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Autore: justinscharme    09/07/2013    47 recensioni
*STORIA SOSPESA
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Niall Horan
Note: Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Non sapevo cosa fare perchè potesse stare meglio.
Mi sentivo inutile.
Quella sensazione mi uccideva.
Era un amico, ma non solo.
Lui era una di quelle persone che ti facevano sentire importante, qualunque cosa facevi lui era lì per te, per sostenerti.
Speravo che Anna potesse aiutarlo in qualche modo, e ne ero sicura.
Stavano molto bene insieme, c’era molto feeling tra loro.
Lei era un po’ più esuberante ma comunque dolce.
Vedevo il suo sorriso quando era con lei, non lo aveva mai avuto con nessuna.
Penso che sia innamorato da come mene parla, ai suoi occhi è la ragazza più bella del mondo. 
Ero un po’ gelosa. Non ci vedevamo più come una volta. 
Stavo sempre con Niall, il mio piccolo angelo, ma Liam era insostituibile. 
 
Quando lasciai casa mia mi diressi verso il centro di Londra, che non distava molto.
Decisi di chiamare una mia vecchia amica per provare a dimenticare quello che mi era successo in questi ultimi giorni e rilassarmi un po’. 
Cercai il telefono nelle tasche della borsa e dei jeans ma non riuscii a trovarlo.
Non potevo chiamare nessuno, lo avevo dimenticato a casa. 
 
«Perfetto, ora come faccio?» pensai in preda all’agitazione

Cercai una cabina telefonica pregando di avere qualche sterlina.
Niente, avevo lasciato anche il portafoglio a casa.
 
«Sono un genio» pensai tra un sospiro e l’altro

Decisi di avviarmi verso il parco, non volevo tornare a casa, ma rischiavo di  beccare il temporale.
Infatti, fortunata come sono, appena arrivai incominciò a piovere. 
La pioggia era veramente forte, sembrava grandinasse.
Non potevo chiamare nessuno e tanto meno tornare a casa. 
Il tempo non passava mai e insieme all’acqua c’era anche un calo di temperatura a dir poco impressionante. 
Per essere estate più che altro sembrava inverno, cosa non strana se vivi a Londra. 
 
Decisi di avviarmi  verso casa sperando di non trovaci ancora Anna.
Non sapevo cosa aspettarmi.
Infondo gli avevo lasciato la casa libera…  
 
Durante il tragitto trovai un pub e decisi di fermarmi nella speranza di trovare un bagno dove potermi asciugare, dato che ero letteralmente mezza.
Era un locale molto piccolo, con un balcone di marmo e le pareti bianche.
La stanza era poco illuminata, penso che fosse saltato il generatore a causa del temporale.
Appena entrai trovai Niall e un suo amico sull’uscio della porta e inciampai su qualcosa che non riuscii a vedere.
Non ebbi modo di vedere bene il suo amico, ma era molto carino, al buoi. 
 
«Ciao piccola,tutto bene?» disse Niall cercando di trattenere le risate.
«Secondo te? Blatera meno e aiutami» gli dissi dolorante.
«Ah si, scusa» disse ancora in preda alle risate.
Ero un disastro, sotto ogni punto di vista.
«Ti presento un mio amico. Lui è…» lo interruppi prima che potesse finisse la frase.
«Ciao, io sono Chiara. C’è un bagno in questo posto?» Mi voltai verso il balcone pregando che qualcuno mi avesse sentita.
«Certo, ecco le chiavi» mi disse una bella ragazza dalla chioma folta e bionda.
«Dov’è?» le chiesi ancora dolorante per l’epica caduta di poco prima.
«Infondo a sinistra» mi indicò con fare molto gentile.
«Aspetta…» mi sentii chiamare da dietro.
«Per la presentazione c’è tempo, baby.» dissi in modo quasi provocatorio e correndo verso il bagno.
Niall sorrise,quasi divertito. 
 
Feci una corsa. 
Per poco inciampai su un barista, anche molto carino, la solita insomma …
Appena mi muovevo provocavo un terremoto, ero molto scoordinata. 
Trovai la porta del bagno e stavo per aprila quando sentii provenire dei rumori dall’altra parte di essa. 
«Ah vai»
«Spingi, più forte»
Quei rumori erano soffocati da altri più forti. 
Ok, lo stavano facendo in bagno.
 
Al quanto disgustata tornai il più velocemente possibile da Niall.
Appena mi vide si avvicino a me e provai a spiegargli cosa stesse succedendo, ma come glielo potevo dire? 
«Emh in bagno…»
«In bagno cosa?»
«Ci sono due persone e lo stanno facendo» gli dissi sussurrandogli all’orecchio
«» mi guardò interrogativa
«Niall, stanno scopando! Mi aiuti a farli uscire?» non sapevo in che altro modo dirglielo … 
«Ah … meglio di no»
«Perchè? E io dove mi sistemo?»
«A te piacerebbe se ti rompessero mentre lo fai?»
«No, ma …»
«Quindi ti porto a casa»
«Ma questo è un pub non …» mi interruppe prima che potessi finire la frase
«Se ne occuperà il proprietario” mi disse poggiando la sua mano sul mio volto
«Non posso tornare a casa… ci sono Anna e Liam...» dissi abbassando lo sguardo
«Ti porto da me» mi disse ammicando 
«Se proprio devi …» dissi roteando gli occhi al cielo 
 
Certo che solo io potevo capitare nell’unico pub dove il bagno è occupato per attività “intime”. 
Presi le mie cose e ci dirigemmo verso la macchina del biondo.
Mi dispiaceva di non essermi presentata decentemente.
Ero stata un po’ stronza a far venire Niall con me, anche perché l’ho incontrato per caso, fortunatamente.
 
Quando uscimmo pioveva ancora, ma la temperatura era aumentata.
La macchina non era vicina quindi Niall aprii il suo ombrello e mi ci precipitai sotto. 
Per poco lo feci cadere, ma riuscii a trovare l’equilibrio e mi tirò su. 
Ero caduta, ancora, ed ero completamente mezza.
Rimanemmo in silenzio fino a quando non raggiungemmo l’auto. 
Era abbastanza lontana e ci impiegammo all’incirca dieci minuti. 
Piova fortissimo e il vento era altrettanto forte, così forte che Niall non riuscii a tenere stretto l’ombrello che volò via in un nano secondo.
 
«Cazzo, corri la sotto!» mi gridò indicandomi un grande terrazzo, di fronte a un condominio, che mi avrebbe fatto da riparo.
Lui venne sotto subito dopo e iniziò a dirmi qualcosa ma non capii tutto.
«La macchina non è molto lontana, aspettami qui» sono le uniche parole che riuscii a capire.

Lo aspettai, non so per quanto, là sotto.
Ad un certo punto avevo paura che si fosse perso e decisi di raggiungerlo, anche se non avevo la più pallida idea di dove fosse.
Per fortuna quando stavo per sporgermi dal terrazzo che mi copriva dalla violenta pioggia, senti il suono di un clacson, era lui, il mio principe.
Era bellissimo.
 
«Che fai? Sali su» disse alzando un sopracciglio.
«No guarda, rimango sotto la pioggia» gli dissi facendogli la linguaccia

Mi affrettai a salire, sedendomi sul posto del passeggero, accanto al ragazzo che sembrava un pulcino bagnato. 
Mi allacciai la cintura e Niall accese il motore, girando la chiave in maniera quasi provocante. 
Partimmo, quando un violento brivido mi percorse tutta la schiena, attirando l’attenzione del biondo.
 
«Hai freddo?» mi chiese, con tono preoccupato.
«che domanda stupida» pensai.
«Si, più di così e muoio assiderata»
Alle mie parole Niall accostò e si sfilò la giacca
«Tieni, vedrai che starai meglio. Ora accendo il riscaldamento»
«Cosa fai ora? Il gentlaman?» scoppiò a ridere alla mie parole
«Eppure mi conosci» disse voltandosi verso di me
«Si, sei dolcissimo»
«Non sono riuscito a farvi presentare» disse cambiando improvvisamente discorso.
«Ah già… mi dispiace» dissi abbassando lo sguardo sulle mie ginocchia, ero davvero dispiaciuta.
«Comunque si chiama Robert, uno dei miei vecchi amici irlandesi»
«Bel nome, lo conosci da molto?» gli chiesi, evidentemente curiosa

«Siamo amici da una vita, è come un fratello.» vece una pausa.
«Per questo mi faceva piacere fartelo conoscere, per me è come uno di famiglia»
 
“Awww” pensai.
 
«Che pensiero carino, sei troppo gentile con me. Non credo di meritarmi tutto questo»
«Zitta, è il minimo che possa fare»
«Convinto te» alle mie parole sentii una risata, quasi soffocata. 

Non lo avevo detto tanto per fare, lo pensavo davvero!
Io non mi meritavo le sue attenzioni, i suoi abbracci, i suoi baci e tanto meno il suo amore.
Lui si meritava di meglio.
 
«Non dire così, piccola» mi disse con un tono molto seducente mentre teneva lo sguardo inchiodato sulla strada.

Non dissi nulla, mi limita a sorridergli.
 
Era dannatamente bello, troppo per me. 
 
Il viaggio durò qualche ora, dato che viveva fuori città (più della volta precedente a causa della pioggia).
Casa sua era bellissima, o almeno la ricordavo così.
Durante il viaggio mi addormentai, non so per quanto.
Speravo di non aver russato o parlato nel sonno. 
Ogni tanto mi capita e dicevo cose senza senso … che imbarazzo!
Mi resi conto solo allora quanto distava casa mia dalla sua. 
 
«Siamo arrivati» quella voce non mi suonò mai così soave.
«Finalmente!» dissi stirandomi, ancora rintontita.
«Cucciola …» disse scendendo dall’auto per poi appoggiarsi allo sportello.
«Dimmi …» lo invitai a parlare
«Lo sai che parli nel sonno?»
«Oh cazzo … cosa ho detto?» volevo sotterrarmi viva …
«Niente che avesse senso, solo …»
«PARLA!» quasi urlai
«Hai detto il mio nome!» disse ammicando
«Volevi uccidermi?! »alzai gli occhi al cielo e gli diedi una pacca sulla spalla.
Scoppiò in una fragorosa risata.
Chiuse lo sportello molto delicatamente, e aprii il mio per farmi uscire. 
«Signorina, posso?» disse porgendomi la mano. 
«No, so camminare da sola!»
Mi guardò per qualche secondo e iniziò a ridere.
Non potei trattenermi.
Amavo alla follia quella risata, così bella e spontanea.
«Non fare la stronzetta» disse caricandomi sulla sua spalla.
Decisi di non ribellarmi, ero troppo stanca.
 
Quando arrivò all’uscio della porta mi posò delicatamente a terra e prese le chiavi frugando nelle tasche dei pantaloni.
Appena i miei piedi si posarono sul suolo emisi un sospiro, cercando di mantenermi in equilibrio.
Aperta la porta entrammo molto silenziosamente, anche se in casa non c’era nessuno.
Niall si fece spazio tra il buio per trovare l’interruttore della luce.
Casa sua era molto più accogliente di quanto ricordassi, senza bicchieri e gente ovunque ovviamente.
Si avvicino verso di me e delicatamente mi sfilò la giacca che mi aveva prestato durante il viaggio.
«Credo che questa sia mia» 
mi disse afferrando i miei fianchi da dietro spostando i miei capelli per poi lasciare una piccola scia di baci sul collo.
Era molto seducente.
Si allontanò da me, quasi non lo sentii. 
Andò nello sgabuzzino per riporre l’indumento che mi aveva sfilato in maniera a dir poco provocante.  
 
La porta principale si affacciava al salotto e mi sedetti sul divano accavallando le gambe.
Mi levai le scarpe.
Accanto ad esso c’era un bellissimo scaffale, sul quale trovai un album colmo di foto.
Non potei resistere e lo aprii. 
Erano foto di Niall, della sua famiglia e dei suoi amici! 
Era bellissimo,anche da piccolo. 
Quando il biondo venne verso di me, si accorse che stavo stringendo tra le mani una foto.
Si sedette di fianco a me e mi sorrise.
«Chi è questa?» gli chiesi mentre gli mostravo una foto in cui baciava una bella bionda.
«Una delle mie ex» mi disse levandomi di mano la foto e l’album che avevo poggiato sulle gambe, poggiandolo sul pavimento.
«Delle?» gli chiesi infastidita
«Non dirmi che sei gelosa» quasi rise
«No...» dissi abbassando lo sguardo per giocare con le punte dei miei capelli.
«Certo, come no! Ma ricordati, io sono solo tuo» quelle parole mi riempirono il cuore.
«Solo mio» 
«Ma a una condizione» lo guardai storto.
«Quale?» appoggiai la mia testa sulla sua spalla.
«Tu sei mia»
A quelle parole lo guardai negli occhi per poi perdermi in essi.
Tanto per cambiare.
Mi avvicinai piano piano al suo volto per cingerlo nelle mie mani e stampargli un bacio.
Volevo dargli un semplice bacio a stampo, ma quando le nostre labbra si toccarono, mi chiese il permesso di entrare e lo lasciai fare. 
Il bacio divenne molto passionale, un vero e proprio bacio, tipo quelli che si vedo nei film.
Mi lasciai leggermente trasportare dal momento e infilai le mie dita nella sua chioma bionda, accarezzandola.
Quando ci staccammo eravamo entrambi senza fiato.
Mi avvicinai alla sua faccia e feci sfiorare il nostri nasi
Niall baciò il mio premendo leggermente su esso.
 
Quando arrivammo a casa sua era già tarda sera e mi alzai per andare in giardino.
Niall mi seguii. 
«Piccola, vado a farmi una doccia» disse ammicando
 
Lo guardai spalancando gli occhi.
«Sarebbe un invito?»
«Diciamo che lascio la porta aperta …» sussurò al mio orecchio
«Puoi anche chiuderla» gli dissi tirandogli una leggera pacca sul sedere

Lui si girò e mi sorrise maliziosamente.
 
Passai un po’ di tempo distesa sul prato a guardare le stelle.
Quando iniziò a calare la temperatura entrai in casa.
Mi ero dimenticata di avere ancora i capelli e i vestiti mezzi.
Cercai di orientarmi all’interno dell’abitazione e riuscii a trovare la sua camera da letto.
Frugai tra qualche cassetto e mi misi una maglietta con scritto “free hugs” che mi piaceva molto.
Dato che era un po’ corta rimasi con i miei pantaloni.
 
Quando Niall uscii dalla doccia mi trovò distesa sul suo letto, dato che le camere erano di fronte.
Era bellissimo, delle gocce d’acqua cadevano lungo il suo colpo scolpito, coperto da un asciugamano che gli cingeva la vita.
Mi scrutò bene e si rese conto che avevo la sua t-shirt.
Lo anticipai prima che potesse dire qualcosa:
 
«Posso tenerla? La mia è ancora fradicia...»
«Certo, non devi nemmeno chiedere» disse prendendo un paio di boxer dal cassetto

Gli sorrisi e dato che il bagno era libero feci una corsa e mi ci chiusi dentro.
Il biondo stava letteralmente morendo dalle risate, ma io non avrei resistito ancora allungo.
 
Appena finito uscii lentamente cercando di non fare rumore.
Era sul letto sotto le coperte, evidentemente mi stava aspettando.
Mi invitò ad unirmi a lui alzando il bordo della coperta.
Lo raggiunsi velocemente e mi strinse tra le sue braccia.
Ci addormentammo così, abbracciati.
I nostri respiri divennero uno solo.
Un bel modo di finire la giornata, insomma.
 



SPAZIO AUTRICE
Ciao bellissime, questo capitolo è un pò più lungo degli altri.
Spero che vi piaccia, almeno quanto piace a me.
Grazie per le recensioni positive.
Se ci sono problemi o volete chiarimenti non esitate a chiedere.
Baci.
  
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