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Autore: ziananna    11/07/2013    2 recensioni
Qui parlo di una giovane ragazza e la sua convinzione del fatto di sapere tutto.
Sono perfettamente consapevole del fatto che la sua morte è un po da fantascienza però a me piaceva così e sono certa che questa sarà anche la mia di fine.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Natalia era una giovane ragazza di venti anni soprannominata riccioli d'oro per i suoi folti capelli ricci di color oro.

Aveva un sorriso bellissimo, con numerose lentiggini e con un neo bellissimo sotto l'occhio sinistro.

Alta 1.75, gracilina con delle gambe lunghe e delle braccia possenti.

Invidiata da tutte le ragazze del suo quartiere per la sua naturale bellezza, infatti non aveva numerose amiche ma in compenso aveva tutti i ragazzi ai suoi piedi.

La sua permanenza al liceo Classico Gino Pavone era giunta agli sgoccioli.

Natalia si stava cimentando nella terza prova di maturità ed il giorno dopo avrebbe avuto gli orali, così avrebbe finito anche il liceo e l'anno dopo sarebbe andata all'università.

Lei aveva scelto la facoltà di filosofia, l'aveva sempre ammagliata quel mondo di pensieri e idee proprie che venivano difese con ogni mezzo.

Nella terza prova avrebbe avuto ben due domande di ciascuna materia e le domande sarebbero state su un qualsiasi argomento dei cinque anni trascorsi ergo, lei avrebbe dovuto ripassare tutto di ogni materia.

Ma lei nonostante avesse una mente intrigante e contorta ricordava tutto, ma tutto che non avrebbe dovuto aprire libro, infatti era l'unica dell'intera classe a non avere nessuna ansia, era tranquilla come se fosse un normale compito in classe.

Lei non temeva quella prova di maturità benché meno gli orali.

Era il 24 06 2013, ovvero il giorno della terza prova.

Erano tutti ansiosi prima di entrare.

Eccola, la campanella che esortava gli studenti ad entrare era suonata.

C'era gente che era arrivata al punto di piangere, altra che stava svenendo, altri che "Ma sti cavoli, vada come vada, io intanto ho studiato"... 

L'unica tra tutti che non aveva paura era Natalia che appena suonata la campana si diresse verso la sua classe, diede il buongiorno al suo professore e si mise seduta. Fu la prima ad entrare:

<< Natalia, sempre così spontanea e primina, sono fiero di lei, questi cinque anni passati con te sono stati meravigliosi, e parlo a nome di tutti i professori, ci mancherà la sua allegria e tutto l'entusiasmo che mette nel fare le cose >>

<< Professore, per me è un onore ricevere delle lodi da parte sua, anche per me è stato un piacere averla avuta come professore di Greco, e dica agli altri professori che mi mancheranno anche loro e che questi cinque anni sono stati meravigliosi >>

Dopo di che fu seguita da altri studenti e poi da altri ancora.

L'altra campanella era suonata, il compito sarebbe stato consegnato a momenti.

Eccolo, l'attesissimo foglio era giunto tra le mani di Natalia.

Le prime due domande erano di Storia e le chiedevano semplicemente di raccontare le tre guerre mondiali e nell'altra di parlare delle tre guerre puniche, tutte cose che lei sapeva alla perfezione.

Successivamente c'erano due domande di Filosofia, nulla che lei non sapesse.

Due domande di Geografia, nessun problema.

Bene, alle prime sei domande lei aveva risposto perfettamente, si asciugò il sudore e andò avanti.

Le successive domande erano di Latino: Una chiedeva le particolarità della terza declinazione e l'altra i verbi irregolari.

Altre due erano su Fisica, non rappresentavano nessun problema.

Altre erano su Matematica, tutte cose che lei sapeva bene, bene.

Epica, Greco e Antologia? Superate correttamente.

La penultima coppia di domande erano su Biologia, la sua materia preferita la quale non nascondeva segreti per lei.

Giunse il momento delle due domande di Inglese.

Oh cavolo, si grattò la testa, non ci capiva nulla, sembrava che quelle due domande chiedessero la luna.

Si mise ad urlare, tutti la guardavano sbalorditi, le se avvicinarono e cercarono di fermarla, mentre lei urlava, urlava, urlava e non la smetteva più.

Ad un tratto la ragazza morì, pronunciando quest'ultime parole:

<< Pensavo di sapere tutto e, invece, come disse il grande Socrate noi in realtà non sappiamo nulla >>

  
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