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Autore: hinata 92    08/07/2013    4 recensioni
Salite con Qui, Quo e Qua sulla macchina del tempo inventata da Archimede per esplorare Quack Town all'epoca di un certo paperotto pestifero...
Parodia cinematografica che, al contrario di quanto si possa pensare, non è stata ispirata dal recente numero 3000 di Topolino, ma a cui sono contenta di dedicare...
Genere: Avventura, Comico, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Una festa per Betty Lou

 

Qui, Quo e Qua passarono la mattinata tranquilli, a discutere di come tirarsi fuori da quella assurda situazione. Non erano più da soli, d’accordo, ma l’aiuto del piccolo zio Paperino per loro era un’arma a doppio taglio, non potevano non tenerne conto. Mentre stavano ancora discutendo, delle voci si avvicinarono alla porta del fienile e i tre gemelli si nascosero nella paglia.

« Puff, puff… è pesante questa porta! »

« Scusa, Tom, non riuscivo ad aprirla da solo. »

« D’accordo, melanzana, ma perché hai voluto che venissimo qui? »

« Volevi un posto appartato in cui parlare, no? Più del fienile non c’è, te l’assicuro. E la nonna starà a Paperopoli dallo Zione per tutto il giorno, quindi possiamo stare tranquilli. »

Qui, Quo e Qua guardarono curiosi Paperino sedersi su una balla di fieno insieme a un altro bambino decisamente più robusto di lui, con un aria da bullo. Probabilmente era un compagno di classe del loro piccolo zietto.

« Allora, di cosa mi volevi parlare? »

Tom lo guardò con aria minacciosa: « Se esce solo una parola da questo fienile te la vedrai con me, melanzana, chiaro? »

Paperino, per nulla impressionato, annuì e Tom iniziò a cercare di mettere insieme un discorso di senso compiuto: « Ecco… perché… stasera… la festa… i fuochi… io… »

Qui, Quo e Qua si guardarono perplessi, mentre Paperino aspettava paziente di cogliere qualche parola che potesse illuminarlo.

« … buffet… Betty Lou… »

Eccola, la parola magica! Finalmente Paperino riuscì ad intuire cosa volesse da lui l’amico: « Hai problemi per il compleanno di Betty Lou di stasera? »

Tom tirò fuori dallo zaino di scuola un pacchetto: « Pensi che le potesse piacere? »

Paperino, conoscendo bene la sua s-grammatica e soprattutto i gusti dell’amico, si accostò al cartoccio di carta di giornale e da pacchi con molta titubanza, soprattutto quando, nel tentativo di aprirlo, vide dei fili appiccicosi al suo interno.

« Bleah! Ma che cos’è? »

Tom si mostrò visibilmente offeso: « La mia storica collezione di lecca lecca non finiti… alcuni hanno persino tre anni! »

I tre gemelli si misero le mani sulle bocche a vicenda, un po’ per lo schifo, un po’ per non scoppiare a ridere.

Paperino sospirò: « Capisco che tu voglia farle un regalo dal forte valore affettivo… »

Tom scosse la testa: « No, no, i lecca lecca sono interi, al massimo un po’ morsi, ma non li ho fatti a fette! »

« Intendevo che tu ci tieni molto alla tua collezione, no? »

« Ovvio! Ma voglio che capisca che tengo a lei come a loro… »

Paperino fece una smorfia. Probabilmente Tom aveva detto la frase più dolce che potesse partorire (e non per il riferimento ai lecca lecca), ma dubitava che Betty Lou l’avrebbe apprezzata in tutto il suo valore.

« Secondo me puoi farle capire che ti piace in altri modi, magari un po’ meno schifos ehm, zuccherosi! »

« Uhm? Dici davvero? E come? »

« Adesso non so, ci dovrei pensare… »

Tom lo guardò con aria minacciosa: « Pensaci in fretta, melanzana, perché la festa è stasera e io non voglio fare brutte figure! Altrimenti… »

Il bulletto diede una spintarella a Paperino, facendolo in teoria cadere sulla morbida paglia, ovviamente senza sapere che proprio in quella balla di fieno erano nascosti i tre gemelli.

« Ahia! »

Tom si voltò sorpreso: « Ehi, sei proprio una melanzana se ti fai male cadente sulla paglia! »

Paperino si guardò intorno imbarazzato, perché non era stato lui a gridare; tuttavia Tom non ci fece caso e se andò.

« A stasera! »

Non appena il bambino uscì dal fienile, Paperino tirò fuori dalla paglia i suoi nuovi amici: « Tutto bene? »

« Sì, tranquillo… ma sbaglio o quel bambino ti ha minacciato? »

Paperino sorrise: « Mi preoccuperò delle minacce di Tom quando azzeccherà un gerundio… e poi oggi faceva lo scontroso perché era in imbarazzo, si vedeva! Dopotutto cerca di farsi notare da Betty Lou da quando lo conosco… »

Qua si tolse un po’ di paglia dalle piume: « Scusa, ma perché l’hai portato qui? Sapevi che c’eravamo noi, no? »

« Ovvio che lo sapevo, ho fatto aprire la porta da Tom apposta per darvi il tempo di nascondervi! Volevo che ascoltaste anche voi… così mi potete dare una mano! »

« Noi? Ma nemmeno sappiamo chi sia questa Betty Lou! »

Paperino rise: « Perché, pensate davvero che io sappia come fare colpo su una ragazza? Ma quattro teste pensano meglio di una… e qualunque cosa sarà meglio della collezione di lecca lecca di Tom! »

Quo fece una smorfia: « Questo è poco ma sicuro… »

« Allora mi aiuterete? »

Qui sospirò: « Vedremo cosa si potrà fare… »

 

 

Dopo un paio d’ore passate a discutere sulla situazione di Tom, Paperino guardò l’orologio: « Dobbiamo iniziare a prepararci o non faremo in tempo! »

« Scusa, Paperino… »

« … ma come hai intenzione… »

« … di farci infiltrare alla festa? »

Paperino rise. Adorava come quei tre si completassero le frasi a vicenda. Entrò in casa e tornò con tre bluse alla marinara, identiche a quella che indossava: « Vi fate passare per me, no? Qual è il problema? Purtroppo ho solo un cappello, ma nessuno lo noterà! »

Qua si grattò la testa: « Invece credo che qualcuno noterà la presenza di ben quattro Paperino… »

Qui prese la blusa: « Io invece credo che questa ci starebbe troppo stretta, non abbiamo esattamente la stessa taglia… »

Paperino sospirò: « Questo è un problema… in casa ci sono solo i vestiti miei, quelli della nonna e la tuta da lavoro del vicino che usa quando viene ad aggiustare il trattore… »

« Il vostro vicino è alto? »

Il paperotto li guardò perplesso: « Sì, abbastanza, perché? »

I tre gemelli si guardarono con aria complice: « Perché forse possiamo riciclare uno scherzetto che facevamo un tempo a nostro zio per salvare la situazione… »

 

 

Paperino li guardò ammirato: « Uao! Che forza! »

Qui disse ai fratelli: « Da quant’era che non lo facevamo? »

Qua rispose: « Un bel po’, ma a quanto pare ci riusciamo ancora bene! »

Quo aggiunse: « Siete sicuri che volete che io stia sopra? »

« Tu sei quello con la parlantina più sciolta, è meglio che sia tu a parlare! »

« Va bene, ma voi ce la fate? »

« Stai tranquillo! »

I tre gemelli si erano messi l’uno sull’altro, Qua in basso, Qui in mezzo e Quo in alto, e tutti e tre si erano faticosamente infilati nella tuta del vicino. All’apparenza sembravano solo un papero molto alto.

Paperino li guardò ammirato ma preoccupato: « Certo che riuscite sempre a stupirmi… ma resisterete per tutto il tempo? »

« Possiamo sempre darci il cambio… bene, andiamo? »

« Paperino, vai prima tu da solo. se ci vedono arrivare insieme inizieranno a farci domande, soprattutto su come e dove ci saremmo conosciuti… e poi tu devi seguire Tom con il piano che abbiamo inventato prima, no? »

Il paperotto annuì: « Sì, ma cercherò di non perdervi mai di vista. »

Qua rise: « Alti come siamo, conciati così, dovrai davvero essere cieco per perderci! »

Tutti risero e Paperino si allontanò, seguito a distanza dai tre fratellini leggermente barcollanti.

 

 

« Ciao nonna! »

« Ciao Paperino! Tutto bene oggi alla fattoria senza di me? »

Paperino esibì la sua migliore aria da angioletto innocente: « Sì, sì, sono andato a mangiare dalla mamma di Tom, è andato tutto bene! »

La nonna lo squadrò dall’alto al basso: « Sicuro? Quando fai così di solito mi stai nascondendo qualcosa… »

« Assolutamente no, nonna! »

A parte tre paperotti gemelli e la loro strana bicicletta da corsa nel fienile, aggiunse mentalmente.

La papera sospirò: « Va bene, vai pure dai tuoi amici! Ma non dimenticarti di salutare lo Zio Paperone, che è qua in giro! »

« Va bene nonna, a dopo! »

In quel momento arrivarono i tre gemelli, attirando l’attenzione di gran parte degli abitanti di Quack Town. Lo sceriffo li squadrò un po’ dubbioso, il vicino di Nonna Papera commentò alla moglie che la tuta che indossava, oltre ad essere poco adatta all’occasione, somigliava tremendamente a quella che aveva lasciato da Elvira Coot, il sindaco si premurò di dargli il benvenuto. Gli unici che lo ignorarono furono Paperon de Paperoni, troppo impegnato a servirsi al gratuito buffet, e i bambini, che stavano facendo gli auguri a Betty Lou.

Paperino e Louis le porsero il loro regalo: « Buon compleanno! »

La paperotta dai capelli biondi fece un piccolo inchino: « Grazie! Sono contenta che siate venuti alla grande festa che ogni anno organizzano in mio onore! »

Louis alzò gli occhi al cielo. La piccola Betty Lou era così felice dell’evento che nessuno aveva mai trovato il coraggio di dirle che l’annuale festa in pompa magna con tanto di fuochi artificiali non era per lei, ma per l’anniversario della fondazione di Quack Town, e che solo per puro caso le due date coincidevano. Ma dopotutto lei era felice così, e quello era l’importante.

Louis si guardò intorno: « Dov’è Millicent? »

Betty Lou alzò le spalle: « È sparita appena ha visto lo zio di Paperino… »

L’ultimo nominato aggiunse: « E dov’è Tom? »

La bambina scosse la testa: « Non l’ho visto… »

Mentre la paperotta scartava il regalo, Paperino si guardò intorno. Dov’era finito Tom? Come poteva mettere in pratica il piano studiato per l’intero pomeriggio se lui non c’era?

 

 

« Benvenuto a Quack Town, forestiero! »

Quo improvvisò: « Buonasera. Ho visto le luci e sentito la musica mentre passavo sulla statale e sono venuto a vedere cosa c’era… »

Il sindaco sorrise: « È la festa per la fondazione del paese, rimanete pure quanto volete! A proposito, potrei sapere il vostro nome? »

« Archimede Bogarto. »

Qua dovette quasi strozzarsi per non ridere al mix di nomi fatto dal fratello.

« Allora benvenuto, signor Bogarto! Lasciate che vi presenti qualche nostro concittadino: lui è lo sceriffo… »

Un uomo con un grosso cappello da cow boy lo salutò sospettoso con un cenno, al quale Qui rispose.

« … lei è la maestra della scuola elementare, la signorina Witchcraft… »

Una papera dall’aria molto dolce gli porse la mano: « Piacere di conoscervi, signor Bogarto! »

Quo la guardò sorpreso. Così lei era la maestra di Zio Paperino… per fortuna Qui fu più pronto di riflessi nel tirare un pugnetto al fratello al piano di sopra per fargli stringere la mano che gli veniva porta.

« … e lei è una delle nostre concittadine più collaborative per questi eventi, Elvira Coot. Il buffet è per gran parte opera sua. »

Quo dovette far ricorso a tutto il suo autocontrollo per non mostrare particolari emozioni davanti alla nonna, che gli chiese cortesemente: « Da dove venite, signor Bogarto? »

« Da Paperopoli. »

La papera sorrise: « Oh, allora dev’essere la giornata, sono riuscita a convincere un vostro concittadino piuttosto famoso a unirsi a noi… »

Dietro alla nonna, infatti, c’era una figura di spalle con cilindro e palandrana che i tre paperotti conoscevano fin troppo bene.

Qua sussurrò: « Zio Paperone? Cosa ci fa qui? »

Qui gli rispose: « Non manca mai quando c’è del cibo del gratis, per di più cucinato dalla Nonna, dovresti saperlo! »

« Giusto! »

E dopo aver salutato tutti i presenti, i tre fratelli iniziarono a farsi un giro cercando di tenersi il più lontano possibile dal parentado.

 

 

« Finalmente ti ho trovato, Tom! Perché ti sei nascosto qua dietro? »

« Perché non sapevo cosa fare con Betty Lou, testa di melanzana! Spero per te che hai qualche idea! »

Paperino sospirò, cercando di trascinarlo da dietro il tavolo imbandito: « Sì, ho un piano, fidati di me! »

« Lo spero, melanzana! »

Paperino iniziò a bisbigliargli in un orecchio: « Basterà aspettare l’inizio dei fuochi, poi… pss, pss, pss… hai capito? »

Dopo aver ascoltato tutto, Tom annuì: « Sì… sembra quasi perfetto… »

« Lo è! »

« E dov’è la mia collezione di lecca lecca in questo piano? »

Paperino sbuffò e lo spinse verso la paperotta: « Lascia perdere i lecca lecca e andiamo! »

 

 

I tre gemelli si stavano più o meno godendo la festicciola, quando un papero si avvicinò a loro: « Scusa, forestiero, non è che sai suonare? »

« Perché? »

« Perché il nostro trombettista sta avendo un imprevisto… ehm… originale, ecco… »

In quel momento un altro papero con una tromba in mano attraversò la folla inseguito dalla piccola Billy: « Buona, bella, buona, la sveglia mi serve per ricordarmi le medicine… NON MI INCORNARE, NON MI INCORNARE, PER FAVORE!!! »

Il primo papero lo osservò finché non sparì alla vista: « Appunto… siamo rimasti solo in due e stiamo cercando un musicista per sostituirlo. »

Quo ci pensò un po’ su: « Io però non so suonare la tromba… non ci sarebbe una batteria? »

Il papero ci pensò un po’ su: « Forse possiamo arrangiarla in qualche modo… torno subito! »

I tre gemelli si spostarono in una zona appartata e, dopo essere scesi, Qui e Qua iniziarono a protestare col fratello: « Che hai fatto? Non avevamo detto di non farci notare? »

Quo rispose: « Ci avevano già notato a sufficienza, così almeno mentre suoneremo non potranno chiederci altro! »

Qui non sembrava molto convinto: « E poi tu non sai suonare la batteria! »

Quo esibì un sorrisone: « Io no, ma Qua sì! Basta scambiarci! »

« Io? Ma no, io no, non ho mai suonato in pubblico… non ho la tua faccia tosta! »

Un uomo bussò alla porta: « Ehi, ne hai ancora per molto? Il bagno serve anche a me! »

Quo e Qui guardarono il fratello con occhi da cerbiatto abbandonato. Qua sospirò.

« E va bene. Ma questa prima o poi me la paghi, Quo! »

 

 

Tom, imbarazzatissimo, s’avvicinò a Betty Lou: « Ehm… ciao. »

La paperotto lo guardò con aria severa: « Che fine avevi fatto? Paperino ti stava cercando… »

« Sì, la melanzana poi mi ha trovato… »

Louis vide i due e cercò di avvicinarsi, ma venne prontamente placcato da Paperino: « Fermo! Se lo interrompi ora non riuscirà a dire più niente! »

« Perché, che sta facendo? »

Paperino lo guardò entusiasta: « Sta cercando di dichiararsi a Betty Lou! »

Louis lo guardò con la stessa aria perplessa e terrorizzata che avrebbe avuto se gli avesse detto che stavano atterrando gli ufo a Quack Town: « Oh, mamma… sei sicuro che ce la possa fare? »

Paperino continuava a spiare la coppietta come una spia provetta: « Gli ho preparato un piano perfetto, se sbaglia è uno stupido e non posso fare niente per la sua stupidità. »

Louis alzò gli occhi al cielo: « A posto, allora… hai avvertito Millicent? »

« È troppo impegnata con lo Zione, non se ne accorgerà nemmeno! »

Paperino incrociò le dita, sinceramente preoccupato per l’amico: « Coraggio, Tom… »

 

 

Il musicista accompagnò i gemelli nel posto riservato al gruppo musicale: « Non sarà una batteria canonica, ma è quello che siamo riusciti ad arrangiare! »

Qua sorrise alla visione di quel groviglio di padelle, coperchi, oggetti metallici e di varia natura che aveva davanti: « È perfetta. »

« Sicuro? È un po’ vergognosa, lo so, ma questo è un villaggio di contadini, non di musicisti… »

Qua rassicurò il papero: « Andrà bene. Voi suonate che io vi vado dietro come riesco. Non sono un professionista ma farò del mio meglio. »

Il musicista lo guardò perplesso: « Scusa… ma sbaglio o hai la voce leggermente diversa da prima? »

Qua arrossì all’improvviso e finse un accesso di tosse: « Ho un po’ di mal di gola, sai… »

Il papero si allontanò per accordarsi con il collega e Qui sussurrò al fratello in cima: « Sei stato grande! »

Qua respirò profondamente: « Come ho detto, Quo, questa me la paghi… e salata, anche! »

Qui ridacchiò, Quo si limitò a sbuffare; dopodiché i tre cercarono di accomodarsi in modo da dare meno nell’occhio possibile: Qui, in basso, stava in piedi, o per meglio dire, accovacciato, Quo si sedette sullo sgabello che gli avevano fornito e Qua si manteneva in equilibrio sulle spalle del fratello.

Il musicista che li aveva assoldati, con una chitarra, si avvicinò al megafono che fungeva da microfono: « Buonasera a tutti! Scusate il ritardo, abbiamo avuto qualche problema tecnico… ma ora è tutto a posto, possiamo cominciare! And one, two, three… »

L’altro papero con la pianola iniziò a suonare e Qua cercò di dare il ritmo giusto al tutto.

 

 

« Ehm… »

Betty Lou lo guardò perplessa, forse un filo arrabbiata: « Allora Tom? Si può sapere perché mi hai portato qua, lontano da tutti? »

Paperino, da lontano, incrociò nuovamente le dita.

« Perché… perché qua si vedono meglio le stelle. »

Tom non poteva credere di averlo appena detto. La paperotta alzò lo sguardo al cielo.

« Hai ragione, sono molto belle. Dicono che in città ci sia così tanta luce che non si vedono, è un peccato… come fanno a rinunciare a un tale spettacolo? »

« Ehm… già… »

La battuta inaspettata di Betty Lou spiazzò Tom, che si dimenticò cosa doveva dire. Paperino cercò di fargli segni senza farsi vedere da Betty Lou, ma il paperotto era talmente agitato che non lo notò nemmeno.

« B-buon compleanno Betty Lou. Questo è il mio regalo per te. »

Fu un sussurro, così lieve che Paperino non lo senti e la bambina stessa pensò per un attimo di esserselo immaginato. Ma il volto di Tom era così rosso che ebbe quasi la conferma di ciò che aveva appena sentito.

« Tom… io… »

« Betty Lou!!! »

Un’altra paperotta dai capelli neri e il cerchietto rosso si avvicinò alla bambina e la prese per il polso trascinandola con sé.

« Millicent! »

« Muoviti, c’è una band fantastica in piazza! »

Betty Lou si voltò verso il paperotto tarchiato: « Ma… Tom… »

« Ci raggiungerà, non preoccuparti! »

Tom rimase di sasso a guardare la sua amata Betty Lou trascinata via da Millicent, senza capire se la paperotta dai biondi boccoli avesse compreso o no la sua frase biascicata. Ma un sorriso, un timido sorriso della papera che gli rivolse di sfuggita, fu più significativo di tante parole.

Rimase lì, immobile, a guardare il vuoto, chiedendosi cosa sarebbe potuto succedere da quel momento in poi, fino a quando una voce non lo risvegliò dai suoi mille pensieri.

« Ma io la strozzo! Millecent non può rovinare sempre tutto! »

Louis tratteneva Paperino a fatica. Tom gli avvicinò e gli mise una mano sulla spalla.

« È andata bene così. Grazie di tutto. »

E mentre Tom si allontanava, Paperino e Louis rimasero a guardarsi sconvolti per parecchi minuti. Cosa diavolo si erano persi di così straordinario da costringere Tom a ringraziarli e non a picchiarli per non essere riuscito nella sua dichiarazione?

Tom sorrise, immaginando i loro discorsi. Per sua fortuna, non l’avrebbero capito mai.

 

 

Qua si stava scatenando alla batteria, così tanto che Quo temette più di una volta che il fratello potesse perdere l’equilibrio. A un certo punto improvvisò un assolo di batteria così scatenato ed esagerato che tutti, compresi i musicisti, si fermarono a guardarlo sconvolti. Qua non si accorse di nulla e dovette intervenire Quo tirandogli un pugno sul ginocchio.

« Ahi! »

Qua alzò lo sguardo notando le facce attonite di tutti, compresi Nonna Papera, Zio Paperone e il piccolo Zio Paperino. Si sentì il volto avvampare.

Il paperotto prese il megafono dal chitarrista: « Penso che ancora non siete pronti per questa musica, ma ai vostri figli piacerà… grazie a tutti per la bella serata, ora forse è meglio che vada… »

Poi sussurrò ai fratelli di sotto: « Via, via, via! »

E lo straniero, venuto a Quack Town da chissà dove e per chissà quale motivo, se la squagliò dal palco barcollando pericolosamente.

Appena fuori dalla vista di tutti, i tre paperotti scesero l’uno dalle spalle dell’altro e corsero via trafelati verso il fienile di Nonna Papera con lo stesso stile dei Bassotti inseguiti da Paperone con lo spingardino al sale grosso dopo un assalto al deposito.

Qui si appoggiò alla porta del fienile con il fiatone: « Anf, anf… non ci hanno… anf… seguiti, vero? »

Qua gli rispose affannato: « Non credo, anf… e tu cosa… anf… ne pensi, Quo? »

I due gemelli si guardarono intorno terrorizzati: « Oh, cavolo… »

E uscirono dal fienile con il cuore che batteva loro forte, in preda a un spaventoso senso di vuoto, chiamando il fratello mancante. Così li trovò Paperino di ritorno dalla festa.

« Cosa succede? »

Qua rispose agitato: « Non troviamo Quo! »

Qui si sbatté una mano sulla fronte: « Stasera non ne fai una giusta, Qua… »

Paperino lo guardò perplesso: « Quo? E chi sarebbe? E dov’è Edi? »

Qua mandò all’aria ogni prudenza, troppo preoccupato per il fratello: « Edi è Quo! »

Paperino non ebbe il tempo di chiedere altre spiegazioni che una voce alle loro spalle li fece trasalire: « Tranquilli, Qui, Qua, Paperino… ci sono! »

I due fratelli abbracciarono il gemello: « Cosa ti è successo? Temevamo ti avessero preso o chissà cosa… »

Quo sorrise: « No, solo che era buio e nella foga della corsa non ho visto il fossato e ci sono caduto dentro come uno stupido… ci ho messo un po’ ad uscirne! »

Paperino li guardò con le braccia incrociate e l’aria seria: « Devo dunque dedurre che i vostri nomi non sono Archimede, Ciccio e Edi… »

I tre gemelli si guardarono imbarazzati temendo, oltre che di aver causato chissà quale paradosso temporale, una reazione collerica di cui il loro zietto sarebbe stato tanto capace. Per una bravata del genere, nel loro tempo, li avrebbe già rincorsi con un battipanni.

« In effetti no, perdonaci, Paperino. Quando ci hai chiesto i nostri nomi non sapevamo ancora se potevamo fidarci di te… e poi dopo non abbiamo trovato il coraggio di dirti la verità. »

Paperino sospirò, poi allungò la mano: « Ok, rifacciamo da zero, questa volta però in bella. Io sono Paperino. »

« Qui. »

« Quo. »

« Qua. »

Paperino, inaspettatamente, sorrise: « Decisamente più simpatici e facili da ricordare! »

I nipotini lo guardarono sorpresi.

« Non sei… »

« … arrabbiato… »

« … con noi? »

Paperino li guardò sorridendo: « No, perché dovrei? Eravate spaventati, è normale che abbiate un po’ ecceduto con al prudenza! Certo, non mi fa piacere che mi abbiate mentito, ma ora che mi avete detto la verità è tutto a posto. »

Qua si fece coraggio: « Pensavamo che ci avresti urlato dietro… »

Paperino ci pensò un po’ su: « Probabilmente se fossi un adulto lo farei, per mantenere l’ autorità sui bambini… ma sono un bambino anch’io, dov’è il problema? »

Un’auto parcheggiò davanti alla casa e Paperino sussultò: « Devo rientrare subito! A domani, ragazzi! »

Dalla portiera scese una papera di mezza età: « Grazie per essere venuto e del passaggio a casa, Paperone. »

« Sgrunt! Non prenderci l’abitudine, la benzina costa! »

« Lo so. Ma volevo controllare che Paperino mi avesse davvero preceduto a casa e che non fosse in giro chissà dove… »

Paperone spense l’auto: « Controlla, allora, che se non c’è in auto faremo prima a trovarlo. »

Nonna Papera sorrise: « Quando vuoi hai un cuore d’oro. »

Il papero fece volutamente lo scorbutico: « Basta che non lo dici in giro. Ho una reputazione da difendere, io. »

La papera entrò in casa: « Paperino!!! »

Il paperotto la raggiunse, un po’ trafelato: « Sì, nonna? »

La papera annuì e si voltò verso il cortile: « Tutto a posto, c’è! Saluta lo Zio Paperone, che ora deve tornare a casa! »

« Ciao, Zione! »

Paperone borbottò un saluto e si rimise al volante, diretto nuovamente a Paperopoli. La nonna chiuse la porta e i tre gemelli rimasero fuori con i loro pensieri.

« Fratelli, non avete l’impressione di aver imparato di più stasera sullo Zio Paperino che in tanti anni di convivenza? »

Gli altri due gemelli annuirono.

« Assurdo, ma vero… »

 

Ciao a tutti! Cavoli, sembra proprio che questa storia stia piacendo parecchio… non posso che esserne felice! Spero che vi piaccia come ho riadattato l’idea della festa… il compleanno di Betty Lou coincidente con la festa del paese viene da una mia amica, che mi ha confessato che da piccola pensava la stessa cosa. Chi ha visto il film originale potrà riconoscere almeno un cameo preso pari pari… XD

Prima di tutto, i ringraziamenti per chi mi ha messo un commento: bulmasanzo (che ha iniziato a leggersi molte delle mie storie, che coraggio!), Spheater, virginbell (per voi, due, vi ho voluto fare contente e ho messo una comparsata non prevista di Paperone…), Jan Itor 19, darkroxas 92 (i fedelissimi…) e JenJayJak, ultimissima arrivata poche ore prima dell’aggiornamento.

Il prossimo sarà l’ultimo capitolo: in una notte buia e tempestosa, con tanto di fulmini (ovviamente!), Qui Quo e Qua cercheranno un modo per tornare a casa… come? Con una grande sorpresa che spero vi stupirà! Vi aspetto tutti al gran finale!

CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Hinata 92

  
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