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Autore: marix96    10/07/2013    2 recensioni
Qualcuno, dopo anni, torna a New York per riallacciare i rapporti. Ma c'è anche qualcun'altro che arriverà a New York per scoprire la verità. Una verità scomoda che potrebbe costare la pelle a qualcuno. Nuove avventure, nuovi amori e nuovi omicidi per Kate Beckett e il suo partner Rick Castle
Dal primo capitolo:
“È come pensavo..” sussurro il ladro aprendo e richiudendo il fascicolo.
“Cosa capo?” chiesero all’unisono i due.
“Dobbiamo andare a New York.”
(IN PAUSA) per mancanza di tempo e di ispirazione non ho la possibilità di concludere la storia, almeno per il momento, prometto che la finirò prima o poi! I'm very sorry D:
Genere: Avventura, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti, Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Terza stagione
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ATTENZIONE: Da questo capitolo in poi potrebbero esserci spoiler o mutamenti riguardo la serie tv!

11. Il terzo poliziotto
 
“Mamma sto benissimo!” rispose Alex al telefono
“Ricordati che sei stato sparato! Come ti viene di fare una rissa?” gridò quasi Beckett dall’altro capo del telefono.
“Dovevamo aiutare Kevin, erano cinque contro uno! Comunque tranquilla, non ti libererai tanto facilmente di me!”
“Non fare lo stupido, non farlo mai più!”
“Va bene!”
“Ora devo andare, ci vediamo dopo.”
“A dopo, mamma!” e così dicendo chiuse la telefonata.
“Da quando è diventata così apprensiva?” chiese Kevin seduto alla sedia.
“Da quando mi hanno sparato!” rispose il giovane avvicinandosi e sedendosi affianco “Ora stai fermo, devo medicarti l’occhio” concluse aprendo la cassetta del pronto soccorso e medicando la ferita dell’amico.
All’improvviso la porta si spalancò e entrò Thomas correndo. I due saltarono letteralmente dalla sedia.
“Che diavolo ti prende, sei completamente impazzito?” chiese Alex all’amico.
“Abbiamo un problema!” rispose Thomas
Alex si alzò veloce dalla sedia e lo raggiunse “Cosa?”
“I rapporti erano contraffatti. Il terzo uomo non si chiamava Napolitano.”
“Maledizione!” imprecò Alex voltandosi su se stesso e dando un calcio alla sedia dietro di lui.
“E ora?Dobbiamo ricominciare?” chiese Kevin tenendosi la benda sull’occhio sinistro.
Alex lo guardò e poi guardò Thomas.
Bastò solo questo. 
Era un comando implicito.
I due si diressero ai computer, mentre Alex infilava la giacca e usciva dalla stanza.
 
Erano passati due mesi da quando Castle e Alex erano stati sparati e da allora Beckett era diventata apprensiva nei confronti del figlio. Aveva temuto di perderlo, così come Castle. Ma non riusciva ancora a lasciarsi andare. In più nella sua vita c’era Josh.
 
Una quindicina di minuti dopo Alex parcheggiò di fronte al 12th. Stava entrando quando una voce lo bloccò.
“Ehi Alex!”
Il giovane si voltò, e subito dopo sorrise.
“Ciao Castle!”
“Continui anche tu a chiamarmi per cognome come tua madre?”
“Ormai ci ho fatto l’abitudine!” rispose il giovane.
“Cosa ci fai da queste parti?” chiese lo scrittore.
“Ero in giro e ho pensato di venire a fare un saluto e a “farmi controllare da mamma”.” rispose Alex.
Castle per tutta risposta rise. Poi entrambi entrarono in ascensore.
“E tu Castle? Cosa ci fai qui? Mamma mi ha detto che non avevate nessun omicidio?” chiese il giovane spingendo il pulsante del piano.
“Sono venuto a far vedere questa a Beckett!” esclamò tutto contento lo scrittore tirando fuori la sua grafic novel
“Wow, è fantastica!” esclamò il giovane. Il trillo dell’ascensore avverti loro che erano arrivati. Ma una volta fuori si accorsero che la scrivania di Beckett era vuota.
“Oh, mamma non c’è!” esclamò Alex
“Ehi ragazzi, dov’è Beckett?” chiese Rick ai due detective seduti alle loro scrivanie
“In pellegrinaggio settimanale da Lockwood” risposero insieme i due. Castle ci rimase male, Alex diventò pensieroso. E questo cambiamento non sfuggi a qualcuno che da un po’ stava sorvegliando il giovane.
“Ragazzi io vado un attimo in bagno!” affermò all’improvviso il giovane allontanandosi. Ma invece di dirigersi in bagno, si diresse nell’archivio. Cercando di non farsi notare entrò nella stanza e iniziò a cercare il fascicolo che gli interessava. Una volta trovato, lo nascose sotto la giacca.
Ma il ragazzo non si era accorto che qualcuno da dietro la porta aveva visto e aveva collegato i pezzi.
“Non è possibile! Vuoi vedere che Alex è diventato Dragon per risolvere l’omicidio di Johanna?” pensò l’uomo che era stato come un padre per il ragazzo.
Subito si allontanò dalla porta prima che Alex uscisse dalla stanza. Dopo aver chiuso bene la porta dell’archivio, si diresse nuovamente verso le scrivanie dei detective, dove nel frattempo era tornata sua madre.
“Alex, e tu cosa ci fai qui? Stai bene?” chiese subito Kate avvicinandosi
“Si, sto bene mamma”rispose
“Va bene” rispose con tono strano Beckett, cosa che non sfuggì al figlio.
“Beckett, cos’hai? È successo qualcosa?” chiese Castle, avendo intuito qualcosa che non andava nel comportamento della detective.
“Si, Lockwood è scappato dal tribunale!” rispose la detective suscitando il terrore negli occhi dei presenti. L’unico motivo per cui Lockwood era scappato era chiaro a tutti: uccidere Kate.
Subito il capitano Montgomery allertò delle squadre di sorveglianza da appostare sotto casa di Beckett e ordinò alla detective di non uscire dal suo appartamento per nessun motivo.
 
Alex entrò nel suo rifugio come una furia, facendo sussultare i suoi compagni seduti al computer.
“Che diavolo ti prende?” chiese Kevin
“Lockwood è scappato. E sappiamo tutti per quale motivo. Devo trovare una soluzione” affermò il giovane tirando fuori il fascicolo dalla giacca e aprendolo. Dopo aver analizzato dei documenti e qualche foto, Alex trovò un foglio che non era un rapporto, ma una lettera. Era stata scritta dal terzo poliziotto. Era una lettera di scuse. In questa lettera venivano citati Raglan e McCallister e tutto ciò legato al rapimento dei mafiosi. Il poliziotto si scusava e affermava che avrebbe taciuto su tutto, ma non poteva continuare e per questo si ritirava. E, alla fine della lettera, c’era la firma dell’uomo. Alex sbiancò e sgranò gli occhi: com’era possibile? Com’era possibile che un uomo del genere era coinvolto? Com’era possibile che l’uomo che era stato come un padre per lui fosse quel poliziotto corrotto? Com’è possibile che questi gli avesse mentito fino al quel momento?
I suoi amici lo riportarono alla realtà.
“Allora?” chiesero
“L’ho trovato!” rispose con una punta di preoccupazione.
“E allora? Dovresti essere felice, non è quello che volevi?” chiese Thomas
“È Montgomery!” rispose il ragazzo, lasciando interdetti i due compagni.
 
Nell’ufficio del capitano del 12th, Roy montgomery se ne stava seduto dietro la sua scrivania mentre rigirava una penna nelle mani.
“A quest’ora Alex avrà già scoperto la verità. Bene, è ora di mettere in atto il mio piano!”




Angolo di Marix:
Salve a tutte!!
Scusate il ritardo! Avevo promesso di pubblicare lunedì ma, per imprevisti fuori programma, sono riuscita solo oggi! Perdono!!! :3
Tornado al capitolo, eccovi l'undicesimo. Cosa ne pensate? Alex ha scoperto che Montgomery è il terzo poliziotto: come reagirà? E inoltre cosa avrà in mente Roy? 
Un commentino, anche piccolo, fa sempre piacere xD
Ci si vede al prossimo, non posso ancora dirvi quando :(
Baci,
Marix :D
  
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