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Autore: Jennifer_94    14/07/2013    2 recensioni
Era all’in piedi davanti allo specchio del bagno della sua stanza d’ospedale. Le occhiaie le si allargavano come due laghi grigi sotto gli occhi che le sembravano ormai simili a due pieghe avvizzite. Il fazzoletto rosa le avvolgeva la testa calva, se lo sarebbe cucito addosso(...)“Odio la vita” disse con voce atona “Odio la vita”ripetè
“Renèe smettila” la rimproverò la madre “Piuttosto sistemati un po’,cambiati il pigiama,oggi hai visite “
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un tonfo in fondo allo stomaco, il senso di sconfitta , l’essere stata umiliata a quel modo: non sapeva come definire quella sensazione che le impediva di respirare.
 Mentre si trascinava per strada , scorse nella foschia rischiarata dalle luci dei lampioni una figura che le correva incontro.
Lo stomaco fece quel balzo consueto non appena la voce melodiosa di  Louis chiamò il suo nome e poco dopo riuscì a scorgere il suo volto nella pioggia battente.
Era fradicio, la camicia azzurra appiccicata addosso come una seconda pelle, i capelli arruffati sulla fronte e riusciva ad essere bellissimo comunque. Percepì una sensazione di odio misto a felicità e repulsione e attrazione. Cercò di non dare a vedere quel turbinio di sentimenti che le straripava dentro.
“Io… mi dispiace tantissimo” esordì lui col fiatone, a pochi metri da lei.
“Ah ciao.Che bello incontrarti per caso, Louis”
“Lasciami spiegare. Hai ragione ad essere arrabbiata…”
“Non voglio sentire giustificazioni”
“Ascoltami…”
“No, ascolta tu invece!” urlò Renèe con voce tremante “Ti ho aspettato per tutta la sera, a sorbirmi la pioggia ininterrottamente, e tu non ti degni neanche di avvertirmi. Sei un maledetto stronzo!”  sibilò infine con veleno.
Pensò a delle parole peggiori per ferirlo ma non le venne in mente nient’altro.
 Fissava quella sua faccia così sconvolta e lo odiava e voleva solo mandarlo al diavolo ma non ci riusciva.
“Ascoltami Renèe,ti prego! Non ti avrei lasciata qui fuori se solo avessi potuto avvertirti… siamo dovuti andare per questa conferenza stampa e siamo arrivati in ritardissimo e siamo rimasti bloccati per ore a causa delle fan e casini a non finire, ci sono state perfino delle risse… quando ho cercato di avvertirti mi sono accorto che il cellulare era scarico e non ricordavo il tuo numero,ma non  pensavo che saremmo tornati così tardi…ho praticamente perso la cognizione del tempo … siamo tornati 5 minuti fa e sono praticamente scappato da Eleanor senza neanche dirle dove andavo… per favore perdonami. Avrei dovuto dirti che sarei potuto arrivare in ritardo…scusami,davvero” aveva un’espressione talmente da cane bastonato che lei sentì una stretta leggera al cuore. Tuttavia non volle desistere.
“Figurati,scuse su scuse,non me ne importa un fico secco.Non ti voglio nemmeno vedere, tornatene dalla tua Eleanor… sbaglio o non le hai detto niente?”
Louis distolse lo sguardo e lo rivolse in un punto alla sua destra. “Ah,grandioso.” Disse lei secca dopo un paio di secondi di silenzio.
Lui la fissò con occhi leggermente socchiusi tra la pioggia. Poi allungò una mano e le scostò i capelli appiccicati sulle guance. Un’immagine di lei che si sottraeva a quel gesto attraversò la mente della ragazza ma tuttavia non ebbe la forza di rompere quel contatto così spontaneo e dolce.
Odiava il modo in cui Louis riuscisse sempre ad essere irresistibile, odiava la sua bellezza che la corrompeva. Come avrebbe voluto tirare uno schiaffo a quella sua bella faccia! Fissò il colletto della sua camicia.
Lui continuava ad accarezzarle le guance, ignorando la pioggia e sussurrò “Mi dispiace davvero. Ti prometto che presto cambierà tutto…”
Poi si chinò leggermente verso di lei e dopo aver cercato un segno di consenso negli occhi della ragazza, la baciò di nuovo, come il giorno prima. Con talmente tanto trasporto che Renèe neanche pensò minimamente ad opporre resistenza.
In un attimo tutta la sua rabbia si era incredibilmente dissolta . Ma delle voci arrabbiate persistevano nella sua testa “Sei un’idiota! Lo stai perdonando fin troppo facilmente… vattene,ora!”
Ma era senza forze, le gambe le si erano rammollite e si aggrappò alle sue spalle.
Dopo un tempo che parve infinito, trovò la forza per staccarsi e sibilò “Devo andare. Anche tu. Salutami Eleanor.”
Si voltò e corse via, mentre finalmente le lacrime irroravano il suo viso senza sosta.

**

Il giorno dopo lui la chiamò ma lei si impose di non rispondere. E così per altre tre volte, finchè non ricevette un messaggio di Louis “Mi farebbe piacere se questo pomeriggio venissi ad una nostra premiazione, ho incaricato il mio manager di inviarti un auto verso le sette. Fammi sapere se verrai e inviami l’indirizzo dove alloggi xxxx “
Per un po’ evitò di rispondere, ovviamente sarebbe andata ma voleva farlo aspettare. Dopo un paio d’ore rispose con un secco “Ok” seguito da delle semplici indicazioni  e si ripromise di essere fredda e distaccata senza lasciarsi addolcire dalle sue occhiatine. Indossò un vestito non troppo elegante al ginocchio color crema e dei tacchi – pensò che avrebbe dovuto reggere il confronto con Eleanor - ,dopo di che cercò di calmare la tensione navigando su Internet e chiamando sua madre su skype. Non appena sentì un leggero clacson scese a rotta di collo. L’autista le aprì la portiera e lei lo ringraziò con un cenno del capo, mentre lo stomaco cominciava a farle male dal nervosismo. “Non ce la faccio, ma perché diamine ci sto andando? Oddio ma perché vado a cacciarmi queste situazioni assurde? Che farò una volta arrivata?”
Non ebbe neanche il tempo di preoccuparsi che nel giro di una manciata di minuti era già arrivata a destinazione. Scese dall’auto e venne subito accolta da una donna grassottella ed amichevole con un cartellino al collo che le indicò l’entrata e le diede un cartellino simile al suo.
“Mantieni la calma, fa finta di essere a tuo agio, pensa a come si comporterebbe una diva abituata a questi eventi mondani… tieni su la testa e raddrizza le spalle,cretina!E non sbavare appena vedi quel gran pezzo di fi…”
“Ciao” Louis le era balzato davanti con il suo solito sorriso smagliante e charme a tutto spiano. Indossava una camicia bianca che gli avrebbe volentieri strappato di dosso.Era già stecchita.
“Ciao” replicò Renèe cercando di far trasparire indifferenza.
Lui stava per dire qualcosa quando sopraggiunse Eleanor. Renèe osservò di sottecchi le sue gambe kilometriche e abbronzate sbucare da un paio di shorts eleganti e udì il tonfo della propria autostima che stava gettandosi dal 102esimo piano dell’Empire State Building. Come se non bastasse era adorabile, così simpatica e intelligente. Cercò di coinvolgerla in una conversazione con Louis alla quale Renèe rispose a mala pena.Non riusciva a detestarla e il modo in cui Louis le stringeva la mano non contribuiva a farla stare meglio.
Si sentiva così insignificante in confronto a lei. E Louis la guardava come se non esistesse nient’altro. Ormai parlavano e scherzavano  tra loro,chiusi nel loro piccolo mondo felice e lei non era che un terzo incomodo.
Guardò la scena dall’esterno e provò pietà per se stessa.
Lui ancora non aveva detto nulla ad Eleanor : la stava ingannando, così come stava ingannando anche lei.
Evidentemente si stava divertendo un po’, d’altronde come faceva ad essere così sicuro di sé? Fosse stata in lui si sarebbe sentita un verme.Eleanor aveva attraversato migliaia di kilometri per vederlo dopo mesi e lui l’aveva tradita con quella nonchalance. E contemporaneamente faceva credere a lei, quell’altra povera ragazzina ingenua partita all’avventura, che presto tutto si sarebbe svolto per il meglio e avrebbe avuto il suo lieto fine da favola.
Stava facendo il doppio gioco con lei ed Eleanor.
Un fulmine le attraversò la testa. Lei gli avrebbe rovinato la festa.
“Devo andare” disse improvvisamente Renèe con freddezza brutale, evitando di guardarli in faccia.
Era visibilmente arrabbiata e non avrebbe tollerato di vedere le loro reazioni “Non posso stare qui un secondo di più” aggiunse sprezzante. 
Si allontanò velocemente, mentre il cuore le batteva all’impazzata. Stava facendo un’uscita di scena apocalittica, stile regina del dramma, ma che poteva farci? Non avrebbe retto alla vista di quei due un secondo di più. “Maledetto porco schifoso” sibilò tra i denti mentre saliva sul primo autobus che passava e prendeva posto.



Non temete,presto saprete come continuerà ;) ;) commentante donzelle!Sarò ben felice di aggiornare il prima possibile e non deludervi <3 mwahh!xxxx

  
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