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Autore: Rosebud_secret    11/07/2013    4 recensioni
In un sopralluogo come tanti, il capitano Kirk, il primo ufficiale Spock e il dottor McCoy trovano qualcosa che mai avrebbero dovuto e voluto trovare.
"Jim si issò sopra al cratere facendosi leva sulle braccia, seguito dal comandante.
- Riconosci la specie?-, chiese al dottore, accucciandoglisi accanto.
- E' un thedassiano.-, rispose Spock per lui, - Certo, il thedassiano più strano che abbia mai visto. Proviene da un pianeta a circa trentotto anni luce da qui. Ma non è questo il punto: non mi risulta affatto che abbiano sviluppato studi di tecnologie cibernetiche e, qualora l'avessero fatto, questi impianti mi sembrano decisamente troppo sofisticati per una specie che ha scoperto la curvatura da non più di un quarto di secolo.-"
[post Star Trek XII, Spoiler free]; [Crossover con le serie tv]. 
Perfettamente comprensibile anche per chi ha visto solo Star Trek XI e XII!
Buona lettura!
Genere: Angst, Drammatico, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: James T. Kirk, Sorpresa, Spock, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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III






- Ambasciatore...-

- Sì, dottore?-, l'anziano Spock rivolse attenzione all'ufficiale medico che, per l'ennesima volta, si era ripresentato in plancia.

L'altro chinò il capo, cercando di placare il suo nervosismo. La nave aveva ripreso a muoversi alla massima velocità e stava facendo rotta verso la Terra.  Il motivo, l'ambasciatore, non l'aveva spiegato. Né, per il momento, si era curato di esplicare quale fosse la minaccia

- Vorrei conferire con lei in privato.-

- Comprensibile.-

L'ambasciatore si alzò e si rivolse al personale di plancia:

- Informatemi su qualsiasi rilevamento, anche il più insignificante.-, ordinò, prima di precedere McCoy all'interno del turbo ascensore.

- Le concederò solo pochii minuti. Sia breve con le sue domande.-

- Cos'è successo a Spock? Perché dobbiamo ucciderlo? Non c'è un'altra via? Jim non lo accetterà mai!-

- E questo è uno dei motivi per cui l'ho sollevato dal comando. Per quel che riguarda Spock è come se fosse già morto: è stato assimilato da una razza aliena che non avrebbe dovuto ripresentarsi in questo quadrante ancora per decenni. Una razza che ha spezzato e distrutto navi e sistemi molto più avanzati del nostro. La nostra fortuna, se tale può essere definita, sta nel fatto che è un elemento isolato. Ci vorrà del tempo prima che la sua nave madre lo raggiunga. Dobbiamo trovarlo e interrompere il segnale. Un drone solo può fare ben poco. Non dispone delle informazioni, né dei mezzi necessari ad intraprendere un piano di conquista.-

- Ma... ma io sono un dottore!-, esclamò McCoy, affranto, - Posso provare a curarlo, posso...-

- Non questa volta. Le sue nozioni mediche sono primitive. Non c'è alcuna possibilità.-

- Ma con lei! Lei sicuramente è in grado di coadiuvarmi, ambasciatore!-

Le porte del turbo ascensore si aprirono.

- Ora, dottore, le consiglio di andare a riposare. E' sveglio da troppe ore e potrebbe servirmi in qualsiasi momento, in futuro.-

- Ma, maledizione! Come diavolo può uccidere Spock?! Uccidere se stesso e non provare niente?! Lei la sua vita l'ha vissuta, perché vuole impedire a lui di farlo?! Dovrebbe tentare il tutto per tutto, sino alla più infinitesimale delle possibilità!-

- Se la nave madre dovesse raggiungerci, nulla sarebbe in grado di fermarla, allo stato attuale. Miliardi di vite verrebbero estinte e tutto lo sviluppo del quadrante sarebbe arrestato per non riprendersi mai più. Comprendo il suo sconvolgimento e non posso dire di non condividerlo, ma devo fare ciò che è necessario, per quanto spiacevole possa essere.

- Spiacevole?! Prendersi un parassita alieno è spiecevole, questo...-

- Il primo ufficiale Spock era a conoscenza dei rischi che l'arruolamento nella Flotta Stellare poteva comportare, lei stesso li conosce, pertanto comprenderà il mio operato.-

- No, questo non lo farò mai!-, sbottò l'ufficiale medico, rifiutandosi di muover passo fuori dall'ascensore.

- Non importa. Non sto cercando la sua approvazione. Le ordino di raggiungere il suo alloggio, McCoy. La farò chiamare, all'occorrenza.-

Il dottore stava per uscire, furioso, quando una comunicazione dalla plancia li raggiunse.

- Ambasciatore, la USS Replisal chiede di parlare con il capitano. Sembra urgente, signore..-

- Arrivo subito. Dottore, la prego...-

- Sì, me ne vado! Me ne vado!-

L'ambasciatore lo osservò allontanarsi a grandi passi dal turbo ascensore. Comprendeva davvero il suo stato d'animo, ma non poteva farci nulla. Quella era davvero una situazione senza via d'uscita. Una volta che il dottore fu scomparso premette il tasto di risalita.





- Oh, pefetto. Un altro capitano è andato!-

Con uno schiocco di dita lo sconosciuto fece sparire l'album di figurine.
Incrociò le braccia dietro la schiena e si guardò intorno.

- Però, più si va indietro nel tempo più queste navi sembrano delle bagnarole. Ho una mano scadente, su questo non ci piove, ma tu sei leggenda. Sempre meglio di nulla. Allora, John Wayne, cosa conti di fare?-

Jim, ancora seduto sul letto, lo guardò, confuso e irritato.

- Ma tu chi accidenti sei?!-, esclamò.

- Puoi chiamarmi Q.-

- Che razza di nome è Q? Come hai fatto a entrare? Ti ha mandato l'ambasciatore?-

- Che razza di nome è Jim?-, lo scimmiottò l'altro, per poi riprendere: - Il vulcaniano incartapecorito in plancia? Oh, no. Non perderei tempo con lui per nessun motivo nella galassia. La sua razza è così tediante! Per il resto sono entrato e basta. Io vado dove voglio quando voglio.-

- Sei umano?-

- No, per niente, grazie al cielo.-

Il capitano si alzò in piedi e lo fronteggiò.

- C'entri qualcosa con quel che è successo a Spock?-, domandò, scrutandolo con sospetto.

- Non direttamente, ma un mio simile, sì. Poco più di un bonario screzio a cui, volente o nolente, dovrò porre rimedio. Ma questo è un problema mio, non tuo. Tu sei solo la pedina che mi è toccata. Se questa fosse una partita a scacchi, tu saresti il mio re; il tuo primo ufficiale, invece, la regina di qualcun altro.-

- Non mi interessano i tuoi vaneggiamenti. Devo uscire da qui.-

Jim si avvicinò alla porta e provò a premere il tasto per l'apertura, ma, come prevedibile, non funzionò.
Si fermò un attimo a riflettere, poi, con un calcio, buttò giù una delle suppellettili cercando di fare più rumore possibile. Tossì forte e si abbatté sulla porta, aprendo le comunicazioni con il corridoio tramite l'interfono.

- AIUTO... N-NON RESPIRO! I-IL TRANQUILLANTE!..-, urlò, rantolando.

Le due guardie della sicurezza poste di fronte alla porta si precipitarono dentro. Il capitano fu rapido: colpì la prima con la lampada, le sfilò il phaser dalla cinta e stordì l'altra con il raggio.

Q lo osservò, divertito.

- Avevo sentito parlare del tuo spirito di iniziativa, ma non pensavo saresti arrivato addirittura a ferire i membri del tuo stesso equipaggio!-, commentò.

Jim lo ignorò e sbirciò fuori dal corridoio.

- Se vuoi raggiungere la plancia devi solo chiederlo.-, aggiunse l'altro.

- Tu non mi piaci.-

- Voi capitani tendete ad essere razzisti, ve l'ha mai detto nessuno?-, si stizzì Q.
- E dove stai andando?!-, urlò, vedendolo cominciare a correre dalla parte opposta rispetto al turbo ascensore principale.

Jim proseguì rapidamente, lasciandosi lo sconosciuto alle spalle ed evitando opportunamente il contatto con qualsiasi membro dell'equipaggio. Stava per infilarsi in uno dei turbo ascensori, quando la più che nota voce di McCoy lo fece sussultare:

- Oh, no! Non ci posso credere! Come sei uscito?! Stavo per l'appunto venendo a vedere se ti fossi svegliato.-, esclamò a bassa voce, ma con tono minaccioso.

L'altro non si perse in spiegazioni. Lo afferrò per un braccio e lo trascinò dentro all'ascensore.

- Rapporto.-, si limitò a dire, premendo il tasto per il Ponte 19.

- Jim, non dovrei esser io a ricordartelo: sei stato destituito.-

- Rapporto, Bones.-

- Ma sì... in fondo chissene frega! Siamo in rotta verso la Terra.-

- Ci sono notizie di Spock?-

Il dottore sbuffò e si guardò i piedi, prima di risollevare gli occhi sul capitano.

- Se te lo dico, prometti di non fare pazzie?-

- No.-

- Proprio la risposta che volevo sentirmi dare...-, borbottò McCoy con tetro sarcasmo.
- Non ci sono notizie di Spock, no.-, si arrese, poi, - Ma sono più le intenzioni dell'altro Spock a preoccuparmi, Jim.-

- Quali?-

- Jim...-

L'altro lo mise con le spalle al muro.

- Prendi una decisione, Bones: o stai con me, o contro di me.-

 - E levami queste mani di dosso!-, lo spintonò indietro.
- L'ambasciatore è stato molto criptico. Ha parlato di una razza aliena che non avrebbe dovuto presentarsi ancora per molto tempo. Una razza in grado di distruggerci tutti e che ha contagiato Spock. I suoi ordini sono di trovarlo ed eliminarlo.-

- Cosa?! Ma è impazzito?!-

Le porte si aprirono. Jim non attese un'ulteriore risposta e si affrettò all'interno della sala macchine.

Scott, intento a tenere sott'occhio il computer principale, pensò di aver avuto un abbaglio, ma, a una seconda occhiata, lo riconobbe e indietreggiò.

- Oh, no, no, no! Lei non può stare qui, capitano! L'ambasciatore è stato molto chiaro e...-

- Vuole uccidere Spock.-, si limitò a dire Jim.

Approfittò del momento di sconforto del secondo ufficiale per impadronirsi del computer e fermare, di colpo, i motori.

- Ma che sta facendo?! Così rischia di danneggiarli!-, urlò il tenente, mettendosi le mani nei capelli.

Jim lo ignorò ed aprì le comunicazioni, di modo che tutti i ponti potessero udirlo, compresa la plancia:

- Qui è il capitano Kirk. La situazione è la seguente: senza alcuna spiegazione l'ambasciatore non solo ha usurpato il posto di comando dell'astronave, abusando del suo potere di facente funzioni di ammiraglio, ma ha in progetto di raggiungere il primo ufficiale Spock e ucciderlo, senza considerare altre alternative. Ora io mi muoverò dalla sala macchine sino alla plancia, disarmato. Chiunque di voi sarà in grado di fermarmi. Non opporrò resistenza. Lascio a voi la scelta se rendervi colpevoli di un'insubordinazione che, con tutta probabilità, porterà tutti noi a venir espulsi dalla Flotta Stellare, o se macchiarvi dell'omicidio di un compagno e di un amico. Kirk chiude.-

Si tolse dalla cinta il phaser che aveva sottratto ad uno dei due guardiamarina della sicurezza e lo buttò a terra, prima di guardare con espressione granitica Scott, McCoy e gli altri ufficiali della sala macchine.

- Per quanto riguarda la sala macchine, capitano: non l'abbiamo neanche vista.-, gli comunicò il tenente.

- La ringrazio, signor Scott. Vuole accompagnarmi sino alla plancia?-

- Sì, signore.-, e si rivolse al suo personale: - Nessuno faccia ripartire questa nave sino a nuovo ordine.-

- Bones?-

- Ah, maledizione!-, imprecò quest'ultimo, affiancandoli e procedendo con loro sino al turbo ascensore principale.

L'ambasciatore ordinò all'equipaggio di fermare il capitano e di rinchiuderlo in cella, ma nessun uomo e nessuna donna ebbe il coraggio, o la forza d'animo per farlo, sapendo, ora, cosa ciò potesse voler dire per le sorti del primo ufficiale.
Giunti di fronte al turbo ascensore principale incontrarono i due sergenti a cui Spock aveva sequestrato i guanti per lo squash.

- Signori...-, disse il capitano, attendendo una loro mossa.

I due si guardarono, poi si fecero da parte lasciando libero il passo e si accodarono a loro durante la salita.
Quando raggiunsero la plancia, tutti gli ufficiali si alzarono, passando lo sguardo dal capitano all'ambasciatore, intimiditi ed incerti. L'ambasciatore, invece, rimase seduto.

- Immagino tu sappia cosa questo tuo gesto comporti.-, disse, rivolto al capitano.

Niente più Jim, niente più paternale affetto. C'era solo durezza nelle sue parole.

- Ne sono più che consapevole, ambasciatore.-, rispose Jim con altrettanta freddezza, - Ma un folle un volta mi disse che il suo equipaggio era come la sua famiglia e non potei proprio non trovarmi d'accordo. Pensavo che questo valesse anche per lei e, probabilmente, lo è. Solo che c'è un piccolo dettaglio che, sino a questo momento, ho trascurato con stupida ingenuità: questa non è la sua nave, non è il suo equipaggio. Gli uomini che ha attorno non sono suoi amici. Come li considera? Una brutta copia? In fin dei conti non ha importanza. E' chiaro che la loro vita non ha valore per lei, la loro come quella del suo corrispettivo!-

- Se pensi che io...-, tentò l'ambasciatore.

- SILENZIO!-, tuonò il capitano, per poi riprendere: - Non m'importa della sua discutibile etica vulcaniana, ambasciatore. Io non mi sporcherò le mani del sangue del mio più caro amico. Lasci la poltrona. Non mi costringa a usare la forza.-

L'ambasciatore non si mosse e lo scrutò con occhi colmi di raggelante severità.

- I sentimenti offuscano il tuo raziocinio. Ti stai comportando come un bambino, senza comprendere che quello che ti sto muovendo non è un sopruso. Se ci fosse un'altra possibilità sarei il primo a muovermi in quella direzione...-

- S-Signori...-, il sottufficiale posto alle comunicazioni al posto del tenente Uhura prese timidamente la parola, - La USS Reprisal sollecita per una risposta.-

- Sugli schermi.-, risposero all'unisono Jim e l'ambasciatore Spock.

Il capitano Morrison dell'USS Reprisal comparve, il volto tetro e grave.

- Dica, capitano.-, lo sollecitò l'anziano Spock.

- Stavamo facendo rotta verso Berellian, quando abbiamo captato un messaggio di soccorso da parte di una navetta. Immaginerete la nostra sorpresa quando abbiamo scoperto che l'unico occupante era il Potenziato Khan Noonien Singh, gravemente ferito. Lo abbiamo soccorso come da regolamento e curato. Delirava sul primo ufficiale Spock e su dei robot. Non siamo riusciti a fargli dire altro. Ora è chiuso in cella e ha richiesto di parlare con il capitano dell'Enterprise.-

- Che parli con me. Sono io al comando della nave.-, intervenne l'ambasciatore.

- No signore,-, rispose il capitano Morrison, - Ha detto che parlerà solo con il capitano Kirk.-

- Resti in attesa.-, gli disse Jim, avanzando e ponendo in standby la comunicazione.
- Questo chiude i giochi, ambasciatore. Sicurezza, accompagnatelo al suo alloggio.-

A quel punto, l'anziano Spock cedette e, spodestato, si alzò dalla poltrona.
- Stai fecendo un grave errore.-

Jim riprese posto, ma sussultò, come tutti, quando un applauso ruppe il silenzio teso della plancia e Q riapparve con un rapido bagliore.

- Questo sì che si definisce avere polso! E io che pensavo di doverti aiutare in tutto, data la tua arretratezza. Sorprendente, Kirk, davvero sorprendente! Un vero maschio alfa!-, si complimentò, giocoso.

Gli ufficiali della sicurezza sfoderarono i phaser, pronti a colpire, ma Jim li fermò con un cenno.

- No. Metteteli via. Al tempo ascolterò anche te, Q.-, disse in seguito.

- Q?!-, esclamò l'ambasciatore.

- Vi conoscete?-, domandò il capitano.

- Oh, solo di fama reciproca.-, rispose il misterioso alieno. -Mandalo via, non ci è di nessuna utilità. Posso dirti io tutto quel che lui crede di sapere e molto, molto di più.-

Jim scrutò l'ambasciatore, animato da gelido rancore.
- Portatelo via.-

- Qualcuno qui l'ha presa proprio male...-, commentò Q, per poi aggiungere: - Guai a chi ti tocca la nave, eh?-

- JIM! Non puoi fidarti di quella creatura!-, lo avvertì l'ambasciatore, mentre i due uomini lo costringevano ad entrare nel turbo ascensore.

- Non do credito alle parole di un assassino.-, rispose il capitano, un istante prima che le porte si chiudessero.

Riaprì le comunicazioni con la USS Reprisal.

- Sto per raggiungervi.-, comunicò prima di rialzarsi.
- Sulu, a lei il comando.-

McCoy, che, in silenzio, aveva ascoltato lo scontro verbale, fece per raggiungerlo al turbo ascensore.

- No. Tu resti a bordo.-, sentenziò il capitano.

- Jim...-

- E' la mia ultima parola.-





- Alzare gli scudi e procedere in rotta d'intercettazione. Aprite un canale.-

Contemporaneamente
 il falco pesante romulano Gnorex, al comando del capitano T'Kal riscontrava la presenza di una nave della Federazione ben al di là della barriera invisibile della zona neutrale.

- Ma il confine è stato violato: questa è una dichiarazione di guerra!-

- Ne sono consapevole, quartiermastro, ma in qualità di membro del Thal Shiar mi prendo la responsabilità di questa scelta.-, rispose seccamente la donna.

- Non rispondono.-

- Nave nemica sugli schermi.-
- Ma che... che cos'è?-, esclamò, quando il suo ordine venne eseguito.

Secondo i sensori la nave che avevano di fronte corrispondeva in parte ai parametri tecnici appartenenti alla Federazione, ma l'aspetto era del tutto diverso. Solo a fatica il capitano riuscì a riconoscere la classica struttura a disco della USS Vengeance, quasi del tutto occultata da un intricata struttura cuboidale di piloni metallici e circuiti elettronici.

- Richiamateli.-

- Ancora nessuna risposta, signora. Ci stanno analizzando.-

- Armare i siluri a singolarità. Pronti a sparare al mio comando.-

E fu in quel momento che la voce del primo ufficiale Spock proruppe attraverso il loro sistema di comunicazione con una sola, semplice frase:

Noi siamo i Borg. Le vostre peculiarità biologiche e tecnologiche verranno assimilate. La resistenza è inutile.-

- Fate fuoco.-, ribatté T'Kal.

Due siluri vennero lanciati. Contro ogni aspettativa, non si rifransero contro alcuno scudo e andarono direttamente a danneggiare la struttura cuboidale. Il capitano del Gnorex sorrise, confortata da una situazione apparentemente a loro favore, ma prima ancora che potesse dare l'ordine di sparare di nuovo, un raggio di incredibile potenza scosse il falco. Le luci lampeggiarono e si spensero per poi riaccendersi con esitazione.
Buona parte dell'equipaggio di plancia era finito a terra e molte strumentazioni erano in avaria.

- I nostri scudi hanno ceduto!-, esclamò il quartiermastro.

- Manovre evasive! Lanci un messaggio di emergenza e...-, si interruppe quando il bagliore di un teletrasporto precedette la comparsa di un piccolo gruppo di droni direttamente in plancia.

Come i suoi addetti alla sicurezza, il capitano fu più che rapida ad estrarre il phaser e a sparare per uccidere. Il primo nemico cadde, ma gli altri, registrate le frequenze delle armi romulane, furono del tutto invulnerabili.
Mentre i suoi uomini cadevano di fronte alla forza dei droni in un vano e disperato tentativo di contrastarli nel corpo a corpo, il capitano riuscì a mandare un messaggio al quartier generale dell'Impero Stellare Romulano, prima di venir a sua volta sopraffatta.

La battaglia era persa.





- Signore, la prego. Non vogliamo ulteriori problemi...-, esitò uno dei due sergenti alle porte dell'alloggio dell'ambasciatore Spock.

Il dottor McCoy incrociò le braccia al petto, minaccioso.

- Non devo chiedere il permesso a nessuno per parlare con l'ambasciatore.-, sentenziò.

- Ci vuole un ordine più alto del suo, signore, trattandosi di un prigioniero.-

- Punto primo: il capitano non è a bordo. Il comando è stato affidato al tenente Sulu. Questo mi rende, di fatto l'ufficiale in comando con il grado più alto dopo di lui. Pertanto sono autorizzato a ordinarvi di farmi entrare. Punto secondo: ero in plancia tanto quanto voi, poco fa, e sono oltremodo sicuro che il capitano non abbia mai definito l'ambasciatore con il termine "prigioniero". Eseguite l'ordine.-

I sergenti Madani e Thompson si guardarono e, convinti della sensatezza delle affermazioni dell'ufficiale medico, aprirono le porte.

- Grazie per avermi fatto perdere tempo prezioso.-, borbottò il dottore procedendo nella stanza.

Le luci erano soffuse e molte candele erano accese. L'ambasciatore era immobile, in ginocchio su un cuscino al centro della stanza. Teneva gli occhi chiusi e le mani giunte con solo la punta delle dita in congiunzione.
Stava meditando e questo McCoy lo sapeva. Aveva potuto osservare il primo ufficiale Spock trascorrere molto del suo tempo libero in meditazione, durante quei primi mesi di missione esplorativa.
Si schiarì la voce per annunciare la sua presenza.

- So che è qui e posso anche intuirne il motivo, dottor McCoy. La domanda è: perché ha appoggiato l'ammutinamento ordinato dal capitano Kirk, se non era convinto che fosse la scelta più saggia?-, disse il vulcaniano, senza accennare a muoversi o ad aprire gli occhi.

- Per dover di chiarezza: non l'ho impedito, ma non l'ho neanche appoggiato.-

- Ha disobbedito espressamente al mio ordine di fermarlo. Quindi lo ha appoggiato.-

- Si sarebbe ripreso la nave comunque.-

- Lei è combattuto, dottore. Perso tra il decidere se seguire i sentimenti che porterebbero lei, la nave e l'intero quadrante al disastro, o la logica che, al contrario, potrebbe salvare tutti noi, ma non il giovane Spock.-

McCoy inspirò profondamente, muovendosi, nervoso, per la cabina.

- Il riassunto calza. Sono qui per saperne di più.-, disse, costringendosi ad una temporanea calma e accomodandosi a sedere sul letto.

L'ambasciatore aprì gli occhi per poterlo guardare in faccia: comprendeva il suo stato d'animo e tutte le sue esitazioni. In quel momento, fu certo che il dottore rappresentasse l'unica speranza di salvezza.
Lo vide sfilare una fiaschetta dalla tasca dei pantaloni e trangugiare un lungo sorso.

- Mi permetta di dirle che bere è davvero inopportuno.-

- Oh, mi sono già macchiato di ammutinamento, quindi che differenza fa? Mi farà rapporto comunque, Spock. Un'effrazione in più che differenza vuole che faccia? E poi mi ha fatto chiaramente capire che moriremo tutti. L'ha detto lei. Tanto vale morire sbronzi.-

- Il suo disfattismo non è di alcuna utilità.-

- Neanche la sua dannata morale vulcaniana!-, sbottò McCoy, prima di lanciare la fiaschetta in un angolo della cabina.
- Ha parlato di una razza aliena. Chi sono? Da dove vengono? Quali sono i loro punti forti e quali i deboli?-, riprese, poi.

Spock si alzò e gli diede le spalle, appoggiandosi alla parete. Era vecchio, l'ambasciatore: vecchio e stanco.

- Si chiamano Borg e provengono dal quadrante Delta...-

- Dal Delta?! Andiamo, vuole scherzare?! Ci vorranno centinaia di anni prima che riescano a raggiungerci, anche se si muovessero alla massima velocità di curvatura! Abbiamo tutto il tempo di trovare Spock e interrompere il suo segnale senza ucciderlo!-

- La sua stima sarebbe corretta se parlassimo di una velocità pari a curvatura sette. Diventerebbero settant'anni a curvatura nove, ma ho modo di pensare che anche i Borg siano a conoscenza della formula di transcurvatura.-

L'ottimismo di McCoy si sgonfiò, e con esso la speranza di convincere l'ambasciatore a cercare una via alternativa per salvare il primo ufficiale.
- Prosegua...-

- Non ho mai incontrato i Borg personalmente, ma ho letto molto su di loro. Sono una razza semisconosciuta, molto aggressiva. Non hanno una struttura sociale, vivono e agiscono come una sola entità. Abbiamo ragione di credere che su ogni nave madre vi sia una regina Borg. Non sappiamo come nasca una nave madre, ma, probabilmente, essa viene originata dalla regina stessa. Solo lei, infatti, detiene le informazioni di contagio e di organizzazione.-

- Ed è ad una di queste navi madre che Spock sta mandando il segnale?-

- Sì. I Borg sono parassiti, assimilano tutto ciò che si rende funzionale al loro perfezionamento. Sia esso biologico o tecnologico. Hanno distrutto intere civiltà.-

- Siamo sicuri che ci sia sempre una regina?-, domandò il dottore, riflettendo.

- Non possiamo esserli al cento per cento, ma stando ai dati riscontrati, sì. A cosa sta pensando?-

- Mmmh... niente, mi sembra solo strano che nessuna delle nostre strumentazioni riesca a captare un messaggio tanto potente da giungere addirittura nel quadrante Delta. Dovremmo sentirlo anche noi, conviene?-

- I sistemi di comunicazione dei Borg ci sono ignoti, ma posso con certezza asserire che essi non si basano sulla comunicazione verbale.-

Il dottore si grattò la nuca.

- E Spock, in tutto questo, cosa sarebbe?-

- Un drone. Milizia esplorativa sacrificabile.-

- Grandioso, è sacrificabile sia per noi che per loro... Immagino, quindi, che negoziarne la restituzione per salvargli almeno la vita sia da escludere.-

- Esattamente.-

Spock si voltò e lo raggiunse.

- E' di vitale importanza che lei riesca a convincere Jim. Ammesso che l'abbia mai avuto, ho perso ogni ascendente su di lui e sull'intero equipaggio, ma lei può fare la differenza, McCoy. Parli con lui. Lo costringa ad ascoltarla.-

L'altro si alzò, e sospirò, scuotendo la testa.

- Le sembra una cosa semplice?-

- Semplice o no, come ho detto: è vitale.-

- Io sono solo un dottore, dannazione! Non voglio questa responsabilità! Perché i Borg sono qui se non dovrebbero esserci?!-

- Questo può spiegarlo solo Q. Ritengo che sia lui il responsabile, per questo Jim non può fidarsi di lui.-

- Oh, per l'appunto: chi è quel tizio?-

- Un'entità proveniente dal continuum Q. Il loro livello evolutivo superiore gli conferisce capacità straordinarie. Egli è in grado di cambiare il corso degli eventi e di modificare le linee temporali a suo piacimento. Ignoro il motivo per cui sia venuto qui, ma la sua presenza non preannuncia nulla di buono.-

- Un altro problema da risolvere, grandioso! Secondo la sua descrizione è praticamente un dio!-

Spock si sedette e si versò da bere.

- C'è altro che vuole chiedermi?-

- Niente. Anzi, no... Cos'ha fatto a Jim prima che io lo sedassi? Quella cosa con le dita...-

- Il giovane Spock grida nella sua mente, cavalcando la scia della fusione mentale che io ebbi con il capitano quando gli mostrai ciò che mi aveva portato in questo universo. Mi sono limitato a mettere a tacere la sua voce.-

- Perché? Avrebbe potuto darci le sue coordinate, maledizione!-, sbottò McCoy.

L'ambasciatore lo guardò con una rassegnazione talmente palese da travalicare anche la sua solita inespressività vulcaniana.

- Peché, dottore, mi conosco e, conoscendo me stesso, conosco anche il giovane Spock. Mi creda se le dico che, in una circostanza come quella presente, chiedere aiuto sarebbe l'ultima cosa che farei.-

- Come nel vulcano...-

L'anziano Spock sollevò un sopracciglio.

- Il vulcano, certo!-, esclamò McCoy, - Spock avrebbe preferito morire, piuttosto che veder violata la Prima Direttiva! Non chiederebbe aiuto rischiando di mettere in pericolo l'intera nave! Ha ragione, come ho fatto a non pensarci?!-

- I sentimenti sono pessimi consiglieri in situazioni di crisi, dottore. Deve convincere il capitano, o togliergli il comando, prima che sia troppo tardi.-

- Va bene... Non so ancora come, ma lo farò.-

McCoy si avvicinò alla porta, più che intenzionato a raggiungere Jim.

- Per quello che vale...-, aggiunse Spock, - I sentimenti che provo per questo equipaggio non sono dissimili da quelli di quello che lasciai molto tempo fa.-

- Non ne dubitavo. Grazie, ambasciatore.-






Jim venne trasportato sulla USS Reprisal, ma fu costretto ad appoggiarsi alla parete quando la voce di Spock esplose nella sua testa senza che lui potesse prevederlo in alcun modo. Da principio fu solo un grido confuso in mille fruscii meccanici. Solo dopo qualche secondo le sue parole diventarono comprensibili:

 

"Jim! Non so per quanto ancora riuscirò a mantenere il contatto!"

"Devi aiutarmi, non posso farcela da solo!"

"Vieni da me, aiutami!"

"JIM!"

"So che l'ambasciatore vuole uccidermi, lo leggo nella tua mente. Non permetterglielo!"



- Dimmi dove sei!-, disse il capitano, mentre una goccia di sudore gli colava giù dalla tempia.

Q, in quella circostanza, non si fece corporeo, né entrò in contatto. Si limitò ad interrompere quell'inopportuna fusione mentale, commentando con un:
- Lo studente è brillante ma non si applica.-, senza venir udito.

- Capitano Kirk, si sente bene?-, domandò l'addetto al teletrasporto della Reprisal.

Jim si riscosse.

- Io... sì. Capitano Morrison, è una giornata pesante. Mi conduca dal prigioniero.-

Gli uomini della Reprisal lo guardarono con blanda perplessità, ma non chiesero ulteriori delucidazioni.

Il capitano Morrison condusse Kirk sino alla cella.
Khan era in piedi, il petto scoperto e l'addome celato da una fasciatura. Si voltò, non appena sentì i passi.

Jim raddrizzò la schiena, teso.

- Lasciateci soli.-, ordinò, lanciando un rapido sguardo a Morrison e alla squadra di sicurezza che li aveva raggiunti.

- Ma, capitano...-

- So bene di non trovarmi sulla mia nave, capitano, ma non sono solito ripetermi.-, ribadì Kirk.

- E sia. Per qualsiasi evenienza, saremo qui fuori.-, acconsentì l'altro capitano.





N.d.A.: Eccoci qui con la fine di questo lungo capitolo ^^!
Come sempre, ringrazio tutti coloro che sono arrivati sin qui! Spero che la storia continui ad interessarvi.
Un bacione,
Ros.

   
 
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