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Autore: serClizia    13/07/2013    8 recensioni
Una strana storia che mi ha portato via un'estate, un pezzo di cuore, e tante risate tra le lacrime.
Non fatevi ingannare dal primo capitolo, non c'è una storia di passione tra la protagonista e Damon Salvatore. Mi sono attenuta rigorosamente al telefilm. Ok, quasi rigorosamente. Ma tanto al Beremy non ci crede più nessuno, no?
Genere: Azione, Comico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 3 - ARRIVI

CAPITOLO 3 - ARRIVI

 

Vedo Elena irrigidirsi ulteriormente e smettere di respirare di botto. Gli occhi le si riempiono di lacrime.
“Oh, cazzo.”

Vengo di nuovo strappata via dal mio posto dalla forza di un tornado, che mi prende e mi sconvolge l’equilibrio cosmico finché non mi trovo contro una parete con Damon che mi tiene per il collo.

«Se sai tutto, come fai a non sapere che Jeremy è morto? Sentiamo un po’ cosa ti inventi questa volta.»

Stringo la verbena fino a farmi male.

«No, no, io…»

«Ci hai raccontato un bel po’ di storie. Ho abbassato la guardia ed è stata una pessima idea, ma ferire Elena? Un’idea ancora peggiore.»

Stringe la presa sul collo.

«No, no, è vivo, lo giuro!» tossisco.

«Cosa?» sbotta.

«È… è v-vivo… B-Bonnie lo ha riportato in vita quando ha chiuso il velo.»

«Se me lo stai dicendo solo perché speri che ti risparmi la vita, ti sbagli di grosso.»

«No, no, lo giuro! Guarda…» apro timidamente la mano. Gli mostro la verbena. Molto, molto lentamente avvicino la mano al camino.
“IL CAMINO! SONO VICINA AL CAMINO!”

«Adesso appoggio lì la verbena, e poi puoi chiedermelo di nuovo.»

Cambia posizione con la testa e mi guarda stringendo gli occhi.

«Stai citando una scena del telefilm?»

Mi blocco e smetto di respirare. Azzardo: «Ehm… dipende. Sta funzionando?»

Sento che stringe la presa e il mondo comincia piano piano a diventare nero…

«Damon, aspetta.» Elena si avvicina. «È vero? Jeremy è vivo?»

«No, Elena, non è vero. Ci ha riempiti di stronzate. Se credi anche solo per un secondo…»

«Però potrebbe essere vero, giusto? Potrebbe avere ragione!»

Elena è sull’orlo della disperazione.

«Come diavolo può sapere una cosa del genere? Non possiamo crederci, Elena, nessuno può saperlo.»

«Ma forse lei sì, lasciala andare!» Elena lo strattona, io vedo solo due sagome indistinte nel grigio.

«Lasciala andare, Damon!» Damon non mi molla.

«È vero? Jeremy è vivo? È vero?» Elena sta urlando.

«Certo che è vero.» Jeremy appare sulla soglia.

Come tutti i personaggi nel telefilm. Mai che uno bussi, citofoni o che abbia le chiavi di casa. La gente appare dal nulla.

Elena, dopo i primi millesimi di secondo a bocca aperta, corre verso di lui e lo abbraccia. Si stringono forte, felici.
Damon ha un’espressione indecifrabile. Mi guarda perplesso e lascia andare la presa. Mi accascio e tossisco aria per svariati minuti.
Non sento quello che dicono, vedo Damon avvicinarsi e salutare Jer con un mezzo sorriso.

Piano piano il sonoro torna allo stadio della mia coscienza e sento le prime parole.

«Che cos’è successo?»

«È stata Bonnie. Mi ha riportato in vita quando ha chiuso il velo, non so come. Ma come facevate a saperlo? Ti ho sentita urlare.»

Elena non sa cosa dire e guarda Damon, che prontamente risponde con un mezzo sorriso forzato.

«A quanto pare questa ragazza è una veggente. Non ci parlare troppo, è inquietante.»

Jeremy mi sorride con le sopracciglia aggrottate e mi fa ciao con la mano.
Con la mano con cui non mi sto tenendo il collo, rispondo al saluto.

Mi cade la verbena e la riprendo subito, terrorizzata. È l’unica cosa a cui posso aggrapparmi.

«Verbena?>> dice Jeremy. «È umana?»

«Sì, così pare.» dice Damon.

Elena è troppo occupata a mangiarsi il fratello con gli occhi, troppo felice per prestare attenzione ad altro.

«Pare?» risponde, sempre con le sopracciglia aggrottate, e con la sorella aggrappata al suo enorme braccio come un koala.

«Sì, pare, perché è arrivata dal nulla. Senza preavviso, cellulare o documenti. Ho controllato.»

“Ha controllato? E quando?”

In quel preciso momento mi rendo conto che la compagnia dei vampiri risulta molto più piacevole in televisione. Non fraintendetemi, non ho nulla contro l’immagine di Damon che mi fruga le tasche, ma avrei voluto almeno rendermene conto, porca miseria!
“Le sue mani su di me…”, reprimo un brivido di piacere.

«Posso usare il bagno?» riesco a gracchiare. “Mi sento un po’ indesiderata, in questo momento.”

Damon mi indica una porta e mi avvicino piena di riverenza. “Forse potrei vedere delle stanze mai viste nella serie.”
Entro in un bagno ovviamente gigantesco e beh, esattamente come uno se lo immagina.

Come il bagno dove Damon nascose la pietra di luna. O forse è proprio quello, ma sono troppo frastornata per ricordare.

Mi siedo sulla tazza e comincio a tremare dalla testa ai piedi. Cerco di calmarmi, ma riesco solo a peggiorare la situazione, mettendomi a piangere. Cerco allora di pensare ad altro, qualcosa di piacevole.

“Sono arrivata a tanto così da toccare il camino.” Comincio a ridere istericamente.

Dopo svariati minuti di pazzia totale, espiro e mi asciugo le lacrime, anche se ogni tanto mi si rialzano le spalle per degli ultimi spasmi di ridarella. Decido di alzarmi e di sciacquarmi il viso.

“Ok, ci siamo. Adesso torno di là e faccio finta di niente. Che poi, come potevo sapere il momento esatto in cui sono capitata nella serie? Jeremy non era ancora tornato a casa, ma io non potevo saperlo. Tra l’altro quando sono arrivata, stamani, potrei aver interrotto dei momenti intimi… Ci credo che Damon non è particolarmente socievole con me. Vabbè. Torno.
Mi devo solo ricordare di non dire niente su Bonnie. Se gli dico che è morta… è la volta buona che la raggiungo.”

Prendo il coraggio a due mani ed esco. Arrivata in sala, c’è Damon da solo vicino al tavolo dei liquori. Elena e Jeremy devono essere andati altrove per stare un po’ da soli.

“Non riesco a godermi nemmeno un momento di felicità per la vicinanza a loro, visto che sono in continuo timore per la mia vita.”

Cammino a testa bassa verso la “mia” poltrona, unico punto fermo della mia visita fino ad ora. Con la coda dell’occhio vedo che Damon mi lancia un’occhiata. Non sono sicura di che cosa veda.

Versa un altro bicchiere e me lo porta. Lo ringrazio con un cenno senza guardarlo.
Si accomoda sempre davanti alla mia poltrona, distante.

Silenzio.

«Non mi devi dire niente. Hai fatto quello che dovevi fare, d’altronde non sai chi sono. Anch’io sarei sospettosa se arrivasse un estraneo alla mia porta con la pretesa di sapere tutto sulla mia vita. Hai fatto solo quel che è necessario fare per proteggerla. E per proteggerti.»

Alza le sopracciglia con fare beffardo. «Io non stavo per dire niente.»

Mi faccio una risata, la prima vera risata da quando sono arrivata. Lui guarda dentro il bicchiere mentre sogghigna.

Quasi quasi mi si scalda il cuore… finché non sento una voce provenire dalla soglia.

Un altro personaggio è apparso dal nulla, come Jeremy.

«Ehi.» dice.

«Ehi, Stefan.» dice Damon.

Solo che io so che quello non è Stefan.

 

 

**

Istantaneamente mi irrigidisco, quasi mi va di traverso il Bourbon. Damon si alza e va incontro a quello che crede sia suo fratello.

«Hai scaricato il corpo? Tutto bene?»

Do un’occhiata veloce e vedo che Stefan… cioè, Silas, se ne sta appoggiato alla soglia con le mani in tasca.

Penso stia cercando il modo migliore di imitare il comportamento di Stefan. Fallendo.

«Certo, tutto bene.»

Vorrei annegare nel mio bicchiere. Sparire. Materializzarmi in un’altra stanza e urlare. Diventare invulnerabile, avvertire tutti e gridare: “Fuggite, schiocchi!” [1], senza poi dover morire un secondo dopo averlo detto. Invece cerco disperatamente di diventare invisibile.

Nel frattempo mi sono persa un frammento di conversazione tra i due. Finché…

«Giulia?»

“DAMON SALVATORE HA PRONUNCIATO IL MIO NOME.”

“Ma perché questi momenti sono sempre rovinati da una minaccia di morte imminente?”

Cerco di ritrovare la dignità, mentre i due mi fissano.

«Sì?» dico, fingendo indifferenza. Mica come se DAMON AVESSE APPENA DETTO IL MIO NOME.

«Mio fratello vorrebbe saperne di più sulle tue doti di veggente.»

«Oh, non c’è molto da dire.» guardo il bicchiere per evitare di incrociare il loro sguardo. Sono una pessima bugiarda.

«Ah, no? Niente più Delena, Stelena, 15x18 e altri numeri detti a caso?»

«No, vedi, sai già tutto tu. Puoi aggiornarlo tu stesso.»

«Che cosa vuol dire Stelena?» chiede Silas.

“Ahah. Spiega le ship al mago vampiro millenario cazzuto. Vai.”

«Niente di importante, non preoccuparti. Puoi scusarci un secondo?»

Silas annuisce.

Damon mi si avvicina e istintivamente mi ritraggo. Lui non fa una piega, mi prende per un braccio e mi trascina in una stanza mentre io non riesco a fare a meno di restare a bocca aperta a fissare la sua mano sul mio braccio.

La sua mano.

Il mio braccio.

La sua mano.

Il mio braccio.

La sua mano.

Il mio braccio.

Ossigeno? Anyone?

«Oook, che succede?»

Semi-riprendo conoscenza.

Lo guardo. Guardo il mio braccio, dove prima c’era la sua mano.

Lui incrocia le braccia, io sono ancora indecisa se urlare e buttarmi fuori dalla finestra o aggrapparmi a lui e piangere. Decido di dimostrare di avere 26 anni e mi ricompongo. Chiudo la bocca.

Mi guardo intorno, mi ha portato in una camera da letto a me sconosciuta. Mai vista sullo schermo. Il portante del letto è di legno scuro, le coperte sono tipo arancione salmone. Non sono brava con le sfumature dei colori.

La maggior parte dello spazio è occupata da un armadio di legno marrone scuro ENORME.

Lui nota il mio sguardo e deve intuire che sto prendendo tempo guardando in giro, quindi mi incalza.

«Che succede?» insiste.

«Nulla, è una bella camera.»

«Sì, piaceva anche a Rebekah.»

«Ma pensa!»

“Il punto dove mi ha afferrato il braccio mi brucia. È normale?”

«Cosa c’è che non va?» ripete, duro, allargando un po’ gli occhi.

«Niente, perché improvvisamente ti interessa quello che penso?»

«Diciamo che mi hai convinto. Non so quali siano le tue fonti, ma sicuramente qualcosa la sai. La storia di Jeremy è una prova sufficiente, per me.»

“Sono in una camera, da sola, con Damon. E lui mi sta guardando. Mi sta parlando. E io riesco a reggere il suo sguardo. Ho il batticuore e le gambe sono di gelatina, ma riesco a guardarlo negli occhi.”

Sono così azzurri… e profondi…

«Quindi, vuoi dirmi perché mio fratello ti fa così tanta paura?»

Ops, mi ero persa e mi ero scordata la nostra conversazione. “Ma è possibile per le altre persone sostenere delle conversazioni con lui guardandolo negli occhi? Non servono, non so, minimo degli occhiali da sole?”

Mi faccio forza e mi concentro.

«Non mi fa paura.» “TU MENTI, GIULIA, TU MENTI.”

«Certo. Perché accelerare le pulsazioni, sbiancare, dilatare le pupille, respirare affannosamente e assumere l’espressione di un cerbiatto in autostrada non è considerata paura, da dove vieni tu?»

«Non sono affatto sbiancata.»

Damon sbuffa, scocciato.

«Devo proprio strapparti di mano la verbena?»

Sussulto. Mi porto le mani al petto e stringo il mio mazzetto-ancora. “Devo trovare un posto sicuro dove nascondermela addosso.”

Senza fare movimenti bruschi che potrebbero insospettirlo, faccio qualche passo indietro. Mi fingo spaventata. Mi giro e faccio finta di singhiozzare. Intanto mi infilo una mano nella poca scollatura che ho e metto la verbena nel reggiseno. “Tiè.”

Lui non si è mosso. Mi giro con fare disinvolto.

Gli mostro le mani, trionfante. Messaggio: “Verbena? Quale verbena?”

Lui non fa una piega.

«Hai finito?» dice.

Lo guardo con fare interrogativo. Non so se si nota, ma la mia capacità di comunicazione svanisce quasi totalmente in sua presenza. Guardarlo e parlare insieme… mi ci vorrà un po’ prima di trovare la padronanza di sostenere delle intere conversazioni.

«Lo sai, vero, che niente potrebbe impedirmi di avere quella verbena, se decidessi di prenderla.»

Spalanco gli occhi. «Damon Salvatore, mi meraviglio di te! Tu hai una fidanzata! Una quasi-moglie! E metteresti le mani addosso ad un’altra donna?»

Finalmente si scompone, scioglie le braccia conserte e si acciglia.

«No, no, no, non saltare subito alle conclusioni. E soprattutto, nessuno ha detto che mi dovrebbe piacere, se lo facessi.»

Ouch! Grande colpo al mio ego.

Sto per dargli una risposta piuttosto risentita, quando sentiamo un urlo di donna provenire dal salotto.

 

 

 

 

NOTE GENERALI:

[1] Citazione di Gandalf del Signore degli Anelli.

 

 

Note dell'autrice


Eccoci qua!
Questi primi capitoli sono i miei preferiti, perché adoro le interazioni con Damon e tra Damon ed Elena (capitan ovvio, lo so XD).
Comunque mi sono molto divertita a scriverli.
Volevo rendere la diversità con cui Damon si relaziona a personaggi che non hanno niente a che vedere con il loro mondo.
Voglio dire, non è che arriva questa fresca fresca e Damon è tutto gentile e carino e ospitale. Per qual motivo dovrebbe esserlo?
Fatemi sapere se non vi torna qualcosa. Alla prossima!

  
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