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Autore: AryYuna    25/01/2008    2 recensioni
Tidus a Zanarkand. Yuna su Spira. E se non si fossero mai incontrati?
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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La conclusione della fic si avvicina :°-(



Capitolo-16-Sin

Tidus si guardò indietro.
La nebbia era scomparsa, e un lungo sentiero sospeso serpeggiava verso una meta lontana.
–Come…
Auron non rispose.
–Aspetta– gli disse vedendo che si allontanava. –Dove andiamo, ora? Dove si trova questo Sin?
–Nessuno lo sa, anche se ci sono molte leggende. Dobbiamo aspettare che ci trovi. Vieni.
Auron condusse Tidus per quello stesso percorso che aveva attraversato dieci anni prima nella direzione opposta, con Braska e Jecht, durante il loro pellegrinaggio.
Incontrarono vari mostri, ma li combatterono senza troppi problemi, nonostante Tidus non fosse molto esperto.
Giunsero alla discesa che portava alla Piana della Bonaccia, la patria dei Ronso.
Scesero, attraversarono il lungo ponte fiancheggiato da colonne, giunsero nella grande Piana di erba fresca e spazzata dal vento leggero.
Lì la temperatura assomigliava molto a quella di Zanarkand.
Al centro della Piana sorgeva un negozietto.
Per tutto il tragitto, Tidus era rimasto in silenzio, rispettando il vagare dei ricordi del suo compagno di viaggio, ma quando si trovò di fronte allo splendore del Bosco di Macalania non poté non commentare il suo stupore e la sua ammirazione.
–È… bellissimo!
Auron sorrise.
–Vieni. Tuo padre lasciò un messaggio per te.
–Un messaggio?
Auron lo guidò per una stretta strada di cristallo a mezz’aria, fino ad una stradina sbarrata da grosse fronde di alberi luccicanti.
Liberò la strada, ma in quel momento un ruggito sconvolse l’atmosfera incantata del Bosco e per la prima volta Tidus si ritrovò di fronte a Sin.
–È… enorme!
–E pericoloso. Stai attento.
–Perché? Hai detto che è mio padre, no?
–In parte solo. L’altra parte vuole ucciderti.
–Ah… ok, starò attento.
–Dobbiamo cercare di entrare nel suo corpo, per incontrare Jecht.
–Cosa? Che schifo!
–Vuoi salvare tuo padre e Spira, sì o no?
–Veramente non lo so bene nemmeno io…
–Beh, vedi di deciderti, perché dovremmo combattere, e non sarà facile!
–Bell’affare!– fu tutto ciò che riuscì a commentare Tidus prima che Sin lanciasse una specie di grossa palla squamosa che si rivelò essere un mostro più piccolo.
–E questo che cos’è?
–Una scaglia di Sin. Vive sul suo corpo e lo protegge dagli attacchi.
–E quando volevi darmele tutte queste belle notizie?
–Zitto e combatti!
Tidus combatté come meglio gli riuscì, ma decisamente non era pronto a niente del genere.
Fino ad un paio di giorni prima la sua unica preoccupazione era di segnare quanti più goal possibile.
Non si era mai trovato a dover combattere per sopravvivere.
La scaglia alzò dei grossi tentacoli rossi per cercare di bloccarlo, ma lui riuscì a tagliarli per un pelo.
La scaglia strillò agonizzante e Auron la finì.
Sottili lucciole colorate lasciarono il corpo della scaglia morta che lentamente svaniva.
–Dopo mi fai un riassunto di tutto quello che sta succedendo?
–Fai meno lo spiritoso e seguimi.
Impicciato dai grossi rami che costituivano la volta del Bosco, Sin non riuscì a seguirli e dopo un po’ li perse anche di vista, mentre si allontanavano per uno stretto sentiero coperto di rami frondosi.
Arrampicandosi su un albero, Auron e Tidus riuscirono a trovarsi all’altezza di Sin, sospeso in volo sul tetto del Bosco.
Prima che potesse accorgersene, gli saltarono sopra e Auron praticò una grossa incisione sul suo dorso con la katana.
Tidus fu quasi certo di aver sentito un acuto strillo umano dal basso, ma poco dopo la sua testa si riempì dello strillo di dolore del mostro, che cercò di farli cadere alzandosi in volo, ma Auron allargò il buco sanguinante e ci saltò dentro e il ragazzo fu costretto a seguirlo, per quanto riluttante.
Atterrarono su una strada pavimentata, come se il mostro avesse ingoiato una grande città.
Nei simboli e nei colori ricordava forse Zanarkand, ma era di pietra e dava un senso di come di pesante tristezza.
–Vieni– disse Auron.
–Aspetta, non dovremmo trovarci… non so… nello stomaco, o nella trachea… o in qualche altro organo?
–Sin non ha un corpo vero e proprio. È solo un’Invocazione. Yu Yevon, l’essere che lo generò, era un Invocatore. Sa come invocare un’anima e farle fare qualcosa. In questo caso, creare un corpo fisico per il suo strumento: Sin. Vieni, ora. E stai attento: anche qui dentro potrebbero esserci dei mostri.
Neanche il tempo di finire la frase che incapparono in un mostro gigante, che diede loro non pochi problemi.
Quando lo ebbero finito, Auron proseguì seguito da Tidus per la città di pietra.
Giunti di fronte ad una torre, Auron annuì come se qualcuno avesse parlato, poi continuò a camminarle incontro come se non ci fosse, e davanti agli occhi attoniti del ragazzo sparì attraverso di essa.
Tidus lo raggiunse, e si trovò in uno strano luogo vorticante.
–D’accordo– stava mormorando Auron.
Una volta che ebbe toccato alcuni cristalli, i due si trovarono catapultati tra le rovine di uno stadio di pietra.

   
 
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