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Autore: SakiJune    23/01/2008    3 recensioni
E' il seguito di "Like A Mother". Ci sono ancora dolorosi segreti, nel passato dei nostri protagonisti. Sappiamo già quale grande sentimento unisce i due insegnanti di Hogwarts... ma quale ruolo hanno avuto nelle vicende della Prima Guerra? Nessuno, potrebbe sembrare, però...
Sacrificio, coraggio, partecipazione e amore.
Ultimo capitolo - Don't pass me by
Spoiler del settimo libro.
Genere: Romantico, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Filius Vitious, Pomona Sprite, Sirius Black | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Like A Mother'
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Rieccomi con il seguito della storia d'amore tra Filius Flitwick e Pomona Sprout narrata in "Like A Mother" (da leggere assolutamente se volete capirci qualcosa, dal prossimo capitolo in poi!).
Dopo averla conclusa, sentivo che c'era qualcosa che mancava... Ed eccolo qui.

Questo capitolo è solo un piccolo flashback, che funge da prologo alla storia, ambientato alla fine del "Prigioniero di Azkaban", quando Sirius Black è chiuso in un certo ufficio del settimo piano. I protagonisti compariranno a partire dal prossimo^^

Grazie a chi sopporta le mie follie Charming Roots.

SakiJune






PROLOGO: SIRIUS, 1994


Era in trappola. Di nuovo.
Dopo dodici anni, avrebbe dovuto esserci abituato.
Ma la differenza era abissale, ora.
Quando il dolore è più forte della paura, quando riesci a sforzarti di gettare giù nel fondo di te stesso i ricordi felici, perché non vengano risucchiati, e perché non ti feriscano nemmeno nei sogni, ecco, allora riesci a sopravvivere. Quando ti convinci di essere una vittima necessaria, quando pensi che la giustizia non ha tutta questa importanza, finché il mondo è in pace... puoi ancora farcela.
Adesso no.
Adesso era tremendamente importante che il mondo sapesse la verità.
Wormtail era fuggito, forse avrebbe aiutato Voldemort a rinascere. Moony era ancora nella Foresta, schiavo della luna e del suo istinto, ignaro di tutto.
"Ho fatto una promessa a Harry, questa sera... e non potrò mantenerla... gli ho dato una speranza, e il suo cuore si spezzerà... Perdonami, ragazzo, perdonami!"

Questo pensava Sirius Black, abbandonato su una poltrona, spossato dall'attacco dei Dissennatori e dalla consapevolezza del destino che lo attendeva.

Non era nemmeno sicuro di dove si trovasse. Un'aula, un ufficio, una stanza di qualche insegnante? Era troppo buio per distinguere i mobili, le pareti. Sapeva un po' di antico, un po' come la biblioteca, un odore che Moony avrebbe apprezzato, sicuramente, ma che a lui, Padfoot, ricordava soltanto la costrizione, il dovere.
Sentiva i passi delle guardie, fuori dalla stanza. Non aveva importanza, dove fosse. Azkaban, o Hogwarts, non c'era futuro comunque.

I suoi occhi si abituarono lentamente alle tenebre, mentre il suo cuore batteva forte, mentre una girandola di ricordi gli vorticava nella mente, perché erano davvero le sue ultime ore, ed era ancora più ingiusto di prima, sì, ora che Harry sapeva la verità, ora che Remus si fidava di lui, e sua madre era morta e Grimmauld Place era sua...

Più nulla, tra poco...

- Maledetto, maledetto Peter... - grugnì tra i denti serrati.

Scattò in piedi, solo per ricadere sulla poltrona subito dopo, colto da un improvviso capogiro. Respirò a fondo, e rialzò gli occhi.

Scostò le tende della finestra. La luna piena si rivelò in tutto il suo splendore.

"Oh, Moony, ora tu non puoi immaginare... non posso nemmeno dirti addio"

Si voltò nuovamente, e vide... La libreria. La scrivania. I quadri. Un armadietto, che aprì d'istinto, nella speranza di trovarvi qualcosa da mangiare... era sciocco, ma aveva fame.
Uno gruppetto di minuscole fatine piuttosto vivaci ne uscirono, sciamando per la stanza, posandosi su di lui con fare amichevole. Ma quando si fu ripreso dallo stupore e fece per richiudere le antine, esse si precipitarono a tornare dentro.

"Sono così affezionate alla loro prigione? Si può essere felici di stare rinchiusi in un posto buio? Oh, accidenti... io voglio vivere... adesso è cambiato tutto..."

Si sedette alla scrivania, giocherellando con i cassetti. Una fotografia attirò la sua attenzione. Corrugando le sopracciglia, la mosse finché la luce della luna non la illuminò in pieno.

Raffigurava alcuni membri dell'Ordine della Fenice, compagni perduti in battaglia, uno ad uno, ferite nella sua anima che non erano riuscite a rimarginare perché subito un altro colpo le aveva riaperte, e poi un altro, e un altro... fino alla tragedia di Godric's Hollow, al giorno in cui aveva perso James e Lily, insieme a buona parte del suo raziocinio...

Perché James e Lily erano la sua famiglia.

Ma quando girò la fotografia, comprese che lui e Moony non erano stati i soli a soffrire le conseguenze della perdita di qualcuno. D'improvviso la sua disperazione si trasformò in un senso di solidarietà che non provava da anni e anni.

C'era una dedica in inchiostro nero. Struggente, alla luce di quanto sarebbe accaduto. Semplice, piena di affetto e speranza.

Speranza.

L'ombra di una creatura alata alla finestra. Questa che si spalancava, ridandogli la libertà e la vita.





(continua)


   
 
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