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Autore: elieli9090    12/07/2013    2 recensioni
Sette notti, sette sogni tutti con un solo protagonista, sette luoghi del castello. Ma saranno davvero sogni?
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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PIMA NOTTE:  CAMMINARE NELLA NEBBIA.

La nebbia è fitta. Terribilmente fitta mentre percorro il giardino a piedi nudi. Non so nemmeno perché sono scalza o perché sto camminando in giardino.
È notte, è buio e fa freddo.
Cosa ci faccio sulle rive del Lago Nero? Non lo ricordo.
Quando in camera ho indossato una vestaglia pesante per fare una passeggiata a mezzanotte mi era parsa una buona idea. Anche l’idea di non mettere le pantofole sembrava ottima quando l’ho pensata. Camminare a piedi scalzi migliora la circolazione. Me l’ha sempre detto la mia mamma, fina da quando era piccola, quando papà mi sgridava per le pantofoline di peluches abbandonate in un angolo della mia cameretta.
Anche ora mentre rabbrividisco non trovo nulla di sbagliato nella strana decisione che ho preso.
Questo novembre è assolutamente gelido ma io sto così bene mentre mi faccio largo tra nebbia e tenebre fino a sentire le gelide acque del lago che mi lambiscono le punte dei piedi.
“Mezzosangue? Sei impazzita?” La sua voce mi riscuote.
Mi giro e lo vedo seduto, appoggiato al tronco di un albero senza più foglie. È avvolto in un mantello pesante con il collo ornato di pelliccia. Faccio per avvicinarlo ma la luce mi acceca all’improvviso. I capelli biondi si confondono con la luce bianca fino a scomparire inghiottiti in un caldo nulla.
Hermione si sveglia all’improvviso, sudata.
 
SECONDA NOTTE: DISCESA NEI SOTTERRANEI

Di nuovo scalza ma questa volta sotto i miei piedi ci sono le grosse e gelide mattonelle di pietra del castello.
Non so dove sono.
Sono scesa dalla torre di Grifondoro. Ho preso quattro rampe di scale e imboccato almeno sette corridoi diversi. Come in trance.
Non so dove sono.
Non so dove sto andando.
Anche questa volta indossare una vestaglia di spugna sopra alla camicia da notte bianca a manica lunga mi è sembrata una buona idea. Ma questa volta ho portato le ciabatte con me.
Le ho in mano.
“Granger? Che ci fai qui? Hai sbagliato dormitorio.”
Mi volto e lo vedo anche questa notte. I capelli biondi e la pelle pallida spiccano nel buio di corridoio, debolmente illuminato da verdi candele che volano a mezz’aria. Avrei dovuto capire da quello nel luogo in cui mi trovo.
“E perché hai le ciabatte in mano?” Ride di me, con una schiaffo alla mano me le fa cadere e mi ordina di indossarle per tornare da dove sono venuta.
Hermione si sveglia all’improvviso, sudata.
 
TERZA NOTTE: NEL COVO DEL NEMICO.

La parola d’ordine è cambiata. Chissà quando è successo. Ma ho fortuna e dico quella giusta.
Mi lasciano passare.
Solo ora mi rendo conto che quella in cui mi trovo non è la mia sala comune. La tappezzeria è verde e argento. Poltrone e divani sono di velluto verde. Anche la luce è verde e tremolante. È umida perché mi trovo nei sotterranei, sotto il Lago Nero. Macabri teschi decorano tutta la stanza. Il camino è spento. fa freddo.
 Indosso le pantofole questa volta. Imbarazzanti pantofolone a forma di gatto. Me le ha regalate Ginny. Dice che assomigliano a Grattastinchi.
Ha ragione.
Busso alla porta di una stanza a caso. Una figura in pigiama grigio mi viene ad aprire, seccata e assonnata per l’interruzione ad un sonno vitale. Forse ad un sogno entusiasmante.
“Granger mi stai perseguitando?”
Mi lascia entrare nella stanza singola da caposcuola. Guarda con ironia la mia camicia da notte semi trasparente, quella macchiata di inchiostro su entrambi i polsini.
“Ma si può sapere che succede? Mi stai spaventando?” Prende il mantello e lo indossa. “Ti riaccompagno al tuo dormitorio.”
Hermione si sveglia all’improvviso, sudata.
 
QUARTA NOTTE: IL LUOGO DELLE STELLE.

Scendo due rampe di scale. Poi ne salgo altre tre.
La torre di astronomia non ha vetri alle finestra e il freddo è pungente. Indosso la divisa perché mi ero addormentata su una poltrona della sala comune, ancora vestita.
Ma non indosso né le scarpe né le calze né un maglione.
Il freddo penetra sotto la gonna a pieghe, entra nella camicetta sottile che ho indosso. Brividi intensi mi salgono dai piedi, raggiungono le caviglie e si propagano a tutto il mio corpo.
Perfino i miei capelli hanno freddo.
“Ti ho seguita, Granger!”
Mi volto e lo vedo. È davanti a me. Ha un mantello indosso e un altro in mano. Me lo porge.
Lo guardo ma lo lascio cadere. Non ho fatto in tempo nemmeno ad alzare la mano che è già per terra. Lo guardo e so cosa devo fare, solo non mi torna in mente.
Draco Malfoy lo raccatta e me lo butta sulle spalle. “Mi sorprende che tu non ti sia già ammalata, con tutte queste scorribande notturne.” Mi guarda. “Specie così poco vestita.”
Lo guardo di nuovo. Il suo sguardo è stanco ed assente mentre mi si avvicina.
 Hermione si sveglia all’improvviso, sudata.
 
QUINTA NOTTE: A PIEDI NUDI NEL CAMPO.

Ha nevicato questo pomeriggio. Eppure io sono di nuovo scalza, fuori dal castello.
Il campo da Quidditch mette tristezza quando nessuno ci gioca. Gli spalti deserti fanno quasi paura. Sono così accoglienti quando sono gremiti di gente che fa il tifo.
Arranco nella neve. In poche ore ne è venuta giù mezzo metro. Affondo oltre il ginocchio e mi si bagna la calzamaglia nera che indosso sotto al maglione che mi arriva a mezza coscia che indosso. Ho addosso solo quello ma non provo imbarazzo.
Il campo è deserto. Gli spalti sono deserti.
Dai grossi anelli scendono ghiaccioli trasparenti. Ho voglia di averne uno. Non penso ad appellarlo. Ho voglia di arrampicarmi.
Mi sembra un’idea intelligente e comincio a dirigermi verso le tre porte.
“Sto diventando un segugio.” I capelli biondi brillando, sotto il riverbero della luna. La neve li esalta rendendoli luccicanti. Non avevo mai fatto caso a quanto fosse…
Carino.
“Cosa ti sta succedendo? Da quando siamo tornati a scuola sei così…” mi guarda, anche se sono poco vestita non provo imbarazzo.
Strana.
Mi si avvicina. Ha in una mano il mantello dell’altra volta e la sua scopa nell’altra. “Non puoi tornare scalza. Non con questo freddo. Non con questa neve. Sali, ti porto. Ti lascio alla finestra della tua stanza.
  Hermione si sveglia all’improvviso, sudata.
 
SESTA NOTTE: LE PORTE DEL SAPERE.

Questa volta so dove sono. il profumo mi colpisce non appena varco quella porta. Ci passo ora ed ore in questo luogo da quando ho scoperto di essere una strega.
Il profumo dei libri vecchi è così buono.
Così buono che a volte, mentre leggo, quando nessuno guarda, li porto al naso e mi riempio i polmoni di quel profumo.
Ho addosso dei pesanti calzettoni di lana che ho confezionato io stessa. li avevo fatti per Dobby ma ora Dobby non c’è più.
Indosso ho anche una vestaglia. Ma sotto non ho nient’altro che un paio di mutandine e una canotta nera.
Dovrei vergognarmi ad essere mezza nuda in un luogo che giudico praticamente sacro da quando ho ricevuto il primo libro e mi sono innamorata della lettura. Ma non mi vergogno. Non so perché ma sono perfettamente a mio agio
“Questa storia deve finire.” È stanco, molto. Passa le notti a seguirmi in giro per il castello. “Non posso farti da baby sitter. Non posso star sveglio la notte a preoccuparmi di te.” Mi afferra per la cintura della vestaglia.
Che si apre.
Resto immobile nonostante sia quasi nuda davanti a lui.
“Hermione, tu sei sonnambula.”
Hermione si sveglia all’improvviso, sudata.
 
SETTIMA NOTTE: DOVE TUTTO È POSSIBILE

Forse la vera sorpresa è che oggi ho tutti i pezzi al posto giusto. Ho la biancheria intima sotto alla camicia ben allacciata e alla gonna della divisa. Ho il maglioncino con lo stemma di Grifondoro e i collant coprenti.
Indosso perfino le scarpe.
La porta della stanza delle necessità si apre per farmi passare ma non si chiude.
Un’altra persona deve arrivare, lo so io, lo sa la stanza. Entrambe aspettiamo. Sappiamo che succederà. Non ci deluderà. Non questa notte.
“Sapevo che questa sera saresti venuta qui.” Mi si avvicina. “Ci sei questa volta?”
“Ci sono sempre.” Ed è la prima volta che parlo in queste sette notti.
“Quindi sei sveglia questa volta? Non stai sognando?”
“Sono sveglia.”
“Ricordi…?”
“Ricordo.”
Mi bacia e chiude la porta trascinandomi con lui. Non ho bisogno di svegliarmi questa volta: la sono già.
 
 
 
 
  
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