POV
SHAN-PU
–Un momento di attenzione, please! Ladies
and gentlemen
il nostro carissimo prestigiatore Mousse ha un importante annuncio da
fare a
tutti noi… siete pregati di recarvi immediately
al solito spiazzale dietro il tendone. Come
on, guys!
Il
rumore dell’altoparlante indica che la comunicazione
è terminata. Che diavolo
vorrà adesso quel dannato direttore dall’accento
strano? E cosa c’entra Mousse
in tutto questo? Be’, lo scoprirò solo andando
nello spiazzale.
Dopo
essermi rialzata dalla mia posizione non proprio comodissima
– vi ricordo che
sono una contorsionista, io! – stiracchio gambe e schiena ed
esco con aria
annoiata dalla tenda. Lungo il breve tratto che porta sul retro
incontro anche
Ranma, Akane, quella schiacq…ahem…
Kodachi e il suo fratello schizzato,
Kuno, e tanti altri artisti, tutti, forse per la prima volta,
incuriositi da un
annuncio del direttore. O forse, più semplicemente,
perché il diretto
interessato era Mousse, il tranquillo e invisibile Mousse.
Nella processione l’unico
viso che non riesco a scorgere – fatta eccezione per quello
di Mousse – è quello
di Xiwan e non vi nascondo che la cosa inizia a puzzarmi non poco. E
no, a
puzzare non erano certo le frittelle che
a volte la Spatolona lasciava cuocere troppo in padella,
nossignore.
Xiwan
c’entra in tutta questa storia come il kamaboko* in una
scodella di ramen, ne
sono sicura.
–Chissà cosa vorrà dirci di
tanto importante Mousse – sento commentare da Ranma.
–Mah, non ne ho proprio idea – gli risponde
Akane. –Mousse è sempre così
tranquillo, non ha mai sporto un reclamo in tanti
anni che lavora qui. Certo diventa un po’ esuberante quando
si tratta di
Shan-Pu, ma per il resto direi che è quasi
invisibile.
Raggiungiamo
lo spiazzale sul retro e subito noto che qualcosa di grosso sta per
succedere:
Xiwan, seduta su una sedia di legno, stringe le mani di Mousse che, in
piedi,
la abbraccia da dietro.
–Bene,
bene, guys…scusate se vi
distolgo dai
vostri esercizi, so benissimo che domani è il grande giorno
e che siete tutti
intenti a prepararvi al meglio per il Big Show, ma quello che il nostro
caro
Mousse ha da dirci è very very important. Mousse…
L’interessato
fa tre passi avanti e raggiunge il centro del palco, seguito a ruota
dalla sensuale
Xiwan.
Tutti sono col fiato
sospeso, in attesa di sentire l’importantissimo annuncio di
Mousse, che forse per
la prima volta in vita sua si sente considerato e al centro
dell’attenzione.
–Cari compagni d’avventura, vi
ringrazio di aver temporaneamente sospeso le vostre attività
e di avermi
raggiunto qui solo per sentire cosa avessi da dire.
Sappiate che sono stato molto lieto di aver
preso parte a questa compagnia, così bizzarra – e
qui rivolge uno sguardo a
Ranma – ma senza la quale adesso non sarei quello che sono.
Con alcuni di voi
ho legato particolarmente, anche se non l’ho mai dato a
vedere, con altri forse
un po’ meno, con altri ancora ho avuto qualche diverbio, ma
sappiate che, in un
modo o nell’altro, voglio un gran bene a tutti voi. Per
questo, con mio grande
rammarico, vi saluto: domani torno in Cina, dalla mia famiglia e
lì ne
costruirò una nuova.
Si volge sorridente verso Xiwan e le
prende delicatamente la mano. –Io e Xiwan ci sposiamo.
Segue
un momento di sconcerto generale, ma dura, appunto, solo un momento:
subito
dopo partono gli applausi e le congratulazioni.
–Bene,
direi che qui ci vuole una bella festa d’addio per il nostro
Mousse, non
trovate anche voi, ragazzi? – esclama entusiasta Ukyo
già rimboccandosi una
manica e ricevendo cenni e commenti di assenso da parte di
tutti.
–Mousse e come farai per
lo spettacolo?- chiede qualcuno.
–Già,
è vero, ti sei impegnato tanto per la tua esibizione!
Mousse si schiarisce la voce.
–Be’,
purtroppo non potrò parteciparvi, mi dispiace molto.
E’ vero, mi sono impegnato
tanto e sono davvero rammaricato di non potermi esibire. Mi auguro per
voi che
facciate del vostro meglio e che tutto vada a gonfie vele,
perciò… in bocca al
lupo e fate vedere chi siete!
E’
strano, ma l’esclamazione di Mousse sembrò animare
non poco gli altri artisti
circensi. Dico che è strano perché solitamente
Mousse è la depressione fatta a
persona. Dev’essere proprio cambiato tanto, grazie a Xiwan.
O forse per
colpa tua.
Ancora quella dannata voce: era un
po’ che non si faceva sentire.
Forse aveva deciso che ero stata troppo tranquilla in quel periodo che
non era
tornata ad assillarmi. Ma sì, adesso ci mancava solo lei,
come se i miei
problemi non fossero già abbastanza!
Mentre
sono impegnata a insultare la suddetta vocina, vedo che la gente
intorno a me
inizia a muoversi verso il palco. Tutti vanno a congratularsi con i due
sposini, stringono loro le mani, le ragazze starnazzano intorno a Xiwan
chiedendole dell’abito, della festa,
dell’organizzazione, mentre i ragazzi si
congratulano con Mousse dandogli pacche dietro la schiena
così forti che gli
occhiali gli scivolano continuamente sulla punta del naso. Sto per
andarmene
indifferente ,
a chi vuoi
darla a
bere, stai rodendo dentro, mia cara
oh, e va bene: sto per andarmene ribollendo come una pentola a pressione –
va bene così, stupida
vocina? – quando a un tratto mi fermo e rifletto. Rifletto
che il mio
comportamento sarebbe scortese nei confronti di Mousse – chi
se ne infischia di
Xiwan – senza contare che il mio atteggiamento potrebbe
essere interpretato
come di gelosia. Quindi faccio dietrofront e mi dirigo
anch’io verso il palco. –Le
mie congratulazioni, Mousse, spero che possiate essere felici insieme – dico una
volta arrivata di fronte a
loro, con la gola quasi secca per la
tensione.
–Oh,
è molto gentile da parte tua, Shan-Pu. Ti manderemo una
cartolina appena saremo
arrivati – si intromette Xiwan sfoderando il sorriso
più ipocrita e sdolcinato
che si possa mostrare. Un moto di stizza si innesca in me: insulsa,
ipocrita,
sfacciata gatta morta.
Non ti
ricorda proprio
nessuno il suo atteggiamento? Perché, allora, non la smetti
di insultarti da
sola?
–Grazie, non vedo
l’ora – le rispondo cercando di imitare quello
stesso tono palesemente ipocrita, ma tutto quel che mi esce
è una voce da
zitella acida e sprucida.
Detto questo alzo i tacchi per la seconda
volta nella giornata e me ne vado. Facendomi strada tra la folla di
artisti,
scorgo per caso Akane. –Adesso so cosa provi, Akane
– mormoro più a me stessa
che a lei, ma lei si volta comunque verso di me con un espressione
interrogativa. –Scusa Shan-Pu, hai detto qualcosa? Ho sentito
solo Akane!- ma
prima chela giovane domatrice possa finire
la frase sono già sparita dietro la tenda.
La sera tutti si danno da fare per
organizzare la festa a
Mousse. No, nel senso letterale intendo, ovviamente, non certo
perché volessero
dargliene tante prima della sua partenza per la Cina. Gli equilibristi
si occupano delle
composizioni floreali, gli acrobati dei festoni, i mangiatori di fuoco
delle
luci, i giocolieri di imbandire i tavoli e Ukyo, naturalmente, delle
varie portate.
Pur
essendo piena estate, stasera tira un leggero e piacevole venticello
fresco e io resto lì immobile a
godermelo. La verità è che in mezzo a tutto
questo gran da farsi io mi sento
completamente fuori luogo, non so cosa fare, sembra che non ci sia
niente che
io possa fare, tutti si stanno occupando di tutto e sembra che io non
sia
indispensabile nell’organizzazione della festa.
Così decido di andarmi a fare
un giro: ovunque io volga lo sguardo c’è
sempre qualcuno indaffarato a correre da una parte all’altra
con una scatola
piena di decorazioni o a salire sulle spalle di un altro per sistemare
una
ghirlanda floreale. Passando davanti la cucina vengo investita da un
forte
odore ora di ramen ora di carne alle griglia ora di pastella per i
fiori di
zucca. Pur essendo molto giovane, so che Ukyo ha viaggiato molto quindi
suppongo che stasera voglia dare il meglio di sé offrendoci
anche piatti non
tipicamente orientali: tsè, vanitosa. Però devo
ammettere che i suoi piatti
sono una vera delizia per il palato.
La
mia attenzione viene distolta dal tubare di alcune colombe e, facendo
qualche
passo più avanti, noto la tunica bianco latte a motivi
geometrici di Mousse. Vorrei chiedergli cosa ci faccia da
solo,
triste e sconsolato, sul retro del tendone, ma non ne ho il coraggio.
Fortuna
che è lui ad avvertire la mia presenza – o meglio,
le colombe gli fanno notare
la mia presenza – e a compiere il primo passo.
–Ciao
–Ciao- rispondo senza troppo entusiasmo. E vai
con l’allegria! –Cosa ci fai qui da solo? Tutti
sono di là a organizzarti la festa…
cioè non in quel senso… voglio dire…
–Ho capito, ho capito- sorride lui. –Il fatto
è che avevo voglia di
starmene un po’ da solo a guardare per l’ultima
volta tutto questo, prima di
lasciarmelo definitivamente alle spalle.
Annuisco
prendendo posto accanto a lui e cercando di non schiacciare nessuna
delle sue
colombelle.
–Quindi sei proprio deciso a partire, eh? Stavolta
è lui ad annuire. –E’ la cosa giusta da
fare. Ormai è troppo tempo che manco
dalla mia casa, dalla mia famiglia: per me è arrivato il
momento di tornare e
di ricrearmi una nuova vita.
–Con
Xiwan -. La mia voleva risuonare come una domanda e invece prese le
pieghe di
un’affermazione stizzita.
–Cos’ha
Xiwan che non va? Mi ama, mi vuole bene, mi tratta con gentilezza, mi
accetta
per ciò che sono ed è una mia compaesana:
cos’altro potrei desiderare in una
donna?
–Ma
tu non la ami
–Cosa
te lo fa credere?
–Mousse, lo so che sei sempre stato pazzo di me, non credere
che non l’abbia
mai notato. Non puoi pensare di innamorarti dall’oggi al
domani di una donna
nella speranza di dimenticare l’altra.
–Quindi
tu ritieni più giusto che io continui a starti dietro
facendomi trattare come
uno zerbino?
–No, non è
questo… è solo che..
–E’
solo che cosa?
Già,
è solo che cosa. Non so nemmeno io che cosa devo dirgli.
Oh certo che
lo sai. E’
solo che sei maledettamente orgogliosa per dirglielo.
Taci, maledizione. TACI!
–Mousse, ai len? Dove ti sei cacciato?
Diamine,
no, un’altra volta no!
–Devo
andare, mi spiace. Comunque, ‘sta tranquilla ho capito. Ho
capito che sei una
sporca egoista: non mi hai mai degnato di uno sguardo e ora che
finalmente ho
trovato qualcuno che mi ami, a te non va a genio che io possa essere di
un’altra
persona. Credevo fossi cambiata, Shan-Pu, e invece mi sbagliavo. Kami,
se mi
sbagliavo!
–A-aspetta,
Mousse, lascia che ti spieghi! – ma prima ancora che io possa
anche solo
pensare una giustificazione plausibile, lui si è
già alzato ed è spartito dalla
mia vista. E forse anche dalla mia vita.
*Nota:
Naruto:
Particolare tipo di kamaboko (pietanza a base di pesce) a
forma di spirale bianca e rosa che frequentemente si vede negli anime.