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Autore: Alys_90    08/07/2013    11 recensioni
-Sana addio. È finita, non cercarmi mai più-. E così dicendo rientrò.
Akito Hayama mi aveva davvero lasciata. E per di più in quella squallida maniera.
Corsi via, disperata.
-ADDIO!-.
Akito ha lasciato Sana. Come procederà la vita di entrambi? Sarà stato un addio definitivo oppure torneranno nuovamente insieme?
A tal riguardo, un grande segreto verrà a galla e scompiglierà le vite di tutti i protagonisti ..
Questa è la mia prima Fanfiction! Spero sia di vostro gradimento!
Dedicata a Simone, il mio adorabile fratello. ♥
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Naozumi/Sana, Sana/Akito
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti/e!
Quanto tempo! :(
Innanzitutto volevo porvi le mie più sentite scuse per non aver aggiornato in questi quasi tre mesi! :(
Ora, avendo terminato il tirocinio e, fra poco, la sessione estiva degli esami universitari, prometto che pubblicherò gli altri capitoli molto più costantemente! ♥
Grazie ancora per le vostre recensioni! ♥ Sono fantastichissime! :) ♥
Detto questo, vi lascio con il capitolo 15 che, come sempre, spero vi piaccia! ♥
Alla prossima e un grande bacione! ♥


BUONA LETTURA ♥
E ancora grazie a chi recensisce e a chi legge soltanto ♥  


Il mio corpo fu percorso da una lunga serie di brividi caldi e intensi. Sentivo la pelle bruciare a contatto con la sua. Mordicchiai le sue labbra quel tanto che bastava per sentire i suoi gemiti carichi di desiderio e, lentamente, gli carezzai i capelli morbidi e lisci.
Lo baciai così intensamente da poter udire i battiti del suo cuore contro il mio petto.
Naozumi iniziò una lenta discesa con le mani lungo i miei fianchi, per poi posizionarsi sopra i bottoncini della mia soffice camicetta, che cominciarono a slacciarsi.
La mia testa iniziò a vorticare vertiginosamente, inebriata dal piacere che quello splendido ragazzo mi provocava. Gli toccai il viso, aderendo alla sua pelle, che profumava di menta.
Mi stavo abbandonando pian piano alla fantastica e beata sensazione di poter finalmente fare l’amore con lui, fin quando non udii una voce sussurrare il mio nome, che mi riportò alla realtà.
Per un attimo pensai di essermela soltanto immaginata, ma, non appena scorsi l’alta e mingherlina figura accanto alla porta che mi fissava con i suoi dolci occhi ambrati e i capelli color oro, capii che era tutto vero.
Sobbalzai e mi rizzai a sedere. Nao, preso alla sprovvista, spiccò in piedi accanto alla testiera del letto, confuso e spaventato.
Il mio sguardo si piantò in quello di Akito, che non smetteva di fissarmi. Nao, seguendo la direzione dei miei occhi, si voltò e per poco non cadde a terra.
Qualche secondo dopo aver realizzato chi fosse la persona che ci aveva interrotti durante il nostro intimo momento, piombando all’improvviso nella stanza, la sua espressione divenne furibonda.
-Ma che diavolo ci fai tu qui?!- sbottò Nao, agitando in alto le braccia.
-Aspetta Nao..- sentenziai, calma.
Naozumi sì girò ad osservarmi sbalordito, portandosi le mani ai capelli.
Tornai ad Akito. -Che cosa vuoi? Perché sei venuto a casa mia? Mi pare che tu non sia stato invitato o sbaglio?- gli chiesi, fingendo di mostrare la più assoluta indifferenza e sperando di esserne davvero capace.
-Mi sembra di essere stata abbastanza chiara-.
Hayama, scostandosi i capelli, si avvicinò, emanando un’intensa fragranza di dopobarba.
-Sono qui perché ho bisogno di parlare con te ancora. E non come l’ultima volta. Voglio che tu mi stia ad ascoltare seriamente-.
-Ma per favore!- urlò Naozumi, guardandolo come se fosse una preda da catturare.
-Sana non dirmi che vuoi starlo a sentire! Ti ha fatto soffrire come non mai e per di più ti racconta un sacco di frottole!-
Akito mosse un passo verso di lui, cauto. -Hey, attento a quello che dici. Non sono io quello che si approfitta delle persone.. Contando pure il fatto che queste si trovino in situazioni difficili!-
Gli occhi di Naozumi si accesero di rabbia e nervosismo, tanto da iniziare a tremare.
-Non ti permetto di offendermi in questo modo! Stai attento a ciò che dici o fai Hayama!-
-Altrimenti? Cos’è vuoi picchiarmi pure tu?-
Soppesai le sue parole e rivolsi l’attenzione sull’ultima frase che Akito aveva pronunciato. “Pure tu..”. Santo cielo, era stato pestato da qualcuno?
Un fremito di terrore mi percorse la schiena e sentii freddo. Mi ero ritrovata in quello stato pochi giorni prima in ospedale, quando avevo incontrato Nao per la prima volta. Avevo percepito l’ingente necessità di barricarmi sotto le coperte, sentendo un forte tremore impossessarsi di me.
E poi capii.
Era stato un avvertimento. Potevo capire quando Akito Hayama si trovava in pericolo o quando aveva un disperato bisogno della mia presenza. Era una specie di rapporto simbiotico, come quello tra i fratelli gemelli. Un legame profondo ed affascinante che lega due persone, empaticamente, in modo da poter sentir l’uno i pensieri e le emozioni dell’altro.
Capii ciò che dovevo fare. La mia missione era salvare Akito. Salvarlo sempre e comunque.
Osservandolo più attentamente notai dei piccoli lividi sulle sue gote e qualche taglio qua e là. Mi balenò nella mente l’idea che avesse tutte quelle ferite per causa mia e un nodo allo stomaco mi fermò quasi il respiro.
Riposizionò le sue iridi dorate sulle mie, dicendo: -Che fai allora? Vieni?-.
Mi porse una mano, alzando appena le sopracciglia.
Lo guardai ancora, esitante. Esaminai le sue dita affusolate e di un intenso color rosa attendere le mie.
Naozumi osservò la scena basito, non sapendo bene come reagire.
Il cuore mi martellava nel torace, tanto da farmi andare in iperventilazione. Ero giunta ad un bivio, che dovevo oltrepassare. Dovevo scegliere, prendere una decisione, avendo ben la consapevolezza che una volta fatta, non avrei più potuto tornare indietro. Avrei perso qualcuno. Hayama o Kamura.
Dando retta ai miei sentimenti e raccogliendo tutta la mia determinazione, feci ciò che da tempo avrei voluto fare. E non me ne pentii, per nessuna ragione al mondo.
 
***
 
-E’bellissimo qui- sussurrò Akito osservando il giardino, ricoperto di fiori colorati e fitti cespugli.
Dei piccoli lampioncini troneggiavano presso la vasta e tonda fontana posta al centro.
Un vecchio gazebo arrugginito si stagliava a pochi passi da noi.
-Già-. Camminavo adagio, osservando le dure piastrelle lastricate che ricoprivano il viale sul retro di casa mia.
Avevo deciso di ascoltarlo. Di sentire la sua voce calda abbracciarmi l’anima. Dopo aver compreso l’armonia e l’intesa che mi legava indissolubilmente a lui, non avrei mai potuto non accettare. Ora volevo conoscere la verità.
Naozumi, andando su tutte le furie, aveva rotto lo specchio della mia stanza e scaraventato i vetri per tutto il pavimento. Akito, d’istinto, mi aveva accolta tra le sue braccia, proteggendomi e portandomi via.
Nao sbraitò furiosamente un’ultima volta prima di raggiungere il bagno e chiudervisi dentro. Mi faceva male vederlo così, gli volevo bene, mi rendeva felice, ma dovevo sentire ciò che Hayama desiderava dirmi, stavolta senza opporre alcuna resistenza.
Calciai un sottile sassolino che andò a sbattere contro il tronco di un albero accanto.
Giungemmo al gazebo e ci sedemmo, vicini.
-Ti ascolto- sentenziai, accavallando le gambe.
Akito squadrò le stelle, che quella sera ricoprivano interamente la grande distesa blu del cielo.
-Non ci credo che tu sia qui con me..- bisbigliò. -Mi sembra impossibile. Pensavo non volessi più saperne. Che cosa ti ha fatto cambiare idea?-
Riflettei, prima di rispondere. -Il mio cuore-
Hayama, sorpreso, si voltò. Un luccichio gli colmava gli occhi. Evidentemente non aveva parole per descrivere ciò che provava in merito a quella mia strana e imprevista reazione.
-Mi sei mancata-.
Sentii le sue lunghe braccia avvolgermi e avvinghiarmi al suo corpo. Poggiai la nuca sulla sua spalla e restammo così per molto tempo, senza dire nulla.
Dopo minuti interminabili in cui il solo rumore che si sentiva era il nostro respiro, Akito ruppe il silenzio.
-Sono malato Sana-.
Il mio sospiro si fermò. Sentii la speranza di potergli stare vicino svanire e frantumarsi. Non riuscivo a capire, a comprendere.
-Ho la leucemia. Quando stavamo insieme decisi di non dirtelo, per evitare di farti star male, di distruggerti. E così.. ti lasciai. Mi sembrò la cosa più giusta da fare in quel momento. Non avresti retto di vedermi in condizioni atroci e sofferenti.
Avevo paura che non ce l’avresti fatta, pur sapendo che eri e sei una ragazza forte e matura-.
Una lacrima salata mi solcò le guance, posizionandosi sulla sua felpa. Non avevo parole. Non le avrei trovate. Un turbolento vortice mi stava risucchiando, togliendomi il sogno di poter condividere con lui i giorni della mia vita.
-Hey..-. Mi sollevò il mento con le sue mani vellutate e mi diede un leggere bacio sulla fronte. Notando che stavo piangendo, mi asciugò quelle gocce piene di dolore con i polpastrelli e mi fissò.
Poggiò il capo al mio, mormorando: -Sana non me ne andrò.. Te lo prometto-.
Ora presi a singhiozzare. -Non ricordo niente ma.. ma.. sento di appartenerti..-
Akito abbozzò un sorriso e mi strinse ancor più saldamente.
-L’importante è che tu sia con me. Ciò che conta è averti di nuovo al mio fianco. Non ti voglio perdere più. Sei troppo importante..-
-Non voglio che.. che tu.. te ne vada..-. Piangevo disperatamente, mentre mi balenava nella mente quell’orribile visione di un esistenza vuota senza Hayama.
-Cercavo di.. di mascherare la mia attrazione e i miei sentimenti per te, illudendomi che mi piacesse Nao.. Adesso l’ho capito..-
-Sshh...-. Akito portò un dito sulle mie labbra.
Poi, fu un attimo. Hayama iniziò a tossire convulsamente e si accasciò a terra, cadendo con un tonfo.
-No! No, Hayama! Svegliati, ti prego! Akito!-
Mi inginocchiai e mi accostai a lui. -Resta con me!-.
  
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