Note
dell’autrice: so di non aver aggiornato per un mostruoso lasso di tempo e chiedo
perdono. Volevo farcela circa un mese fa, ma alla fine il mio libro è stato
pubblicato ed ho dovuto seguirne i primi passi (promozione, eventi di
presentazione ecc). Mi scuso ancora e vi auguro una buona
lettura
CAPITOLO
30
Il
mattino seguente Topson si svegliò senza sapere se sentirsi davvero riposato
oppure completamente distrutto. Gli eventi e le emozioni del giorno precedente
lo avevano completamente spossato, tanto che, per un po’, ponderò seriamente
l’idea di restarsene a letto. Su quell’allettante alternativa, però, prevalse la
curiosità di sapere come si sarebbe conclusa la conversazione della sera prima,
così si alzò. Si accorse di avere ancora indosso gli abiti del giorno precedente
e che, avendoci dormito, erano tutti spiegazzati. Sospirando si guardò intorno
per trovare qualcosa da mettere indosso, una vestaglia quantomeno, quando si
accorse di una pila di vestiti di abiti, perfettamente piegati, lasciati sulla
sedia accanto al letto. Ad una seconda occhiata, si accorse con stupore che
provenivano direttamente dal suo guardaroba. Peccato che questo si trovasse in
Baker Street. Mise mentalmente quell’interrogativo nella lista dei chiarimenti
da chiedere al suo amico e, una volta finito di vestirsi, uscì dalla camera e si
diresse al piano inferiore. Entrò nel salotto dove erano stati fatti accomodare
la sera prima e vi trovò la signora Ansmauser, seduta al tavolo della colazione,
con una tazza di tè fumante tra le mani ed un libro aperto davanti agli occhi.
Era talmente presa dalla lettura da non essersi accorta dell’ingresso di Topson,
che si schiarì la voce per dichiarare la sua presenza.
L’effetto
fu immediato. La topolina alzò gli occhi e gli rivolse un
sorriso:
“Buongiorno
dottore, venga, venga, si sieda e favorisca pure.”
Lui
ricambiò il saluto e si sedette dalla parte opposta del tavolo, cominciando a
servirsi del cibo presente sul piano. Dopo essersi riempito il piatto, si
azzardò a chiedere:
“Dove
sono tutti?”
“Mio
marito ha già fatto colazione ed ora è su con Brynna per la medicazione
mattutina. Non ho ancora visto Sherringford e nemmeno il professore. Ho come
l’impressione che non abbiano intenzione di scendere, quindi dovremo portare il
cibo ad entrambi.”
“Concordo,
vorranno controllarsi a vicenda.” Commentò Topson imburrandosi una fetta di pane
tostato. La topolina sorrise e riportò gli occhi sul
libro.
Nella
stanza calò il silenzio: il dottore mangiava e Selena continuava a leggere
sorseggiando il suo tè.
Fu
ancora il dottore a parlare per primo: “Ho trovato i miei vestiti in camera
stamattina. Grazie per averli recuperati da Baker Street.”
Selena
alzò di nuovo gli occhi su di lui e, dopo aver chiuso il libro,
disse:
“Non
siamo andati a prenderli noi, dottore, è stato Sherringford a farli
recapitare.”
Topson
sbarrò gli occhi: “Che cosa?!” esclamò. “E quando?”
“Non
più tardi della tarda mattinata di ieri.” Rispose lei,
calmissima.
“Questa
è proprio bella! Quindi voi sapevate che saremmo venuti
qui.”
“Certamente,
dovevamo pur preparare le camere per gli ospiti.”
Il
dottore sbuffò e si appoggiò allo schienale della sua
sedia:
“Basil
e la sua mania di tenermi all’oscuro di tutto.” Borbottò contrariato, strappando
un sorriso alla signora Ansmauser, che replicò.
“Suvvia
dottore, non se la prenda. In fondo è andato tutto bene.”
Lui
le rivolse un’occhiata e commentò:
“Ammiro
la tranquillità e la fede cieca di lei e di suo marito. Avete deciso di ospitare
tre individui, uno dei quali è un pericolosissimo criminale, con un esiguo
preavviso, sulla base della parola di Basil.”
“Non
solo sulla sua. Ricordi che dietro a tutto questo c’è principalmente Brynna. E’
soprattutto questa la ragione per cui ho acconsentito.”
Topson
sorseggiò un po’ del tè che si era precedentemente versato in una tazza e non
aggiunse altro, ma rimase con lo sguardo fermo sul tavolo di fronte a lui.
Selena lo guardò poi disse:
“C’è
qualcos’altro che la turba dottore, vero?”
Lui
la ricambiò, sospirò, e rispose:
“Solo
sciocchezze, signora, non si preoccupi.”
Lei
gli sorrise.
“Dottor
Topson” cominciò “comprendo cosa sta provando: del resto anch’io frequento un
membro della famiglia Basil da parecchi anni. Le do un consiglio: si sbrighi a
finire la sua colazione e vada su da Tobias e Brynna. Sarà un’ottima occasione
per farsi raccontare come sono andate le cose.”
“Non
credo che risolverebbe il problema” rispose il dottore “Mi piacerebbe essere
informato prima degli eventi, non dopo. Come fa ad accettarlo con così tanta
serenità?”
“Non
lo accetto” replicò tranquillamente Selena “Ma lo prendo come un utile esercizio
per applicare i loro metodi e cercare di capire in anticipo cosa hanno in mente
di fare.”
“E
ci riesce?” chiese Topson alzandosi dalla tavola.
“Diciamo
che sto facendo dei progressi.” Rispose lei, sorridendogli, mentre lui si
chinava per baciarle la mano. “Buona giornata dottore.”
“Anche
a lei” fu la risposta di Topson che uscì dalla stanza. Dopo essersi chiuso la
porta alle spalle, salì al piano di sopra e, dopo essere giunto alla porta della
stanza di Brynna, bussò e si annunciò. La voce del dottor Ansmauser lo invitò ad
entrare e lui fece il suo ingresso nella stanza. Una volta dentro, vide Brynna
stesa sul letto con il dottore che stava terminando di fasciarle un
braccio.
“Come
si sente stamani?” chiese Topson rivolgendosi alla topolina.
“Tutto
sommato abbastanza bene, dottore, e potrei provarglielo se solo Tobias
acconsentisse a farmi camminare un po’.”
“Lo
sapevo, ieri ti ho dato una mano ed oggi ti prendi il braccio. Ne abbiamo già
discusso Brynna, non risollevare l’argomento o sarò costretto a legarti e sai
che non è una minaccia a vuoto.” Replicò il dottor Ansmauser, ultimando il suo
lavoro.
Brynna
sbuffò, suscitando un sorrisetto sul volto di Tobias che stava riponendo i suoi
attrezzi.
“Devi
pazientare ancora un paio di giorni” le disse “Le ferite sono quasi rimarginate,
dopodiché potrai cominciare ad alzarti da sola.”
Lei
sbuffò nuovamente e stavolta Ansmauser rise davvero.
“Starei
qui a tenerti compagnia, ma sai che ho delle visite da fare tra meno di
mezz’ora. Se vuoi ti mando Selena.”
“Non
credo che sarà necessario.” Rispose lei, lanciando un’occhiata a
Topson.
Ansmauser
seguì lo sguardo di lei, poi annuì leggermente con il capo ed uscì dalla stanza.
Brynna allora si rivolse a Topson che era rimasto ai piedi del
letto.
“Venga
dottore, si sieda.” Gli disse indicandogli una sedia accanto al
letto.
Lui
fece quanto gli era stato detto, quasi meccanicamente. Brynna lo osservò,
aspettando di sentirgli dire qualcosa, ma quando lui rimase in silenzio, con un
sospiro decise di parlare per prima:
“Immagino
che si aspetti una spiegazione su quanto è accaduto.”
“Non
aspettiamo Basil?” chiese il dottore.
Brynna
lo guardò in modo eloquente:
“E’
stato sveglio a rimuginare tutta la notte, pensa che non abbia capito come sono
andate le cose? Inoltre ho come l’impressione che lei abbia qualcosa in più da
dirmi e che la presenza di mio fratello potrebbe inibire la sua
intraprendenza.”
Topson
si trovò ad annuire.
“Bene.”
Disse lei. “Da dove devo cominciare?”
“Può
cominciare dal momento in cui è morta, sempre ammesso che lo fosse.” Il dottore
non riuscì ad evitare che ci fosse un po’ di irritazione nel suo tono di voce.
La topolina sorrise prima di rispondere:
“A
mia discolpa posso dire che non era stato tutto interamente previsto e che gli
ordini che avevo dato per simili evenienze sono stati seguiti fin troppo alla
lettera. Sappia che ciò che le riferirò mi è stato raccontato da altri, in
quanto non sono stata propriamente cosciente durante gli eventi. Intanto, le
posso dire che i suoi sensi di medico non l’hanno ingannata, avevo davvero
smesso di respirare e me ne stavo andando. Ora, lei comprenderà che prima di
intraprendere la mia missione dall’interno ho voluto coprirmi le spalle
facendomi sorvegliare continuamente da alcuni topi a me fedeli. Non sarebbero
dovuti intervenire se non in caso di estrema necessità, cosa che è avvenuta
quando mi hanno vista in serio pericolo. L’hanno stordita e mi hanno portata qui
a casa Ansmauser con una carrozza a bordo della quale sono stata temporaneamente
rianimata. Per farla breve sono stata curata tempestivamente da Tobias,
rimanendo comunque tra la vita e la morte per un paio di giorni, dopodiché ho
cominciato a svegliarmi. Non appena sono stata abbastanza in grado di intendere
e di volere ho cercato di mettermi in contatto con Sherringford. Ricorderà
sicuramente la visita di Selena circa quattro giorni dopo gli
eventi.”
Topson
annuì, mentre gli eventi cominciavano a farsi man mano più
chiari.
“Bene,
il vero scopo della sua venuta a Baker Street era la consegna di un messaggio da
parte mia. Tra una lacrima e l’altra ha infilato il biglietto nella vestaglia di
Sherri in modo da fornirgli il punto di partenza per
procedere.”
“Ecco
come ha fatto Basil a sapere che lei era sopravvissuta.” Disse Topson, sempre
con una punta di amarezza.
Brynna
gli sorrise:
“Non
se la prenda dottore, sa com’è fatto Basil.”
“Mi
sa che è un tratto di famiglia” fu la secca replica.
La
topolina rise.
“Vedo
che ha parlato prima con Selena. Avete lo stesso punto di
vista.”
“Signorina
Basil” riprese Topson “Per quale ragione sono stato tramortito? Non potevano
semplicemente dirmi che vi avrebbero portato qui? Perché farmi credere la sua
morte? Perché non portarla via prima, quando ci trovavamo al
locale?”
Brynna
tornò seria.
“Come
le dicevo prima” cominciò “mi dispiace che i miei ordini siano stati eseguiti
fin troppo alla lettera. Non che mi aspettassi diversamente, ma non volevo che
andasse a suo discapito. Vede, dottore, quando ho stabilito il piano di azione
ho chiesto ai miei aiutanti la massima segretezza, in modo da poterli
salvaguardare da qualsiasi azione punitiva da parte di Rattigan. Loro hanno
ovviamente acconsentito. Questo risponde praticamente a tutte le sue domande:
non mi hanno soccorsa al locale perché sarebbero stati immancabilmente notati e
riconosciuti. Per quanto riguarda il colpo in testa che ha ricevuto, e per il
quale le esprimo un’altra volta la mia mortificazione, la mia morte e tutto il
resto.. beh, può immaginarlo: lei non avrebbe saputo chi mi aveva presa e così
nemmeno Basil e Rattigan. Entrambi avrebbero creduto che il responsabile fosse
l’altro, un mezzo estremamente utile per nascondermi e riprendermi con calma. Mi
dispiace che lei abbia dubitato dei suoi sensi di medico, non era mia
intenzione: anche noi Basil facciamo degli errori qualche volta, sa?” concluse
poi, con un piccolo sorriso sul volto ancora segnato dai colpi di
Rattigan.
“Lo
so perfettamente” rispose Topson sospirando. “Sono felice che stia bene, Basil
era davvero affranto.”
“Posso
immaginare. E chissà che pazienza deve aver avuto lei per sopportare lui e la
Blackwood messi insieme.” Disse Brynna.
“In
effetti sono stati giorni un po’ tesi. Se posso chiederlo, perché c’è così tanto
astio tra lei e Cornelia?” domandò Topson
Brynna
fece spallucce.
“Vecchie
antipatie, suppongo. Non ci sopportiamo dai tempi della scuola e tale
inimicizia, se così si può definire, è rimasta negli anni. Se ci aggiunge poi il
fatto che io collaboro attivamente con mio fratello mentre lei resta esclusa la
maggior parte delle volte.. capirà che i rapporti non possono essere proprio
idilliaci.”
“Mi
sembra una guerra stupida.” Commentò il dottore.
“Condivido
la sua opinione ed ammetto parte delle mie colpe, ma avrà notato che ho cercato
di non aggiungere altri ceppi al focolare.”
“Sì,
ha ragione” ammise Topson. “Anzi, forse ha fatto anche più di quello che
doveva.” Aggiunse poi, strappando l’ennesimo mezzo sorriso a Brynna.
Incoraggiato da ciò, decise di esternare un’altra curiosità che aveva da un po’
di tempo: “E non è la prima volta che lo fa, vero?” chiese, notando che la
topolina aveva inarcato un sopracciglio con fare
interrogativo.
“Basil
mi ha accennato qualcosa riguardo a sua marito…” interruppe a metà la sua
domanda quando vide che il viso di Brynna si era rabbuiato in un modo improvviso
e, non gli venne in mente altro termine, pericoloso. “Come non detto.” Provò a
risolvere.
“A
titolo informativo” cominciò Brynna in tono cupo “non amo parlare di questo
argomento. Avrà sentito quello che ha detto Rattigan quella sera, provi a trarne
le sue conclusioni, ma per quanto riguarda i dettagli temo che rimarrà a bocca
asciutta e che non potrà pubblicare la mia storia in uno dei suoi raccontini sul
giornale.”
“Non
avevo intenzione di..” provò a difendersi Topson, ma fu interrotto da Basil che
aveva fatto il suo ingresso nella stanza.
“Lo
sappiamo che non ne aveva intenzione, caro dottore, ma deve capire che questo è
un nervo scoperto e che Brynna tende a reagire in modo un po’ brusco quando lo
si tocca.” Disse l’Investigatopo, avvicinandosi al letto per baciare la fronte
della sorella e per prenderle le mani che, il dottore notò, stavano tremando.
“Mi
scusi, dottore” mormorò Brynna.
“Sono
io che devo scusarmi, le prometto che non accennerò più
all’argomento.”
La
topolina annuì, poi si rivolse a Basil.
“Buongiorno,
cosa è successo?”
Una
smorfia comparve sul viso dell’investigatopo.
“Rattigan
ci vuole vedere tutti, lo faccio entrare?”
Brynna
scosse la testa.
“Andiamo
nella biblioteca qui al primo piano.” Disse tirandosi a sedere e facendo per
alzarsi in piedi, solo per essere fermata dal fratello.
“Mi
permetta, madame” disse lui, prendendola in braccio, guadagnandosi uno sbuffo da
parte della topolina, che poi si rivolse a Topson: “Dottore, potrebbe chiedere
alla cameriera di portare qualcosa da mangiare in
biblioteca?”
Neanche
cinque minuti dopo, tutti e tre insieme a Rattigan si trovavano nella
biblioteca, seduti sulle sedie lì presenti, tranne Brynna, che Basil aveva messo
su un divano in modo che potesse stare sdraiata.
Dopo
che la cameriera ebbe portato un vassoio su cui erano stati posti del cibo e del
tè e se ne fu andata, Rattigan si decise a parlare:
“Considerata
la situazione nel suo insieme, ho deciso di accettare la vostra
proposta.”
“Era
l’unica scelta logica” commentò Brynna. “Bene, stabilito questo, come
agiamo?”
“Qualcuno
è a conoscenza di raduni importanti o riunioni particolari delle Camere?” chiese
Basil. Gli altri scossero la testa. “Allora non possiamo fare altro che
aspettare.”
Le
cose però non andarono propriamente come si erano aspettati. Passarono i giorni,
Brynna recuperava lentamente ma costantemente, seguita passo passo da Tobias e
Selena, Rattigan e Basil passavano la maggior parte del tempo nelle loro
rispettive camere o a controllarsi a vicenda, mentre Topson cercava di
intrattenersi come meglio poteva: conversava con i coniugi Ansmauser e con
Brynna per lo più, oppure leggeva qualche libro preso dalla biblioteca della
casa.
Passò
così una settimana e gli animi cominciavano a surriscaldarsi. Basil era sempre
più in pensiero per Cornelia, Rattigan sembrava una tigre in gabbia ed in
generale la tensione si tagliava con il coltello.
“Ma
insomma, che aspetta?” esclamò una sera il professore.
“Vorrei
saperlo anch’io” rincarò Basil “ci sono stati almeno quattro incontri
importanti, abbiamo fatto fare degli appostamenti, ma niente. Brynna, comincio a
pensare che ti sia sbagliata.”
“Probabilmente
ci è sfuggito qualcosa” replicò lei, mentre camminava per la stanza
appoggiandosi al braccio di Selena.
“TI
è sfuggito qualcosa.” Precisò Rattigan, guadagnandosi un’occhiataccia dalla
topolina. “Comincio a chiedermi perché non vi ho ancora uccisi tutti e non me ne
sono andato. Inizio a seccarmi Brynna.” Continuò minaccioso.
“Forse
stavolta è quella buona” provò ad inserirsi Topson “il sorvegliante di turno non
ci ha ancora portato alcuna notizia.”
“Io
non credo che lo farà, come non lo farà nemmeno domani ed io mi sto seriamente
stancando.” Replicò Rattigan.
“Non
c’è problema” esclamò Basil “Se ti vuoi tirare indietro, professore, dillo
subito così possiamo mandarti in cella e chiudere questa ridicola
storia.”
“Ci
andrò non prima di averti fatto a pezzi.” Ribatté
Rattigan.
La
situazione si stava surriscaldando e Topson stava già pensando di andare a
prendere la pistola che aveva lasciato in camera sua quando il suono del
campanello fece scendere il silenzio nella stanza. I presenti sentirono la porta
di ingresso aprire e chiudersi, poi udirono un lieve bussare alla porta. Dopo
che Rattigan si fu nascosto dietro una tenda, la cameriera entrò nella
biblioteca, annunciando il topo che aveva appena finito il suo turno di ronda al
Parlamento.
“Ebbene?”
chiese Brynna senza troppi giri di parole.
“Tutto
tranquillo signora, niente di insolito, niente riunioni speciali, niente
decisioni, niente rapimenti, nulla.”
L’atmosfera
di silenzio pregnante di tensione causata da quel momento fu disturbata da
Tobias, che deposto il giornale che stava leggendo,
commentò:
“Niente
riunioni speciali, niente decisioni… alle volte mi chiedo cosa ci stiano a fare
là.”
“Beh
signore” rispose il topo “per quel poco che ne so, non possono prendere
decisioni se non sono al completo o quasi.”
Basil
drizzò le orecchie.
“Vuoi
dire che mancava qualcuno all’appello e non ce l’hai
riferito?”
“Non
l’ho riferito perché sono tutti in qualche modo giustificati. Da quello che ne
so, sono fuori città per le vacanze di Natale.”
“Il
che spiega l’assenza di alcuni, ma non di un numero tale da non permettere ai
Parlamentari di prendere delle decisioni.” Commentò Brynna “Ce la fai a farmi
avere un elenco di tutti quelli che sono fuori città?”
“Ci
provo signora” rispose il topo, uscendo dalla stanza.
I
due fratelli si guardarono.
“Forse
abbiamo fatto un errore di calcolo.” Commentò Brynna.
“Già”
fece Basil.
“In
che senso?” chiese Topson, che ancora non aveva ben capito la
situazione.
“Quello
che vogliono dire i fratellini” rispose Rattigan che era uscito da dietro la
tenda “è che con ogni probabilità Moriarty non ha mai avuto intenzione di
prelevarli tutti insieme: lo sta facendo uno alla volta.”
FINE
DEL CAPITOLO