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Autore: CastaDiva    12/07/2013    0 recensioni
Tre ragazzi Roberto,Anna e Luciano si ritroveranno catapultati in una nuova realtà.Nuova città,nuovi scuola e nuovi amori,alcuni decisamente inaspettati.Riuscirà Luciano ad ottenere il cuore del suo migliore amico? Sopratutto quando questo non ha occhi che per la ragazza più carina della scuola? Fortunatamente troverà aiuto in un inaspettata alleata.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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La sveglia suonò come sempre inondando la stanza con un suono ben poco gradevole. Luca la spense immediatamente prima che il suono prolungato della stessa svegliasse sua madre che dormiva nella stanza accanto. Con ancora i postumi del sonno il ragazzo si alzò da letto andando in cucina. Mise l'acqua a bollire e nel mentre andò a lavarsi facendo ben attenzione a non far rumore. Una volta finito e constatato che l'acqua non era ancora pronta ritornò nella propria camera per vestirsi. Generalmente impiegava poco tempo visto che ogni sera diligentemente decideva cosa avrebbe indossato per il giorno dopo. Come sempre prese i vestiti posti sul letto accanto al suo, questa volta però soffermandosi per un pò. Accarezzò con malinconia le lenzuola perfettamente in ordine. Sorrise. Anche se ormai non aveva più senso rifarlo la madre ogni settimana cambiava le lenzuola e quando, raramente, entrava nella stanza si arrabbiava con lui se vedeva i suoi vestiti su quel letto. Il suono del gorgoglio dell'acqua lo sveglò, facendolo tornare al presente. Uscì dalla camera e dopo essere giunto in cucina preparò il suo the. Mentre, con estrema lentezza, inzuppava le fette biscottate nel the ( abitudine che sua madre aborriva) guardò distrattamente l'orologio a pendolo che troneggiava nella stanza. Ancora pochi minuti e sarebbe dovuto uscire di casa.
<< Buongiorno >> un saluto, seguito da uno sbadiglio, annunciò al ragazzo l'entrata in scena di sua madre. << Non devi andare a scuola? >>
<< Sono in perfetto orario >> le sorrise lui << Oggi ti sei svegliata prima del solito >>
<< A quanto pare >> constatò la donna guardando l'orologio 
<< Spero che la colpa non sia della mia sveglia >> disse Luca.
<< No, non ti preoccupare >> lo rassicurò lei baciandogli la fronte.
<< Mamma, non sono più un bambino!! >> protestò il giovane arrossendo.
<< Tu rimarrai sempre il mio bambino >> affermò la madre abbracciandolo da dietro << Il mio solo ed unico bambino >> aggiunse con una nota di tristezza nella voce. Il suono assordante di un rombo di motore echeggiò nel vicinanto riscuotendo i due.
<< A quanto pare la tua amica è arrivata >> constatò la donna.
<< Già >> convenne Luca alzandosi da tavola. Dopo aver posato la tazza nel lavandino e preso la cartella andò verso la scarpiera.
<< Andate piano >> si raccomandò la madre passandogli il casco.
<< Non ti preoccupare >> la rassicurò il figlio aprendo la porta << Ci vediamo stasera >>
<< A stasera >> lo salutò la donna mentre lui si era già precipitato giù dalle scale.
<< Finalmente arrivi >> esclamò spazientita Cordelia in sella alla sua moto. << Non ne potevo più degli sguardi indagatori dei tuoi vicini >> disse indicando le numerose casalinghe annoiate che la stanvano fissando dalle finestre delle loro case. Era da quando aveva iniziato a fare da autista a Luca che la leggenda del bel motociclista si era sparsa per tutto il vicinato con la conseguenza di far aumentare le voci di una possibile omosessualità del povero ragazzo. Come se il suo aspetto delicato e femminile non fosse abbastanza. Non erano servite a niente le continue spiegazioni di come il famoso motociclista fosse una sua compagna ( e il giovane sottolineava con veemenza il genere femminile della parola ) di scuola. Finche non vi era una prova tangibile Cordelia ai loro occhi sarebbe rimasta il bel ragazzo che ogni giorno accompagnava il suo amico speciale a scuola. 
<< La prossima volta potresti evitare di suonare il clakson? >> la pregò lui indossando il casco << Alcune persone dormono ancora >>
Borbottando qualcosa di incomprensibile la ragazza gli fece segno di salire per poi mettere in moto la sua vettura.
 
L'aria del mattino scompigliava i capelli di Caterina. Benchè l'ultimo giorno delle vacanze estive avesse dato loro una spuntanta i ciuffi più ribelli le cadevano costantemente sul volto. Ormai aveva riunciato a dar loro una qualche sistemata, accettando il fatto di arrivare a scuola in disordine.
<< Mi dispiace di averti accompagnato con quest'auto >> si scusò l'uomo alla guida adduccendo alla mancanza di tettuccio della sua porsche << Purtroppo dovevo portarla dal meccanico in mattinata >>
<< Non fa niente >> disse lei << Anzi, sono io che devo scusarmi di approffitare di te. Purtroppo mio padre non si fida a mandarmi a scuola con la metro. >> Il genitore su questo punto è sempre stato irremovibile. Benchè ormai fosse maggiorenne continuava ad avere nei suoi confronti un' esagerata protettività. Il suo aspetto poi di certo non aiutava a farla sembrare una persona adulta ed indipendente, a volte quando le capitava di passare vicino a una scuola media durante l'orario di uscita vedeva delle ragazzine che sembravano molto più mature di lei. Ma del resto, cosa ci poteva fare se era nata così? Ormai aveva perso la speranza di crescere di qualche centimetro o che il suo volto somigliasse di più a quello di una ragazza della sua età. Il suo corpo almeno, bassezza a parte, aveva le curve al punto giusto . Spesso si era ritrovata ad invidiare le sue amiche,  persino Cordelia, sotto a vestiti decisamente più grandi della sua taglia, aveva un corpo di tutto rispetto.
<< Non mi disturba affatto portarti a scuola >> asserì lui mentre si fermava a causa di un semaforo rosso << Tanto il tuo orario scolastico coincide con il mio lavoro e portare una persona in più non in macchina non è questo gran peso >>
Caterina gli sorrise. Augusto Bellini, questo era il nome del suo accompagnatore abituale. Figlio di una ricca e nobile famiglia milanese, il padre era un amico di vecchia data del suo. Come ogni giovane rampollo che si rispetti una volta finita l'università gli era toccato un ruolo di rilievo nell'azienda di famiglia. Sebbene la sua fosse stata un'esistenza programmata lui non pareva farsi problemi anzi, sembrava proprio a suo agio nell'ambiente che i suoi geniori avevano progettato per lui. Certo, a parte quel piccolo dettaglio...
<< Tsk, a quanto pare non è il nostro giorno fortunato >> bofonchiò Augusto davanti al loro terzo semaforo rosso di fila guardandosi poi l'orologio << In ogni caso dovremmo arrivare in tempo per la scuola >>
<< Ma tu non farai tardi al lavoro? >> si preoccupò Caterina.
<< Sono il figlio del capo, nessuno si lamenterà >> liquidò la cosa lui facendo un gesto di non curanza con la mano. A dispetto di ciò che Augusto disse la ragazza sapeva che non gli piaceva arrivare in ritardo al lavoro, essere puntuale era indice di serietà cosa a cui lui teneva moltissimo. Il suo era un modo per farla sentire meglio, Augusto la conosceva abbastanza per sapere quanto lei detestasse essere di peso agli altri. I modi dell'uomo potevano apparire snob e menefreghisti, il suo atteggiamento tipico dei figli di papà ma sotto le sue parole audaci e sprezzanti vi era una persona buona e altruista, che cercava di mascherare queste sue caratteristiche sotto a una corazza fatta su misura. In un certo senso le ricordava Cordelia.
<< Come va il lavoro? >> chiese la ragazza cercando di cambiare argomento.
<< Non c'è male, poco a poco mio padre mi sta aumentando le responsabilità >> rispose Augusto << Anche se continua a obbiettare i miei metodi, deve capire che non siamo più ai suoi tempi, ci vuole una modernizzazione di tutto l'apparato amministrativo. Oh, grazie al cielo un semaforo verde!!  >>
<< Ormai manca poco >> constatò Caterina guardando il paesaggio, ormai familiare, che precedeva la sua scuola. Nel giro di pochi minuti i due arrivarono finalmente nel grande spiazzo presente davanti all'edificio, giusto in tempo per il suono della prima campanella.
 
<< Ehi!! >> Vanessa sventolò il proprio braccio richiamando l'attenzione di Roberto, Anna e Luciano << Pronti per il secondo giorno? >>
<< Insomma >> rispose il biondo << Devo ancora decidere se rimanere anche di pomeriggio o tornare a casa. Tanto visto che non vado in nessun club sportivo non devo superare nessuna selezione. >>
<< Potresti andara a vedere le loro selezioni >> suggerì la ragazza.
<< Lo stavo dicendo, ma questi due non ne vogliono proprio sapere >> replicò lui.
<< Lo sai che non sono uno che ama essere osservato >> si giustificò Luciano. Già non amava essere al centro dell'attenzione ( cosa che risultava difficile visto che a causa della sua altezza spiccava ovunque) figuriamoci essere guardato da Roberto durante una selezione. Il suo essere imbranato non aveva bisogno di ulteriori stimoli.
<< Dovrai farci l'abitudine allora >> disse Vanessa << Le partite del tornero inter-scolastico sono molto seguite >>
<< Le tue amiche non vengono a scuola con te? >> le chiese Anna.
<< No, abitiamo in posti distanti >> spiegò l'altra ragazza << Oh, ecco che arrivano Cordelia e Luca >>
Il rombo della Bmw della ragazza annunciò la loro entrata in scena e l'amica corse loro incontro.
<< Buon giorno coppia felice >> ironizzò Vanessa una volta di fronte a loro << Mi raccomando, non fare vedere siparietti del genere a Sara >>
<< Caterina non è ancora arrivata? >> chiese Cordelia levandosi il casco ignorando l'insinuazione dell'altra.
<< Non ancora >> le rispose l'amica << Ma dovrebe essere qui tra poco, se non vuole arrivare in ritardo almeno >>
<< Caspita, ma questa è una bmw K1300R >> esclamò ammirato Roberto accarezzando il telaio.
<< Mh, a quanto pare te ne intendi di moto >> constatò la ragazza scendendo dalla vettura aiutando poi Luca a fare lo stesso.
<< Non sai quanto ne vorrei una >> confessò lui ammirando la bmw << Purtroppo tra benzina, bollo, assicurazione e il costo della moto non potrei proprio permettermela . C'è da dire però che questa è una moto sportiva, non è molto adatta a trasportare passeggeri extra >>
<< A chi lo dici >> si lamentò Luca massaggiandosi le natiche.
<< Oh, scusami tanto, la prossima volta ti vengo a prendere con la limousine >> esclamò piccata  Cordelia.
Il suono della campana interruppe i ragazzi, annunciandò l'inizio della lezione. Contemporaneamente Caterina arrivò attirando la loro attenzione.
<< E quella cos'è ?! >> esclamò Roberto andando incontro alla vettura appena arrivata. In estasi il ragazzo osservò quella macchina che probabilmente costava quanto il mutuo della loro casa.
<< Una porsche carrera, niente male >> disse Anna.
<< Ehi Napoleone, hai ripreso a farle d'autista? >> chiese Vanessa appoggiandosi allo sportello della macchina. << Strano però che tu sia uscito con la porsche in una giornata ventosa come questa >>
La bionda rise davanti all'appellativo che l'amica aveva dato ad Augusto. Nato come uno scherzo ormai, inspiegabilmente, era diventato di dominio pubblico e c'erano più persone che lo chiamavano così che con il suo vero nome. Del resto poi a lui non dispiaceva quell'appellativo anzi, in un certo senso lo gratificava. La ragazza l'aveva chiamato così unicamente per la bassezza e l'atteggiamento da generale oltre per l'inspiegabile fascino che esercitava sulle donne, cosa che non era da imputare al suo patrimonio sebbene questo facesse gola a molte rampolle della società bene.
<< Dovevo portarla dal meccanico >> spiegò lui << E' da un pò di tempo che fa dei rumori strani >>
<< E tu l'hai fatta salire su una macchina non sicura? >> l'accusò Cordelia che al contempo faceva uscire, prendendola di peso, Caterina dalla macchina.
<< Certo che no, per chi mi hai preso? >> scattò irritandosi Augusto che mai, e per nessun motivo, avrebbe messo in pericolo qualcuno. Soprattutto se appartenente al gentil sesso.  << Ho un semplice problema all'olio, niente che pregiudichi la sicurezza della macchina >>
<< In ogni caso non era necessario che l'accompagnassi >> sentenziò la ragazza posando Caterina  << Ormai è abbastanza grande per prendere la metro da sola >>
<< Cordy, non lo sgridare, mi ha fatto solo un favore >> si intromise la bionda cercando di calmare gli animi.
<< E tu, finiscila di pesare sugli altri >> l'accusò Cordelia guardandola duramente negli occhi. La bionda non seppe più cosa dire, si voltò di scatto e fece per andarsene nell'edificio senza mai voltarsi.
<< Mi sa che stavolta hai esagerato >> sospirò Vanessa guardandola con biasimo
<< Non sono affari tuoi >> replicò scorbuticamente la ragazza incamminandosi a sua volta verso la scuola per poi essere seguita dagli altri.
 
<< Posso sedermi? >> chiese Vanessa a Cordelia la quale non rispose. Beh, chi tace acconsente no? La ragazza si sedette così di fianco all'altra. Era iniziato da poco l'intervallo e, non vedendo la sua amica la riccia aveva subito capito dove fosse finita. Ogni qual volta Cordelia era arrabbiata andava a mangiare la sua merenda da sola sulle scale antincendio, in barba ai bidelli che costantemente si raccomandavano di non uscire dalla porta di sicurezza che precedeva le scale.
<< Ah, il vederti qui tutta sola mi fa ritornare in mente i tempi delle elmentari... >> esordì Vanessa per attaccare bottone visto il totale disinteresse di Cordelia ad iniziare una qualunque conversazione. << Noi bambini che giocavamo insieme mentre tu rimanevi in disparte tutta sola. Ah, come passano gli anni... >>
<< Ti prego, sembri mia madre quando parli così >> parlò finalmente la mora.
<< Oh, ma allora non hai perso l'uso della parola >> ironizzò l'amica 
<< Non sono in vena di chiacchiere oggi >> sentenziò Cordelia voltandosi.
<< Non sei l'unica >> disse Vanessa << La differenza è che lei ha una buona ragione per essere offesa >>
<< Non hai proprio intenzione di lasciarmi in pace vero? >> chiese la mora sospirando.
<< L'ho mai fatto? >> le sorrise l'amica.
<< Effettivamente no, mai >> le concesse l'altra ragazza.  E aveva ragione. Mai una volta che Vanessa le si fosse allontanata a causa del suo atteggiamento brusco e poco incline ad aprirsi agli altri, caratteristiche che possedeva sin dalla prima volta che si incontrarono, in prima elementare. Anche a sei anni Cordelia preferiva tenersi in disparte dagli altri bambini mentre, come è facile immaginare, Vanessa era il fulcro di tutti i giochi, tutti i loro compagni di classe gravitavano intorno a lei manco fossero la luna e lei il sole. Creò non poco scalpore tra i bambini il giorno in cui Vanessa si impuntò di fare amicizia con quella che veniva considerata l'emarginata della classe. Molti, tra i quali anche le insegnanti, vedevano la cosa come il capriccio di una bambina che voleva piacere a tutti, a dispetto delle diversità intrinsiche di ogni individuo che a volte impediscono il nascere di un'amicizia. Con il passare degli anni fu chiaro che Vanessa non è una persona che smania per avere l'amicizia altrui anzi, come sanno bene Andrea, Maria e Riyoko, la ragazza non si fa problemi a manifestare le proprie antipatie. Ma ai tempi questo lato del suo carattere era ancora sconosciuto, del resto, non vedeva ancora le altre bambine come possibili rivali, e i maschi non erano altro che compagni di giochi tanto quanto le femmine. Indi per cui il suo non era un interesse egoistico ma anche se le sue motivazioni non avevano alcun tornaconto ciò non significava che Cordelia avrebbe ceduto così facilmente. Inizialmente aveva pensato che continuando a ignorarla quella bambina bizzarra avrebbe smesso di assillarla. Macchè, più lei cercava di evitarla più questa le si attaccava come una calamita. Dopo che era passato un mese Cordelia aveva deciso di chiedere aiuto a Lavinia. E' così che insegnano no? A mali estremi estremi rimedi e la Cordelia provò con la soluzione più estrema che potesse immaginare una bambina della sua età. Se lei veniva esclusa per suo preciso volere lo stesso non si poteva dire della sorella. Versione occidentate dell'allora ancora sconosciuta Sadako Yamamura Lavinia incuteva un primordiale terrore a chiunque le si avvicinasse. Chiese così alla sorella di venirla a prendere al posto di sua madre una volta finita la scuola. Cordelia era certa che, una volta visto con chi era imparentata Vanessa avrebbe desistito da ogni intento d'amicizia. Il giorno propizio mise così in atto il suo piano, chiedendo all'altra bambina se voleva venire a giocare con lei a casa sua. Come facilmente intuibile Vanessa accettò di buon grado, rimandado però l' offerta al giorno dopo visto che avrebbe dovuto chiedere il permesso alla madre. Cordelia accettò di buon grado dicendo inoltre che le sarebbe venute a prendere sua sorella. La notizia  venne accolta nella classe come l'avvenimento del secolo e il giorno dopo i bambini causando non poca ressa durante la fine delle lezioni. Tutti si appostarono dai cancelli in attesa non si sa se più di vedere dal vivo la famosa Lavinia ( varie leggende erano state create quando la sorella di Cordelia frequentava ancora la loro scuola, alcuni dei fratelli maggiori dei suoi compagni di classe ne parlavano ai fratelli come di un essere mitologico)o di vedere Vanessa andarsene insieme a Cordelia. Ingara di ciò che stava architettando la bambina al suo fianco Vanessa continuò a camminare nella direzione indicatele dall'altra. Cordelia stava già pregustando il momento in cui finalmente quella scocciatrice l'avrebbe lasciata in pace. Le cose andarono però diversamente dalle sue previsioni infatti non solo Vanessa non si spaventò minimamente alla vista di sua sorella ( a differenza di tutti i loro compagni di classe) ma passò tutto il tempo impiegato per raggiugere la loro abitazione a parlare con la più grande. In cuor suo Cordelia si dichiarò sconfitta. Da quel giorno cominciò ad accettare la presenza di quella petulante bambina nella sua vita, e più gli anni passarono e più il suo stato raggiunse quello che, una persona comune catalogherebbe come migliore amica, che per Cordelia significava "la persona autorizzata a scocciarla più di tutte senza dover temere per la propria incollumità".
<< Terra chiama Cordelia, terra chiama Cordelia >> ripetè incessantemente Vanessa per richiamare l'attenzione della ragazza.
<< Che c'è? >> esclamò questa.Neanche il tempo di perdersi un attimo nel viale dei ricordi che la rompiscatole reclamava la sua presenza.
<< Ti decidi ad andare a chiederle scusa o no? >> domandò la riccia 
<< Non ho assolutamente intenzione di scusarmi >> procalmò Cordelia incrociando le braccia << Ho ragione, deve imparare a non dipendere costantemente dagli altri >>
<< O meglio dovrebbe imparare a dipendere unicamente da te >> esclamò Vanessa sapendo di essere riuscita a colpire nel vivo l'amica, cosa confermata dall'impercettibile sgranatura che fecero gli occhi dell'altra.
<< Non so di cosa stai parlando >> mentì l'altra voltandosi.
<< Sì certo >> rise la riccia facendo per alzarsi << Ti dico soltanto che ti conviene andare a scusarti adesso, non sia mai che visto il suo umore non proprio roseo si lasci abbindolare da qualche lusinga maschile >>
Bastò quella semplice insinuazione per far scattare Cordelia la quale si alzò all'istante andando verso la porta, fece per aprire ma qualcuno,dall'interno la precedette. La ragazza era già pronta a sentire le lamentele di un bidello ma con sua sorpresa si ritrovò di fronte Luciano. 
<< Co..Cordelia, ti stavo cercando >> balbettò il ragazzo dopo un attimo di smarrimento.
<< Ah sì? >> fece lei con noncuranza.
<< Dovevo parlarti riguardo... >>
<<  Qualunque sia il motivo ora non ho tempo >> lo interruppe bruscamente lei scostandolo di malo modo dalla porta rivolgendosi poi all'amica << Evita di dire in giro dove potermi trovare >>
<< Ehi, sono innocente!! >> professò Vanessa << E poi pensi davvero che direi a un bel ragazzo dove riuscire a trovarti? >>
Cordelia fece una smorfia prima di abbandonare definitivamente la conversazione, avviandosi verso la sua classe.
 
<< E quindi questo tipo ti accompagna a scuola ogni giorno? >> chiese Roberto a Caterina.
<< Solo quando mio padre non può >> rispose lei.
<< Certo che deve avere proprio tanti soldi per permettersi un'auto del genere, vorrei avere anch'io un amico così >> sospirò il ragazzo dondolandosi sulla sedia.
<< Anche la famiglia di Caterina ha un alto tenore di vita >> intervenne Andrea girandosi  << Probabilmente i suoi genitori stanno cercando di combinare un matrimonio d'interesse >>
<< Matrimonio?! >> ripetè scioccato il biondo << Non è un pò troppo presto per pensare a queste cose? >>
<< Sì, non esagerare Andrea >> disse Luca entrando nel discorso << Forse è vero che c'è qualche pressione ma niente è deciso. E poi non mi sembra il caso di parlare dei suoi affari >>
<< Vero >> convenne Anna seduta insieme ai due rappresentanti << Meglio tornare a concentrarsi sulle richieste >> aggiunse poi prendendo dei fogli da una pila posta nel banco affianco.
<< Ehi, si può sapere cosa ci fai insieme a loro due? >> domandò Roberto che solo ora si accorgeva di cosa stava facendo la sorella << E poi perchè Luca è qui? >>
<< Le ho chiesto io di aiutarci >> rispose per lei la rappresentante d'istituto << Ieri i capi dei club non sportivi mi hanno già dato qualche preventivo sul materiale da comprare. Visto che in questi club non c'è nessuna selezione i dati che mi hanno fornito sono certi al 100%, dunque volevo portarmi avanti con il lavoro visto che a breve avrò anche le domande dei club sportivi. >>
<< Eh? La scuola paga il materiale ai vari club?! >> esclamò allibito il ragazzo << Siamo sul serio in una scuola italiana? >>
<< Non so se l'hai notato... >> esordì Anna << Ma questa è una scuola privata e di alto livello. >>
<< Mi sorpende che tu non ne fossi al corrente >> disse Andrea << Quando vi siete iscritti non avete valutato queste cose? E dire che la retta è piuttosto alta >>
<< Ci pensa mio nonno a pagare le rette scolastiche a noi e ai nostri fratelli >> spiegò Roberto << Lui non ha problemi di soldi e anche se è molto tirchio è sempre stato intransigente sui nostri studi. Non navighiamo certo nell'oro ma abbiamo sempre frequentato le scuole migliori, tutto spesato dal nonno. A lui i soldi non mancano di certo >>
<< Oh, hai altri fratelli? >> chiese Caterina curiosa.
<< Sì >> rispose lui << Ho un fratello maggiore che fa l'univeristà e uno minore che ha appena iniziato le elementari. Ah, e mia madre ne aspetta un altro, però i miei non hanno voluto sapere il sesso >>
<< Però, piuttosto inusuale oggigiorno una famiglia così numerosa >> constatò Luca.
<< Lo so >> replicò Roberto << Voi avete fratelli o sorelle? >> chiese poi.
<< Figlia unica >> rispose brevemente Andrea.
<< Io ho un fratello maggiore >> disse invece Caterina.
<< Io... >> Luca esitò per qualche secondo prima di concludere la frase, i suoi occhi si incupirono leggermente e serrò i pugni << Io sono figlio unico >> concluse.
<< Immaginavo, non ho ancora trovato nessuno con una famiglia come la mia >> affermò Roberto.
<< Beh, non sarà numerosa come la tua ma Cordelia ha due sorelle >> disse Caterina rabbiuandosi poi immediatamente per aver nominato l'altra ragazza e come se non bastasse Cordelia fece il suo ingresso in aula. La ragazza si innervosì non poco nell'osservare come la bionda stesse chiacchierando amichevolmente con il nuovo arrivato.
<< Oh Cordelia, ti stava cercando Luciano >> esclamò la rappresentante
<< Sì, l'ho incontrato ma non avevo tempo per perdermi in chiacchiere >> disse lei senza spostare lo sguardo dal suo obbiettivo.  
<< Oh, mi dispiace, l'avevo mandato da te pensando che volesse qualche informazione sul club di pallacanestro, se sapevo che eri impegnata avrei evitato >> si scusò Andrea.
<< Tsk, allora è vero che Vanessa ha parlato con qualcuno su dove trovarmi >> mormorò Cordelia << Dovrò trovarmi un nuovo posto >>
<< No, non mi ha detto niente >> esclamò Andrea discolpando la riccia << Io...ehm...sapevo dove trovarti ecco tutto >>aggiunse arrossendo e sistemandosi gli occhiali.
Finito quel breve e conciso chiarimento Cordelia si mosse in direzione di Caterina. Guardò Roberto in una maniera che esplicava chiaramente il fatto di volerlo vedere allontanarsi dall'amica, cosa che il ragazzo capì all'istante con conseguente spostamento. La ragazza si sedette così nel posto occupato precedentemente dal biondo ed iniziò a parlare.
<< Ciao >> esordì.
<< Ciao >> ripetè Caterina.
<< Volevo dirti una cosa >> disse Cordelia iniziando a tamburellare sul banco con le dita.
<< Cosa? >> chiese la bionda guardandola fissa negli occhi cosa che non facilitava di certo l'altra ragazza.
<< Riguarda ciò che ho detto stamattina... >> iniziò la più grande << Ecco, è vero che dovresti essere più indipendente ma forse sono stata troppo diretta a dirtelo >>
<< Queste sarebbero delle scuse? >> inquisì l'altra
<< Una specie >> ammise Cordelia. Non era mai stata brava in quel genere di cose, che almeno apprezzasse la sua buona volontà!
<< Ah, apprezzo lo sforzo >> sospirò la bionda per poi sorriderle, consapevole che quell'accenno di scusa era costato molto all'amica.  << Davvero >>
<< Bene, allora direi che è tutto sistemato tra voi due >> intervenne Roberto tornando alla carica subito frenato però dalla campanella che segnò l'inizio delle lezioni.
<< Meglio che me ne vada >> disse Luca alzandosi e prendendo con sè alcune delle carte poste sul banco di Andrea << Oggi andiamo anche noi all'impianto sportivo? >> chiese alla ragazza.
<< Possiamo evitare, i capitani mi consegneranno domani i nominativi con tutti gli iscritti definitivi >> rispose lei << Piuttosto, che ne dici di venire a casa mia? Concludiamo la verifica di queste carte e poi studiamo insieme. Anche se la scuola è appena iniziata è meglio approffittare dei giorni in cui non sei impegnato con il lavoro o con il club >>
<< Direi che è un'ottima idea >> accettò il biondo prima di tornare nella sua classe e contemporaneamente alla sua uscita di scene in classe entrarono Vanessa e Luciano, la prima gioviale come sempre mentre il ragazzo pareva molto inquieto, cosa che continuò per tutta la durata delle lezioni.
 
 
   
 
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