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Autore: Armelle    12/07/2013    0 recensioni
Con un sorriso canzonatore, pensò che era arrivato il momento di smettere anche di fumare, la sua droga, uno dei pochi piaceri che le era rimasto, ma l'avrebbe fatto per amore, almeno quello.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Seduta alla scrivania del suo ufficio, Patricia batteva nervosamente i tacchi per terra, mentre si sforzava con scarso successo di prestare una degna attenzione al suo lavoro.

Abbandonando la tastiera del computer e le scartoffie riposte davanti a lei sulla scrivania, portò la mano sopra il collo della camicetta e sentendolo troppo stretto, quasi da toglierle il fiato, sganciò i primi bottoni respirando a fatica.

Era terribilmente tesa. Il piede, che continuava a battere sulle mattonelle, avrebbe potuto sgretolarle se avesse avuto la forza necessaria. Man mano che la tensione aumentava la voglia di fumare diventava quasi un desiderio insopprimibile.

Minuto per minuto lanciava occhiate insistenti all'orologio da polso, ma i minuti e persino i secondi sembravano non trascorrere mai, fino a che, finalmente, la lancetta raggiunse il numero dodici. In quello stesso istante Patricia scattò in piedi, e prima ancora che i suoi colleghi potessero anche soltanto alzarsi, lei era già corsa via dall'ufficio.

Balzò in macchina e mise in moto. La tensione che aveva provato seduta in attesa non era diminuita, e non lo sarebbe stata sino a quando non avrebbe raggiunto la meta, quindi compiuto il suo dovere; fortunatamente il luogo stabilito per l'incontro non era molto lontano.

Quando l'ebbe raggiunto scese in tutta fretta, ricordandosi a malapena di richiudere lo sportello dell'auto. Dunque si guardò attorno con ansia, ma di lui non c'era nessuna traccia. Si asciugò la fronte, sentendola bagnata di sudore, sebbene quella mattina il sole non picchiasse particolarmente forte. Successivamente la sua mano scivolò dentro la tasca della giacca, da cui estrasse un pacchetto di sigarette e un accendino. Con un sospiro di sollievo ne accese una, la portò alla bocca e inspirò a grandi sorsi il fumo, avendo l'impressione così di riacquistare una parte della propria fermezza.

Chiuse gli occhi godendosi quel breve momento di relax, perché quando li riaprì, Andy stava venendo verso di lei.

Ancora guardarlo venirle incontro da lontano, come la prima volta, accendeva in lei una scintilla di eccitazione. Perciò, nel tentativo di scacciare quella sensazione poco consona al momento, inspirò un'altra grossa boccata di fumo.

Il nuovo arrivato si fermò di fronte a lei. L'espressione rabbuiata sul suo viso faceva intuire che già conosceva lo scopo di quell'incontro, ma nonostante ciò aveva accettato lo stesso di buon grado d'incontrarla.

Era l'ora di pranzo, per cui le strade tutt'intorno in quel momento erano deserte, esattamente come si era immaginata, quando aveva stabilito l'ora ed il punto d'incontro: era il luogo perfetto per l'addio.

Alle sue spalle c'era un palo della luce; Patricia vi si appoggiò con tutto il peso, sentendo le gambe deboli e tremanti. I suoi occhi erano ancora così belli, pensava guardandoli, quegli occhi che aveva amato e guardato con adorazione durante i loro momenti di estasi amorosa.

Distolse subito lo sguardo, voltandosi dall'altra parte a guardare il complesso di palazzine ancora in costruzione, quindi il piazzale deserto, dove abbandonata nel bel mezzo stava una palla tutta sporca di terra. Osservandola con più attenzione si accorse presto che aveva un grosso squarcio sulla parte che puntava in direzione del terreno, il quale era senza dubbio il motivo per cui era stata abbandonata lì dov'era.

La sigaretta tra le mani continuava a bruciare, ma per un attimo si dimenticò di essa, sforzandosi invece di formulare nella sua testa le parole che si apprestava a dire, mentre il suo sguardo rimaneva fisso sulla palla rotta, ignorando appositamente l'uomo davanti a lei.

Andy era entrato nella sua vita come un fulmine a ciel sereno: di bell'aspetto, pieno di vita ed atletico, sembrava uscito da uno di quei romanzetti rosa che occupavano, quasi per intero, gli scaffali della libreria nel soggiorno di casa sua. Lei aveva deciso di cogliere l'occasione per sentirsi come una di loro, una delle protagoniste dei romanzi che le tenevano compagnia durante i tempi morti della sua vita.

Infatti si era sentita come loro, ed era stata un'esperienza impagabile, ma in quel bel romanzo che si era costruita aveva dimenticato una parte: era sposata, aveva un marito e fra breve sarebbe arrivato anche un bambino.

Si erano imbattuti in suo marito qualche giorno prima, di ritorno da una cenetta in un ristorante sul porto; Patricia sul momento era stata colta dal panico, ma poi con il coraggio della disperazione aveva farfugliato qualche parola su una cena di lavoro e lui incredibilmente le aveva creduto.

In seguito c'era stata quella visita, a causa di un malore improvviso, che le aveva rivelato il suo stato: era incinta ormai da due settimane.

Tante volte in passato aveva desiderato un bambino. Il suo matrimonio durava da sette anni, tenendola intrappolata in una relazione inesistente senza nemmeno la consolazione di un pargoletto da indirizzare in una via completamente opposta a quella da lei scelta.

Si era sposata appena a diciannove anni, attirata dal denaro e da una vita di lussi. Troppo presto per lei perché potesse capire la reale sostanza dell'amore oppure della vita stessa, sciocca e superficiale com'era stata allora.

Per un periodo con Andy le era parso di afferrare quel sogno, l'illusione del vero amore, e forse era veramente stato così, eppure adesso ne aveva paura. Non se la sentiva di affrontare un divorzio, né l'umiliazione della sua famiglia, estremamente devota, che non avrebbe accettato di buon grado la separazione, con il rischio che quella non fosse nient'altro che una sfuggevole illusione.

La consolava solo il pensiero che quel figlio le avrebbe regalato un altro tipo d'amore, che non aveva saputo trovare altrove. E in fondo lei non voleva altro che la sua fetta di felicità, in qualunque forma essa si mostrasse nella sua vita.

Dopotutto, aveva sempre scelto le vie più semplici.

Quando gli parlò, infine, la sua voce suonò priva di emozione, così stavolta fu Andy ad evitare il suo sguardo.

Anche lui guardava un punto fisso oltre le sue spalle, forse già immaginando un nuovo inizio, senza di lei.

Si lasciarono come due estranei, così come si erano incontrati la prima volta, in un autogrill alla periferia della città; due perfetti sconosciuti che avevano sentito accendersi una scintilla appena i loro sorrisi, così simili, così segretamente disperati, si erano incontrati. La scintilla nata in quel giorno era poi sfociata nella passione, forse più tardi anche nell'amore.

Patricia, quando Andy si fu allontanato, rimase lì ferma ancora per un po', finendo di fumare la sigaretta ancora accesa, ma ormai quasi del tutto consumata, sentendo di nuovo la tensione calare. Credeva di aver fatto la cosa giusta e se così non fosse stato, comunque una tappa della sua vita si era conclusa per lasciare spazio ad una nuova.

Con un sorriso canzonatore, pensò che era arrivato il momento di smettere anche di fumare, la sua droga, uno dei pochi piaceri che le era rimasto, ma l'avrebbe fatto per amore, almeno quello.

La mano libera si posò leggera sul ventre, mentre con l'altra inspirava l'ultima boccata di fumo e spegneva poi il resto sotto il tacco della sua scarpa, fregandola contro l'asfalto.

Quel bambino tanto desiderato, avrebbe vissuto per lui, sperando che un giorno sarebbe stato una persona migliore di sua madre. Gli avrebbe dato tutto il suo amore, perché ancora prima di nascere già sapeva di fargli un torto, o meglio due: per un po' l'aveva intossicato con il suo vizio, il fumo, inoltre non avrebbe potuto garantirgli senza mentire che colui che avrebbe chiamato papà fosse realmente tale.

Da lontano si scorgeva la sagoma del grosso edificato da cui era fuggita in tutta fretta, il palazzo dove ormai si recava tutte le mattine al lavoro.

Tolse dalla tasca il pacchetto di sigarette che le era rimasto e senza trattenersi a guardarle, come aveva fatto con Andy, le infilò nel primo cestino della spazzatura davanti al quale passò. Poi risalì in macchina per fare ritorno ad un'altra monotona e faticosa giornata di lavoro.

  
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