Ridere.

«Per Merlino, per Merlino, per Merlino!» esclamava la donna affannandosi per casa e lanciando occhiate alla finestra.
I capelli ardenti erano ormai sfuggiti alla crocchia; sul volto segnato era comparsa un’espressione preoccupata.
Certo, non era la prima volta che Molly Weasley diventava nonna, ma era comunque un motivo di giubilo, un po’ come se fosse lei la mamma. Anzi, pensandoci bene, era strano non essere lei quella al San Mungo.
Il grande orologio a pendolo della Tana segnò le undici e la donna si riscosse, riprendendo a fare su e giù per l’abitazione appuntandosi, mentalmente, di iniziare prima i maglioni, quell’anno.
Poi, un rumore la fece voltare verso l’ingresso.
«Mamma!» emise George richiudendosi la porta alle spalle. Sul viso aveva un sorriso che gli andava da un orecchio al buco avuto tanti anni prima. «È nato!».
«Oh, George!» disse la maga con le lacrime agli occhi, e lo strinse in un abbraccio. – Com’era cresciuto suo figlio! – «Sono così fiera di te… ma Angelina cara sta bene?».
«Sì!» affermò l’uomo – oh, era così difficile abituarsi all’idea che non fosse più un ragazzo – esultante.
«Che succede?» domandò il signor Weasley uscendo dal salotto.
«Arthur, è nato!» spiegò Molly.
«Sì, papà, è nato Fred» confermò il figlio mentre il padre gli veniva accanto per stringerli la mano ed abbracciarlo, a sua volta.
Intanto la signora Weasley aveva iniziato a singhiozzare ed aveva afferrato un fazzoletto.
«Molly, non fare così» tentò di consolarla il marito ma la voce gli si spezzò.
Faceva ancora male.
Anche il da poco papà aveva acquisito un’espressione dolorante ed ormai il suo sguardo era lontano.
Non più rivolto all’ingresso della Tana, bensì a quella notte, a quel corridoio in cui tutti loro avevano perso qualcuno.
«Sarebbe stato lo zio più matto del mondo magico» constatò. Gli mancava il suo partner di risate.
«Vado… a farti qualcosa da mangiare, sarai affamato. E dopo dobbiamo dirlo a Ginny, ed agli altri» disse con modi spicci sua madre, dirigendosi in cucina, un po’ anche per sottrarsi a quella tristezza a cui era impossibile sfuggire.
Il senso di perdita non l’avrebbe mai abbandonata e lei non era ancora pronta ad accettarlo, nonostante tutto. Aveva preso in considerazione la sua morte, aveva temuto per i suoi bambini ma mai aveva immaginato che… si tamponò gli occhi.
 
Intanto, poche camera più in là dove Angelina stava riposando, un bambino osservava il mondo ospedaliero intorno a sé, con occhietti furbi.
«Bene, eccoti qua, nanerottolo» disse un giovane, la pelle diafrana, sinonimo di morte. Fred Junior, dal canto suo, lo fissò senza timore.
«Non ho molto tempo… okay? Allora, devi farlo sorridere. Devi farli sorridere tutti e toglierli quel muso, capito?» domandò piegandosi per essere a faccia a faccia con il nipote. «E devi giurare che non avrai mai buone intenzioni».
Il neonato emise un vagito, come se volesse rispondere in modo affermativo.
«Bravo. Non sia mai detto che un Weasley di nome Fred sia una copia di Percy, per cui sta’ attento a non diventarlo».
 















Dream’s corner.
Avevo voglia di scrivere qualcosa ed è uscito fuori questo.
Uhm, penso sia meglio specificare una cosa: non credo che Fred sia diventato un fantasma, ed è proprio per questo che dice “non ho molto tempo”.
Sinceramente volevo solo dare uno spaccato della nascita di Fred Junior, anche se non so quanto sia possibile una comparsa del buon vecchio Fred. ç.ç
Grazie di aver letto, vi prego solo di recensire! (:

D.