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Autore: Marlene Ludovikovna    07/07/2013    7 recensioni
Il fantasma di Prim che vaga nel Distretto 12 ormai raso al suolo.
Ricordando Katniss, sulle note di Safe and Sound.
"Mi chino a prendere una manciata di terra.
I resti dei caduti.
Mi avvicino la mano alla bocca e soffio via quella polvere.
La libero nell’aria.
Come se fosse una farfalla."
Spero che questa fic vi piaccia! Buona lettura! *^*
Genere: Drammatico, Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Finnick Odair, Primrose Everdeen
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- You and I'll be Safe and Sound -





Una farfalla mi passa vicino, è grigia.

Come tutto intorno a me.

Mi muovo lentamente.

Come un fantasma.

Sento la terra solleticare i miei piedi nudi.

Mi chino a prendere una manciata di terra.

I resti dei caduti.

Mi avvicino la mano alla bocca e soffio via quella polvere.

La libero nell’aria.

Come se fosse una farfalla.

Mi tocco i capelli.

Adesso non ho più due trecce, il che mi sembra strano.

Adesso i miei capelli sono sciolti, e bellissimi.

Sono solo un po’ sporchi di cenere.

Nella mia testa sento delle voci. “No, Prim, no!” “Felici Hunger Games e possa la buona sorte essere sempre a vostro favore!” “Ti voglio bene, Paperella.”

Adesso ho gli occhi pieni di lacrime. Voglio andare via, ma una forza a me ignota mi incolla al terreno.

Ricordo il momento della mia morte.

Stavo solo cercando di aiutare, e soccorrere la gente…

E poi quel trambusto infinito.

E sangue. Tanto sangue.

Poi non ho visto niente.

Poi ho chiuso gli occhi per non riaprirli mai più.

 

Just close your eyes

The sun is going down

You’ll be alright

No one can hurt you now

Come morning light

You and I’ll be safe and sound

 

Chiudo gli occhi e lascio che le lacrime sgorghino libere.

Sento la voce di Katniss che mi sussurra delle parole dolci.

All’improvviso me la sento vicina, come quando mi consolava dopo un brutto sogno.

E mi accarezzava la testa.

Mi diceva che sarebbe andato tutto bene, ma non è andato tutto bene.

Adesso il Distretto 12 è cenere. Non fuoco.

E anch’io sono cenere.

Ma io sono il fantasma della ribellione.

Mi guardo intorno.

Questo posto non lo riconosco più.

Adesso è tutto così grigio, ancora più grigio di quanto non fosse prima.

Crescono solo gli alberi, ma non sono verdi e rigogliosi. Sono di un verde chiaro, malato.

Se potessi darei la mia anima per questo mondo.

Per questa natura abbandonata a se stessa.

O forse siamo noi ad essere stati abbandonati da lei?

Alla fine di questa terra spianata e desolata c’è una casa.

Mi chiedo come possa essere sopravvissuta ai bombardamenti.

Mi avvicino.

È in legno ed è tutta sgangherata.

Provo a guardare dalla finestra, ma è sporca e non si vede niente.

 

Don’t you dare look out your window

Darling

Everything’s on fire

The war outside out door keep raging on

Hold on onto this lullaby

Even when the music’s gone

 

Scoppio a piangere e cado in ginocchio.

Vengo posseduta dai singhiozzi.

Il mio vestito bianco è sporco di terra e in certi punti è strappato.

Lo liscio alzandomi. “Tieni dentro la coda, paperella.”

Mi mordo la lingua per non piangere.

Perché non sono come Katniss? Perché non sono forte come lei?

Sento dei rumori. Per un secondo trattengo il respiro e mi siedo senza fare rumore.

C’è qualcuno nella casa.

La porta si apre. Chiudo gli occhi, sperando che non voglia farmi del male.

Chiunque egli sia.

“Annie? Annie? Sei tu? Annie!”

“No…” Mi alzò e fisso sbalordita l’uomo davanti a me.

Ha uno sguardo pieno di morte e di paura, i capelli spettinati e i vestiti logori.

“Tu sei Finnick…” Sussurro con la voce incrinata dalle lacrime.

“Hai visto Annie?” Dice lui con un tono di voce esasperato.

“Io…”

Lui mi afferra per le spalle.

“L’hai vista? L’hai vista? Rispondi!” Poi abbassa la testa.

Sta piangendo. “Rispondi…” ripete.

Stringo le sue mani tra le mie.

“Cos’è questo posto?” Domando.

“è il nostro destino…”

Inizia a balbettare qualcosa che centra con Annie, è impazzito.

Mi invita dentro casa.

Mi siedo su una sedia di legno.

Questa casa mi ricorda la nostra nel Giacimento.

Sul tavolo c’è una spilla.

Devo trattenere un singhiozzo.

È la spilla di Katniss.

“E questa… questa… dove l’hai presa?”

Lui si gira e mi guarda sconsolata. “Primrose… quella spilla è un fantasma della guerra. Come noi. Costretta a vagare tra le macerie per l’eternità.”

Scoppio a piangere.

Lui si avvicina, mi mette una mano sulla spalla.

“Prim… Prim… le troveremo, Katniss e Annie. Un giorno saremo tutti riuniti, e felici. Tutti insieme.”

Mi sembra il delirio di un matto, così lo guardo con dolcezza.

“Finnick, tutto questo non è reale.”


 

   
 
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