Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama
Segui la storia  |       
Autore: Lady R Of Rage    13/07/2013    7 recensioni
Dawn non rispose. Si limitò a prendere un coltello di piccole dimensioni, e a passarlo impercettibilmente sul proprio dito. Un sottile taglio si era aperto in corrispondenza del dito.
-E questo cosa sarebbe?- domandò Scott. Cominciava a chiedersi se Dawn fosse del tutto sana di mente.
Ma Dawn sorrise, placida, e si passò sul dito la miscela di erbe. In pochi attimi, la ferita era scomparsa.
-Lo vedi?- domandò la ragazza a uno Scott ammutolito e senza parole.
-Non basta saper uccidere, per vincere.-

Ventiquattro ragazzi innocenti sono stati sorteggiati, come ogni anno, per combattere negli Hunger Games, il reality infernale dove per vincere bisogna uccidere.
Dovranno lottare contro i loro nemici e contro le avversità, ma soprattutto contro loro stessi.
Saranno vincitori o saranno vinti.
E uno solo sopravviverà.
[AU| Crossover Total Drama/Hunger Games | Pairing: un po' tutti]
Genere: Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Image and video hosting by TinyPic

Capitolo 4

 
La notte era ormai scesa, e le stelle illuminavano il cielo scuro come piccoli occhi vivaci.
Più lo sguardo scendeva, più quelle stelle finivano però a mischiarsi con altre luci, assai meno naturali: erano le luci di Capitol City.
Quella sera, più di metà dei cittadini di Capitol era scesa nelle strade, per vedere per la prima volta i nuovi tributi, in una sfolgorante parata tra luci e atmosfera.
In prima fila, Katie si sistemò sui capelli la parrucca rigorosamente rosa acceso; a poca distanza, la sua migliore amica Sadie era occupata a stringersi la cintura attorno a dei fianchi non proprio sottili.
Tutte e due indossavano ricchi e sgargianti abiti, in tutte le tinte del rosa, tutte e due avevano enormi parrucche argentate che si reggevano a mala pena sulla testa, tutte e due erano truccatissime, ben troppo per la loro giovane età; e tutte e due erano molto, molto emozionate.
-Sarà una grande edizione, Sadie.- disse Katie tutta fiera.
-Lo penso anche io, Katie.- rispose l’amica. –Non trovi carino il fatto che io e te abbiamo tante cose in comune?-
Katie emise un verso argentino: -Sì, Sadie. È adorabile. Sei la mia migliorissima amica.-
Le due ragazze si abbracciarono forte, come erano solite fare. In quel momento, il pubblico prese a rumoreggiare forte.
-Ehi, guarda!- esclamò Sadie. –Arrivano!-
 
E la parata ebbe inizio, con l’arrivo del carro del distretto 1.
Dakota era sempre splendida. Indossava un lungo abito bianco come l’avorio, dal profondo spacco e dalle ampie maniche, che le evidenziava con grazia i fianchi sottili. L’abito, a contatto con le luci, splendeva come un autentico diamante, e nello stesso modo splendevano i ricchi gioielli che le adornavano le mani, il collo, i fianchi e il viso, e il diadema d’oro massiccio che le coronava il capo biondo.
Sam era altrettanto elegante, seppur in maniera più posata. Indossava un elegante completo da sera, dello stesso materiale della compagna, che allo stesso modo emetteva magnifici riflessi, come la neve accarezzata dai raggi del sole. I polsi erano adornati da dei gemelli di diamante, e i suoi occhiali da vista tondi erano stati sostituiti da un nuovo paio, dalla montatura tempestata di pietre preziose.
La ragazza sorrideva, ancheggiava, e mandava baci a tutti, come se fosse nata e cresciuta sotto i riflettori; il ragazzo, invece, si ritraeva ai saluti e ai sorrisi, mostrando un lieve arrossamento delle guance paffute.
Sadie e Katie rimasero a bocca aperta, beandosi di tutte quelle luci, e desiderando ardentemente di poter indossare, almeno una volta nella vita, abiti come quelli.
 
Subito dopo fece la sua comparsa il secondo carro, trainato da due minacciosi stalloni scuri.
Heather e Alejandro offrivano uno spettacolo ancora più impressionante. Entrambi indossavano un’armatura dorata, lucida come un gioiello, sandali di cuoio, un monumentale cimiero, ornato da un vistoso pennacchio di crini di cavallo, e un’ampia cappa di raso rosso, che volteggiava sulle loro spalle come le ali di un uccello rapace.
Tuttavia, quelle armature sarebbero servite ben poco in una vera battaglia: quella di Heather, infatti, non era costituita che da un succinto corpetto e una sottofascia metallica intorno ai fianchi e alle cosce; la corazza di Alejandro, invece, aveva un ampio squarcio in corrispondenza del torace, mostrando la sua carnagione abbronzata e i suoi muscoli ben scolpiti.
Entrambi i tributi tenevano lo sguardo fisso sul pubblico, fieri e sicuri, e ogni tanto lo rivolgevano verso il compagno, come in un tentativo di intimidirlo.
Katie e Sadie erano ammutolite, con lo sguardo fisso sul petto nudo di Alejandro. Non avevano mai visto un ragazzo così bello prima di allora.
Una cosa era certa: Ezekiel era sconnesso, ma aveva fatto un ottimo lavoro.
 
Con l’arrivo del distretto 3, le urla di giubilo presero ad aumentare.
Staci non poteva puntare sul fisico: le forme rotondeggianti di Leshawna, e ancor di più la magrezza e il pallore di Harold erano uno spettacolo poco ameno.
Per questo la ragazza si era sbizzarrita, ispirandosi a degli appunti appartenuti a un prozio stilista.
I due ragazzi, quella sera, brillavano letteralmente di luce propria. Indossavano delle tute di materiale sintetico, simili a delle armature fantascientifiche, che coprivano tutto il corpo. Le tute erano costellate di piccoli led di luce bianca che brillavano vivacemente, riproducendo sui corpi dei tributi un piccolo cielo stellato.
Pure nei capelli il brillio continuava: i due tributi portavano sulla testa dei cerchietti metallici, che luccicavano allo stesso modo delle tute.
Harold si muoveva a scatti, come un lottatore di arti marziali, senza celare tuttavia un certo imbarazzo; Leshawna squadrava il pubblico senza sorridere, dura: probabilmente pensava a Leshawniqua.
Katie e Sadie guardarono le luci come incantate, convenendo di comune accordo che la ragazza sembrava sicuramente una persona tosta.
 
Il distretto 4 fu accolto da boati sempre più roboanti.
Gli abiti di Geoff e Bridgette sembravano ispirati dalla mitologia greca. La ragazza indossava un lungo abito di stoffa azzurra, decorato con madreperla dai riflessi rosei, e conchiglie elaborate adornavano i capelli biondi. Gli orli dell’abito sembravano però mutare composizione, e l’azzurro diventava un bianco delicato.
A guardare da vicino, si capiva meglio cosa rappresentasse esattamente quell’orlo: sembrava un’onda delicata, che rifrangendosi sulla spiaggia si rimescolava in mille gorgoglii bianchi.
Anche Geoff era straordinario. Indossava una toga corta, della stessa stoffa dell’abito di Bridgette; sulle spalle portava un lungo mantello, la cui estremità riproduceva allo stesso modo i flussi bianchi della compagna.
Quando il carro passò davanti a Katie e Sadie, le due ragazze si accorsero di una cosa: dai loro abiti si diffondeva l’odore forte del mare.
I tributi apparivano a disagio, quasi spauriti, mentre sfilavano di fronte alla moltitudine policroma di Capitol City. Tuttavia, sembravano percepire un conforto nello stringersi la mano a vicenda.
Nemmeno agli occhi ombrettati di Katie e Sadie la scena passò inosservata. Ed entrambe sospirarono romanticamente, gelose per il fatto che nessun ragazzo le avesse mai tenute per mano in quel modo.
 
Il distretto 5 non era meno splendente.
Owen e Izzy indossavano delle tute nere, che avvolgevano l’intero corpo, fatte di un materiale sintetico che si adattava a ogni tipo di corpo: su Izzy non sembrava flaccido, su Owen non stringeva.
Ma le tute erano adornate con alcuni sottilissimi tubi colorati, che circondavano i fianchi come cinture, decoravano spalle e colli, e fungevano da bordo agli stivali neri del duo.
I tubi emanavano sfumature cangianti, sempre diverse: prima un rosso fiammante, poi un giallo vivace, poi un delicato verde pastello, infine un azzurro quasi pari a quello del distretto precedente.
Katie e Sadie non erano certo delle cime in scienze, tuttavia sapevano che quelle colorazioni così accese erano dovute alla presenza di un gas, chiamato neon, che scorreva nei tubi.
Owen stava in piedi un po’ vergognosamente, abbagliato dal pubblico urlante; Izzy, invece, aveva raggiunto il picco della vivacità: saltava, agitava le braccia, si dondolava dal bordo della biga, e strillava euforicamente.
Quando, poi, salì sulle spalle di Owen, il pubblico esplose in una lunghissima ovazione.
Katie e Sadie erano sempre più incantate, e gli riusciva difficile, in quel momento, credere che il meglio dovesse ancora venire.
 
Il distretto 6 offriva uno spettacolo ancora più impressionante.
Per rappresentare i trasporti e i mezzi che caratterizzavano l’economia del distretto, lo stilista aveva puntato su delle tute da piloti in lucida pelle, che ben si addicevano con il fisico androgino di Jo e la postura militaresca di Brick.
Le tute fasciavano aderentissime i corpi tonici dei due tributi, riflettendo sulla loro lucida superficie i fari della parata. Su di esse, come in un catalogo, apparivano numerosi loghi di marchi capitolani, tra cui spiccava in bella vista il simbolo di Panem.
In testa, Brick e Jo portavano dei caschi da motociclisti, che completavano  la mise dando al tutto un’interessante aria futuristica.
Jo era tranquilla, annoiata addirittura, come se avesse compiuto quella parata un milione di volte nella sua testa; Brick, invece, cercava in ogni modo di fuggire gli sguardi del pubblico, che sembravano sbranarlo come i denti di uno squalo.
Katie e Sadie seguivano con gli occhi il luccichio delle tute, sentendosi trasportare in un altro mondo assieme ai due ragazzi sul carro.
 
Il distretto 7 offriva un’immagine differente.
Come distretto del legname e della carta, aveva una consuetudine: vestire i propri tributi da alberi.
Anche Dawn e Scott, dunque, indossavano quei tipici costumi. La ragazza indossava una tuta verde pallido, che ben si armonizzava con la sua pelle diafana e i capelli biondo platino; sulla tuta erano applicati dei pezzetti di odoroso muschio, frammenti di corteccia, e piccoli fiori. I capelli erano stati intrecciati in una corona sopra la testa, dalla quale sporgevano alcuni ramoscelli fioriti.
Scott aveva un aspetto ben più minaccioso: il suo costume, pur molto simile a quello della compagna, era stato arricchito con corteccia di maggiori dimensioni, che conferiva all’abito l’aspetto di un’armatura.
Sulle guance del ragazzo erano state tracciate due righe di pittura marroncina, simili a trucco di guerra.
Dawn era calma come sempre, a malapena sfiorata dagli sguardi del pubblico; per contenere la tensione leggeva le aure dei presenti, sprezzanti e divertite, e ne indovinava i diversi colori.
Anche Scott aveva un’aria distaccata, ma per altre ragioni: già pianificava i diversi modi per eliminare tutti gli altri ragazzi.
I nasini di Katie e Sadie aspirarono l’odore delicato del muschio; le ragazze, incantate, si chiesero quale dolore dovesse comportare l’abbandono di un posto così bello.
 
Gwen e Trent, in rappresentanza del distretto 8, non furono da meno.
DJ aveva preso ispirazione dai disegni di abiti che Gwen, ormai fiduciosa nello stilista, aveva portato con sé da casa. Con simili premesse, la ragazza era un vero spettacolo.
Gwen indossava un lungo abito di raso nero, che scendeva ben oltre i piedi in un lungo strascico agitato dal vento; le ampie maniche si allargavano maestosamente dietro le spalle, e un impalpabile velo di pizzo scuro, che calava sul volto della ragazza e volteggiava dietro le sue spalle, conferiva al tutto un’aria gotica, misteriosa, e insieme seducente. Altri stivali alla coscia, col tacco d’acciaio, completavano l’opera.
Trent era la degna controparte maschile della compagna: indossava un’ampia tunica scura, di elegante seta, e un manto nero che scendeva dietro le spalle, per aggiungere un tocco mitologico e sovrannaturale.
Gwen si ritirava dagli sguardi del pubblico invasato e policromo, con un’espressione sospesa tra la paura e il disprezzo; Trent, consapevole dell’impatto che quella parata avrebbe potuto avere sulla sua vita, cercava di prestarsi agli sguardi altrui, nonostante una smorfia di confusione fosse approdata sul suo volto e non fosse intenzionata ad andarsene.
Katie e Sadie soppesavano Trent con i loro sguardi, affascinate. Ogni secondo che passava, aumentava il loro attaccamento per i ragazzi sui carri.
 
Il distretto 9, sotto il sapiente comando di Cameron, aveva offerto uno spettacolo differente.
La bellissima Courtney, con la sua pelle ambrata e i suoi occhi scuri, indossava un abito giallo acceso, con sottili fili dorati che lo rendevano ancora più luminoso. Anche delle palline arricchivano il costume, simili a piccole gocce di pioggia dorata.
Guardando da vicino, Katie e Sadie si accorsero che non erano palline, ma chicchi di cereali.
Ce n’erano di tutti i tipi: mais fluorescente, miglio delicato, orzo marroncino, e minuscolo sesamo.
Anche tra i capelli, Courtney splendeva d’oro: una coroncina di spighe, poggiata graziosamente sul suo capo come un’aureola, spandeva sottili bagliori dorati verso il pubblico.
Duncan aveva un aspetto meno elegante: era a torso nudo, con dei pantaloni simili all’abito della ragazza, anch’essi ricoperti di cereali come lustrini.
Lui non portava coroncine: quando Cameron glie’l aveva porta, l’aveva sbattuta a terra con malgarbo.
Courtney aveva un’espressione tronfia, boriosa, come se tutto fosse stato programmato in partenza per la sua vittoria; Duncan era impassibile, scontroso, quasi schifato dagli sguardi che lo circondavano.
Katie e Sadie non avevano mai pensato, prima, che degli umili cereali potessero essere così belli da vedere.
Quando Duncan le superò, entrambe trasalirono: cos’aveva sulla schiena?
 
Il distretto 10 non sfigurò, accanto ai precedenti.
Sierra e Cody indossavano degli abiti realizzati con delle piume colorate. Parevano uccelli di un altro mondo.
Certo, quelle non erano piume naturali: nessun uccello, nemmeno gli ibridi, aveva dei brillantini sulle piume.
Le piume formavano un simpatico copricapo sulle loro teste, che ricordava quelli un tempo usati dai capi indiani. Poi rivestivano le semplici tute marroni indossate dai ragazzi, senza lasciare un angolo libero.
Ma erano le braccia il pezzo forte: le piume formavano ampie volute sotto le braccia dei ragazzi, come se si trattasse di autentiche ali d’uccello.
I lustrini argentati e dorati sulle piume, illuminati dai fari della parata, riflettevano iridescenti sfumature, che rendeva ancora più difficile capire a quale specie appartenessero quegli uccelli, ma faceva certamente una magnifica figura.
Sierra era eccitata, divertita addirittura, ma anziché preoccuparsi di sé stessa, si curava solamente del compagno di distretto accanto a lei. Lo abbracciava, lo agitava, e tentava ripetutamente di baciarlo.
Cody, da parte sua, sembrava apprezzare poco le attenzioni della ragazza, ma allo stesso tempo, sembrava che vi si crogiolasse, come se Sierra rappresentasse un’ancora di salvezza.
Katie e Sadie sospirarono romanticamente. Sembrava così dura decidere il loro tributo preferito…
 
La parata volgeva al termine. Il penultimo distretto, l’11, era apparso agli occhi dei presenti.
Per lo stilista era stato assai semplice scegliere su quale dote puntare per valorizzare Lindsay, data la grande bellezza della ragazza.
L’abito che la tributa indossava era scollato e molto corto, per mostrare le sue forme generose.
Era verde, il verde del prato; anzi, era esso stesso prato.
La stoffa dell’abito era realizzata in modo da essere in tutto simile ai verdi prati del distretto 11. Sul corpo di Lindsay c’era un vero e proprio mantello d’erba, che ondeggiava nel vento e spandeva tutt’intorno un soave profumo.
Sull’abito crescevano inoltre anche dei fiori: papaveri vivaci, delicati nontiscordardime, violette, margherite e denti di leone, che formavano un bouquet innovativo e coloratissimo.
Tyler non era da meno: la sua maglietta e i pantaloni coordinati riproducevano una copia esatta del prato della ragazza, dando ai due tributi un aspetto mozzafiato.
Lindsay sorrideva a tutti, con la sua tipica aria dolcemente ingenua, al momento dimentica della morte incombente. Anche Tyler era sorridente, nonostante a un certo punto, essendosi sporto troppo, aveva rischiato di cadere dal carro.
Katie e Sadie, ammaliate dai fiori, erano al settimo cielo, e riusciva difficile, per loro, credere che quell’incanto fosse prossimo a finire.
 
E come ogni bel sogno, anche la parata dei tributi si concluse in quel momento, con l’arrivo del distretto 12.
Zoey e Mike erano la degna conclusione di uno spettacolo senza precedenti.
I ragazzi indossavano delle tute argentate, aderenti, che coprivano l’intero corpo come una tuta fantascientifica. Indossavano dei copricapi che ricordavano i caschi indossati dai minatori quando scendevano nelle miniere.
Ma dalla sommità dei caschi si levava un getto di volute di fuoco, come gli zampilli d’acqua di una fontana, che si librava nell’aria in spirali e piogge rosso fiamma, e ricadeva intorno ai piedi dei tributi, dove si estingueva.
Le tute argentate, appositamente scelte per lo scopo, riflettevano le fiammelle sui corpi snelli dei due ragazzi, creando un gioco di luci caleidoscopico e affascinante.
Zoey sembrava poco a suo agio sotto le luci della parata, e il rossore sulle sue guance faceva il paio con i suoi capelli vermigli e con le fiamme dell’abito.
Mike, invece, posava elegantemente per le donne del pubblico, che se lo mangiavano con gli occhi, e rispondeva agli elogi, chissà perché, con un accento vagamente francese.
Katie e Sadie erano alquanto dispiaciute che tutto fosse già finito, ma non persero tempo a trovarsi di nuovo d’accordo sulla bellezza di quegli abiti.
 
I carri si fermarono davanti al palco soprelevato, tra le grida di giubilo del pubblico, che era completamente fuori di sé: urlava, si sbracciava, e lanciava fiori sui ventiquattro ragazzi in una pioggia colorata.
Da lassù apparve una figura di uomo, dai capelli candidi e dallo sguardo sadico e sprezzante.
Era il presidente McLean.
-Benvenuti.- esclamò, con voce sicura. –Benvenuti.-
I suoi occhi squadravano uno ad uno i carri che si erano appena fermati sotto di lui, con lo sguardo che un contadino lancia alle bestie prima della macellazione.
-Tributi, vi diamo il benvenuto. Rendiamo onore al vostro coraggio…- proseguì poi.
E qui, un ghigno apparve sul suo viso: -…e al vostro sacrificio.-
Una risatina sardonica attraversò il volto del presidente.
-Vi auguriamo felici Hunger Games.- esclamò, sempre sogghignando. –E possa la fortuna sempre essere a vostro favore.-
Con queste parole scomparve, mentre le urla del pubblico si facevano sempre più forti da non poter più aumentare.
 
-Non mi piacciono gli Hunger Games, Sadie.- disse Katie, mentre le due ragazze si apprestavano a lasciare gli spalti.
-Nemmeno a me piacciono, Katie.- rispose l’altra ragazza. –Quei ragazzi così simpatici… non è per niente carino che debbano morire.-
-A me non dispiaceva per niente guardarli, ma una volta che hai visto da vicino questi ragazzi non è più lo stesso.- sospirò Katie.
-Non è per niente carino, Katie.- rispose Sadie pensosa. –Ma noi, cosa possiamo farci?-
 
Angolo Autrice
Salve a tutti.
Anche questa è fatta, eh? È stato faticosissimo, ma non mi dispiace affatto com’è venuto.
Vi piacciono i costumi? Vi sembrano adatti? Cosa avreste fatto voi?
Ora sono apparse, quindi, anche Sadie e Katie.
Mi sembrava interessante inserire il punto di vista di due comuni cittadine di Capitol, e pensavo che le due MAPLV sarebbero state adatte.
Io starò per un po’ senza pc, quindi temo che non tornerò a postare tanto presto.
Intanto godetevi questo, e passate a recensire le mie storie sui Black Eyed Peas (intendo chi non l’ha ancora fatto).
Il discorso del presidente McLean è lo stesso discorso fatto da Snow nel film. Giusto per chiarire…
Infine, ecco le colonne sonore del capitolo.
Uprising – Muse
Seven Nation Army – The White Stripes
Givin’ the Dog A Bone – AC/DC
A presto
MiticaBEP97
Ps: la richiesta per il banner rimane aperta.
  
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama / Vai alla pagina dell'autore: Lady R Of Rage