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Autore: SoleStelle    12/07/2013    0 recensioni
40 capitoli di cui un Prologo e un Epilogo (corti).
Basata su una storia vera.. ma con l'aggiunta di un pizzico di fantasia (molta).
Non sono bravissima con le introduzioni, si sa, ma ci provo comunque.. anche questa volta.
L'amore non sempre è semplice e quando si ha soli 15 anni non lo è per niente..
Cosa succede quando le cose di complicano e niente va come dovrebbe andare?
Quali sono le conseguenze che si pagheranno in un futuro (più o meno lontano)?
Dal testo:
[...] Non riuscivo a credere che nonostante tutto continuasse a non fidarsi di me.
Era come rivivere tutto da capo.. tutto quello che era successo appena tre anni prima stava succedendo ancora.
Mi buttai sul letto e mi coprii il viso con il cuscino. Era un incubo..
Un brutto incubo.
Mi sarei svegliata presto e sarebbe tornato tutto alla normalità..
Ne ero certa. [...]

Buona Lettura.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Scesi dalla macchina e chiusi la portiera con forza.
“dove vai?” chiese Daniele.
Guardai il cugino di Luca mentre mi afferrò il braccio.
“non ho intenzione di aspettare oltre, senza fare nulla” dissi, liberandomi dalla sua pressa ferrea.
Mi voltai e cominciai a correre come meglio riuscivo.
Non sarei rimasta ferma, immobile, chiusa nella macchina, in attesa che il traffico si sciogliesse.
Non mi sarei arresa.
Dovevo fare in fretta, sperando che lui non si arrendesse prima di me..
Liberai la mente dai pensieri e mi concentrai solo sulla strada.
Avrei dovuto prestare la massima attenzione a ogni minimo movimento o avrei rischiato di rovinare il vestito o l’acconciatura.

*Luca*

Iniziai a camminare ansioso per tutta la navata..
Era in ritardo.. terribilmente.
Si sa, le spose si fanno sempre desiderare ma lei ci stava tenendo tutti sulle spine.
Un’ora..
“ancora nulla?” chiese suo padre, dietro di me.
Chiusi la chiamata e negai con il viso..
“non risponde” dissi.
Non è da lei.. dev’essere successo qualcosa..
Uscii dalla chiesa e ricomposi il numero del suo cellulare mentre mi voltai a guardarmi intorno.
Fui investito dalle occhiatacce di tutti i presenti.
Gli ignorai e mi concentrai sulla chiamata..
Segreteria.
Quella voce metallica stavo iniziando ad odiarla.
Dove diavolo è finita?! Doveva essere qui più di un’ora fa..
Mi voltai, intento a cercare una scusa da rifilare a tutti i presenti, ma mi bloccai vedendola..
Stava correndo verso la chiesa, reggendo il velo con la stessa mano con cui reggeva il bouquet mentre con l’altra teneva il vestito alzato per essere più libera.
Le andai incontro e la vidi fermarsi stremata.
“sei ancora qui” sussurrò, senza fiato, mentre si reggeva a me.
“cos’è successo?” chiesi, togliendole un po’ di sudore da dosso con il tovagliolo del mio taschino.
“incidente.. non chiedermi chi e come ma hanno bloccato la strada. Me la sono fatta tutta di corsa” disse.
Tutta di corsa.. ecco perché ci aveva messo così tanto tempo ad arrivare.
“bevi un po’” disse mia mamma, porgendole l’acqua di Benedetta.
La prese, senza pensarci su due volte, e la bevve tutta d’un sorso.
Mi sporsi verso il suo bouquet e presi una rosa cercando di non rovinare la composizione. L’appuntai nel taschino, al posto del fazzoletto e mi concentrai nuovamente su Ronny.
Rimanemmo fuori ancora qualche minuto, dandole il tempo di riprendersi, poi rientrai lasciando a mia madre il compito di aggiustarle il vestito.
Andai dritto verso l’altare e dissi al prete che era, finalmente, arrivata.
Vidi tutti riprendere posto pian piano e sentii l’organo partire.
Mi concentrai sulla sua figura e ammirai tutto quello che prima non avevo notato.
Il vestito era bianco, ampio e con il corpetto in pizzo.
Il velo le copriva il volto ma mi permetteva di ammirare, ugualmente, il collo avvolto dai lunghi capelli che, per l’occasione, erano stati arricciati e semi raccolti.
Le mani, inguantate di seta, reggevano un bouquet di rose blu.
E davanti a lei Angelica portava il cuscinetto con le fedi.
La fissai camminare timida, in un vestito che sarebbe rimasto bianco e composto ancora per pochi minuti.
Le sorrisi e mi chinai verso di lei. Mi allungò il cuscinetto e la ringraziai mentre corse da mia madre.
Passai il cuscinetto al prete e mi rivoltai per prendere la mano di Ronny.
Vidi suo padre tirarle indietro il velo e notai, solo in quel momento, che non portava gli occhiali.
Erano giorni che in casa usava le lenti a contatto perché le era più semplice visti i danni che Benedetta combinava alle prese con le prime pappine ma non mi sarei aspettato che le avesse utilizzate anche in quel giorno.. non lei che li definiva il suo scudo.. non lei che ne aveva una collezione intera: uno per ogni stato d’animo, diceva..
Le afferrai la mano e le sorrisi..
Potevo, finalmente, ammirare i suoi occhi senza che i riflessi delle luci nelle lenti ne falsificassero le sfaccettature.
Arrossì mentre mi diede un leggero pizzicotto alla mano.
La ignorai e continuai a fissarla fino a quando non fu il momento di prestare attenzione al prete..
Già, alla fine aveva vinto lei.. su tutti i fronti..
Avevo sempre detto che non mi sarei mai sposato..
Eppure eccomi qua.
Avevo detto, una volta infranto i miei canoni, che mi sarei sposato in comune..
Eppure eccomi qua.
Avevo solo vent’anni, eppure sapevo che era la cosa giusta da fare.. la migliore per me..
Per lei..
Per le nostre figlie..
La migliore per tutti noi..
 
 
 
 
 
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Note dell’Autrice:
eccovi a voi l’ultimo capitolo vero e proprio..
Il prossimo (già pronto per essere letto) saranno solo alcune righe di conclusione..
Spero che la storia vi sia piaciuta :)
   
 
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