LA FORESTA DEGLI ELFI
Dal
suo primo volo con Aster il viaggio si rivelò piuttosto piacevole, ma quando ,
avendo passato le propaggini del deserto di Hadarac arrivarono al margine della
Du WerdeVarden, Wyrda divenne talmente nervosa che,prima ancora di addentrarsi
nel bosco si era rosicchiata le unghie fino alla radice.
Tutto
il nervosismo era però scomparso quando era infine entrata nella magica
penombra del bosco elfico.
Era
diverso da qualunque altra foresta avesse visto: gli alberi, che da tempo
sapeva esseri sebbene vivi, solo vagamente senzienti, in quel luogo erano quasi
svegli; sentiva che essi avvertivano la sua presenza, ma non le davano un senso
di ostilità, era come se per quegli esseri, in vita da molto tempo prima che
finisse l’era dei primi cavalieri, il loro passaggio fosse del tutto
indifferente, una piccola goccia nell’oceano che era il tempo dato loro da
vivere.
Si
sentiva in sintonia in quell’ambiente pieno di morbidi fruscii delle fronde, e
nella notte che passarono in quel luogo non dormì, ma stette ad ascoltare i
piccoli rumori intorno a lei, ed a osservare le stelle che a sprazzi si
scorgevano tra i rami, stupendosi della quasi indifferenza mostrata da Eragon.
Finalmente
arrivarono ad Ellesmera, in tarda mattinata; avevano passato il custode eterno,
mostrando i gewedey Ignasia, per poi atterrare davanti al palazzo della regina
degli elfi. Rimase estasia dal perfetto equilibrio armonico tra gli elfi e la
natura, che si fondevano in simbiosi perfetta, in un’armonia di forme e colori
che non pareva nemmeno artificiale.
Questo
era davvero il popolo leggiadro, si rese conto che si sentiva bene, in
quell’ambiente, forse per la prima volta non estranea.
La
regina degli elfi poi era uno spettacolo a se stante: altera, e soprattutto
eterea, se possibile ancor più delle altre elfe. Era vestita d’azzurro
turchese, come il cielo che si intravedeva tra le fronde degli alberi, con
ricami di foglie in oro sugli orli, che rilucevano nel sole primaverile,
rendendo, se possibile, la regina ancora più splendida.
Per
la prima volta Wyrda ebbe il contatti più ravvicinati con gli elfi maschi, le
truppe elfiche erano infatti arrivate dopo la sua partenza per la capitale, e
quando era tornata era rimasta praticamente tutto il tempo confinata nella sua
tenda, e l’unica rappresentante della stirpe elfica presente alle riunioni
ufficiali a cui aveva preso parte era Arya.
Come
le “donne” essi erano eterei, dallo sguardo profondo, nel complesso erano
un’immagine di perfezione, con i loro zigomi pronunciati, il viso altero e
fine, ma non avevano una gran virilità, pur essendo gli uomini più belli che
avesse mai visto.
I
capelli degli elfi avevano fondamentalmente due colori: alcuni avevano la
lucentezza e la consistenza dell’argento liquido, gli altri erano neri come la
notte più impenetrabile. Le donne li tenevano sciolti, a volte intrecciati con
fiori freschi.
Tutto
le sembrò irreale, mentre venivano condotti -draghi al seguito- attraverso un
enorme corridoio di rami intrecciati, verso una gigantesca sala col soffitto a
cupola, sempre di rami fittamente
intrecciati, inframmezzati da germogli, che sembravano gemme incastonate e
splendenti come stelle, mentre era invece la luce del sole che filtrava tra le
fessure dei rami, rendendo l’aria quasi solida di luce.
Appena
la regina si sedette, sul suo scranno di legno, che pareva sorgere dalla terra
stessa, subito imitata dai cortigiani, un corvo bianco s’involò dal trespolo
posto alla destra della regina, fino a frullare le ali a pochi centimetri da
Wyrda. Strillò:
-Wyrda!-
il
suo nome, la sua vita. La ragazza si chiese che cosa significasse, la sua vita,
perché proprio a lei il compito di esser cavaliere, di votare la sua vita alla
giustizia, c’erano tante persone che l’avrebbero meritato più di lei; persone
più forti, più sagge…più adatte a fare gli eroi… distanti dalla sua vita…
d’altronde
aveva sempre pensato che le cose fantasmagoriche come essere il terzo membro
della rinascita dei cavalieri capitassero solamente a… qualcun altro…
I
pensieri della complessata ragazza vennero quindi interrotti dalla regina, che
la interrogò a lungo sulla sua vita.
La
ragazza, vincolata dall’antica lingua, non mentì, ma omesse parecchi aspetti
della sua esistenza, come il maestro, perché sebbene la sovrana e i cortigiani
avessero il diritto di conoscere almeno in parte il passato della ragazza che
avevano il compito di istruire, alcuni ricordi erano troppo forti, e le ferite
della sua anima sul suo passato non si erano rimarginate.
la
dimora che fu affidata alla ragazza, che venne scortata personalmente dalla
regina, era assolutamente in stile con gli elfi: un tutt’uno con l’albero a cui era appesa, collegata con
una lunghissima passerella all’albero dove aveva visto salire Eragon pochi
istanti prima. La regina le disse che le avrebbero portato il pranzo nella sua
dimora, che la sera avrebbero organizzato un banchetto in suo onore, mentre nel
pomeriggio, se lo desiderava, avrebbe potuto visitare Ellesmera sotto la guida
di Arya.
Salì
le scale a tortiglione, mentre Aster volava fino all’apertura sul lato della
struttura, e in pochi minuti entrò.
L’ambiente
le piacque moltissimo, anche se lo trovava fin troppo lussuoso rispetto alle
sue abitudini assai semplici.
Lo
esplorò con Aster, e apprezzò molto lo studiolo al piano superiore.
L’esplorazione le fece venire in menta che magari gli elfi avevano persino una
biblioteca contenente gli originali degli scritti che gli aveva fatto leggere
il maestro tempo prima, e magari altri ancora.
Entrata
nella stanza da bagno stette qualche minuto a trafficare intorno alla conca in
mezzo al pavimento, prima di scoprire il suo uso effettivo: era una vasca da
bagno!
Ridendo
di se stessa insieme ad Aster si distese per qualche istante sul letto, fin
quando non sentì con la coscienza un elfo in avvicinamento sulle scale a
tortiglione.
In effetti
l’incontro con gli elfi era stato molto diverso, per quel che riguardava la
percezione che aveva con i sensi mentali: le coscienze degli elfi infatti erano
entità molto più grandi e complesse di quelle di tutti gli umani con cui aveva
avuto a che fare fino ad allora, e ci aveva messo parecchi minuti ad abituarsi.
L’elfo
che stava salendo si presentò come
Vlaer, e le disse, consegnandole un vassoio colmo di frutta e verdura di vario
genere, che da lì a un’ora circa sarebbe venuta Arya per accompagnarla nella visita alla città.
Wyrda
condivise con Aster il cibo, mangiando sul bordo dell’ampio davanzale
dell’apertura accanto al letto, conversando con Aster, entusiasta come leidi
tutto ciò che avevano visto nella giornata.
Finalmente
arrivò il momento della visita della città, e Wyrda rimase letteralmente
estasiata da tutto ciò che vedeva, fin
quando arrivarono alla biblioteca, il culmine della meraviglia non aveva
pensato che potesse esistere un luogo contenente tutte quelle migliaia di
rotoli di sapere, e il desiderio di buttarvisi sopra era forte, ma si
trattenne, anche per non far brutta impressione sull’elfa ed Eragon, che era
venuto ad accompagnarli.
Le
furono donati degli abiti nuovi, da uomo, che la ragazza indossò prima del
banchetto, che si tenne appunto la sera.
Sebbene
il cibo che le fu servito non mangiò quasi nulla, al contrario di Eragon, che
come al solito si ingozzava, così come i draghi.
Lei era
troppo estasiata dalla cristallina musica suonata dolcemente dagli elfi, accompagnata
dalle loro voci che parevano ultraterrene, per accorgersi della presenza del
resto del mondo.
Assaggiò
il flevnir…un forte liquore elfica, che rese l’atmosfera ancora più surreale.
Quando andò, volando con Saphira affiancata, alla sua abitazione sull’enorme albero tutto le sembrava distante, etereo, e lei era davvero felice, perché finalmente si sentiva al posto giusto, anche se era assurdo, trovandosi a migliaia di miglia da dalla sua terra, circondata da elfi, sospesa su un albero a cento iarde del suolo…
scusate i mancati ringraziamenti individuali...ma ho fatto fatica anche a riuscire a scrivere il capitolo...comunque grazie a tutti!!!
come forse avrete notato è un po' diverso dal mio solito modo di scrivere...per questo motivo ci terrei ad avere un vostro sincero e obiettivo commento! grazie 100000000
Atra Esternì ono
thelduin!!
CIIIIIIIAAAAAAAAAAAAOOOOOOOOOOO
TORNERò
PRESTO A TORMENTARVI!!!!!!!!!!!!!!!!
VOSTRA