Capitolo 1.




Mi svegliai e in tutta fretta mi lavai, mi vestii e mi avviai a scuola a piedi per evitare gli insulti mattutini nell’autobus.
Appena entrai a scuola non mancarono occhiatine e sorrisi malefici, ad un certo punto mi fermai, puntai lo sguardo verso il nulla e mi accorsi di non aver svolto i compiti…
Non ci avevo proprio pensato, come avevo fatto a dimenticarmene?
Cominciai ad avviarmi a passo svelto verso il mio armadietto per prendere il libro si storia e leggere qualche pagina in tutta fretta cercando di memorizzare qualcosa.
Ma non ci fu niente da fare, la campanella suonò prima del previsto e fui costretta a rinunciare.
Entrai in classe e mi sedetti al posto del giorno precedente, ignorata da tutti.
Prima che entrasse Mss. Orta, la famosa professoressa di storia soprannominata ‘’cipolla’’ per il suo forte alito stravolgente, iniziai a recitare qualche preghiera per non essere interrogata.
Passò giusto una manciata di minuti prima che lei entrasse e si presentasse cordialmente a me, arrossii e le sorrisi gentilmente.
< Allora, signorina Mitch, iniziamo a fare qualche semplice domanda. > Deglutii ed annuii nervosamente.
< Quando ebbe inizio la seconda guerra mondiale? > Cominciai a guardarla pietrificata,  mentre i miei compagni ridevano di me… Come facevo a non sapere una cosa così stupida?!   
< Primo settembre del 1939. > Udii qualcuno alla mia sinistra, mi voltai verso colui che mi aveva suggerito, era lo stesso ragazzo dai capelli biondi e dal sorriso così dolce che intravidi ieri nel corridoio.
< Allora? Hai intenzione di rispondere? > Replicò Mss. Orta.
< Primo settembre 1939. > risposi tremolante.
La donna mi fissò per qualche secondo, per poi sorridere ed annuire facendomi capire che era la risposta esatta.
Mi voltai verso il ragazzo e mi accorsi che mi stava fissando, i nostri sguardi si incrociarono, cercai a lungo di non distogliere lo sguardo dai suoi occhi color miele, come se fosse una sfida. Ma la timidezza prese il sopravvento e mi girai completamente dall’altra parte tenendogli le spalle.
Quando venne ora di pranzo tutti i miei compagni si avviarono in sala mensa mentre io rimasi in classe appoggiata con la testa sul banco tenendo le mani sul viso.
All’improvviso sentii una carezza sui miei capelli, alzai delicatamente lo sguardo, era lui.
Lo guardai cercando di capire cosa volesse, quando iniziò a parlare.
< Non pranzi? > Mi chiese incuriosito. Negai con la testa, con lo sguardo basso.
< Stai bene? > mi chiese avvicinando la sedia al mio banco e sedendosi poco distante da me.
A quella domanda rimasi pietrificata, era la prima volta che un ragazzo si interessava a me per davvero.
Non risposi alla sua domanda, non stavo affatto bene e si vedeva. Per questo la domanda mi infastidì.
< Aspetta un attimo… > Egli si alzò dalla sedia e svanì nei corridoi, per poi ripresentarsi dopo un po’ in classe con un vassoio stracolmo di cibo, ma solo al pensiero di mangiare quella roba mi venne la nausea.
< Ti ho preso qualcosa da mangiare… Non fa bene rimanere a digiuno. >Voltai il mio sguardo verso il vassoio nauseata.
Non avevo intensione di mangiare a causa del forte nodo alla gola procurato dal continuo stress, anche se mi dispiaceva non toccare nulla per il nobile gesto.
Mangiai qualche boccone di pane, ma farlo d’avanti a lui m’intimidiva…
< Già sazia? >disse guardandomi sorpreso.
Annuii.
< Qual è il tuo nome? > domandò. < Alyson. > risposi con lo sguardo basso, avevo un gran timore dei suoi occhi penetranti. < Il mio nome è Justin. > Disse appoggiando il dito medio sotto il mio mento costringendomi a guardarlo dritto negli occhi.

JUSTIN’S POV.
Com’era timida… Non smetteva di tremare, come se avesse avuto paura che le avrei fatto  qualcosa di crudele, ma non era così… Non lo avrei mai fatto.
Vedevo qualcosa di buono in lei, si sentiva così sola e disprezzata, lo percepivo.
Avrei voluto poter far qualcosa ma mi sentivo impotente, avrei fatto tutto per lei, qualsiasi cosa per farle capire che poteva contare su di me.  
All’improvviso Alyson si alzò dalla sedia, aprì la finestra per una boccata d’aria, era veramente tesa e questo m’infastidiva avrei voluto farla sentire a suo agio ma non sapevo come, per questo la prima cosa che mi venne in mente fu quello di parlare per farla sciogliere.
Mi avvicinai a lei che era appoggiata alla finestra.
< Non sei di qui, vero? > le chiesi. Scosse la testa. < Di dove sei precisamente? > chiesi di nuovo. Ci volle un po’ prima di sentire una sua risposta, era come infastidita dalla mia domanda.
< Viaggio spesso. >
Non volevo essere troppo invadente, ma allo stesso tempo ero curioso. < Quanti anni hai? >
< Sedici… Tu? >
< Diciassette. > le risposi accennando un sorriso.
Le nostre chiacchiere, ovvero, le mie domande s’interruppero al ritorno dei compagni.
< Justin! Non mi dire che non sei venuto a pranzo con noi per restare con quella lì! > disse una compagna, la fulminai con lo sguardo incenerendola e lei indietreggiò innervosita.

ALYSON’S POV.
Quando terminò anche l’ultima ora di scuola mi avviai a casa, ma prima di uscire dal cancello principale dell’istituto, vidi Justin salutarmi.







Note autore:
Ciao a tutti! Ecco il primo capitolo della storia, spero vi piaccia. I due protagonisti, come avete potuto vedere, hanno parlato per la prima volta. Cosa ne pensate? Fatemelo sapere attraverso una recensione :)
A presto!