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Autore: AryYuna    24/01/2008    1 recensioni
Tidus a Zanarkand. Yuna su Spira. E se non si fossero mai incontrati?
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Mega-capitolo per voi! Sono uscita prima da scuola e lo posto subito! Alla fine piccole note. Buona lettura ^^



Capitolo-13-Alla ricerca di Yuna

Lulu ci era già passata.
Aveva già perso una volta l’invocatrice che accompagnava.
Non se l’era mai perdonato.
Non voleva perdere anche Yuna.
Seguita da Kimahri e da uno stranamente silenzioso Wakka guidava quella strana spedizione verso Bikanel.
A quanto ne sapevano, dovevano proseguire fino a Bavelle e da lì prendere una nave… Ammesso che qualcuno li avrebbe portati nel covo degli infedeli.
Attraversarono tranquillamente Guadosalam e la Piana dei Lampi senza fermarsi.
Giunti al Bosco, si diressero direttamente a Bavelle.
Lì, raggiunsero il porto coperto.
Scesero le strette scalette dipinte che vi conducevano, e cercarono eventuali navi in partenza per Bikanel.
Naturalmente non ne trovarono.
E nessuno era disposto ad accompagnarli.
–La nostra invocatrice è stata rapita dagli Albhed e portata nel loro covo. Dobbiamo andare a salvarla!– gridò Lulu ad un marinaio.
Wakka e Kimahri rimasero indietro ad aspettare che se la sbrigasse da sola.
–Senta, non è un mio problema: io a Bikanel non ci metto piede! Non se ne parla!
–Ma lo volete questo Bonacciale, sì o no?
Il capitano accorse richiamato dalle grida della donna.
–Che succede, qui?
–Vogliono andare a Bikanel, capitano, e…
–Bikanel? E perché mai vorreste andare in un simile posto? È ricoperto dal deserto, e ci si perde più facilmente di quanto possiate credere… e poi ci vivono gli Albhed!
–Dicono che devono recuperare la loro invocatrice…
–Beh, se non sapete fare i guardiani non è un prob…
Non fece in tempo a finire la frase.
–Blizzaga!
Un grosso blocco di ghiaccio imprigionò l’uomo.
–Lulu…– cercò di dire Wakka, ma Kimahri lo bloccò.
–Se non mi portate immediatamente a Bikanel giuro che desidererete non essere mai nato! Qual è la vostra risposta, ora, capitano?– sillabò la donna a denti stretti. –D’accordo… Ora però liberatemi…– rispose supplichevole il capitano.
Lulu fece un cenno con la mano e il ghiaccio svanì.
–Salite a bordo– disse indicando un peschereccio.
Lulu salì tranquillamente, seguita da Wakka e Kimahri.
Il capitano scosse la testa e mise in moto la piccola imbarcazione.
–Lulu…– mormorò Wakka.
Lulu si voltò rivolgendogli le spalle.
Sapeva che la sua reazione sarebbe potuta sembrare eccessiva, ma già una volta era stata rimproverata come guardiana, e continuava a rimproverarsi da sola, senza che nessuno le rinfacciasse nulla.
Tanto più che stavolta a colpa era stata di Wakka.
Il peschereccio navigò pigramente verso l’isola Bikanel.
Quando giunsero a riva, i tre scesero e fecero per incamminarsi per il deserto, ma il capitano li richiamò.
–Io non resterò a lungo. Odio questo posto. O ci mettete poco o io tra un’ora me ne vado e la vostra vita non è più un mio problema.
Lulu alzò le spalle e si inoltrò nel deserto.
I due compagni la seguirono.
Il caldo soffocante, il paesaggio monotono, i mostri potenti e la mancanza di una meta precisa erano una prova dura, ma i tre proseguivano determinati, con l’unico pensiero di ritrovare Yuna.
Al sopraggiungere della notte, i tre furono sorpresi dalla nebbia e dal freddo glaciale che regnavano nel deserto e furono costretti a cercare riparo in una costruzione Albhed abbandonata.
Wakka si guardò intorno.
–Albhed. Mi trovo in un rifugio Albhed… Sarebbe quasi meglio morire congelato!– mormorò tra sé e sé.
Kimahri montò il primo turno di guardia.
Non era passata nemmeno un’ora quando andò a svegliare i due compagni.
–Che succede?– chiese Wakka assonnato.
Lulu si alzò, completamente sveglia, e lo precedette fuori imbracciando il suo peluche-arma, un Cait Sith nero, che quasi si confondeva con lo sfondo scuro del vestito della sua padrona.
–Pericolo– rispose Kimahri.
Wakka raggiunse gli altri fuori, pronto a combattere.
Improvvisamente, dalla nebbia sbucò una figura scura.
Sembrava una ragazza.
Completamente fasciata in una tuta di pelle aveva la testa avvolta da un cappuccio scuro e occhialini elastici le coprivano il viso.
–Lre ceada?– chiese vedendoli.
Un’Albhed.
Era un’Albhed.
Wakka sentì ripetersi questa frase nella sua mente come se qualcuno gliela sussurrasse all’orecchio, penetrante e incessante.
Vedendo che non rispondevano, ma che chiaramente non erano della sua razza e che per di più erano armati, la ragazza Albhed attaccò preventivamente scagliando contro di loro alcune granate e altre armi meccaniche.
I tre contrattaccarono.
Kimahri lanciò contro di lei la lancia, come un giavellotto, per distrarla e permettere a Lulu di attaccarla con la magia.
Intanto, Wakka e lanciò contro il suo pallone con tutta la forza che aveva.
La ragazza schivò la lancia e riuscì in qualche modo a ripararsi dalla magia lanciata dalla guardiana, ma fu colpita in pieno viso dal pallone e cadde all’indietro, col naso rotto e sanguinante, svenuta.
Lulu si voltò verso Wakka.
Non lo aveva mai visto così… furioso.
Il suo attacco era stato preciso e potente, perfettamente mirato, e assolutamente efficace.
Kimahri raccolse la sua lancia e porse il pallone a Wakka.
Wakka lo guardò storcendo il naso.
L’impatto era stato violento e il pallone era ora sgonfio, forse bucato.
Si sentì addosso lo sguardo di Lulu e ripensò alla prima volta in cui la guardiana lo aveva visto combattere col pallone.
Aveva riso.
Gli aveva detto che era patetico.
Squallido.
Ridicolo.
Combatteva con un pallone da blitzball.
Assurdo.
Gli uomini combattevano con spade, lance, archi e pugnali.
Lui con un pallone.
Era semplicemente ridicolo.
Ora, però, né la sua magia né la lancia di Kimahri avevano avuto effetto.
Solo il suo pallone.
Sorrise soddisfatto di sé.
–Muoviamoci finché le tracce della ragazza sono fresche: probabilmente veniva dal loro covo e per noi sarà più semplice arrivarci così– disse Lulu riscuotendosi, iniziando già a seguire le leggere impronte lasciate dalla ragazza nella sabbia, completamente dimentica del freddo.
Come facesse a vedere le tracce, Wakka non riusciva a capirlo, comunque la seguì.
Vagarono a lungo nel deserto, mentre la temperatura saliva e il cielo si schiariva.
Quando il sole sorse, il gruppetto giunse al covo Albhed.
–Aspetta– disse Wakka vedendo che Lulu stava per entrare. –Come hai intenzione di trovarla? Non conosciamo la base, e non somigliamo ad Albhed: ci uccideranno se ci trovano. Come conti di combatterli tutti?
Lulu gli lanciò uno sguardo duro e sprezzante.
–Vuoi lasciare Yuna in mano a queste bestie per la tua vigliaccheria?– disse prima di varcare la soglia.
–Tu non dici mai niente?– chiese Wakka a Kimahri.
–Kimahri potente guerriero. Non è problema combattere. Anche diecimila Albhed, per la piccola Yuna.
Wakka alzò gli occhi al cielo.
–Possibile che in un modo o nell’altro mi fate apparire sempre in difetto?
Kimahri gli poggiò una mano sulla spalla.
–Wakka detto cosa saggia, ma Lulu triste per Yuna. E paura. Dobbiamo seguirla.
Wakka alzò lo sguardo verso di lui.
Lulu paura.
A lui sembrava assurdo.
Comunque, la raggiunse insieme a Kimahri.
Il covo Albhed appariva piuttosto tranquillo.
Troppo tranquillo.
Un lungo corridoio con tre strade possibili.
Destra.
Niente.
Centro.
Niente.
Accelerando il passo, quasi correndo, Lulu condusse i due compagni per i terzo corridoio, quello di sinistra.
Ancora sinistra.
Ancora tre strade.
E ancora tutto tranquillo.
Stavolta la strada giusta era quella centrale.
Scale.
Ancora scale…
–Bnahtadame!– gridò una voce alle loro spalle.
–Correte!– gridò Wakka fermandosi di fronte agli Albhed che sopraggiungevano e parandosi in assetto da combattimento.
Sentì i passi di Lulu e Kimahri che si allontanavano.
Un ragazzo fece per inseguirli, ma Wakka lo bloccò.
–Tu dove credi di andare?– chiese derisorio.
Quello lo guardò interrogativo.
Wakka non perse tempo a pensare che probabilmente non aveva nemmeno capito cosa gli aveva detto e lo stese con un pugno.
Un altro naso rotto.
Altri Albhed spuntati da chissà dove – centinaia, migliaia – lo attaccarono.
Wakka si difese con i pugni, i calci, perfino i denti e le unghie.
Erano troppi, lo sapeva, ma ne aveva abbastanza di essere trattato come un perdente, un vigliacco, un incapace… doveva dimostrare, a se stesso primaditutto, che non era vero.
–Fermi! Vanse!– gridò una voce conosciuta dietro di lui, in basso, ai piedi delle scale.
Si voltò.
Yuna.
La piccola Yuna, la sua invocatrice, la sua sorellina, aveva parlato Albhed.
E gli Albhed l’avevano ascoltata.
Un uomo che lo teneva sospeso tenendolo per la maglia lo lasciò andare.
–Yu’, stai bene?– le chiese preoccupato.
–Sì…– disse.
Lulu e Kimahri erano dietro di lei.
–Banlrà je ceada vansyde? Je ru taddu…– disse una ragazza spuntando da dietro alla massa di uomini che fino ad un momento prima combattevano con Wakka.
Era la stessa ragazza a cui lui aveva rotto il naso col pallone, come testimoniava la vistosa ingessatura bianca al centro del suo viso. –Perché li hai fermati?
Prima di avere il tempo di chiedersi con chi parlasse, Yuna rispose.
–Perché sono miei amici. Sono i miei guardiani.
La ragazza col naso rotto alzò gli occhi al soffitto.
–A jue lra m’yclumdyda bina!– disse rivolta ai suoi compagni.
–Diu bydna le ry dattu…– tentò uno di loro, ma la ragazza lo zittì con la mano.
–Vemyda. Tubu ha bynmeysu– li congedò.
Quelli si allontanarono mestamente.
–Ti avevo detto di non uscire da…– disse a Yuna scendendo alcuni gradini, ma Wakka la bloccò.
–Non provare ad avvicinarti a lei.
–Va tutto bene, Wakka. È Rikku… mia cugina– disse Yuna lentamente.




Allora, un paio di noticine.
Primo : le indicazioni destra sinistra ecc nella base solo reali, scritte con la piantina davanti, per cui se prendete il gioco potete vedere chiaramente dove avviene la scena intera ^^
Secondo : Yuna che parla agli Albhed e loro che le ubbidiscono è un'immagine che mi piaceva tanto: Yuna in fondo è la nipote del loro capo, no? Mi piaceva questa forma di ubbidienza nonostante lei sia un'Invocatrice. Si intuisce in fondo che lei non pensa che gli Albhed siano realmente colpevoli della nascita di Sin, o che almeno non ne sia del tutto convinta.
Terzo : all'inizio del capitolo, Lulu è piuttosto... ehm...
violenta quando usa la magia per costringere 'sto povero tizio a portarli a Bikanel. Io sono un tipo violento, anche se non si vede, e mi piaceva che anche la calmissima Lulu nascondesse questo nervosismo quando la sua "sorellina" è in pericolo. E la scena in cui Wakka abbatte Rikku con violenza è ovviamente ricollegata all'odio che lui ha per gli Albhed non perché c'entrino qualcosa con Sin, o almeno non del tutto: il motivo principale è che loro gli hanno portato via il fratellino Chappu (sia perché era impegnato con loro in una missione "illegale" con le macchine, sia perché Sin lo ha ucciso e Sin è portato dalle macchine, o almeno lui così crede ^^), e il fatto del pallone... beh, è una delle scene che mi piace di più! ^^ Kimahri, infine, è un personaggio che io praticamente odio: a metà gioco mi sono rifiutata di usarlo, e Kimahri mi è rimasto a mille-e-qualchecosa HP mentre gli altri sfioravano i diecimila e non ha manco tutte le Nemitec, lo odio troppo per vederlo in campo! > < Però Yuna lo adora, è colui che l'ha raccolta su ordine di Auron quando aveva sette anni, e con lui ha un legame molto stretto, per cui non potevo non usarlo, tanto più che la sua "bimba" è in pericolo. Ho cercato di ricrearne il carattere in modo più fedele possibile, quindi mutamente non dimostra la preoccupazione e cose così. Ma quando Wakka lo interpella, lui si dimostra... saggio, non mi viene un sinonimo, sorry, e soprattutto dimostra di essere un ettento osservatore, di avere comuqnue un cuore sotto la pelliccia, e di aver perfettamente capito Lulu ecc
Aspetto comuqnue i vostri commenti! ^^


   
 
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