YOOOOO MINNAAAAA! Sì, sono riuscita ad
aggiornare in tempo record :D LA
verità è che tutti voi scrittori di storie ad oc
pubblicate alla velocità della
luce *lancia un’occhiataccia ad andry* e quindi mi sono
sentita in colpa per la
mia lentezza. Risultato? Ho supplicato mia zia perché mi
concedesse il computer
per un giorno e mezzo, ho convinto i miei cuginetti piccoli che dovevo
lavorare, ho litigato con la connessione che tra i monti non prende
bene e ho
scritto questo capitolo. Sinceramente sono soddisfatta di
com’è venuto, ma
ovviamente è vostro dovere demolirmi e dirmi come migliorare
:D Mi scuso con
tutti quelli che ho subissato di mail e li ringrazio per avermi
risposto: ma
non si illudano, non finisce qui! Per parlare della storia,
procederà così: 4/5
capitoli per introdurre tutti gli oc, non nell’ordine con cui
me li avete
mandati ma a ispirazione, poi alternerò una capitolo serio,
dove si affrontano
combattimenti duri, il passato degli oc e vari pericoli, a uno
demenziale/comico per farci quattro risate XD Ovviamente tutto questo
mentre il
viaggio continua :D
Ah, Miel dice che odia tutti quelli che hanno
mandato un oc pervertito
e che se vi trova ve la farà pagare: io ho già
pagato il prezzo di Rey…sigh…
Mi scuso anche con tutti i maschi che leggeranno
perché io amo
immaginarmi i combattimenti, ma non credo di essere un
granché a descriverli:
GOME!
Buon viaggio!
Perché
gli uomini sono
tutti dei pervertiti?!
Un’ombra tra le
ombre,
destinata all’oblio
e all’oscurità,
della stirpe perduta
vendicatrice di
morte,
demone solitario per le terre
vagherà;
ma il suo cuore la
spingerà a cercare
la leggenda per vie contorte,
inseguita dal male che la
divora, da
se stessa scapperà,
fin quando la luna
benedirà la sua
sorte.
Allora con lama
d’argento le catene
del giogo spezzerà,
all’erede
illegittimo del potere
aprirà le porte,
un regno di pace
inizierà
e uscirà alla luce
l’ombra tra le
ombre,
angelo di morte, regina
maledetta
della notte per il mondo che verrà.
Che l’argento si
copra con la notte,
questo il re usurpatore temere
dovrà,
perché assieme al
destino porterà
fine a tutte le lotte.
8
Agosto 20888 D. G.C, profezia della Sibilla
Quando finalmente Rey si
alzò, il sole era già sorto da
qualche ora. Sbadigliando e stiracchiandosi si guardò
intorno, per poi
accorgersi, perplesso, di essere solo.
Veloce si alzò in piedi e osservò
bene la radura in cui lui e Miel
avevano dormito. Che fosse scappata? No, aveva ancora il medaglione e
lei non
lo avrebbe mai abbandonato; probabilmente era lì intorno. O
forse si era persa.
Ancora.
Sperando che non fosse accaduto nulla
di grave, iniziò a
vagabondare per il bosco, fin quando non giunse sulle rive di un fiume.
Lì
Miel, lasciato il mantello appoggiato sull’erba, si dedicava
ai suoi
allenamenti mattutini.
Senza far rumore Rey
appoggiò ad un tronco per osservarla,
incantato. La ragazza continuò per altri minuti ad
allenarsi: parata, stoccata,
affondo. Parata, stoccata, affondo. Schiva, salta, colpisci. Taglio,
laterale,
dall’alto. Calcio, pugno, colpo di taglio. Lancio dei pugnali
nell’albero e di
nuovo esercizio con due spade ricurve. Il tutto con gli occhi serrati.
Ad
un certo punto un
sorrisino le increspò le labbra. Poi di colpo
scagliò il pugnale, che si
conficcò con precisione ad un millimetro
dall’orecchi del ragazzo.
“E’ una mania
questa, principessa!” disse lui ghignando e
rilanciando il pugnale ai suoi piedi.
“E’ pericoloso
arrivarmi alle spalle mentre mi alleno.” Lo
rimproverò lei mentre recuperava il mantello e dissolveva il
pugnale.
“Lo so che mi aveva notato.
Hai sorriso alla mia presenza”
disse con un sorriso malizioso avvicinandosi.
“No, ho sorriso al pensiero
di poterti colpire e poi farlo
passare per un’incidente!” disse lei con un sorriso
fintamente ingenuo,
ghiacciando i bollenti spiriti del ragazzo, per poi superarlo.
“Perché lo
fai?” chiese lui, dopo aver recuperato la sua
autostima, guardandola serio.
Lei si paralizzò.
“Cosa?”
“Lo sai benissimo
cosa:” disse lui scrutandola.
“Non so a cosa ti
riferisci.”
“All’allenamento.
Tu non uccidi, se non in caso di estrema
necessità. Ho seguito le tue imprese e le uniche vittime
sono state dei
malfattori o uomini che parlavano troppo. Ma non uccidi per
professione. Perché
allora ogni mattina compi l’allenamento degli
assassini?” chiese infine
portandosi davanti a lei e fissandola con intensità.
Lei abbassò lo sguardo.
“Non ti riguarda. E
comunque dovresti smetterla di
perseguitare le ragazze!” Mormorò poi prima di
riprendere a camminare, “Muoviamoci,
dobbiamo recuperare le provviste per il viaggio”
Lui sospirò, appuntandosi
mentalmente che avrebbe dovuto
insistere su quella questione e la seguì, raggiungendola in
poche falcate.
“Hai idea di come trovare
il tesoro?” chiese dopo qualche
minuto Miel, sciogliendosi leggermente.
“Quasi.”
“Come quasi?!” lo
fulminò lei sbalordita.
“Se è una
leggenda non avrai creduto fosse una passeggiata
trovarlo, principessa?!” ribatté lui ghignando,
“Si da il caso che io abbia una
mappa con segnato i luoghi dove trovare i pezzi della mappa per trovare
il
tesoro. Ovviamente dovremo…prenderli in prestito a tempo
indeterminato, motivo
per cui entri in campo tu.” Disse soddisfatto appoggiandole
una mano sulla
testa.
Lei mentre ancora si chiedeva come
avesse anche solo potuto
pensare di risolvere in breve la questione, arrossì e si
allontanò di scatto.
“E’
complicato…” borbottò infine sotto lo
sguardo divertito
di Rey.
“Ma non mi
dire…” la schernì lui facendole
così pulsare una
vena sulla tempia.
“Voltati un
secondo” disse poi la ragazza fermandosi e
frugando nella sua enorme borsa. Rey la guardò perplesso.
“Non posso entrare a
Nynivel vestita così, attirerei subito
l’attenzione dopo il furto di ieri sera.” disse
mentre lui eseguiva gli ordini.
Subito dopo sentì il
fruscio degli abiti ricadere sull’erba
e la sua fantasia prese strade che solo i maschi possono intraprendere.
“Ora possiamo
andare.” Disse qualche minuto dopo Miel, che
aveva indossato una camicia bianca e aveva cambiato il mantello nero
con uno
bordeaux.
Rey annuì ed uscii insieme
al lei dalla boscaglia per
entrare nella confusione mattutina della capitale.
Un giovane ragazzo camminava
tranquillo per le vie di
Nynivel, con le mani incrociate dietro la testa che giocherellavano con
gli
scuri capelli neri brizzolati. Era la prima volta che giungeva alla
capitale e
lo stava lasciando piacevolmente sorpreso: le locande avevano ottimo
cibo e
liquore delizioso, per non parlare poi delle cameriere che lo servivano.
“Ehi Lucky, cosa potremmo
fare oggi?” chiese ad un certo
punto con allegria al piccolo cane che gli trotterellava affianco.
“Arf, arf!”
“Al mercato? Non dovrebbe
essere una brutta idea, potremmo…”
ma i suoi pensieri vennero distratti da una strana coppia di ragazzi
che
litigava poco lontano da lui.
Interessato si concentrò
meglio per capire le loro parole,
non che fosse un problema visto il suo udito animale.
“No, no e no! Non se ne
parla nemmeno Rey!” stava ripetendo
un piccola furia bionda, davvero ben fornita e carina notò
con suo grande
piacere.
“Per la centesima volta
Miel, come speri di trovarla senza
cavalli? Non possiamo andare a piedi!” le ripeté
il ragazzo, Rey, esasperato,
“E si può sapere cos’hai contro i
cavalli? Non è che hai paura?” disse infine
con tono malizioso.
LA ragazza assunse un colorito molto
vicino a quello del
mantello bordeaux.
“N-non dire
stupidaggini…” balbettò prima di
riprendere a
camminare, ma con meno decisione, “E’ solo che non
mi sembra il caso di
prendere dei cavalli costosi per così poco! Quanto vuoi che
sia lontano quello
stupido tesoro?!” borbottò imbronciata.
“Tesoro?”
pensò il ragazzo dai capelli neri, “le cose si
fanno interessanti.”
“Vieni Lucky, ho trovato qualcosa da
fare…” chiamò il cucciolo con un
sorrisino, iniziando a seguire di nascosto i due tizi strani.
Non sapeva ancora a cosa stava
andando incontro.
Miel pagò il pane e la
carne essiccata con stizza, mentre
una nuvola nera le circondava la testa. Cavalli! Dannazione! Ora come
faceva?!
Quegli stupidi bestioni le mettevano il terrore persino a guardarli,
figurarsi
poi salirgli in groppa! Dannato Rey! Era sicura che l’aveva
capito, ma aveva
insistito lo stesso e l’aveva abbandonata per cercare quegli
stupidi animali!
Il gestore della bancarella
guardò spaventato quella ragazza
con i tatuaggi imprecare con aria omicida al nulla, prima di
incamminarsi verso
la prossima bancarella.
Aveva comperato tutto, ora doveva
solo ritrovare il suo
carceriere. Con un sospiro iniziò a camminare cercando nella
folla una testa
dorata, quando improvvisamente un strana sensazione la mise in allerta.
Subito
si bloccò sul posto e iniziò a guardarsi intorno,
alla ricerca degli occhi che
le stavano perforando la schiena. Ma in quel caos colorato non
riuscì ad
individuare nessuno dall’aria sospetta o che la stesse
fissando.
Sempre con attenzione
ricominciò a camminare portandosi
sempre più all’esterno della calca. Se qualcuno la
stava seguendo, lo avrebbe
obbligato a venire allo scoperto. Avrebbe voluto scandagliare coi suoi
poteri
le ombre presenti, ma non voleva destare troppa attenzione: erano
già passati
sei drappelli di guardie, in allarme per il furto della sera precedente.
Si stava ancora concentrando sul suo
presunto inseguitore,
quando una vista che mai si sarebbe immaginata le fece cadere di mano i
sacchetti.
Rey, solare e allegro, stava
contrattando tranquillamente il
prezzo di due stalloni neri con due ragazzi dall’aria seria.
Uno più alto e
muscoloso addirittura di Rey, con i capelli corvini tagliati corti ma
con un
ciuffo in piedi davanti e la carnagione abbronzata; l’altro
era alto quanto il
suo compagno, coi capelli lunghi legati in una treccia blu scuro, quasi
viola,
e le orecchie a punta.
Con tutta se stessa sperava fosse un
incubo, ma l’armatura
in scaglie di drago nere con un lupo al centro del petto del ragazzo, i
suoi
due tatuaggi sul braccio destro e sul polpaccio sinistro con draghi e
lupi, la
cicatrice che gli rendeva cieco l’occhio sinistro e quella
che gli tagliava
diagonalmente il polpaccio destro, non lasciavano vie di scampo. Amlach
Lumbar
Wolf, il peggiore cacciatore di taglie in circolazione stava parlando
con Rey.
Il suo peggiore nemico era a cinquanta metri da lei. L’unico
che avesse mai
scoperto la sua identità.
Fu un attimo, e prima ancora che si
potesse nascondere, gli
occhi grigio ghiaccio del cacciatore si posarono su di lei e le labbra
si
tirarono in un ghigno, mostrando i canini affilati.
Cercando di mostrarsi tranquilla e
assumendo un’espressione
fredda e ostile in pochi secondi si porto al fianco di Rey, che la
guardò
stranito.
“Rey
allontanati.” Disse piazzandosi davanti al ragazzo e
ringhiando verso Amlach.
“Guarda, guarda chi si
vede…immaginavo fossi qua in giro,
anche se sinceramente temevo fossi già fuggita.”
“ E da chi dovrei fuggire?
Dalle guardie? Da te?”
sibilò lei.
Rey ascoltò attento quella
scambio di battute, chiedendosi
chi fossero i ragazzi con cui prima stava amichevolmente parlando di
cavalli.
Il ragazzo con Wolf lanciò
anche lui un’occhiata stranita al
compagno, mentre i suoi occhi rossicci dalle iridi allungate scrutavano
indagatori la ragazzina che fronteggiava il peggior cacciatore di
taglie mai
esistito con sarcasmo e arroganza, per nulla intimidita nonostante gli
arrivasse a malapena al petto.
“Mi pare che abbiamo un
conto in sospeso noi due…” disse
Amlach facendo un passo avanti, ma Miel non si mosse di un millimetro.
“E se la risolvessimo nella
foresta? Dove non possiamo fare
danni?” chiese gelida dando un’occhiata ai bambini
che correvano poco distanti
da loro.
Il ragazzo si guardò
intorno serio e poi annuì.
Entrambi, coi loro compagni a fianco,
si inoltrarono
nuovamente nel bosco.
Finalmente raggiunsero una radura
circolare, dove Miel e
Amlach si disposero uno di fronte all’altro.
“Rey, stanne
fuori.” Gli intimò Miel vedendo il ragazzo
avvicinarsi a lei. Rey irritato ma senza far domande si
appoggiò a braccia
incrociate ad un albero.
“Shi, pure tu.”
Ordinò anche Amlach all’elfo che lo
accompagnava, che si sistemò a distanza di sicurezza da Rey.
“Sei proprio sicuro di
volerlo fare, cane? Mi pare avessimo
già stabilito chi fosse il vero dominatore delle
ombre.” A sentire il nomignolo
che quel tappo gli aveva affibbiato, Amlach scoprì
nuovamente i canini in un
ringhio. Questa volta l’avrebbe sconfitta.
“Sono
migliorato.” Disse poi freddo, estraendo dal fodero
una katana nera.
Miel scoppiò in una risata
affettata, mentre faceva comparire
dall’ombra sul terreno due corte spade ricurve, che
assomigliavano a due fiamme
nere.
“Non sei riuscito a
battermi due anni fa, che avevo solo
quindici anni, e credi di riuscirci adesso?” chiese ironica
mentre entrambi
iniziavano a girarsi intorno.
“Vedremo. Hai vinto solo
grazie alla tua trasformazione che
mi ha colto di sorpresa.” Disse gelido mentre la scrutava
alla ricerca di
aperture. La Ladra Nera non era un’avversaria da
sottovalutare solo perché era
una ragazzina e di sicuro con lei non poteva utilizzare trucchetti come
il
controllo della persona tramite le ombre o la sua trasformazione:
doveva
batterla d’astuzia, aspettare un’apertura ed
finirla in un colpo solo. Al
pensiero di ucciderla un fitta al cuore turbò Amlach, ma fu
veloce a scacciarla
e concentrarsi sul suo lavoro.
Shi guardò la scena
impassibile, ma interiormente
sconcertato. Quello scricciolo aveva battuto Amlach a quindici anni?!
Era già
un anno che viaggiava insieme a lui come cacciatore di taglie per il re
e non
l’aveva ancora visto perdere. Nemmeno una volta.
Intanto, con una velocità
fuori dalla norma, il ragazzo si
lanciò contro la bionda, menando un fendente che avrebbe
potuto tranciare un
uomo di netto, ma la ragazza si limitò a saltare
all’indietro all’ultimo
momento, senza scomporsi.
Poi fu il suo turno e con un affondo
cercò di staccare la
testa al suo avversario, incrociando le lame a pochi centimetri dal suo
collo,
ma Amlach parò abilmente.
“Quando hai intenzione di
fare sul serio, cane? Non ho tempo
sa sprecare con te!” ringhiò la ragazza
schernendolo. Già era in viaggio con un
pazzo maniaco, ci mancava pure che si fermasse a giocare con lui.
L’altro
assottigliò gli occhi lanciandole un’occhiata
omicida, ma si impose di mantenere al calma.
“Ora. Shadow’s
Blade.” Pronunciò prima di menare un
fendente
in aria con la katana, da cui si staccò un lama nera
d’ombra affilatissima che
volò verso la ragazza.
Miel ghignò e
incrociò le spade davanti al viso: quando la
lama di Amlach le toccò, si dissolse. Il ragazzo
ringhiò e dei tentacoli dalla
sua ombra si protesero come tanti serpenti velenosi verso Miel. Lei si
limitò
ad alzare uno scudo con l’ombra prodotta dal suo mantello,
contro cui i
tentacoli dell’altro si frantumarono impotenti.
Shi osservò i tatuaggi
della ragazza muoversi come se
fossero vivi e finalmente capì chi era
l’avversaria di Amlach.
“Su cane, tutto qui quel
che sai fare? Forse dovresti
trasformarti…” lo provocò ghignando
mentre schivava un pugno avvolto d’ombra
del ragazzo e ricambiava con un calcio.
“Non tentarmi. Non ne ho
bisogno per batterti.” Disse
scagliando un’altra lama d’ombra, che questa volta
riuscì a graffiare il volto
della ragazza. Con un ghigno sadico osservò il sangue
colarle denso dalla
ferita della guancia.
“Forse sei tu ad aver
bisogno della trasformazione…”
Lei imprecò e dopo aver
conficcato la spada nel terreno,
veloce scagliò un pugnale d’ombra contro il
ragazzo, riuscendo a colpirlo di
striscio ad una coscia.
I due rallentarono quella danza
mortale per riprendere
fiato, continuando a girarsi in torno.
“Guardati!” disse
improvvisamente Miel con disprezzo, “Un
cane al guinzaglio di un re despota e schiavista. Con quale coraggio ti
guardi
al mattino davanti allo specchio?” gli chiese mentre
scompariva nell’ombra
proiettata sul terreno.
Solo grazie ai suoi riflessi animali,
Amlach riuscì a
girarsi appena in tempo per parare l’affondo della ragazza,
che saltò indietro
lontano da lui.
“Non voglio sentire
commenti da un ladra demoniaca di bassa
qualità” ringhiò lanciando un altro
tentacolo che l’afferrò per una gamba
facendola cadere.
Veloce la ragazza posò una
mano sull’ombra.
“Talitha!”
urlò e dall’ombra uscì una gigantesca
tigre nera
che si avventò su Amlach che si stava avvicinando alla
ragazza.
Colto di sorpresa il cacciatore
lasciò il controllo
sull’ombra, e Miel con una capriola si rialzò in
piedi.
“Almeno io sono libera,
cane. Sarà anche demoniaca ma tu lo
sei quanto me, caro il mio licantropo” sibilò
mentre Amlach colpiva Talitha che
si dissolse in una nuvola di fumo, “Volevi essere libero! Era
il tuo sogno e
invece sei solo uno schiavo che si illude di poter scegliere!”
“Sta zitta!”
urlò il licantropo estraendo dal fodero sulla
schiena un’enorme spadone a due mani. Solo che,
notò Rey stupito, lui lo
maneggiava con una sola.
Con furia si lanciò contro
la ragazza che schivò i suoi
colpi ansimando. In un secondo, mentre schivava un affondo
particolarmente
pericoloso, sentì tutti i sensi affinarsi alla perfezione i
movimenti del
nemico diventare lenti. Non aveva bisogno di uno specchio per sapere
che i suoi
occhi ora avevano una pupilla ovalizzata. Una sete di sangue le
offuscò di
rosso la vista e un ringhio animale le fece vibrare le labbra.
“Uccidi!
Senza pietà!”
una voce gelida e spietata penetrò nei suoi pensieri e il
desiderio di morte
aumentò nel suo cuore.
No! Non era lei quella! Non era una
belva sanguinaria!
Scuotendo la testa cercò
di ritornare normale, ma così
facendo lo stivale avvolto d’ombra dell’avversario
la prese in pieno petto
scaraventandola qualche metro più indietro. Veloce, ma
tenendosi lo stomaco, la
ragazza si rialzò in piedi e schivò
un’altra lama d’ombra.
“Cosa
c’è?! È la verità! Sei solo
un servo! Non sei più il
ragazzo di otto anni fa.” urlò la ragazza senza
accorgersi che l’altro l’aveva
messa con le spalle ad un albero colpito dai raggi del sole. Era in
trappola.
Eppure invece che la paura sentiva solo delusione verso il ragazzo che
aveva
davanti. Rammarico, rimpianto e disprezzo si agitavano nel suo cuore.
Sia per
lui che per se stessa.
“BASTA!” Amlach
si gettò contro di lei con furia animale, sicuro
di ucciderla; e ci sarebbe riuscito se di colpo la ragazza non fosse
scomparsa.
Disorientato Amlach si
guardò intorno.
“Mi dispiace ma non posso
lasciartela uccidere.” Il
cacciatore si girò a guardare con aria omicida Rey, che
qualche metro più in là
se ne stava in piedi con in braccio una Miel mezza terrorizzata mezza
imbarazzata.
“Rey!” esplose la
ragazza, ma ad una occhiata gelida del
ragazzo si zittì all’istante e iniziò a
guardare insistentemente in basso, a
braccia incrociate, per la vergogna. Quando si lasciava trasportare dai
sentimenti diventava una preda facile: quante volte glielo aveva
ripetuto il
suo Maestro?! Eppure dopo lo scontro di due anni prima era convinta di
aver
scacciato quei sentimenti verso Amlach.
Amlach lo guardò
sospettoso; per quanto potesse sembrare
innocuo quel ragazzo, nei suoi occhi c’era una luce scaltra,
e il fatto che la
Ladra Nera si fosse zittita ad una sua sola occhiata lo convinse a non
sottovalutarlo.
“Mollala! E’ una
ladra e su di lei c’è una grossa taglia. Se
me la consegni riceverai metà della ricompensa.”
Disse avvicinandosi piano e abbassando
leggermente le spade.
Rey scosse la testa. Ancora non
riusciva a capire il legame
tra i due, ma evidentemente quello di due anni prima non era stato il
oro primo
incontro.
“Mi dispiace ma non posso
consegnarti la mia principessa”
disse malizioso facendo desiderare a Miel di avere un badile per
sotterrarsi.
La sua dignità ormai era sparita all’orizzonte.
“Vedi, sono in viaggio per
cercare la Fairy Heredity e ho
bisogno di lei e…” Rey si bloccò
improvvisamente sentendo una mano
incandescente stringersi attorno alla sua gola. Non lo aveva nemmeno
sentito
arrivare, ma dopotutto era un’elfo.
Shi lo aveva afferrato e lo fissava
in attesa di un ordine
di Amlach, ma con un sorrisetto il biondo e la sua
“principessa” scomparvero
per riapparire alle sue spalle.
Shi, fece un salto indietro e si
portò a fianco di Wolf; poi
ghignò mettendosi in posizione d’attacco, mentre
le sue mani prendevano fuoco.
“A quanto pare ci
sarà da divertirsi…”
“Mi dispiace ma non ho
intenzione di combattere con voi,
come ho già detto sono in viaggio e non ho tempo da
sprecare. Anzi…” iniziò a dire
Rey lanciandogli un’occhiata penetrante,
“…sarei disposto ad accogliervi come
compagni di viaggio se a voi va bene.”
“COSA?!” esplose
Miel guardandolo scioccata, “MA sei
impazzito?!” urlò lanciando occhiatacce sia a lui
che al licantropo che l’aveva
quasi uccisa; ma Rey la ignorò completamente, limitandosi a
lanciarle
un’occhiata da far rabbrividire un troll e a stringere la
presa intorno alle
sue spalle.
Miel lo guardò sbalordita:
non era certo incavolato con lei
vero?! Era stato quel licantropo psicopatico a tentare di ucciderla!
Lei si era
solo difesa!
Amlach intanto lo scrutò a
lungo, con serietà.
“E perché
dovrei? Sono Capitano Supremo dell’esercito, il
migliore cacciatore di taglie e…”
“Un povero licantropo al
servizio di ogni capriccio del
nostro re” lo interruppe Rey, “Io vi sto offrendo
la libertà e l’avventura. Ah,
e una parte del tesoro, ovviamente.”
Amlach e Shi si guardarono per un
lunghissimo istante, poi
l’elfo prese la parola.
“Premettendo che qualsiasi
cosa tu sceglierai ti seguirò, Amlach,
in quanto sono ancora un tuo sottoposto…”
Amlach alzò gli occhi al
cielo.
“Dimmi cosa pensi
sinceramente Shi!”
“Sinceramente? Beh, il
nostro re è un’idiota che ci sfrutta
per ogni suo stupido ed infantile desiderio, dalla dubbia
moralità e che pensa
che il mondo sia suo. Io andrei con loro, non so tu ma mi sembra
più
allettante.” disse con un ghigno.
“Diventeremmo
ricercati.” Fece notare il licantropo, ma
l’elfo alzò le spalle.
Amlach si perse nei suoi pensieri, ma
infine parve prendere
una decisione.
“Ci sto!” disse
guardando Rey con fierezza e lanciando
un’occhiata a Miel che significava sicuramente: alla faccia
tua!
Miel per poco non svenne.
“Ditemi che è un incubo, ditemi
che è un incubo…” iniziò a
ripetersi mentalmente.
Rey invece sorrise. Le
difficoltà che il viaggio presentava
sembravano meno pericolose se accompagnati da due guerrieri tali.
Inoltre la
loro conoscenza di Elmar sarebbe stata davvero utile.
“Benvenuti a bordo, non vi
spiacerà giurare di non tradirci,
vero?!” chiese poi sempre sorridendo, ma con una luce
diffidente negli occhi.
Amlach e Shi scossero la testa.
Allora Rey mise a terra Miel, senza
però togliere un braccio
dalle sue spalle, e con l’altra mano prese il pugnale; infine
si praticò un
taglietto sul palmo della mano.
“Un giuramento col sangue
è un giuramento infrangibile e che
nel caso di rottura porta terribili conseguenze…”
disse tendendo una mano ai due
cacciatori, in attesa di scoprire le loro reazioni. Un giuramento di
sangue in
un mondo dove la magia, anche se più rara, aleggiava
nell’aria era una vera e
propria prova di fedeltà.
Amlach estrasse la katana senza
tentennamenti e incise la
sua mano e anche quella di Shi.
Poi i tre ragazzi si scambiarono una
stretta di mano,
giurando di non tradirsi o vendersi, mentre il loro sangue si mischiava
e
cadeva a terra in piccole gocce scarlatte.
Tutto ciò sotto lo sguardo
scocciato della povera Ladra.
“Una sola
condizione.” Disse lanciando un’occhiataccia ad
Amlach, “il mio passato è off-limits,
chiaro?” ringhiò.
Il ragazzo parve pensarci, ma infine
annuì, con grande
sollievo di Miel.
“Bene ora direi che
possiamo presentarci come persone
civili.” Disse infine il biondo sollevato e incuriosito dalla
piega che stavano
prendendo gli eventi.
“Lei è Miel, la
Ladra Nera.” Rassegnata la ragazza si sforzò
di fare un sorriso e un cenno con la mano.
“Io invece sono Rey
Leon.”
“Io sono Amlach Lumbar,
detto Wolf o Shadow, mentre lui è
Shi Kurai” disse Amlach indicando sé e il
compagno, poi si sedette a terra, “E
ora spiegatemi questa storia della Fairy Heredity.”
Miel ancora non si capacitava di come
fosse finita in quella
situazione: da più di dieci minuti era seduta in cerchio con
Amlach, fino a
pochi istanti fa il suo peggior nemico/licantropo, Shi, un elfo
apatico/ghignante col controllo del fuoco, e Rey, un pervertito
ricattatore che
si sapeva trasportare. Aveva sempre evitato gli uomini come la peste,
poiché le
avevano procurato solo dolori a non finire, e ora era seduta
tranquillamente
con un branco di psicopatici. Senza dimenticare che due di loro
conoscevano il
suo passato.
Inoltre si sentiva un goblin fra i
giganti: anche da seduti
la superavano tutti di almeno una trentina di
centimetri…quanto saranno stati
alti?! Uno e ottanta?! Novanta?! Non
è
che la mettessero proprio a suo agio…
Aveva bisogno di farsi una
passeggiata da sola per calmarsi.
Si stava già alzando in
piedi quando la sensazione che
l’aveva colta al mercato si ripresentò
più forte di prima.
Paralizzandosi si
girò a guardare
il bosco alle spalle di Rey.
Un ramo si
spezzò.
“C’è
qualcuno.” Sibilò poi mettendo in allarme gli
altri tre
e facendo apparire le spade. Amlach estrasse la katana, Shi
creò dal nulla una
spada di fiamme e il pugnale in argento di Rey si allungò in
un grosso spadone
a due mani.
“Calmi, calmi, non ho
cattive intenzioni.” Un
ragazzo con un piccolo cane al seguito,
avanzò con le mani alzate in segno di resa nella radura e un
bel sorriso
stampato sul volto.
“Mi dispiace aver origliato
ma ero davvero interessato alla
vostra storia. Sono Jim Mishima e voglio venire con voi alla ricerca
della
Fairy Heredity!” si presentò amichevolmente,
mentre i suoi occhi nocciola
scrutavano incuriositi i presenti nella radura.
“Da quando ci hai
ascoltato?” chiese Rey con un sopracciglio
alzato. Non si era nemmeno accorto di essere seguito…
“Più o meno
dallo scontro della Ladra e di Wolf. Chi
l’avrebbe mai detto che l’incubo di Ninivel fosse
una ragazza così così
carina?!” disse facendo un sorriso a Miel che
arrossì, terrorizzata: no, un
altro pervertito no!
“Comunque,”
continuò guardando Amlach, con aria di leggero
rimprovero “Bisogna dire che per quanto forte, è
stato da codardi attaccare
Miel.”
“E’ la Ladra
Nera” disse Amlach piccato.
“Ma è comunque
una ragazza.” Disse lui alzando le spalle e scuotendo
la testa: per lui le donne erano da proteggere sempre; la prossima
volta
sarebbe intervenuto per fermarli in caso di rissa. Poi tornò
a rivolgersi a
Rey.
“Allora?”
Rey lo studiò.
“E come potresti essermi
utile?” disse calmo alzandosi in
piedi e scrutando l’evidente muscolatura del ragazzo, alto
quanto lui, e la
spada leggera appesa alla cintura intorno ai pantaloni in seta neri;
poi
incuriosito osservò la maglia in seta bianca, convinto di
aver scorto un
luccichio sotto di essa. Che avesse altri brillanti sul petto come
quelli sopra
l’occhio destro?
“Credo che un Dragon
Slayers del tuono potrebbe esservi
utile!” disse con il tono soddisfatto e sicuro di
sé.
I presenti lo guardarono stupefatti
(a parte Shi che alzò
semplicemente un sopracciglio.)
“I leggendari figli dei
draghi…” Mormorò Rey, prima di
stringergli
la mano, “Sei dei nostri!” e a questo
seguì un altro giuramento di sangue.
Infine gli altri, si presentarono di
nuovo; compresa
un’ormai prossima al suicidio Miel.
Jin scrutò per un bel
pezzo la Ladra, incuriosito.
“Devo ammettere che ti
immaginavo un po’ più alta.” Disse
infine con un sorriso.
Miel stava già per
rispondere piccata quando si intromise
Rey.
“Però bisogna
dire che compensa da altre parti.” Illustrò come
una guida turistica guardandole il petto.
Jin annuì convinto
ammirando anche lui il panorama.
“Su questo non ho niente da
ridire.” Disse malizioso Amlach
sdraiandosi su un fianco.
“Già!”
ghignò Shi.
Miel era sull’orlo della
crisi di nervi.
“V-voi…PERVERTITIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!”
Dieci minuti dopo Rey, Jin, Amlach e
Shi erano inginocchiati,
in segno di pentimento, davanti a Miel che in piedi li guardava
imbarazzata e
furente ben avvolta nel suo mantello; su di essi si notavano
rispettivamente un
occhio nero, un labbro gonfio, il segno dello stivale sullo stomaco e
una
guancia rossa.
“Siete dei perfetti
maniaci! Io mi rifiuto di viaggiare da
sola con voi! Voglio un’altra compagna femmina! Brutti
porci!” disse incavolata
come una biscia.
“E cos’hai
intenzione di fare?! Mettere un annuncio sulla
bacheca in piazza?!” chiese Shi sarcastico, nonostante la
furia della ragazza
lo avesse terrorizzato: lo diceva sempre, lui, che non bisognava mai
mettersi
contro una donna infuriata.
“A me non dispiace
l’idea di altre ragazze…” disse Jin
perdendosi tra cameriere affascinanti e immaginarie.
“Dopotutto lei non basta
per tutti e quattro…” sogghignò Amlach,
nonostante lo stivale che la leggiadra ragazza gli aveva piantato nel
petto gli
rendesse difficile la respirazione.
Miel
stava già per
colpirlo con l’intenzione di fargli sputare entrambi i
polmoni quando Rey mise
un mano sulla fronte della ragazza dal dietro e se la strinse al petto.
“Eh no, ragazzi! Un piccolo
avviso: guardare ma non toccare!
La principessa è tutta mia!” disse malizioso
mentre gli altri
ridacchiavano. Purtroppo
si accorse del
pericolo troppo tardi.
“REYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYY!!!!!”
Rey, con due occhi pesti, seguiva con
Jin, Shi e Amlach la
furia bionda che marciava avvolta da un’aurea di terrore
qualche metro davanti
a loro per le viuzze di Ninivel.
Non era mai stata tanto imbarazzata
in vita sua! Quello
stupido maniaco! Sua! Come se lei fosse un’oggetto! Ma
l’avrebbe pagata, eccome
se l’avrebbe pagata…
Miel si stava perdendo in dolci
pensieri di vendetta e
torture sanguinolente, quando la sua attenzione fu attirata da alcune
grida
poco distanti.
Girandosi vide in un piazzetta due
ragazze che sembrava
stessero cercando di calmare alcuni bambini. Una di loro era
leggermente più alta
di Miel, con un seno altrettanto prosperoso ma con un fisico magro e
delicato,
aveva i capelli corti sopra le spalle di uno splendido viola e dei
vestiti
davvero particolari: portava gonna cortissima con la parte in alto in
stoffa
nera, sotto invece era in stoffa verde con due tasche rosse e delle
calze
lunghe fino a metà coscia bianche con due fiocchi rossi in
alto. Inoltre un
piccolo top verde davanti e rosso dietro le fasciava il seno, sopra cui
indossava un kimono rosa scuro, con decorazioni rosse dal bordo giallo,
senza
maniche, anzi che lasciava intravedere buona parte del top; esso si
chiudeva
con tre fiocchi rossi sul davanti: uno sul collo, uno sul seno e
l’ultimo sotto
di esso; dall’ultima chiusura il kimono si apriva e lasciava
vedere la pancia,
cadendo ampio e aperto fino alle ginocchia dove finiva con una fascia
di seta
verde. Per finire portava delle maniche rosa scuro che partivano dal
gomito
tramite un piccolo sbuffo di stoffa rossa con il bordo giallo, molto
strette in
alto ma che si allargavano verso il basso ad ala di pipistrello, con
una luna
gialla e un fiocco rosso per manica. La poverina era inginocchiata
davanti ad
un bambino e stava facendo di tutto per calmarlo ma quello continuava
ad urlare
con fare assatanato indicandole.
L’altra invece era poco
più bassa della compagna(sempre
abbondante di seno) e aveva lunghi boccoli biondo miele; alcuni di essi
formavano una specie di coroncina sulla sua fronte, su cui si posava
una
piccola coroncina intrecciata
di fiori
azzurri, bianchi e lilla. Vestiva un abitino corto in seta azzurra, con
delle
spalline quasi invisibili, mentre ai piedi calzava delle scarpe basse
bianche
in cuoio morbido con un fiocchetto azzurro (ballerine). Essendo di
schiena si
poteva notare su di essa il tatuaggio di due ali bianche spuntare dal
vestito.
Miel guardò incantata
quella ragazza: aveva sentito parlare
di loro dai racconti della sua tata: un angelo…
“Strega! Strega cattiva!
Sei la Ladra Nera!” il bambino
urlava imperterrito indicando l’angelo, seguito dagli altri
bambini che si
stavano radunando intorno a loro.
“Non è vero!
Gigi non è un strega!” urlava la ragazza con il
kimono, disperata mentre Gigi si guardava intorno preoccupata. LA
situazione
stava precipitando.
“Ti ho vista far apparire
della frutta maledetta! Demone! Ci
volevi avvelenare!” alcuni adulti iniziarono ad avvicinarsi
mormorando e
additando le due ragazze.
Miel le guardò e in un
attimo si rivide bambina.
“Demonio!
Demonio! E’
tutta colpa tua se i miei genitori sono morti! Vattene
strega!” urlava il
bambino piangendo, prima di prendere una pietra e lanciarla verso di
lei.
Scuotendo la testa, Miel si riscosse:
non era il momento di
perdersi in ricordi dolorosi.
Dimenticandosi di avvisare i suoi
compagni, che guardavano
anche loro la scena preoccupati, si lanciò verso le due
ragazze.
Senza fermarsi afferrò la
mano della ragazza-angelo e la
strattonò.
“Correte!” non
ebbe bisogno di ripetersi che anche la
ragazza coi capelli viola le seguì. Corsero tra le vie di
Ninivel il più veloce
che potevano, mentre Miel sperava ardentemente di non perdersi. Dietro
di loro
le urla dei cittadini inferociti che davano loro la caccia.
Finalmente vide il bosco e con un
sorriso accelerò.
“Akiko!”
urlò improvvisamente la ragazza-angelo vedendo
l’amica
e il suo portentoso equilibrio inciampare e schiantarsi faccia a terra.
Miel
fece per fermarsi ma voltandosi vide che Amlach, il più
veloce tra i ragazzi,
aveva già preso la ragazza sotto braccio a sacco di patate e
le stava
raggiungendo.
“Grazie Fuffy!”
urlò ridacchiando e riprendendo a correre.
Dolce vendetta.
Un ringhio seccato giunse dalle sue
spalle.
Finalmente Miel trovò una
radura nella parte più interna del
bosco e si fermò per riprendere fiato.
“Grazie mille! Ti siamo
debitrici!” disse la ragazza angelo,
con il respiro accelerato, tendendogli la mano con un bel sorriso che
metteva
in evidenza le sue adorabile guanciotte rosa. Nonostante la corsa, non
sembrava
troppo affaticata: evidentemente aveva una buona resistenza.
“Io sono Giada Angels,
detta Gigi!” si presentò allegra, “E
quella che il tuo amico Fuffy sta mettendo a terra è Akiko
Tsuki!”
Amlach la fulminò, gelido,
mentre posava con delicatezza il
suo bagaglio.
“Non mi chiamo Fuffy, e si
vi riazzardate a chiamarmi così
ve la faccio pagare.”
Miel fece finta di niente e
andò ad accertarsi delle
condizione di Akiko insieme a Gigi, le cui labbra da gatto a stento
trattenevano un ghigno.
La ragazza si mise a sedere un
po’ stordita, ma in fretta
recuperò il sorriso.
“Nyyaaa.
C’è mancato un pelo! Grazie Fuffy!”
disse subito
inchinandosi più volte e stringendo la mano del licantropo
che la guardava
perplesso, sia per il gesto gentile che per l’espressione
felina, e seccato per
esser stato di nuovo chiamato come un cane. Il suo orgoglio lupino ne
stava
risentendo. Maledetto tappo biondo!
Intanto anche Jin, Shi e Rey erano
arrivati e si stavano
presentando gentilmente.
Ci fu un attimo di tensione quando
Akiko, vedendo Lucky, si
paralizzò sul posto e guardando il cucciolo che la salutava
scodinzolando
iniziò a balbettare
“C-c-cane…”
Solo dopo mille raccomandazione di
Jin che Lucky era dolce e
non faceva male ad una mosca, e l’aver notato che
effettivamente era proprio
uno scricciolo, riuscì finalmente a stringere la mano al
ragazzo (controllando
comunque che il cane non si avvicinasse troppo)
“Ci dispiace di avervi
fatto correre ma vi siamo grate per
averci salvato,” disse Giada dopo le varie presentazioni,
“Non pensavo che quei
bambini mi avrebbero scambiato per una strega: volevo solo essere
gentile.”
Vedendo i loro sguardi perplessi
Akiko si affrettò a
spiegare la situazione. “Io e Gigi siamo in viaggio insieme:
io per trovare La
Pietra di Luna rubata e lei per cercare suo padre, BluGreen.”
“Non è un nome
comune.” Fece notare Jin.
“Già”
disse Giada gonfiando il petto, “Mio padre è il
Drago
della Natura! Cioè, in realtà è il mio
padre adottivo e mi ha insegnato il
controllo degli elementi. Per questo stavo facendo cresce delle fragole
con la
mia magia da offrire ai bambini e magari poi da vendere al mercato. Non
sapevo
ci fosse appena stato un furto della ladra Nera”
I ragazzi spalancarono gli occhi per
la sorpresa, mentre
Miel si guardava intorno imbarazzata. Si sentiva dannatamente in colpa.
“Sei anche tu una Dragon
Slayers?!” chiese Jin eccitato,
“Mio padre è il Drago del fulmine!”
spiegò orgoglioso.
“Anche io lo sto cercando!
Ed è il motivo per cui sono in
viaggio con loro” disse poi indicando gli altri compagni.
“In viaggio?”
chiese Akiko guardando curiosa con i suoi
occhi nocciola gli strani ragazzi che le avevano salvate.
“Siamo alla ricerca della
Fairy Heredity e…” ma Rey non
aveva fatto in tempo a finire che Miel, cogliendo al volo
l’opportunità si era
precipitata davanti alle due ragazze e aveva preso loro le mai tra le
sue. Era
la sua occasione!
“E ci piacerebbe tantissimo
se veniste con noi! Ovviamente
vi aiuteremo a ritrovare la tua pietra e tuo padre! Inoltre potrete
avere una
parte del tesoro!” spiegò speranzosa cercando di
fare la faccia più tenera che
potesse.
“Quando vuole sa essere
persuasiva...” ghignò Shi.
Gigi la scrutò con i suoi
occhi azzurro cielo e poi diede
un’occhiata ai ragazzi dietro di lei.
“Saremmo onorati di avere
tali bellezze in viaggio con noi…”
disse seducente Rey, intuendo i suoi tentennamenti.
Giada gli lanciò
un’occhiata disgustata e incenerente, scrocchiandosi
pericolosamente le nocchie, mentre Akiko sgranò gli
occhioni, sorpresa.
“Davvero Rey?! Grazie
mille! Come sei gentile!!!” esclamò
poi allegramente, mentre i presenti cadevano in stato di shock e Gigi
si
passava esasperata una mano sugli occhi: la malizia o la seduzione per
la sua
amica erano parole senza significato…
Con pietà
guardò Miel, arrossita e che minacciava di morte
con lo sguardo Rey, e iniziò a capire perché ci
teneva che andassero con loro.
Con quale cuore avrebbe potuto abbandonarla a tale destino?
“Va bene!”
acconsentì entusiasta abbracciandola. Anche Akiko
ne approfittò per stritolare con gioia la nuova amica.
“Nyyaaa. Che bello si parte
all’avventura!”
Poi Miel tornò di nuovo
seria.
“Giurate quindi di venire
con noi, di non tradirci o
venderci in nessun
caso?” chiese con leggera ansia.
I ragazzi ammiravano stupiti la
subdola strategia della
Ladra.
“Lo giuriamo!”
risposero in coro le altre due.
Illuminandosi Miel le spinse dai loro
compagni.
“Bene è il
momento di fare le vere
presentazioni!” disse sotto lo sguardo confuso delle ignare
viaggiatrici.
“Vere?”
“Lui è Rey Leon:
un maniaco pervertito, di professione ladro,
teletrasportatore e silver claimer, che ci trascinerà in un
assurda caccia al
tesoro! Poi c’è Jin Mishima: altro pervertito,
viaggiatore e Dragon Slayers del
fulmine. Shi Kurai è un elfo dell’elemento fuoco,
cacciatore di taglie
ricercato per aver tradito la corona ed essersi messo in viaggio con
noi;
pervertito pure lui. E il vero nome di Fuffy è Amlach Lumbar
Wolf, il sadico
cacciatore di taglie, ricercato anche lui per aver tradito il re ed
essere
venuto con noi. Ah, è un licantropo maniaco. E infine io:
sono Miel, la Ladra
Nera!” concluse con un sorriso rassicurante, mentre i ragazzi
ghignavano.
Gigi e Akiko spalancarono la bocca.
“Licantropo…maniaco…ladra…nyaaa…”
Akiko si accasciò a terra
con un miagolio.
Tutti si precipitarono intorno a lei.
“E’ ancora
viva?” chiese Amlach scrutando la ragazzina.
“Non dirmi che
l’avete uccisa!” esclamò Miel in preda
al panico.
“Avete?” disse
Shi sarcastico, “Sei stata tu a farle giurare
di venire con noi senza svelarle la verità, che poi le hai
sbattuto in faccia
senza il minimo tatto”
“Effettivamente…”
biascicò Giada guardandola leggermente
offesa.
Miel assunse un’aria
contrita e mortificata.
“Scusami…”
mormorò, “E’ che avevo paura che se vi
avessi
svelato la verità avreste avuto paura di
noi…”
Gigi sbuffò.
“Figurati! Posso battervi
in qualsiasi momento” disse
ridendo e pregustando una bella rissa con quei ragazzi (che intanto la
osservavano come se fosse pazza) che sembrava davvero forti e temibili
avversari.
“Non mi tiro indietro da
un’avventura simile solo perché non
siete dalla parte delle guardie! Inoltre trovo che il re sia malvagio e
stupido, e la gente a cui hai rubato snob e spregevole. Quindi per me
non c’è
problema.”
“Solo una cosa;”
aggiunse poi, “io e Akiko abbiamo lasciato
i nostri animali alla locanda in cui alloggiamo; dovremo andare a
riprenderli
dopo.”
“Nessuno
problema!” disse Miel riconoscente. Era stata
fortunata a trovare due ragazze così aperte e gentili, per
un secondo aveva
temuto avrebbero cercato di denunciarli.
“Facciamo
così” disse Jin gentile, “Ditemi il nome
della
locanda che li vado a recuperare, prima che scoprano a chi
appartengano.”
Gigi annuì riconoscente.
“Alloggiamo alla Locanda
della Luna, Akiko ha una fissa per
la luna, e la nostra camera è la trentadue”
spiegò porgendogli una chiave in
ottone con attaccato un ciondolo a forma di mezzaluna, “si
chiamano Yuki e
Fantasy, e…” Ma non fece nemmeno in tempo a finire
che Jin aveva già iniziato a
correre vero Ninivel.
“Non muovetevi da qui!
Torno subito!” urlò agitando una mano
e seguito dal piccolo Lucky.
“Aspetta
non…!” cercò di avvisarlo, ma il
ragazzo era già
sparito tra le fronde dei pini.
“Effettivamente anche io
dovrei recuperare i cavalli e il
lup…” ma i suoi ragionamenti ad alta voce vennero
interrotti da alcune smorfie
buffe e feline che si disegnarono sul volto di Akiko.
“Nyaaa…”
mugolò poco dopo la ragazza mettendosi a sedere.
Tutti la guardarono ansiosi.
Lei li fissò in silenzio
per un lunghissimo attimo.
“MA è
fantastico!!!” urlò abbracciando di slancio Miel,
scioccata, mentre Gigi ridacchiava sotti i baffi. Per lei non era
difficile
immaginarsi le reazioni dell’amica.
“Ho sempre voluto conoscere
la famosa Ladra Nera e sapere
che mi aiuterai a trovare la Pietra di Luna mi riempie di gioia!!
Nyaa!” urlò
esaltata prima di precipitarsi ad abbracciare Amlach, senza nessun
accenno di
imbarazzo.
Il ragazzo si pietrificò
(non certo perché gli dispiacesse)
e guardò Gigi in cerca di spiegazione.
“E’ fatta
così!” sillabò lei ridacchiando.
“E poi finalmente conosco
un altro mannaro!” disse tutta
entusiasmata lasciando andare il povero Fuffy e facendo una giravolta
su se
stessa.
“Sei anche tu un
licantropo?” chiese Amlach riscuotendosi
dallo shock , ancora più incuriosito da quella buffa
ragazzina pazza.
“No!” disse
scuotendo la testa con vigore, “Io sono una
Gatta Mannara, oltre che la Sacerdotessa della Luna!”
“Sei un gatto?”
disse scioccato Amlach.
“Nyaa!” rispose
lei.
“Ci mancava solo il gatto
mannaro…siamo una gabbia di
mutaforma pazzoidi…” mugugnò andandosi
a sedere sotto un albero per conto suo a
lucidare la sua katana, con
ancora il
sangue di Miel incrostato.
Intanto Gigi scrutava attentamente
Shi.
“Sei davvero un elfo del
Fuoco?” chiese scettica analizzando
la sua lunga giacca nera con il cappuccio, la sua maglietta dello
stesso colore
e i pantaloni neri legati con una cintura di cuoio. Chissà
perché si aspettava
qualcosa di rosso… gli occhi almeno erano di quel colore.
Anche se la pupilla
lo rendeva un po’ inquietante. Non che l’enorme
licantropo dagli occhi ghiaccio
mettesse a proprio agio le persone, finora non aveva ancora sorriso
(quello
malizioso mentre osservava Akiko non contava) e di certo non era un
tipo loquace:
solo Akiko poteva non sentirsi minimamente intimidita da lui.
Il ragazzo annuì con un
ghigno divertito e si diede fuoco
alle mani.
LA ragazza si illuminò,
mentre negli occhi le appariva una
luce assatanata.
“Oh,
oh…” mormorò Akiko guardando
preoccupata l’amica e
attirando su di essa l’attenzione di tutti gli altri.
“Piacere di conoscerti
Shi!” disse lei porgendogli per la
terza volta la mano, “Giada Angels, angelo Dragon Slayers
della natura. Tua
futura moglie. Vuoi avere un figlio perfetto con me?”
“COSA?!”
Allora?
Piaciuto?
Intanto io metto qui in fondo le immagini degli oc comparsi (quelle che
mi sono
state mandate); se ne avete alcune inviatemele al più presto
:D
Akiko
Tsuki:
Amlach
Lumbar: (ho dei
pezzi del nostro Fuffy)_ volto (più o meno) *bava*
_armatura
(ma non ha nè
quell’elmo nè quella spada, né quel
mantello; è per dare un’idea XD):