto, si riteneva fortunato a sapere almeno quello che sapeva-.

La professoressa chiamava uno per uno i ragazzi e il cappello li smistava velocemente, non soffermandocisi per più di trenta secondi.

“Niall Horan!” gridò e Niall si alzò velocemente ghignando.

“SERPEVERDE!!!” gridò immediatamente il cappello senza dargli nemmeno il tempo di sedersi bene sullo sgabello.

Qualche altro studente e poi “Zayn Malik!” gridò la professoressa.

Zayn strinse istintivamente una mano intorno al suo braccio e tremò un attimo sul posto poi si alzò velocemente inciampando nella tunica.

Si diresse velocemente verso lo sgabello si sedette e il cappello si appoggiò appena sulla sua testa e “GRIFONDORO!!!” gridò facendo levare un urlo da parte del resto della famiglia Malik seduta al tavolo della propria Casa.

Li raggiunse velocemente e si girò verso di lui, giusto in tempo per fargli un occhiolino in segno sostegno.

“Harry Styles!” quando il suo nome venne pronunciato calò il silenzio, un silenzio pieno di ‘ma è lui?’, ‘quell’Harry Styles?’ e ‘Speriamo che venga con noi.’.

Harry si raggelò sul posto, deglutì a fatica e iniziò a camminare incerto.

E se quando si fosse seduto il cappello non l’avesse smistato? E se l’avessero rimandato a casa?

Aveva paura ,una fottutissima paura, e cercava qualcosa di rassicurante e a cui aggrapparsi, ma non c’era nulla di rassicurante: se non fosse stato smistato sarebbe dovuto tornare e a casa e avrebbe dovuto lasciare Hogwarts e la magia e con questi avrebbe dovuto dire addio anche a Liam, a Zayn, a Niall-perché in fondo quella sua aria da finto superiore lo faceva sorridere- ma, soprattutto, avrebbe dovuto dire addio a Louis.

Già, Louis, chissà che morte aveva fatto.

Si sedette sullo sgabello e l’ultima cosa che sentì prima che il cappello gli coprisse occhi e orecchie fu un ‘buona fortuna’ sussurratogli dalla professoressa.

“Aaa…. Styles! Finalmente. Mh… vediamo” iniziò  “vedo coraggio, tanto coraggio, un buon cervello. C’è talento, accipicchia… e molta voglia di mettersi alla prova… Allora dove ti metto?” chiese la vocina.

Harry  si aggrappò allo sgabello e iniziò a pensare una serie di ‘Non Serpeverde! Non Serpeverde!’

“Non Serpeverde, eh? Perché sarebbe la giusta Casa per portarti al successo che ti meriti e hai la stoffa ma… se ci tieni tanto allora GRIFONDORO!!!” urlò a cui seguirono una serie di applausi e dei cori da stadio che dicevano cose del tipo ‘Styles è con noi’.

Harry camminò velocemente al suo posto, affianco a Zayn.

“Louis Tomlinson!” nessuno si alzò.

“Tomlinson!” chiamò ancora.

“Hagrid!” gridò allora “Dov’è il tuo assistente?!” continuò rivolgendosi ad Hagrid che sedeva nella parte più esterna.

Dopo nemmeno qualche secondo le porte si spalancarono e Louis entrò attraversando la sala su una scopa volante ma, quando arrivò a metà sala, la scopa sparì e lui cadde sul pavimento però riuscendo a mantenere l’equilibrio.

“Tomlinson è in ritardo! E sa benissimo di non poter usare la scopa al chiuso!” gridò la professoressa con la voce leggermente più alterata.

“Mi scusi professoressa ma avevo delle faccende da sbrigare e pensavo di riuscire a finirle in tempo!” si giustificò.

“Va bene Tomlinson ma, ora, muoviti!”

Louis attraversò velocemente la stanza sedendosi sullo sgabello.

“NON CAPISCO PERCHE’ TU CONTINUI A VENIRE QUI DOPO DUE ANNI MA… GRIFONDORO!” gridò il cappello facendo ridere tutti.

Louis sorrise e si sedette a loro tavolo, affianco ad Harry.

Si unì a loro anche Liam- accompagnato da un ringhio infastidito di Zayn-.

“Neville Paciock!” chiamò la professoressa.

Neville corse-quasi, rotolò-velocemente verso lo sgabello.

“GRIFONDORO!!!” gridò il cappello.

Non fece in tempo ad alzarsi che il rospo gli scappò dalla tasca, iniziando a saltellare per la stanza da un tavolo a un altro suscitando gli urletti scandalizzati di qualche ragazza.

Gli occhi di Neville si fecero immediatamente lucidi e cadde all’indietro sbuffando e sedendosi di nuovo sullo sgabello, la professoressa fece girare gli occhi e ,con un colpo di bacchetta, glielo fece tornare in grembo.

“Non perderlo più, chiaro?!” gli intimò la professoressa.

“S-si, prof.” Sussurrò Neville correndo verso il tavolo dei Grifondoro.

“O almeno può provarci…” sentì dire da Niall dal tavolo dietro di lui.

Louis gli passò una mano intorno alle spalle e “Mi sei mancato sai, piccoletto?” gli sussurrò facendo arrossire Harry come un pomodoro.

Silente si alzò in piedi facendo rumore con un cucchiaio contro un bicchiere di cristallo.

“Benvenuti ad Hogwarts! Prima di dare inizio all’anno scolastico, vorrei dire qualche parole: pigna, pizzicotto, manicotto, tigre! Grazie e ancora buon anno!” disse.

Harry non sapeva se ridere, applaudire o piangere di commozione per tutte quelle pietanze che gli si presentavano davanti.

Pensò che anche se era un po’ matto quell’uomo era bravissimo e potentissimo, quindi pensò di non far nulla se non riempirsi il piatto.

Di solito Dudley si mangiava tutto ciò che gli faceva gola, a costo di sentirsi male- e a volte Harry lo faceva a posta sperando in una colica, un infarto o un’indigestione.-

Harry guardò per un po’ i suoi amici – poteva già considerarli amici? – e alzò un sopracciglio perché- che diavolo Liam stava bevendo il brodo con una cazzo di forchetta.

Harry scosse la testa e evitando di pensare a quanto quel tipo fosse strano  si portò la forchetta con la carne alla bocca e- “Ha l’aria di essere molto buona.” Disse una voce alle sue spalle facendolo sobbalzare.

Un fantasma.

Un fottutissimo fantasma stava dietro di lui, in piedi, e nessuno sembrava accorgersene, o meglio, nessuno sembrava preoccuparsene.

Allora Harry cercò di imitare la massa.

“Sono quattrocento anni che non mangio, certo non ne ho bisogno, ma… s’inizia a sentirne la mancanza dopo un po’.” Continuò.

Harry stava per rispondere ma Zayn fu più veloce di lui. “Hey, ma io ti conosco! Sei Nick-Quasi-Senza-Testa.”

Il fantasma fece una faccia infastidita “Preferirei essere chiamato Sir Nicholas de Mismy…”

Un ragazzino però lo interruppe “Come quasi?! Come si può essere quasi senza testa?!”

Il fantasma sbuffò e si portò una mano all’orecchio sinistro tirandolo e facendo si che la testa gli cadesse sulla spalla sinistra.

Evidentemente, qualcuno aveva provato a decapitarlo, ma non l’aveva fatto a dovere.

Il fantasma guardò stizzito il gruppo di ragazzini affascinati e a tratti spaventati e riportò la testa sul collo con un sospiro.

“Allora nuovi Grifondoro, spero che ci facciate vincere la coppa quest’anno, non è mai successo che la nostra casa non vincesse per sei anni di fila. Ogni volta che perdiamo non so mai se maledire i giocatori di Serpeverde o il nostro Cercatore!” disse seccato.

“Hey, io faccio del mio meglio!” disse Louis.

“Non farmi ridere Tomlinson, ma se è la stessa cosa che dici della scuola!” disse Niall dall’altro tavolo.

“Beh, io almeno non vado in giro con i capelli tinti e conciati come se una mucca mi avesse leccato la testa!” gli disse di rimando girandosi verso di lui.

Wow, la discussione si presentava interessante… beh, lo sarebbe stata se Silente non si fosse alzato e avesse parlato di quanto “quel pranzo annuale servisse ad unire le case e fosse pacifico e a inaugurare il nuovo anno” calcando molto su ‘unire’ e ‘pacifico’.

Harry tirò via per una manica della divisa scolastica e lo fece sedere e rimase tranquillo fin quando un fantasma ricoperto dalla testa ai piedi di sangue non passo sopra le loro teste.

Il riccio rabbrividì e artigliò il braccio di Louis che ridacchiò.

“Rilassati Harry è solo il fantasma dei Serpeverde, il Barone Sanguinario.” Disse sorridendogli.

Beh, il nome non era rassicurante ma il sorriso di Louis lo era così Harry sorrise a sua volta e lasciò correre ricominciando a mangiare.

Quando tutti furono sazi e pieni gli avanzi sparirono dai piatti che ritornarono lucidi e puliti e, dove prima c’erano i piatti di portata, adesso c’erano tutti i dolci esistenti, il discorso nel frattempo si era spostato sulle famiglie.

Scoprirono che Seamus era un mezzosangue, con il padre Babbano e la madre maga e che lei non glielo aveva detto fino a dopo il matrimonio e che Neville aveva una famiglia di pazzi che cercavano di strappargli una magia a tutti costi e che era stato cresciuto dalla nonna.

Liam nel frattempo stava sclerando qualcosa sulle lezioni del tipo “Spero che comincino presto, c’è così tanto da imparare e in più non vedo l’ora di conoscere gli insegnati. Sono sicura che amerò le loro lezioni e…. Oh mio Dio e se non dovessi piacergli? E se mi mettessero voti assurdi soltanto perché gli sto antipatico” e continuava a scuotergli il braccio ogni due per tre.

Così Harry insonnolito iniziò a guardare il tavolo delle autorità Hagrid si stava gustando il suo bicchiere di vino, la McGranitt parlava con Silente e il professor Raptor, parlava con un uomo dalla pelle giallastra e il naso adunco.

Accadde in un istante il professore dal naso adunco lo guardò negli occhi e la cicatrice di Harry bruciò intensamente.

“Ah..” gemette.

Louis si voltò subito verso di lui con aria preoccupata “Ehi, Harry che è successo? Stai bene?” gli chiese allarmato.

Il dolore era sparito così com’era arrivato, scosse la testa “No, nulla. Dimmi, chi è il professore con cui sta parlando il professor Raptor?” chiese.

“Quindi conosci già Raptor! Comunque è il professor Piton , l’insegnate di pozioni, ma sta tentando di avere il posto del Professor Raptor, conosce molto sulle arti oscure.” Spiegò.

Quando tutti ebbero finito anche i dolci i piatti sparirono del tutto e Silente si alzò in piedi “Bene,” iniziò “ora che tutti abbiamo mangiato e siamo sazi volevo ribadire alcune regole:” il suo sguardo scoccò verso le gemelle Malik “è tassativamente vietato agli studenti andare nella foresta qui intorno, com’è vietato fare gare magiche nei corridoi e che, per quest’anno, è vietato andare nei corridoi del terzo piano a meno che voi non vogliate farvi molto male.”

Alcuni studenti risero, Harry compreso, ma erano in pochi gli altri erano  divisi tra quelli incuriositi e quelli spaventati e Harry si chiese se non facesse sul serio.

“Infine volevo informarvi che gli allenamenti di Quiddich inizieranno tra due settimane e se qualcuno fosse interessato potrà riferirlo a Madama Bumb.” annunciò “Ora, prima di andare che vi ritiriate nei dormitori sarà bene intonare l’inno di Hogwarts ognuno scelga il motivo che preferisce.” Informò gli studenti, poi batté tre volte la bacchetta sul tavolo e “Via” disse.

Tutta la scuola intonò:

Hogwarts, Hogwarts del nostro cuore,

te ne preghiamo, insegnaci bene

giovani, vecchi e del Pleistocene

La nostra testa da sola riempi

Con tante cose interessanti.

Perché ora è vuota e piena di venti,

di mosche morte e idee deliranti.

Insegnaci dunque quel che è richiesto,

dalla memoria cancella l’oblio

fai del tuo meglio a noi spetta il resto

finché al cervello daremo l’addio.

“Ah, la musica” disse Silente asciugandosi gli occhi “una magia più grande di qualunque magia che facciamo noi. Ed ora: tutti nei dormitori, forza!”

Tutti gli studenti si alzarono e si accalcarono verso l’uscita mentre quelli del primo anno dei Grifondoro seguirono Safy.

Camminarono per i corridoi per un po’ fin quando non arrivarono davanti ad un quadro di una donna molto grassa e vestita con un abito di seta rosa.

“La parola d’ordine?” chiese.

Caput Draconis.” Disse Safy e il quadro si staccò dal muro  mostrando un’apertura circolare.

Tutti entrarono aiutandosi con le mani e con i piedi.

Safy indicò al gruppo il dormitorio femminile e quello maschile e si ritirò in quello femminile augurando la buona notte.

Quando tutti i ragazzi si furono lavati i denti e infilati nei rispettivi pigiami si infilarono sotto le coperte.

Beh, tutti tranne Louis che in maglietta a righe e pantaloni rossi piegati sopra la caviglia non sembrava intenzionato ad andare a dormire.

“Hey, Lou – da quando in qua lo chiamava ‘Lou’ ma, soprattutto aveva il permesso di farlo? – dove stai andando? C’è il coprifuoco.” Gli chiese assonnato.

Louis sorrise – ah, che bel sorriso -  a quel soprannome “Si lo so, ma devo aiutare Hagrid con alcune faccende e ho il permesso di uscire.” Gli rispose.

“Okay.” Disse Harry.

“Buonanotte Harry. Fai sogni magici.” Gli augurò sorridendogli dolce- dolce?!-

Poi si voltò e usci dal dormitorio per andare da Hagrid e Harry non poté fare a meno di pensare che Lou avesse davvero un culo da paura prima di arrossire per i suoi stessi pensieri e sprofondare con la testa nel cuscino.






AAR: Angolino Autrice Ritardataria;
Okay, sono qui e sono finalmente in vacanza.
Mi dispiace tantissimo per il ritardo mai i miei professori di letteratura assegnano tremila libri da leggere a settimana - non che mi lamenti, amo leggere - e non ho molto tempo per prendere il libro e scrivere - amo Harry Potter ma, non ricordo a memoria ogni santissimo avvenimento-.
Detto questo...
Harry, Harry, Harry iniziamo già con pensieri del genere?
Okay, so che forse è un po' eccessivo ma mi hanno detto, e qui cito il mio migliore amico, anch'io ho cominciato a dodici anni con pensieri del genere, eh eh.
Sperto che il capitlo vi piaccia e RECENSITEEEE!
Un bacio,
§ A §

 

  
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