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Autore: AryYuna    23/01/2008    1 recensioni
Tidus a Zanarkand. Yuna su Spira. E se non si fossero mai incontrati?
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Un altro capitolo lungo? E che è successo? Dov'è più la mia sintesi estrema che mi fa odiare dalla proffa prolissa di filosofia? XD
E vabbè, scleri a parte, qui torniamo a Yunie, che, se ricordate, era stata rapita... Ma non è meraviglioso come tutto cambi senza Tidy? *_*




Capitolo-12-Il deserto di Bikanel

Quando aprì gli occhi, Yuna si ritrovò sul ponte di una nave.
Una nave con un motore meccanico.
Spaventata si alzò a sedere.
Aveva i capelli bagnati e i vestiti fradici.
Un soffio di vento la fece gelare.
Si strinse la mani sulle spalle tentando di scaldarsi.
–Ce à cjakmeydy– disse qualcuno sopra di lei.
Sobbalzò.
–Leyu!– le disse un uomo con una tuta di pelle marrone e occhialini rotondi.
–Lucè my cbyjahde– lo rimproverò con aria di comando una ragazza.
Doveva essere più piccola di lei.
La tuta rossa, gli occhialini e la sciarpa sulla bocca la rendevano irriconoscibile.
Un ciuffo biondo le spuntava da un cappuccio della stessa pelle della tuta.
–Ciao– la salutò.
Yuna non rispose.
–Di– disse rivolta al tipo con la tuta marrone, –bundy tamma lubanda: cdy kamyhtu.
L’uomo sia allontanò.
–Non avere paura– disse la ragazzina tornando a rivolgersi a lei. –Non ti succederà nulla. Cerchiamo solo di proteggerti. Io sono Rikku.
Yuna non rispose.
–Eddai! Cosa devo fare perché ti fidi?
In quel momento, l’uomo con la tuta marrone tornò con delle coperte.
Un uomo con una lucida testa pelata e una tuta di pelle gialla lo seguiva.
–Rikku, lusa…– iniziò, poi si bloccò vedendo la ragazza infreddolita a terra. –Huh à buccepema…– mormorò. –Yuna?– chiese.
Yuna fu stupita che la conoscesse.
–Sì, sei tu, Yuna! La figlia di mia sorella!
Yuna sobbalzò.
–Cosa…– disse parlando per la prima volta da quando si era svegliata sulla nave.
–La piccola Yuna! Rikku, possibile che non al riconosci? È identica a tua zia!
–E chi l’ha mai vista, la zia!
L’uomo la guardò interrogativo per un po’.
–Ah, già. Era già andata a Bevelle… Vabbè… Forza, Yuna, vieni dentro, qui rischi di congelare!
E così dicendo, l’uomo la sollevò dolcemente e la guidò in coperta.
–Lra à cillaccu?– chiese l’uomo con la tuta marrone, ancora con le coperte in braccio.
Rikku scosse la testa, poi raggiunse il padre e la cugina.
–Quindi, lei sarebbe la mia cuginetta?– chiese Rikku entrando nella cabina.
Yuna sedeva su una sedia di legno, accanto alla scrivania dell’uomo.
Si stringeva addosso una delle coperte che un attimo prima aveva il ragazzo con la tuta marrone.
Rikku si chiese come le avesse lei, ora.
–Esattamente– rispose il padre. –Lusa sye à xie?– chiese poi.
–Pyr…
–Perché parlate così? È qualcosa che non devo sapere?
–Ehm… Papi mi ha chiesto perché sei qui.
–E perché sono qui?– ripeté Yuna.
–Beh… Noi cerchiamo di impedire che gli invocatori muoiano per la storia di Sin è una grande idiozia, perciò…
–Cosa? Sei un’invocatrice? Col cavolo! Tu non invochi proprio un bel niente! Puoi anche sognartelo di ammazzarti contro quel coso! Mia nipote non morirà per un credo cretino!– strillò l’uomo.
Yuna abbassò lo sguardo.
In silenzio e senza farsi rivedere, compì una piccola riverenza, chiedendo perdono a Yevon.
Un urlo da fuori indicò che c’erano problemi.
–Tu resta con lei. Io vado a vedere che succede!– ordinò l’uomo alla figlia.
E così le due ragazze rimasero sole.
–Così…– iniziò Rikku. –Saremmo cugine.
–Già…
Rimasero per un po’ in silenzio.
–Quello è tuo padre, mi sembra di capire, giusto? Cid?
–Come fai a sapere come si chiama?– chiese la ragazzina alzando un sopracciglio.
Yuna sorrise.
–Mio padre mi disse che semmai fosse successo qualcosa avrei potuto contare sempre su di lui, anche se non aveva mai visto di buon occhio il suo matrimonio con mia madre.
–Già. A quanto ne so tuo padre era uno yevonita… o almeno, divenne un invocatore.
–Già– rispose la ragazza abbassando lo sguardo.
–Perché anche tu sei diventata invocatrice?– chiese ancora Rikku.
–Perché è giusto– rispose semplicemente Yuna.
Rikku la guardò scettica, ma non disse nulla.
–Vado a vedere che succede. Se ti serve qualcosa chiamami.
–Aspetta.
–Sì?
–Io non parlo Albhed…
–“Rikku” non è Albhed. È solo il mio nome, no?
–Sì…
Rikku lasciò la cabina.
Yuna scosse la testa.
Non sapeva perché avesse detto a Rikku di non parlare Albhed.
La sua risposta era stata ovvia…
Ma non era quello che Yuna intendeva.
Voleva soltanto che Rikku rimanesse un po’ con lei.
Compì la riverenza, stavolta senza nascondersi, e pregò Yevon di proteggerla anche se era un’Albhed.
Poco dopo, un ragazzo con una strana cresta bionda e una salopette grigia le portò un vassoio colmo di cibo.
Fece per uscire, ma Yuna lo bloccò.
–Dov’è Rikku?– chiese.
Il ragazzo non le rispose, probabilmente non capendo.
–Rikku– ripetè Yuna.
–Rikku. Rikku huh biù jahena– rispose. Poi uscì.
Yuna mangiò in fretta, poi decise di cercare da sola Rikku.
Aprì con circospezione la porta della cabina in cui si trovava e iniziò a vagare per la nave, stretta nella calda coperta.
Giunta sul ponte principale, quello su cui aveva ripreso conoscenza e aveva incontrato Rikku e gli altri.
Una terra si avvicinava lungo la rotta.
Yuna si avvicinò al parapetto e si sperse per vedere meglio.
L’isola, più grande della piccola Besaid, si presentava del chiaro colore della sabbia.
Yuna sapeva perché.
Era un deserto.
L’unico deserto di Spira.
Il deserto di Bikanel.
Era lì che si trovava il covo Albhed.
Ed era lì che stavano andando.




Per i dialoghi in Albhed, mi scuso per non averli tradotti, ma ho pensato che funzionasse di più così: la scena è vista dal punto di vista di Yunie, in fondo, e lei di Albhed non capisce una mazza! XD
Aspetto comunque i vostri commenti, come sempre! ^^
   
 
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