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Autore: StelladelLeone    12/07/2013    8 recensioni
[storia ad oc, posti esauriti]
Duemila anni dopo la Grande Catastrofe avvenuta nel Regno di Fiore, nell'attuale Regno di Elmar, due giovani misteriosi ladri si lanceranno alla ricerca della leggendaria Fairy Heredity, in un viaggio pieno di pericoli, avventure, romanticismo e comicità!
Sei pronto a seguirli?
“E’ una leggenda per bambini, e comunque ho altro da fare.” Disse lei voltandosi, prendendo il mantello e facendo per andarsene.
“No, è reale e io lo troverò!"
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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YOOOOO MINNAAAAA! Sì, sono riuscita ad aggiornare in tempo record :D LA verità è che tutti voi scrittori di storie ad oc pubblicate alla velocità della luce *lancia un’occhiataccia ad andry* e quindi mi sono sentita in colpa per la mia lentezza. Risultato? Ho supplicato mia zia perché mi concedesse il computer per un giorno e mezzo, ho convinto i miei cuginetti piccoli che dovevo lavorare, ho litigato con la connessione che tra i monti non prende bene e ho scritto questo capitolo. Sinceramente sono soddisfatta di com’è venuto, ma ovviamente è vostro dovere demolirmi e dirmi come migliorare :D Mi scuso con tutti quelli che ho subissato di mail e li ringrazio per avermi risposto: ma non si illudano, non finisce qui! Per parlare della storia, procederà così: 4/5 capitoli per introdurre tutti gli oc, non nell’ordine con cui me li avete mandati ma a ispirazione, poi alternerò una capitolo serio, dove si affrontano combattimenti duri, il passato degli oc e vari pericoli, a uno demenziale/comico per farci quattro risate XD Ovviamente tutto questo mentre il viaggio continua :D

Ah, Miel dice che odia tutti quelli che hanno mandato un oc pervertito e che se vi trova ve la farà pagare: io ho già pagato il prezzo di Rey…sigh…

Mi scuso anche con tutti i maschi che leggeranno perché io amo immaginarmi i combattimenti, ma non credo di essere un granché a descriverli: GOME!

Buon viaggio!

 

Perché gli uomini sono tutti dei pervertiti?!

 

Un’ombra tra le ombre,

destinata all’oblio e all’oscurità,

della stirpe perduta vendicatrice di morte,

demone solitario per le terre vagherà;

ma il suo cuore la spingerà a cercare la leggenda per vie contorte,

inseguita dal male che la divora, da se stessa scapperà,

fin quando la luna benedirà la sua sorte.

Allora con lama d’argento le catene del giogo spezzerà,

all’erede illegittimo del potere aprirà le porte,

un regno di pace inizierà

e uscirà alla luce l’ombra tra le ombre,

angelo di morte, regina maledetta della notte per il mondo che verrà.

Che l’argento si copra con la notte,

questo il re usurpatore temere dovrà,

perché assieme al destino porterà fine a tutte le lotte.

8 Agosto 20888 D. G.C, profezia della Sibilla

 

 

 

 

 

Quando finalmente Rey si alzò, il sole era già sorto da qualche ora. Sbadigliando e stiracchiandosi si guardò intorno, per poi accorgersi, perplesso, di essere solo.  Veloce si alzò in piedi e osservò bene la radura in cui lui e Miel avevano dormito. Che fosse scappata? No, aveva ancora il medaglione e lei non lo avrebbe mai abbandonato; probabilmente era lì intorno. O forse si era persa. Ancora.

Sperando che non fosse accaduto nulla di grave, iniziò a vagabondare per il bosco, fin quando non giunse sulle rive di un fiume. Lì Miel, lasciato il mantello appoggiato sull’erba, si dedicava ai suoi allenamenti mattutini.

Senza far rumore Rey appoggiò ad un tronco per osservarla, incantato. La ragazza continuò per altri minuti ad allenarsi: parata, stoccata, affondo. Parata, stoccata, affondo. Schiva, salta, colpisci. Taglio, laterale, dall’alto. Calcio, pugno, colpo di taglio. Lancio dei pugnali nell’albero e di nuovo esercizio con due spade ricurve. Il tutto con gli occhi serrati.

 Ad un certo punto un sorrisino le increspò le labbra. Poi di colpo scagliò il pugnale, che si conficcò con precisione ad un millimetro dall’orecchi del ragazzo.

“E’ una mania questa, principessa!” disse lui ghignando e rilanciando il pugnale ai suoi piedi.

“E’ pericoloso arrivarmi alle spalle mentre mi alleno.” Lo rimproverò lei mentre recuperava il mantello e dissolveva il pugnale.

“Lo so che mi aveva notato. Hai sorriso alla mia presenza” disse con un sorriso malizioso avvicinandosi.

“No, ho sorriso al pensiero di poterti colpire e poi farlo passare per un’incidente!” disse lei con un sorriso fintamente ingenuo, ghiacciando i bollenti spiriti del ragazzo, per poi superarlo.

“Perché lo fai?” chiese lui, dopo aver recuperato la sua autostima, guardandola serio.

Lei si paralizzò.

“Cosa?”

“Lo sai benissimo cosa:” disse lui scrutandola.

“Non so a cosa ti riferisci.”

“All’allenamento. Tu non uccidi, se non in caso di estrema necessità. Ho seguito le tue imprese e le uniche vittime sono state dei malfattori o uomini che parlavano troppo. Ma non uccidi per professione. Perché allora ogni mattina compi l’allenamento degli assassini?” chiese infine portandosi davanti a lei e fissandola con intensità.

Lei abbassò lo sguardo.

“Non ti riguarda. E comunque dovresti smetterla di perseguitare le ragazze!” Mormorò poi prima di riprendere a camminare, “Muoviamoci, dobbiamo recuperare le provviste per il viaggio”

Lui sospirò, appuntandosi mentalmente che avrebbe dovuto insistere su quella questione e la seguì, raggiungendola in poche falcate.

“Hai idea di come trovare il tesoro?” chiese dopo qualche minuto Miel, sciogliendosi leggermente.

“Quasi.”

“Come quasi?!” lo fulminò lei sbalordita.

“Se è una leggenda non avrai creduto fosse una passeggiata trovarlo, principessa?!” ribatté lui ghignando, “Si da il caso che io abbia una mappa con segnato i luoghi dove trovare i pezzi della mappa per trovare il tesoro. Ovviamente dovremo…prenderli in prestito a tempo indeterminato, motivo per cui entri in campo tu.” Disse soddisfatto appoggiandole una mano sulla testa.

Lei mentre ancora si chiedeva come avesse anche solo potuto pensare di risolvere in breve la questione, arrossì e si allontanò di scatto.

“E’ complicato…” borbottò infine sotto lo sguardo divertito di Rey.

“Ma non mi dire…” la schernì lui facendole così pulsare una vena sulla tempia.

“Voltati un secondo” disse poi la ragazza fermandosi e frugando nella sua enorme borsa. Rey la guardò perplesso.

“Non posso entrare a Nynivel vestita così, attirerei subito l’attenzione dopo il furto di ieri sera.” disse mentre lui eseguiva gli ordini.

Subito dopo sentì il fruscio degli abiti ricadere sull’erba e la sua fantasia prese strade che solo i maschi possono intraprendere.

“Ora possiamo andare.” Disse qualche minuto dopo Miel, che aveva indossato una camicia bianca e aveva cambiato il mantello nero con uno bordeaux.

Rey annuì ed uscii insieme al lei dalla boscaglia per entrare nella confusione mattutina della capitale.

 

 

Un giovane ragazzo camminava tranquillo per le vie di Nynivel, con le mani incrociate dietro la testa che giocherellavano con gli scuri capelli neri brizzolati. Era la prima volta che giungeva alla capitale e lo stava lasciando piacevolmente sorpreso: le locande avevano ottimo cibo e liquore delizioso, per non parlare poi delle cameriere che lo servivano.

“Ehi Lucky, cosa potremmo fare oggi?” chiese ad un certo punto con allegria al piccolo cane che gli trotterellava affianco.

“Arf, arf!”

“Al mercato? Non dovrebbe essere una brutta idea, potremmo…” ma i suoi pensieri vennero distratti da una strana coppia di ragazzi che litigava poco lontano da lui.

Interessato si concentrò meglio per capire le loro parole, non che fosse un problema visto il suo udito animale.

“No, no e no! Non se ne parla nemmeno Rey!” stava ripetendo un piccola furia bionda, davvero ben fornita e carina notò con suo grande piacere.

“Per la centesima volta Miel, come speri di trovarla senza cavalli? Non possiamo andare a piedi!” le ripeté il ragazzo, Rey, esasperato, “E si può sapere cos’hai contro i cavalli? Non è che hai paura?” disse infine con tono malizioso.

LA ragazza assunse un colorito molto vicino a quello del mantello bordeaux.

“N-non dire stupidaggini…” balbettò prima di riprendere a camminare, ma con meno decisione, “E’ solo che non mi sembra il caso di prendere dei cavalli costosi per così poco! Quanto vuoi che sia lontano quello stupido tesoro?!” borbottò imbronciata.

“Tesoro?” pensò il ragazzo dai capelli neri, “le cose si fanno interessanti.”
“Vieni Lucky, ho trovato qualcosa da fare…” chiamò il cucciolo con un sorrisino, iniziando a seguire di nascosto i due tizi strani.

Non sapeva ancora a cosa stava andando incontro.

 

 

Miel pagò il pane e la carne essiccata con stizza, mentre una nuvola nera le circondava la testa. Cavalli! Dannazione! Ora come faceva?! Quegli stupidi bestioni le mettevano il terrore persino a guardarli, figurarsi poi salirgli in groppa! Dannato Rey! Era sicura che l’aveva capito, ma aveva insistito lo stesso e l’aveva abbandonata per cercare quegli stupidi animali!

Il gestore della bancarella guardò spaventato quella ragazza con i tatuaggi imprecare con aria omicida al nulla, prima di incamminarsi verso la prossima bancarella.

Aveva comperato tutto, ora doveva solo ritrovare il suo carceriere. Con un sospiro iniziò a camminare cercando nella folla una testa dorata, quando improvvisamente un strana sensazione la mise in allerta. Subito si bloccò sul posto e iniziò a guardarsi intorno, alla ricerca degli occhi che le stavano perforando la schiena. Ma in quel caos colorato non riuscì ad individuare nessuno dall’aria sospetta o che la stesse fissando.

Sempre con attenzione ricominciò a camminare portandosi sempre più all’esterno della calca. Se qualcuno la stava seguendo, lo avrebbe obbligato a venire allo scoperto. Avrebbe voluto scandagliare coi suoi poteri le ombre presenti, ma non voleva destare troppa attenzione: erano già passati sei drappelli di guardie, in allarme per il furto della sera precedente.

Si stava ancora concentrando sul suo presunto inseguitore, quando una vista che mai si sarebbe immaginata le fece cadere di mano i sacchetti.

Rey, solare e allegro, stava contrattando tranquillamente il prezzo di due stalloni neri con due ragazzi dall’aria seria. Uno più alto e muscoloso addirittura di Rey, con i capelli corvini tagliati corti ma con un ciuffo in piedi davanti e la carnagione abbronzata; l’altro era alto quanto il suo compagno, coi capelli lunghi legati in una treccia blu scuro, quasi viola, e le orecchie a punta.

Con tutta se stessa sperava fosse un incubo, ma l’armatura in scaglie di drago nere con un lupo al centro del petto del ragazzo, i suoi due tatuaggi sul braccio destro e sul polpaccio sinistro con draghi e lupi, la cicatrice che gli rendeva cieco l’occhio sinistro e quella che gli tagliava diagonalmente il polpaccio destro, non lasciavano vie di scampo. Amlach Lumbar Wolf, il peggiore cacciatore di taglie in circolazione stava parlando con Rey. Il suo peggiore nemico era a cinquanta metri da lei. L’unico che avesse mai scoperto la sua identità.

Fu un attimo, e prima ancora che si potesse nascondere, gli occhi grigio ghiaccio del cacciatore si posarono su di lei e le labbra si tirarono in un ghigno, mostrando i canini affilati.

Cercando di mostrarsi tranquilla e assumendo un’espressione fredda e ostile in pochi secondi si porto al fianco di Rey, che la guardò stranito.

“Rey allontanati.” Disse piazzandosi davanti al ragazzo e ringhiando verso Amlach.

“Guarda, guarda chi si vede…immaginavo fossi qua in giro, anche se sinceramente temevo fossi già fuggita.”

“ E da chi dovrei fuggire? Dalle guardie? Da te?” sibilò lei.

Rey ascoltò attento quella scambio di battute, chiedendosi chi fossero i ragazzi con cui prima stava amichevolmente parlando di cavalli.

Il ragazzo con Wolf lanciò anche lui un’occhiata stranita al compagno, mentre i suoi occhi rossicci dalle iridi allungate scrutavano indagatori la ragazzina che fronteggiava il peggior cacciatore di taglie mai esistito con sarcasmo e arroganza, per nulla intimidita nonostante gli arrivasse a malapena al petto.

“Mi pare che abbiamo un conto in sospeso noi due…” disse Amlach facendo un passo avanti, ma Miel non si mosse di un millimetro.

“E se la risolvessimo nella foresta? Dove non possiamo fare danni?” chiese gelida dando un’occhiata ai bambini che correvano poco distanti da loro.

Il ragazzo si guardò intorno serio e poi annuì.

Entrambi, coi loro compagni a fianco, si inoltrarono nuovamente nel bosco.

Finalmente raggiunsero una radura circolare, dove Miel e Amlach si disposero uno di fronte all’altro.

“Rey, stanne fuori.” Gli intimò Miel vedendo il ragazzo avvicinarsi a lei. Rey irritato ma senza far domande si appoggiò a braccia incrociate ad un albero.

“Shi, pure tu.” Ordinò anche Amlach all’elfo che lo accompagnava, che si sistemò a distanza di sicurezza da Rey.

“Sei proprio sicuro di volerlo fare, cane? Mi pare avessimo già stabilito chi fosse il vero dominatore delle ombre.” A sentire il nomignolo che quel tappo gli aveva affibbiato, Amlach scoprì nuovamente i canini in un ringhio. Questa volta l’avrebbe sconfitta.

“Sono migliorato.” Disse poi freddo, estraendo dal fodero una katana nera.

Miel scoppiò in una risata affettata, mentre faceva comparire dall’ombra sul terreno due corte spade ricurve, che assomigliavano a due fiamme nere.

“Non sei riuscito a battermi due anni fa, che avevo solo quindici anni, e credi di riuscirci adesso?” chiese ironica mentre entrambi iniziavano a girarsi intorno.

“Vedremo. Hai vinto solo grazie alla tua trasformazione che mi ha colto di sorpresa.” Disse gelido mentre la scrutava alla ricerca di aperture. La Ladra Nera non era un’avversaria da sottovalutare solo perché era una ragazzina e di sicuro con lei non poteva utilizzare trucchetti come il controllo della persona tramite le ombre o la sua trasformazione: doveva batterla d’astuzia, aspettare un’apertura ed finirla in un colpo solo. Al pensiero di ucciderla un fitta al cuore turbò Amlach, ma fu veloce a scacciarla e concentrarsi sul suo lavoro.

Shi guardò la scena impassibile, ma interiormente sconcertato. Quello scricciolo aveva battuto Amlach a quindici anni?! Era già un anno che viaggiava insieme a lui come cacciatore di taglie per il re e non l’aveva ancora visto perdere. Nemmeno una volta.

Intanto, con una velocità fuori dalla norma, il ragazzo si lanciò contro la bionda, menando un fendente che avrebbe potuto tranciare un uomo di netto, ma la ragazza si limitò a saltare all’indietro all’ultimo momento, senza scomporsi.

Poi fu il suo turno e con un affondo cercò di staccare la testa al suo avversario, incrociando le lame a pochi centimetri dal suo collo, ma Amlach parò abilmente.

“Quando hai intenzione di fare sul serio, cane? Non ho tempo sa sprecare con te!” ringhiò la ragazza schernendolo. Già era in viaggio con un pazzo maniaco, ci mancava pure che si fermasse a giocare con lui.

L’altro assottigliò gli occhi lanciandole un’occhiata omicida, ma si impose di mantenere al calma.

“Ora. Shadow’s Blade.” Pronunciò prima di menare un fendente in aria con la katana, da cui si staccò un lama nera d’ombra affilatissima che volò verso la ragazza.

Miel ghignò e incrociò le spade davanti al viso: quando la lama di Amlach le toccò, si dissolse. Il ragazzo ringhiò e dei tentacoli dalla sua ombra si protesero come tanti serpenti velenosi verso Miel. Lei si limitò ad alzare uno scudo con l’ombra prodotta dal suo mantello, contro cui i tentacoli dell’altro si frantumarono impotenti.

Shi osservò i tatuaggi della ragazza muoversi come se fossero vivi e finalmente capì chi era l’avversaria di Amlach.

“Su cane, tutto qui quel che sai fare? Forse dovresti trasformarti…” lo provocò ghignando mentre schivava un pugno avvolto d’ombra del ragazzo e ricambiava con un calcio.

“Non tentarmi. Non ne ho bisogno per batterti.” Disse scagliando un’altra lama d’ombra, che questa volta riuscì a graffiare il volto della ragazza. Con un ghigno sadico osservò il sangue colarle denso dalla ferita della guancia.

“Forse sei tu ad aver bisogno della trasformazione…”

Lei imprecò e dopo aver conficcato la spada nel terreno, veloce scagliò un pugnale d’ombra contro il ragazzo, riuscendo a colpirlo di striscio ad una coscia.

I due rallentarono quella danza mortale per riprendere fiato, continuando a girarsi in torno.

“Guardati!” disse improvvisamente Miel con disprezzo, “Un cane al guinzaglio di un re despota e schiavista. Con quale coraggio ti guardi al mattino davanti allo specchio?” gli chiese mentre scompariva nell’ombra proiettata sul terreno.

Solo grazie ai suoi riflessi animali, Amlach riuscì a girarsi appena in tempo per parare l’affondo della ragazza, che saltò indietro lontano da lui.

“Non voglio sentire commenti da un ladra demoniaca di bassa qualità” ringhiò lanciando un altro tentacolo che l’afferrò per una gamba facendola cadere.

Veloce la ragazza posò una mano sull’ombra.

“Talitha!” urlò e dall’ombra uscì una gigantesca tigre nera che si avventò su Amlach che si stava avvicinando alla ragazza.

Colto di sorpresa il cacciatore lasciò il controllo sull’ombra, e Miel con una capriola si rialzò in piedi.

“Almeno io sono libera, cane. Sarà anche demoniaca ma tu lo sei quanto me, caro il mio licantropo” sibilò mentre Amlach colpiva Talitha che si dissolse in una nuvola di fumo, “Volevi essere libero! Era il tuo sogno e invece sei solo uno schiavo che si illude di poter scegliere!”

“Sta zitta!” urlò il licantropo estraendo dal fodero sulla schiena un’enorme spadone a due mani. Solo che, notò Rey stupito, lui lo maneggiava con una sola.

Con furia si lanciò contro la ragazza che schivò i suoi colpi ansimando. In un secondo, mentre schivava un affondo particolarmente pericoloso, sentì tutti i sensi affinarsi alla perfezione i movimenti del nemico diventare lenti. Non aveva bisogno di uno specchio per sapere che i suoi occhi ora avevano una pupilla ovalizzata. Una sete di sangue le offuscò di rosso la vista e un ringhio animale le fece vibrare le labbra.

“Uccidi! Senza pietà!” una voce gelida e spietata penetrò nei suoi pensieri e il desiderio di morte aumentò nel suo cuore.

No! Non era lei quella! Non era una belva sanguinaria!

Scuotendo la testa cercò di ritornare normale, ma così facendo lo stivale avvolto d’ombra dell’avversario la prese in pieno petto scaraventandola qualche metro più indietro. Veloce, ma tenendosi lo stomaco, la ragazza si rialzò in piedi e schivò un’altra lama d’ombra.

“Cosa c’è?! È la verità! Sei solo un servo! Non sei più il ragazzo di otto anni fa.” urlò la ragazza senza accorgersi che l’altro l’aveva messa con le spalle ad un albero colpito dai raggi del sole. Era in trappola. Eppure invece che la paura sentiva solo delusione verso il ragazzo che aveva davanti. Rammarico, rimpianto e disprezzo si agitavano nel suo cuore. Sia per lui che per se stessa.

“BASTA!” Amlach si gettò contro di lei con furia animale, sicuro di ucciderla; e ci sarebbe riuscito se di colpo la ragazza non fosse scomparsa.

Disorientato Amlach si guardò intorno.

“Mi dispiace ma non posso lasciartela uccidere.” Il cacciatore si girò a guardare con aria omicida Rey, che qualche metro più in là se ne stava in piedi con in braccio una Miel mezza terrorizzata mezza imbarazzata.

“Rey!” esplose la ragazza, ma ad una occhiata gelida del ragazzo si zittì all’istante e iniziò a guardare insistentemente in basso, a braccia incrociate, per la vergogna. Quando si lasciava trasportare dai sentimenti diventava una preda facile: quante volte glielo aveva ripetuto il suo Maestro?! Eppure dopo lo scontro di due anni prima era convinta di aver scacciato quei sentimenti verso Amlach.

Amlach lo guardò sospettoso; per quanto potesse sembrare innocuo quel ragazzo, nei suoi occhi c’era una luce scaltra, e il fatto che la Ladra Nera si fosse zittita ad una sua sola occhiata lo convinse a non sottovalutarlo.

“Mollala! E’ una ladra e su di lei c’è una grossa taglia. Se me la consegni riceverai metà della ricompensa.” Disse avvicinandosi piano e abbassando leggermente le spade.

Rey scosse la testa. Ancora non riusciva a capire il legame tra i due, ma evidentemente quello di due anni prima non era stato il oro primo incontro.

“Mi dispiace ma non posso consegnarti la mia principessa” disse malizioso facendo desiderare a Miel di avere un badile per sotterrarsi. La sua dignità ormai era sparita all’orizzonte.

“Vedi, sono in viaggio per cercare la Fairy Heredity e ho bisogno di lei e…” Rey si bloccò improvvisamente sentendo una mano incandescente stringersi attorno alla sua gola. Non lo aveva nemmeno sentito arrivare, ma dopotutto era un’elfo.

Shi lo aveva afferrato e lo fissava in attesa di un ordine di Amlach, ma con un sorrisetto il biondo e la sua “principessa” scomparvero per riapparire alle sue spalle.

Shi, fece un salto indietro e si portò a fianco di Wolf; poi ghignò mettendosi in posizione d’attacco, mentre le sue mani prendevano fuoco.

“A quanto pare ci sarà da divertirsi…”

“Mi dispiace ma non ho intenzione di combattere con voi, come ho già detto sono in viaggio e non ho tempo da sprecare. Anzi…” iniziò a dire Rey lanciandogli un’occhiata penetrante, “…sarei disposto ad accogliervi come compagni di viaggio se a voi va bene.”

“COSA?!” esplose Miel guardandolo scioccata, “MA sei impazzito?!” urlò lanciando occhiatacce sia a lui che al licantropo che l’aveva quasi uccisa; ma Rey la ignorò completamente, limitandosi a lanciarle un’occhiata da far rabbrividire un troll e a stringere la presa intorno alle sue spalle.

Miel lo guardò sbalordita: non era certo incavolato con lei vero?! Era stato quel licantropo psicopatico a tentare di ucciderla! Lei si era solo difesa!

Amlach intanto lo scrutò a lungo, con serietà.

“E perché dovrei? Sono Capitano Supremo dell’esercito, il migliore cacciatore di taglie e…”

“Un povero licantropo al servizio di ogni capriccio del nostro re” lo interruppe Rey, “Io vi sto offrendo la libertà e l’avventura. Ah, e una parte del tesoro, ovviamente.”

Amlach e Shi si guardarono per un lunghissimo istante, poi l’elfo prese la parola.

“Premettendo che qualsiasi cosa tu sceglierai ti seguirò, Amlach, in quanto sono ancora un tuo sottoposto…”

Amlach alzò gli occhi al cielo.

“Dimmi cosa pensi sinceramente Shi!”

“Sinceramente? Beh, il nostro re è un’idiota che ci sfrutta per ogni suo stupido ed infantile desiderio, dalla dubbia moralità e che pensa che il mondo sia suo. Io andrei con loro, non so tu ma mi sembra più allettante.” disse con un ghigno.

“Diventeremmo ricercati.” Fece notare il licantropo, ma l’elfo alzò le spalle.

Amlach si perse nei suoi pensieri, ma infine parve prendere una decisione.

“Ci sto!” disse guardando Rey con fierezza e lanciando un’occhiata a Miel che significava sicuramente: alla faccia tua!

Miel per poco non svenne. “Ditemi che è un incubo, ditemi che è un incubo…” iniziò a ripetersi mentalmente.

Rey invece sorrise. Le difficoltà che il viaggio presentava sembravano meno pericolose se accompagnati da due guerrieri tali. Inoltre la loro conoscenza di Elmar sarebbe stata davvero utile.

“Benvenuti a bordo, non vi spiacerà giurare di non tradirci, vero?!” chiese poi sempre sorridendo, ma con una luce diffidente negli occhi.

Amlach e Shi scossero la testa.

Allora Rey mise a terra Miel, senza però togliere un braccio dalle sue spalle, e con l’altra mano prese il pugnale; infine si praticò un taglietto sul palmo della mano.

“Un giuramento col sangue è un giuramento infrangibile e che nel caso di rottura porta terribili conseguenze…” disse tendendo una mano ai due cacciatori, in attesa di scoprire le loro reazioni. Un giuramento di sangue in un mondo dove la magia, anche se più rara, aleggiava nell’aria era una vera e propria prova di fedeltà.

Amlach estrasse la katana senza tentennamenti e incise la sua mano e anche quella di Shi.

Poi i tre ragazzi si scambiarono una stretta di mano, giurando di non tradirsi o vendersi, mentre il loro sangue si mischiava e cadeva a terra in piccole gocce scarlatte.

Tutto ciò sotto lo sguardo scocciato della povera Ladra.

“Una sola condizione.” Disse lanciando un’occhiataccia ad Amlach, “il mio passato è off-limits, chiaro?” ringhiò.

Il ragazzo parve pensarci, ma infine annuì, con grande sollievo di Miel.

“Bene ora direi che possiamo presentarci come persone civili.” Disse infine il biondo sollevato e incuriosito dalla piega che stavano prendendo gli eventi.

“Lei è Miel, la Ladra Nera.” Rassegnata la ragazza si sforzò di fare un sorriso e un cenno con la mano.

“Io invece sono Rey Leon.”

“Io sono Amlach Lumbar, detto Wolf o Shadow, mentre lui è Shi Kurai” disse Amlach indicando sé e il compagno, poi si sedette a terra, “E ora spiegatemi questa storia della Fairy Heredity.”

 

Miel ancora non si capacitava di come fosse finita in quella situazione: da più di dieci minuti era seduta in cerchio con Amlach, fino a pochi istanti fa il suo peggior nemico/licantropo, Shi, un elfo apatico/ghignante col controllo del fuoco, e Rey, un pervertito ricattatore che si sapeva trasportare. Aveva sempre evitato gli uomini come la peste, poiché le avevano procurato solo dolori a non finire, e ora era seduta tranquillamente con un branco di psicopatici. Senza dimenticare che due di loro conoscevano il suo passato.

Inoltre si sentiva un goblin fra i giganti: anche da seduti la superavano tutti di almeno una trentina di centimetri…quanto saranno stati alti?! Uno e ottanta?! Novanta?!  Non è che la mettessero proprio a suo agio…

Aveva bisogno di farsi una passeggiata da sola per calmarsi.

Si stava già alzando in piedi quando la sensazione che l’aveva colta al mercato si ripresentò più forte di prima.

Paralizzandosi si girò a guardare il bosco alle spalle di Rey.                    

Un ramo si spezzò.

“C’è qualcuno.” Sibilò poi mettendo in allarme gli altri tre e facendo apparire le spade. Amlach estrasse la katana, Shi creò dal nulla una spada di fiamme e il pugnale in argento di Rey si allungò in un grosso spadone a due mani.

“Calmi, calmi, non ho cattive intenzioni.”  Un ragazzo con un piccolo cane al seguito, avanzò con le mani alzate in segno di resa nella radura e un bel sorriso stampato sul volto.

“Mi dispiace aver origliato ma ero davvero interessato alla vostra storia. Sono Jim Mishima e voglio venire con voi alla ricerca della Fairy Heredity!” si presentò amichevolmente, mentre i suoi occhi nocciola scrutavano incuriositi i presenti nella radura.

“Da quando ci hai ascoltato?” chiese Rey con un sopracciglio alzato. Non si era nemmeno accorto di essere seguito…

“Più o meno dallo scontro della Ladra e di Wolf. Chi l’avrebbe mai detto che l’incubo di Ninivel fosse una ragazza così così carina?!” disse facendo un sorriso a Miel che arrossì, terrorizzata: no, un altro pervertito no!

“Comunque,” continuò guardando Amlach, con aria di leggero rimprovero “Bisogna dire che per quanto forte, è stato da codardi attaccare Miel.”

“E’ la Ladra Nera” disse Amlach piccato.

“Ma è comunque una ragazza.” Disse lui alzando le spalle e scuotendo la testa: per lui le donne erano da proteggere sempre; la prossima volta sarebbe intervenuto per fermarli in caso di rissa. Poi tornò a rivolgersi a Rey.

“Allora?”

Rey lo studiò.

“E come potresti essermi utile?” disse calmo alzandosi in piedi e scrutando l’evidente muscolatura del ragazzo, alto quanto lui, e la spada leggera appesa alla cintura intorno ai pantaloni in seta neri; poi incuriosito osservò la maglia in seta bianca, convinto di aver scorto un luccichio sotto di essa. Che avesse altri brillanti sul petto come quelli sopra l’occhio destro?

“Credo che un Dragon Slayers del tuono potrebbe esservi utile!” disse con il tono soddisfatto e sicuro di sé.

I presenti lo guardarono stupefatti (a parte Shi che alzò semplicemente un sopracciglio.)

“I leggendari figli dei draghi…” Mormorò Rey, prima di stringergli la mano, “Sei dei nostri!” e a questo seguì un altro giuramento di sangue.

Infine gli altri, si presentarono di nuovo; compresa un’ormai prossima al suicidio Miel.

Jin scrutò per un bel pezzo la Ladra, incuriosito.

“Devo ammettere che ti immaginavo un po’ più alta.” Disse infine con un sorriso.

Miel stava già per rispondere piccata quando si intromise Rey.

“Però bisogna dire che compensa da altre parti.” Illustrò come una guida turistica guardandole il petto.

Jin annuì convinto ammirando anche lui il panorama.

“Su questo non ho niente da ridire.” Disse malizioso Amlach sdraiandosi su un fianco.

“Già!” ghignò Shi.

Miel era sull’orlo della crisi di nervi.

“V-voi…PERVERTITIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!”

 

 

Dieci minuti dopo Rey, Jin, Amlach e Shi erano inginocchiati, in segno di pentimento, davanti a Miel che in piedi li guardava imbarazzata e furente ben avvolta nel suo mantello; su di essi si notavano rispettivamente un occhio nero, un labbro gonfio, il segno dello stivale sullo stomaco e una guancia rossa.

“Siete dei perfetti maniaci! Io mi rifiuto di viaggiare da sola con voi! Voglio un’altra compagna femmina! Brutti porci!” disse incavolata come una biscia.

“E cos’hai intenzione di fare?! Mettere un annuncio sulla bacheca in piazza?!” chiese Shi sarcastico, nonostante la furia della ragazza lo avesse terrorizzato: lo diceva sempre, lui, che non bisognava mai mettersi contro una donna infuriata.

“A me non dispiace l’idea di altre ragazze…” disse Jin perdendosi tra cameriere affascinanti e immaginarie.

“Dopotutto lei non basta per tutti e quattro…” sogghignò Amlach, nonostante lo stivale che la leggiadra ragazza gli aveva piantato nel petto gli rendesse difficile la respirazione.

 Miel stava già per colpirlo con l’intenzione di fargli sputare entrambi i polmoni quando Rey mise un mano sulla fronte della ragazza dal dietro e se la strinse al petto.

“Eh no, ragazzi! Un piccolo avviso: guardare ma non toccare! La principessa è tutta mia!” disse malizioso mentre gli altri ridacchiavano.  Purtroppo si accorse del pericolo troppo tardi.

“REYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYY!!!!!”

 

 

 

Rey, con due occhi pesti, seguiva con Jin, Shi e Amlach la furia bionda che marciava avvolta da un’aurea di terrore qualche metro davanti a loro per le viuzze di Ninivel.

Non era mai stata tanto imbarazzata in vita sua! Quello stupido maniaco! Sua! Come se lei fosse un’oggetto! Ma l’avrebbe pagata, eccome se l’avrebbe pagata…

Miel si stava perdendo in dolci pensieri di vendetta e torture sanguinolente, quando la sua attenzione fu attirata da alcune grida poco distanti.

Girandosi vide in un piazzetta due ragazze che sembrava stessero cercando di calmare alcuni bambini. Una di loro era leggermente più alta di Miel, con un seno altrettanto prosperoso ma con un fisico magro e delicato, aveva i capelli corti sopra le spalle di uno splendido viola e dei vestiti davvero particolari: portava gonna cortissima con la parte in alto in stoffa nera, sotto invece era in stoffa verde con due tasche rosse e delle calze lunghe fino a metà coscia bianche con due fiocchi rossi in alto. Inoltre un piccolo top verde davanti e rosso dietro le fasciava il seno, sopra cui indossava un kimono rosa scuro, con decorazioni rosse dal bordo giallo, senza maniche, anzi che lasciava intravedere buona parte del top; esso si chiudeva con tre fiocchi rossi sul davanti: uno sul collo, uno sul seno e l’ultimo sotto di esso; dall’ultima chiusura il kimono si apriva e lasciava vedere la pancia, cadendo ampio e aperto fino alle ginocchia dove finiva con una fascia di seta verde. Per finire portava delle maniche rosa scuro che partivano dal gomito tramite un piccolo sbuffo di stoffa rossa con il bordo giallo, molto strette in alto ma che si allargavano verso il basso ad ala di pipistrello, con una luna gialla e un fiocco rosso per manica. La poverina era inginocchiata davanti ad un bambino e stava facendo di tutto per calmarlo ma quello continuava ad urlare con fare assatanato indicandole.

L’altra invece era poco più bassa della compagna(sempre abbondante di seno) e aveva lunghi boccoli biondo miele; alcuni di essi formavano una specie di coroncina sulla sua fronte, su cui si posava una piccola coroncina  intrecciata di fiori azzurri, bianchi e lilla. Vestiva un abitino corto in seta azzurra, con delle spalline quasi invisibili, mentre ai piedi calzava delle scarpe basse bianche in cuoio morbido con un fiocchetto azzurro (ballerine). Essendo di schiena si poteva notare su di essa il tatuaggio di due ali bianche spuntare dal vestito.

Miel guardò incantata quella ragazza: aveva sentito parlare di loro dai racconti della sua tata: un angelo…

“Strega! Strega cattiva! Sei la Ladra Nera!” il bambino urlava imperterrito indicando l’angelo, seguito dagli altri bambini che si stavano radunando intorno a loro.

“Non è vero! Gigi non è un strega!” urlava la ragazza con il kimono, disperata mentre Gigi si guardava intorno preoccupata. LA situazione stava precipitando.

“Ti ho vista far apparire della frutta maledetta! Demone! Ci volevi avvelenare!” alcuni adulti iniziarono ad avvicinarsi mormorando e additando le due ragazze.

Miel le guardò e in un attimo si rivide bambina.

Demonio! Demonio! E’ tutta colpa tua se i miei genitori sono morti! Vattene strega!” urlava il bambino piangendo, prima di prendere una pietra e lanciarla verso di lei.

Scuotendo la testa, Miel si riscosse: non era il momento di perdersi in ricordi dolorosi.

Dimenticandosi di avvisare i suoi compagni, che guardavano anche loro la scena preoccupati, si lanciò verso le due ragazze.

Senza fermarsi afferrò la mano della ragazza-angelo e la strattonò.

“Correte!” non ebbe bisogno di ripetersi che anche la ragazza coi capelli viola le seguì. Corsero tra le vie di Ninivel il più veloce che potevano, mentre Miel sperava ardentemente di non perdersi. Dietro di loro le urla dei cittadini inferociti che davano loro la caccia.

Finalmente vide il bosco e con un sorriso accelerò.

“Akiko!” urlò improvvisamente la ragazza-angelo vedendo l’amica e il suo portentoso equilibrio inciampare e schiantarsi faccia a terra. Miel fece per fermarsi ma voltandosi vide che Amlach, il più veloce tra i ragazzi, aveva già preso la ragazza sotto braccio a sacco di patate e le stava raggiungendo.

“Grazie Fuffy!” urlò ridacchiando e riprendendo a correre. Dolce vendetta.

Un ringhio seccato giunse dalle sue spalle.

Finalmente Miel trovò una radura nella parte più interna del bosco e si fermò per riprendere fiato.

“Grazie mille! Ti siamo debitrici!” disse la ragazza angelo, con il respiro accelerato, tendendogli la mano con un bel sorriso che metteva in evidenza le sue adorabile guanciotte rosa. Nonostante la corsa, non sembrava troppo affaticata: evidentemente aveva una buona resistenza.

“Io sono Giada Angels, detta Gigi!” si presentò allegra, “E quella che il tuo amico Fuffy sta mettendo a terra è Akiko Tsuki!”

Amlach la fulminò, gelido, mentre posava con delicatezza il suo bagaglio.

“Non mi chiamo Fuffy, e si vi riazzardate a chiamarmi così ve la faccio pagare.”

Miel fece finta di niente e andò ad accertarsi delle condizione di Akiko insieme a Gigi, le cui labbra da gatto a stento trattenevano un ghigno.

La ragazza si mise a sedere un po’ stordita, ma in fretta recuperò il sorriso.

“Nyyaaa. C’è mancato un pelo! Grazie Fuffy!” disse subito inchinandosi più volte e stringendo la mano del licantropo che la guardava perplesso, sia per il gesto gentile che per l’espressione felina, e seccato per esser stato di nuovo chiamato come un cane. Il suo orgoglio lupino ne stava risentendo. Maledetto tappo biondo!

Intanto anche Jin, Shi e Rey erano arrivati e si stavano presentando gentilmente.

Ci fu un attimo di tensione quando Akiko, vedendo Lucky, si paralizzò sul posto e guardando il cucciolo che la salutava scodinzolando iniziò a balbettare “C-c-cane…”

Solo dopo mille raccomandazione di Jin che Lucky era dolce e non faceva male ad una mosca, e l’aver notato che effettivamente era proprio uno scricciolo, riuscì finalmente a stringere la mano al ragazzo (controllando comunque che il cane non si avvicinasse troppo)

“Ci dispiace di avervi fatto correre ma vi siamo grate per averci salvato,” disse Giada dopo le varie presentazioni, “Non pensavo che quei bambini mi avrebbero scambiato per una strega: volevo solo essere gentile.”

Vedendo i loro sguardi perplessi Akiko si affrettò a spiegare la situazione. “Io e Gigi siamo in viaggio insieme: io per trovare La Pietra di Luna rubata e lei per cercare suo padre, BluGreen.”

“Non è un nome comune.” Fece notare Jin.

“Già” disse Giada gonfiando il petto, “Mio padre è il Drago della Natura! Cioè, in realtà è il mio padre adottivo e mi ha insegnato il controllo degli elementi. Per questo stavo facendo cresce delle fragole con la mia magia da offrire ai bambini e magari poi da vendere al mercato. Non sapevo ci fosse appena stato un furto della ladra Nera”

I ragazzi spalancarono gli occhi per la sorpresa, mentre Miel si guardava intorno imbarazzata. Si sentiva dannatamente in colpa.

“Sei anche tu una Dragon Slayers?!” chiese Jin eccitato, “Mio padre è il Drago del fulmine!” spiegò orgoglioso.

“Anche io lo sto cercando! Ed è il motivo per cui sono in viaggio con loro” disse poi indicando gli altri compagni.

“In viaggio?” chiese Akiko guardando curiosa con i suoi occhi nocciola gli strani ragazzi che le avevano salvate.

“Siamo alla ricerca della Fairy Heredity e…” ma Rey non aveva fatto in tempo a finire che Miel, cogliendo al volo l’opportunità si era precipitata davanti alle due ragazze e aveva preso loro le mai tra le sue. Era la sua occasione!

“E ci piacerebbe tantissimo se veniste con noi! Ovviamente vi aiuteremo a ritrovare la tua pietra e tuo padre! Inoltre potrete avere una parte del tesoro!” spiegò speranzosa cercando di fare la faccia più tenera che potesse.

“Quando vuole sa essere persuasiva...” ghignò Shi.

Gigi la scrutò con i suoi occhi azzurro cielo e poi diede un’occhiata ai ragazzi dietro di lei.

“Saremmo onorati di avere tali bellezze in viaggio con noi…” disse seducente Rey, intuendo i suoi tentennamenti.

Giada gli lanciò un’occhiata disgustata e incenerente, scrocchiandosi pericolosamente le nocchie, mentre Akiko sgranò gli occhioni, sorpresa.

“Davvero Rey?! Grazie mille! Come sei gentile!!!” esclamò poi allegramente, mentre i presenti cadevano in stato di shock e Gigi si passava esasperata una mano sugli occhi: la malizia o la seduzione per la sua amica erano parole senza significato…

Con pietà guardò Miel, arrossita e che minacciava di morte con lo sguardo Rey, e iniziò a capire perché ci teneva che andassero con loro. Con quale cuore avrebbe potuto abbandonarla a tale destino?

“Va bene!” acconsentì entusiasta abbracciandola. Anche Akiko ne approfittò per stritolare con gioia la nuova amica.

“Nyyaaa. Che bello si parte all’avventura!”

Poi Miel tornò di nuovo seria.

“Giurate quindi di venire con noi, di non tradirci o venderci in nessun caso?” chiese con leggera ansia.

I ragazzi ammiravano stupiti la subdola strategia della Ladra.

“Lo giuriamo!” risposero in coro le altre due.

Illuminandosi Miel le spinse dai loro compagni.

“Bene è il momento di fare le vere presentazioni!” disse sotto lo sguardo confuso delle ignare viaggiatrici.

“Vere?”

“Lui è Rey Leon: un maniaco pervertito, di professione ladro, teletrasportatore e silver claimer, che ci trascinerà in un assurda caccia al tesoro! Poi c’è Jin Mishima: altro pervertito, viaggiatore e Dragon Slayers del fulmine. Shi Kurai è un elfo dell’elemento fuoco, cacciatore di taglie ricercato per aver tradito la corona ed essersi messo in viaggio con noi; pervertito pure lui. E il vero nome di Fuffy è Amlach Lumbar Wolf, il sadico cacciatore di taglie, ricercato anche lui per aver tradito il re ed essere venuto con noi. Ah, è un licantropo maniaco. E infine io: sono Miel, la Ladra Nera!” concluse con un sorriso rassicurante, mentre i ragazzi ghignavano.

Gigi e Akiko spalancarono la bocca.

“Licantropo…maniaco…ladra…nyaaa…” Akiko si accasciò a terra con un miagolio.

Tutti si precipitarono intorno a lei.

“E’ ancora viva?” chiese Amlach scrutando la ragazzina.

“Non dirmi che l’avete uccisa!” esclamò Miel in preda al panico.

“Avete?” disse Shi sarcastico, “Sei stata tu a farle giurare di venire con noi senza svelarle la verità, che poi le hai sbattuto in faccia senza il minimo tatto”

“Effettivamente…” biascicò Giada guardandola leggermente offesa.

Miel assunse un’aria contrita e mortificata.

“Scusami…” mormorò, “E’ che avevo paura che se vi avessi svelato la verità avreste avuto paura di noi…”

Gigi sbuffò.

“Figurati! Posso battervi in qualsiasi momento” disse ridendo e pregustando una bella rissa con quei ragazzi (che intanto la osservavano come se fosse pazza) che sembrava davvero forti e temibili avversari.

“Non mi tiro indietro da un’avventura simile solo perché non siete dalla parte delle guardie! Inoltre trovo che il re sia malvagio e stupido, e la gente a cui hai rubato snob e spregevole. Quindi per me non c’è problema.”

“Solo una cosa;” aggiunse poi, “io e Akiko abbiamo lasciato i nostri animali alla locanda in cui alloggiamo; dovremo andare a riprenderli dopo.”

“Nessuno problema!” disse Miel riconoscente. Era stata fortunata a trovare due ragazze così aperte e gentili, per un secondo aveva temuto avrebbero cercato di denunciarli.

“Facciamo così” disse Jin gentile, “Ditemi il nome della locanda che li vado a recuperare, prima che scoprano a chi appartengano.”

Gigi annuì riconoscente.

“Alloggiamo alla Locanda della Luna, Akiko ha una fissa per la luna, e la nostra camera è la trentadue” spiegò porgendogli una chiave in ottone con attaccato un ciondolo a forma di mezzaluna, “si chiamano Yuki e Fantasy, e…” Ma non fece nemmeno in tempo a finire che Jin aveva già iniziato a correre vero Ninivel.

“Non muovetevi da qui! Torno subito!” urlò agitando una mano e seguito dal piccolo Lucky.

“Aspetta non…!” cercò di avvisarlo, ma il ragazzo era già sparito tra le fronde dei pini.

“Effettivamente anche io dovrei recuperare i cavalli e il lup…” ma i suoi ragionamenti ad alta voce vennero interrotti da alcune smorfie buffe e feline che si disegnarono sul volto di Akiko.

“Nyaaa…” mugolò poco dopo la ragazza mettendosi a sedere. Tutti la guardarono ansiosi.

Lei li fissò in silenzio per un lunghissimo attimo.

“MA è fantastico!!!” urlò abbracciando di slancio Miel, scioccata, mentre Gigi ridacchiava sotti i baffi. Per lei non era difficile immaginarsi le reazioni dell’amica.

“Ho sempre voluto conoscere la famosa Ladra Nera e sapere che mi aiuterai a trovare la Pietra di Luna mi riempie di gioia!! Nyaa!” urlò esaltata prima di precipitarsi ad abbracciare Amlach, senza nessun accenno di imbarazzo.

Il ragazzo si pietrificò (non certo perché gli dispiacesse) e guardò Gigi in cerca di spiegazione.

“E’ fatta così!” sillabò lei ridacchiando.

“E poi finalmente conosco un altro mannaro!” disse tutta entusiasmata lasciando andare il povero Fuffy e facendo una giravolta su se stessa.

“Sei anche tu un licantropo?” chiese Amlach riscuotendosi dallo shock , ancora più incuriosito da quella buffa ragazzina pazza.

“No!” disse scuotendo la testa con vigore, “Io sono una Gatta Mannara, oltre che la Sacerdotessa della Luna!”

“Sei un gatto?” disse scioccato Amlach.

“Nyaa!” rispose lei.

“Ci mancava solo il gatto mannaro…siamo una gabbia di mutaforma pazzoidi…” mugugnò andandosi a sedere sotto un albero per conto suo a lucidare la sua katana,  con ancora il sangue di Miel incrostato.

Intanto Gigi scrutava attentamente Shi.

“Sei davvero un elfo del Fuoco?” chiese scettica analizzando la sua lunga giacca nera con il cappuccio, la sua maglietta dello stesso colore e i pantaloni neri legati con una cintura di cuoio. Chissà perché si aspettava qualcosa di rosso… gli occhi almeno erano di quel colore. Anche se la pupilla lo rendeva un po’ inquietante. Non che l’enorme licantropo dagli occhi ghiaccio mettesse a proprio agio le persone, finora non aveva ancora sorriso (quello malizioso mentre osservava Akiko non contava) e di certo non era un tipo loquace: solo Akiko poteva non sentirsi minimamente intimidita da lui.

Il ragazzo annuì con un ghigno divertito e si diede fuoco alle mani.

LA ragazza si illuminò, mentre negli occhi le appariva una luce assatanata.

“Oh, oh…” mormorò Akiko guardando preoccupata l’amica e attirando su di essa l’attenzione di tutti gli altri.

“Piacere di conoscerti Shi!” disse lei porgendogli per la terza volta la mano, “Giada Angels, angelo Dragon Slayers della natura. Tua futura moglie. Vuoi avere un figlio perfetto con me?”

“COSA?!”

 

 

 

 

 

Allora? Piaciuto? Intanto io metto qui in fondo le immagini degli oc comparsi (quelle che mi sono state mandate); se ne avete alcune inviatemele al più presto :D

Akiko Tsuki: http://s3.vidimg.popscreen.com/original/14/eGtyODhqMTI=_o_nightcore---blackout-dj-misterkino-extended-mix.jpg

Amlach Lumbar: (ho dei pezzi del nostro Fuffy)_ volto (più o meno) Jensen Ackles *bava*

_armatura (ma non ha nè quell’elmo nè quella spada, né quel mantello; è per dare un’idea XD): Dark Knight

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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