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Autore: Arami Heartilly    14/07/2013    0 recensioni
Julia Caraway finalmente ne ha avuto abbastanza, e scappa con le sue figlie adolescenti nella pacifica cittadina di Winhill. Qui Rinoa trova Squall, il figlio silenzioso dei padroni dell'albergo, e quella che inizia come un'amicizia cresce fino a diventare qualcosa di molto più profondo.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rinoa Heartilly, Squall Leonheart
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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WINHILL
scritta da Arami_Heartilly, tradotta da Alessia Heartilly
II. Decisioni

Squall aveva incontrato Rinoa la mattina dopo e quella dopo e quella dopo ancora. Ormai cominciava a preoccuparsi che presto avrebbe finito le cose da farle vedere. In effetti le avrebbe già finite, se lei non fosse stata così entusiasta da prendersi un po' di tempo in ogni posto.

Avevano appena lasciato il negozio di fiori; Ellione aveva passato la maggior parte del tempo a fare il pollice in su al suo fratellino ad ogni opportunità. Fortunatamente Rinoa non l'aveva notato, ma Squall stava considerando un piano di vendetta se, ad un certo punto, lei avesse notato i gesti di sua sorella.

"Qui è davvero bello," gli disse Rinoa, riportandolo sulla terra.

"Lo è. Non c'è molto da fare però, non come la città."

Rinoa ridacchiò e gli colpì leggermente il braccio con la spalla, giusto quanto bastava perché lui lo notasse e volesse che accadesse di nuovo.

"La città era troppo quasi per tutto il tempo, troppe cose che succedevano e troppe persone di fretta e preoccupate per notare qualcosa," spiegò Rinoa. "Ora, non fraintendermi, mi piace fare shopping e uscire e tutto, ma Deling era tipo questo e niente altro per tutto il tempo."

"Qui però non è un po' troppo l'opposto?" chiese lui, rimpiangendo all'improvviso di averlo fatto perché non voleva che lei fosse d'accordo.

"Forse, ma non proprio." Lo sfiorò di nuovo con la spalla.

"Oh?" Lui era insieme sollevato e confuso dalla sua risposta.

Lei ridacchiò. "Sei abbastanza vicino a Timber da poter andare in città se vuoi, e comunque avere questo posto in cui tornare."

Squall la vide sorridere mentre parlava, ma qualcosa non sembrava a posto. Ebbe la sensazione che non avesse nulla a che fare con la discussione e desiderò chiederle se stava bene - se voleva parlare - ma si conoscevano davvero solo da quattro giorni, e sembrava troppo presto.

"Non ci ho mai pensato in questi termini," disse invece. "Vado a Timber con mio padre quando lui va a vedere i suoi editori ogni tanto, ma in genere rimango qui."

Rinoa ridacchiò e lo guardò.

"Continuo a dimenticare che tuo padre è Laguna Loire, romanziere ed ex soldato e giornalista. Selphie ama le sue cose, e ha tutti i suoi libri, e ha passato gli ultimi giorni a raccogliere il coraggio per parlargli."

"Mio padre ama parlare del suo lavoro - dovrebbe chiederglielo e basta. È più difficile farlo smettere di parlare una volta che ha cominciato, ma non sembra che sarà un problema."

Rinoa gli sorrise e lui non poté evitare il sorriso involontario con cui ricambiò.

"C'è un caffè davvero carino lungo questa via, mamma dice che hanno i migliori scones del continente - io non posso saperlo - ma la proprietaria è davvero gentile."

Lei sembrò pensare e sembrava (sperò lui) che volesse dire sì, ma che ci fosse qualcosa che la bloccava.

"Offro io," aggiunse, giusto nel caso fosse un problema di soldi.

"Ok," accettò Rinoa, ma sembrava comunque un po' preoccupata. Non erano i soldi allora, era qualcos'altro.

La portò al caffè e indicò un tavolo all'esterno.

"Grazie," gli disse lei sedendosi.

"Non c'è problema," la rassicurò lui. Aveva cominciato ad abituarsi alla sua natura gioiosa e allegra, e vederla cercare di mantenerla anche quando chiaramente era turbata per qualcosa non sembrava giusto.

Ordinò scones e un frullato, e anche Rinoa scelse le stesse cose. Alice, la proprietaria, sorrise a entrambi e diede il benvenuto a Winhill a Rinoa. Tornò piuttosto in fretta con gli ordini, e si occupò particolarmente di mettere davanti a Squall il suo frullato. Non era una cosa che ordinava di solito, solo sua sorella era riuscita a farglielo ordinare a forza, ma voleva che Rinoa lo trovasse un po' più eccitante di quanto era in realtà. Alice doveva esserne accorta, e gli fece l'occhiolino prima di tornare dentro.

"A mia madre piace molto questo posto, sembra molto più rilassata di quanto la vedo da tempo, e siamo qui solo da qualche giorno," gli disse Rinoa.

"Mi fa piacere, i miei genitori sono stati molto felici di vederla, nonostante le circostanze."

"Sì, lei ha detto la stessa cosa." Si fermò per bere un sorso di frullato. "Anche a me e Selphie piace davvero qui."

Lui sorrise e annuì, rassicurato sul fatto che, qualunque cosa non andasse, non riguardasse lui o qualcosa che aveva fatto o le aveva mostrato.

Mangiarono in silenzio e poco dopo tornarono indietro. Squall aveva accettato di aiutare suo padre con i libri, quel pomeriggio, e Rinoa voleva tornare da sua sorella.

Lungo la strada lo sfiorò molte volte con il braccio, e Squall alla fine colse l'occasione di fare qualcosa al riguardo. Dopo tutto, se lei fosse stata a disagio non gli sarebbe andata così vicina, né ci sarebbe rimasta. Quindi le prese la mano, senza abbassare di proposito lo sguardo, stringendola dolcemente.

Il cuore gli galoppava in petto, e lo fece ancora di più quando lei ricambiò la stretta e intrecciò le loro dita. Giunti alla porta si separarono; Rinoa sorrise di nuovo e lo ringraziò, solo che stavolta le luccicavano gli occhi ed era leggermente arrossita.

Squall rimase fuori un po' di più mentre il suo cuore si calmava e cercava di riordinare i suoi pensieri.

*~*~*~*~*

Julia portò le ragazze nello stesso caffè in cui era stata Rinoa quella mattina, solo che si sedettero a un tavolo tranquillo sul retro. Ordinarono e chiacchierarono del più e del meno per un po', fino a quando arrivarono le bevande e Alice tornò al bancone.

Julia tolse dalla borsa i documenti e le fotografie della casa che lei e Raine avevano visitato il giorno prima. L'uomo che gliel'aveva mostrata aveva riconosciuto Julia per via della sua carriera di cantante, ma Raine gli aveva velocemente detto che Julia voleva soprattutto un rifugio privato e che se non era possibile non avrebbe considerato quella casa. Lui aveva assicurato subito estrema segretezza, e Julia, in cambio, aveva accettato di cantare al pub di Raine, di tanto in tanto.

Ora però dipendeva dalle ragazze.

Selphie mise giù il suo frullato e si allungò a prendere la fotografia, guardando sua madre in attesa di una spiegazione.

"So che non siamo qui da molto, ma se siete tutte e due contente di restare qui, anche solo per un anno o due, pensavo di compare questa casa. Ci sono quattro camere da letto - più di quante ce ne servono, e da basso c'è abbastanza spazio per una stanza della musica e di scrittura." Entrambe sorrisero, e Julia fu felice di aver portato tutti gli spartiti suoi e di Rinoa, insieme al violino e al flauto delle ragazze. Anche la chitarra di Selphie le aveva seguite nel viaggio, e qualunque spartito fosse riuscita a trovare in giro per casa.

Selphie parve esaminare attentamente le foto, consegnandole una alla volta a Rinoa quando aveva finito, e Julia si chiese, non per la prima volta, se avesse fatto la cosa giusta a portarle a Winhill.

"Se non volete restare," aggiunse Julia, dato che non voleva che le ragazze si sentissero pressate, "possiamo andare dove vogliamo." Dopo tutto aveva abbastanza soldi, e intendeva mantenere la promessa se le ragazze accettavano quella proposta.

Selphie alzò bruscamente lo sguardo, chiaramente spaventata dal commento, ma Rinoa sorrise semplicemente a mo' di ringraziamento.

"Siamo al sicuro qui?" domandò Selphie, e all'improvviso fu molto più seria di quanto Julia fosse abituata a vederla.

"Siamo il più possibile al sicuro. Laguna e Raine mi stanno aiutando a inoltrare i documenti del divorzio, e voi siete legalmente abbastanza grandi da impedirgli di vincere una battaglia per la custodia, anche se ci provasse. Non ha potere, qui. Siamo al sicuro, Selphie, tanto quanto possiamo esserlo in un altro posto."

Sua figlia annuì lentamente e guardò Rinoa, che sorrise rassicurante e poi guardò sua madre. "Ok, possiamo restare ma vorrei vedere la casa prima che la compri."

"Anche io," annuì Rinoa.

"Possiamo andare domattina se volete."

"Quanto ci vorrà a sistemare tutto?" domandò Rinoa, e sembrava un po' più impaziente di sua sorella, e anche se Julia sapeva che in gran parte dipendeva da Winhill in sé, sapeva anche che una parte dipendeva da Squall Loire.

"Una settimana, forse due. Ho già parlato con la banca, e se vogliamo la casa sarà semplice."

"E poi avremo la nostra casa." Il commento di Rinoa portò infine un sorriso sul viso di Selphie, e annuì. Julia sorrise e parlò del piano e dei dettagli della casa, ma dentro di sé stava facendo un lungo sospiro di sollievo.

*~*~*~*~*

Selphie uscì con Rinoa quel pomeriggio e camminarono senza meta fino a giungere ai confini della città, dove c'era una targa commemorativa incastonata in un pilastro.

"Dato che sei tu quella che passa le mattine nei giri turistici, mi vuoi dire questa per che cos'è?" domandò Selphie, facendo girare tra le dita un pezzo di vetro.

Rinoa scrollò le spalle, poi la guardò più da vicino.

"Non lo so, Squall non mi ha portata qui." Selphie la guardò come se non le credesse. "Davvero. Abbiamo girato la città un paio di volte, ma mai qui." Passò la mano sulle parole incise sulla targa d'ottone. "Forse pensa che non valga la pena venire qui."

"Forse cerca solo il momento giusto," concordò Selphie, inarcando le sopracciglia. Rinoa alzò gli occhi al cielo e scosse la testa. Volle fare un commento sul fidanzato tira-e-molla della sorella, ma non voleva ferirla.

"È un po' timido per quelle cose, Sephy. È solo davvero gentile e sa molte cose sul posto in cui vive."

"Ti ha presa per mano questa mattina," ribatté Selphie, e all'improvviso era se stessa più di quanto non fosse da tempo.

"Vero, non vuol dire che significhi qualcosa però," disse Rinoa, arrossendo e sentendosi avvampare.

"È piuttosto timido - se ti tiene la mano significa qualcosa," insistette sua sorella, evidentemente non convinta dalle proteste di Rinoa.

"Vedremo," concesse Rinoa, e passò nuovamente le dita sulla targa.

Tacquero per un paio di minuti, Rinoa persa nei pensieri e Selphie nei sogni ad occhi aperti. Winhill era tranquilla e pacifica nel sole caldo dell'estate e nella brezza delicata.

"Mi chiedo chi erano," disse piano Rinoa. "Kiros e Ward, persi mentre difendevano le vite e la pace di Winhill."

Selphie si avvicinò a sua sorella.

"Potresti chiederlo a Squall," suggerì.

"Potrei, ma forse li conosceva, potrebbe essere troppo personale. Potrebbe essere per questo che non siamo mai venuti qui."

Selphie scosse la testa. "Era molto piccolo quando è successo, vista la data."

"Comunque..." sospirò Rinoa. "Potrei cercare in biblioteca." Ma in qualche modo non pensava che l'avrebbe fatto. Sembrava un po' un'intrusione.

"Dai," la incoraggiò Selphie. "Non ha senso scocciarsi per questo - forse vuole solo mostrarti cose che ti rendono felice. Torniamo dalla mamma."

Rinoa sorrise per l'idea più probabile della sorella, e la seguì in città.

*~*~*~*~*

"Quindi rimanete?" le domandò Squall una sera, più avanti nella settimana. Lui era venuto a sedersi vicino a lei dopo cena, una volta che Selphie era tornata in camera sua con Julia per organizzare i mobili con Raine.

Rinoa sorrise e confermò. "La mamma ha firmato i documenti e avuto le chiavi oggi pomeriggio, dovremmo riuscire a trasferisci la settimana prossima o giù di lì."

Squall sorrise a sua volta, un po' più luminoso del normale, e anche se Rinoa lo notò non volle metterlo in imbarazzo facendoglielo notare.

"Se vi serve aiuto potete contare su di me, e anche su Ellione. Sono sicuro che mamma e papà si siano già offerti."

"Probabilmente." Lei si avvicinò un poco a lui, scivolando sul divano. "Te l'avrei detto prima, ma volevo aspettare di esserne sicura. Non volevo illudermi troppo che saremmo rimaste e poi invece non sarebbe successo," ammise lei, dato che non c'era motivo di nasconderglielo. Sperava di essere stata abbastanza chiara nell'implicare che lui era una parte del perché sarebbe stata delusa se avesse dovuto andarsene, ma allo stesso tempo non voleva essere troppo esplicita.

"Posso capirlo - spiega perché sembravi così nervosa stamattina." Lui parve sollevato.

"Sì." Voleva davvero tanto che lui le prendesse la mano, ma non gli offrì la sua. Qualunque cosa ci fosse tra loro sembrava fragile e non confermata, e l'ultima cosa che voleva era rovinarla.

"Quell'anello è davvero bello," disse invece, indicando quello che lui aveva sempre al dito. Sembrava che una testa di leone e una lunga criniera gli si avvolgessero al dito.

"Grazie. Me l'ha dato mia madre quando avevo sedici anni, è un'eredità della sua famiglia." Se lo tolse. "Dovrebbe essere Griever, protettore e guardiano dei Leonhart. Ellione ha avuto il braccialetto di mia nonna, e io l'anello." Ci passò sopra una mano per un attimo prima di sollevarlo di nuovo e darlo a Rinoa. "Tieni, da' un'occhiata."

Lei lo prese e notò il calore del metallo per via della mano di Squall, e sorrise, esaminando la forma e le incisioni intorno all'anello.

"È bellissimo," gli disse restituendoglielo. "Avere un'eredità di famiglia del genere deve essere bello. Io ho gli orecchini di mia nonna e alcune fotografie che porto sempre con me," spiegò guardando lui che si rimetteva l'anello.

"Sì, può essere davvero speciale," concordò lui appoggiandosi ai cuscini. La guardò e sorrise, porgendole una mano; lei la prese e ancora una volta intrecciò le loro dita.

*~*~*~*~*

Due settimane dopo, il giorno seguente all'arrivo dei mobili, Julia, Rinoa e Selphie si svegliarono in un sabato mattina limpido e ventoso e iniziarono il trasloco.

Non ci era voluto molto a Rinoa o a sua madre per impacchettare le loro cose nelle loro valigie e nelle borse da viaggio, ma Selphie d'altro canto aveva passato la maggior parte della giornata per raccogliere tutte le sue cose in giro per la stanza. Le aveva lavate e alla fine le aveva impacchettate quando era quasi mezzanotte.

Nonostante questo, era riuscita a svegliarsi di umore molto entusiasta, si era messa una maglia larga gialla piena di margherite e dei pantaloncini bianchi. Rinoa aveva scelto un vestito corto e morbido azzurro, con pantaloncini neri e un cardigan che arrivava al ginocchio con le stesse ali d'angelo del suo solito spolverino. La loro madre sembrava più rilassata, con i capelli raccolti in una coda alta, jeans e maglietta. Sembrava che stessero andando in vacanza.

"Pronte ragazze?" domandò Julia voltandosi verso le sue figlie prima di aprire per l'ultima volta la porta della loro stanza.

Rinoa prese la valigia e si mise l'altra borsa a tracolla. "Pronte," confermò, e Selphie accanto a lei annuì.

"Bene, andiamo." E le tre uscirono in corridoio.

Furono sorprese, quando svoltarono l'angolo, di vedere Raine, Laguna, Squall ed Ellione in cima alle scale.

"Siamo chiusi per tutta mattina e la maggior parte del pomeriggio," spiegò Raine, prima che Julia potesse dar voce alla domanda scritta sul suo viso.

"Ma avete già fatto così tanto per noi, quando vi siete offerti di aiutarci non pensavo che avreste chiuso," disse Julia, chiaramente commossa da quella sorpresa inaspettata.

Laguna ridacchiò. "Siete nostre amiche ed è bello avere compagnia - soprattutto ora che restate. Inoltre, più siamo meno ci metteremo, giusto?"

Rinoa sorrise a Squall e salutò Ellione con la mano da dietro sua madre, che stava ancora decidendo cosa fare di quell'offerta di aiuto.

"Ok," accettò infine Julia. "Ma prima o poi dovrete venire a cena, per ringraziarvi."

Laguna rise di nuovo, e Raine sorrise.

"Laguna non rifiuta mai cibo gratis, e noi siamo felici di accettare."

Laguna prese la valigia di Julia, Squall prese quella di Rinoa ed Ellione aiutò Selphie a far scendere dalla scale la sua grossa valigia.

Julia e Raine si misero a chiacchierare e pianificare i compiti di tutti durante il tragitto di cinque minuti verso la loro nuova casa. Quando arrivarono alla porta, consegnò a ciascuna delle figlie una chiave, poi inserì la propria nella serratura, la girò ed entrò nella loro nuova casa.

Laguna e Squall avevano passato la mattina a mettere insieme tutti i mobili del piano di sotto, mentre le ragazze montavano i letti e le mensole e sistemavano gli altri mobili nelle loro stanze. Ellione e Julia erano andate a sistemare la stanza in più, lasciando Selphie e Rinoa a disfare le valigie e rendere le loro stanze più personali.

*~*~*~*~*

Rinoa si era presa il tempo di appendere le tende bianche, di rifare il letto e di mettere tutti i suoi vestiti in un armadio che era molto più grande di quanto le servisse davvero.

Squall si unì a lei non appena ebbe finito di sotto, e lei sorrise quando lo vide sulla soglia.

"Posso entrare?" chiese.

"Certo, sto solo sistemando il resto dei miei libri. Mamma non mi aveva detto di aver preso tutti quelli che ci stavano nella sua valigia e nelle borse... una sorpresa inaspettata, e significa che li ha portati tutti. Spiega anche perché mi abbia ordinato così tante librerie."

Squall annuì e si sedette sul letto, guardandola riempire una libreria che arrivava fino al soffitto, e metà della seconda, e anche una più piccola accanto alla scrivania.

"È bello anche che ci sia spazio per altri libri," gli disse, ritornando alla valigia ora vuota per chiuderla e spingerla sotto il letto.

"C'è ancora molto da fare?" domandò Squall in una maniera che suggeriva che era più che disposto ad aiutare, se serviva.

"Non proprio," disse Rinoa, sistemandosi i capelli dietro le orecchie. "Solo la roba che c'è qui dentro." Indicò la sua borsa da viaggio mezza piena, e Squall annuì prima di ricordare cosa aveva portato e infilarsi una mano nella tasca della giacca per togliere qualcosa.

"Tieni." Le allungò un pacchetto grande quanto il palmo della sua mano.

Lei guardò Squall un po' confusa e aprì la carta marrone, sorridendo e arrossendo quando vide cosa conteneva. Rinoa sollevò il portachiavi intagliato nel legno, ben levigato, con una piccola catena di metallo e un cerchio per le chiave. Era fatto a forma delle ali dei suoi vestiti.

"È davvero bellissimo - grazie mille." Andò al comodino e prese le chiavi della porta d'ingresso e sul retro, infilandole nel portachiavi e stringendolo forte.

"Nessun problema, sono contento che ti piaccia. La mamma ha detto che è tradizione comprare regali a chi trasloca, e volevo farti qualcosa che potessi usare." Sembrava timido e Rinoa lo comprese; voleva abbracciarlo, ma si chiese se non fosse troppo, e quindi rimase lì dov'era.

"Grazie." Sembrava che non riuscisse a dire altro.

"Di niente, anche se quando mia madre l'ha visto le è piaciuto così tanto che mi ha chiesto di farne uno per tua madre e per tua sorella - un fiore e una chiave di violino. Ma il tuo... il tuo è stato il primo."

Rinoa capì cosa stava cercando di dirle; voleva essere sicuro che lei sapesse che era qualcosa di speciale per lei, così che non potesse fraintenderne il significato.

"Io - io devo solo mettere via queste cose, poi possiamo andare a bere qualcosa, ok?"

Squall annuì. "Fa' con comodo." E rimase lì seduto a guardarla continuare.

Sapeva già che gli strumenti e i libri di musica erano giù, nella stanza per la musica, insieme al nuovo pianoforte di sua madre e alla chitarra e basso di sua sorella. Lei mise i peluche di un riccio e una lontra sulla scrivania, accanto alla foto di lei e Selphie circondate da quelli che sembravano compagni di scuola. Mise alcune altre cose qui e là, finché arrivò al comodino per mettere un'ultima fotografia e un piccolo portagioielli azzurro che sembrava uno scrigno del tesoro, con alcune pietre lungo i bordi.

La foto era in una cornice intagliata con roselline tutt'intorno, e conteneva una foto di Rinoa, Selphie, la loro madre e un grosso cane che Squall non aveva mai visto con loro. Erano su una spiaggia da qualche parte, ma la foto non poteva essere più vecchia di un anno, dato che nessuna di loro sembrava molto più vecchia ora. Rinoa guardò la foto per un attimo e Squall parlò, preoccupato che forse il silenzio fosse troppo lungo.

"È un cane davvero bello," le disse.

"Lo era, vero?" Rinoa parlava piano, e Squall notò che sembrava stringere i pugni, e si mordeva il labbro.

Squall si alzò, rendendosi conto di dover aver detto qualcosa che le ricordava una cosa poco felice, e le mise una mano sulla spalla.

"Sarò di sotto se hai bisogno di me," disse piano, lasciando cadere la mano e allontanandosi. Non era quello che voleva fare - voleva abbracciarla, consolarla e fare qualsiasi cosa potesse per farla sorridere di nuovo, ma non sapeva da dove cominciare. Era ancora un sentimento così nuovo, anche se in realtà cresceva da quando l'aveva incontrata, ed era quasi sicuro sul nome da dargli... Solo che ancora non sapeva cosa farne.

Ora sembrava che Rinoa stesse meglio da sola, quindi camminò lentamente, ma era arrivato solo all'altro lato del letto quando lei si voltò.

"Squall." Lui alzò gli occhi e vide le lacrime che lei rifiutava di piangere. "Non c'è bisogno che te ne vai."

Lui non riuscì a pensare a nulla da dire, quindi si sedette semplicemente sull'altro lato del letto matrimoniale.

"Si chiamava Angelo," gli disse dopo un lungo silenzio. "La mia migliore compagna e migliore amica. A mio padre non è mai piaciuta, e alla fine è andata come voleva lui."

Squall intuì dall'espressione dei suoi occhi che Angelo nel corso dell'ultimo anno era stata uccisa. Era un crimine imperdonabile e allo stesso tempo evidentemente traumatizzante.

Rinoa si sedette sul letto, respirando profondamente e cercando di darsi un contegno.

"Non voglio dimenticarla, mi sembra sbagliato respingere i ricordi dei miei amici e del mio cane solo perché sto ricominciando, ma era... Non lo so. Vedo cose, foto, libri o persino vestiti, e comincio semplicemente a ricordare tutto quello a cui sono sfuggita, e davvero non voglio farlo. Non ora, non quando ci sei tu," spiegò.

"Vorresti venire con me? C'è ancora un posto che non ti ho fatto vedere. Io ci vado quando ho bisogno di pensare," le disse lui sperando che accettasse.

"Certo." Rinoa sorrise debolmente, prendendo le chiavi, il portafoglio e una borsa mentre lui si alzava e la aspettava.

Squall le prese la mano e uscì in corridoio con lei.

"Prima però devo dire a mia madre che esco," gli disse Rinoa, e lui le lasciò la mano in fondo alle scale e la aspettò alla porta.

*~*~*~*~*

Dopo aver sistemato la sua stanza Selphie era scesa e aveva trovato Ellione seduta al pianoforte nella stanza della musica.

"Ciao," la salutò Selphie dalla soglia, entrando e sedendosi sulla morbida sedia all'angolo.

"Ciao. Tua madre ha detto che potevo suonare il pianoforte... non sono molto brava, ma è bello suonare uno strumento così adorabile."

"Nessun problema, io non sono capace e Rinoa se la cava - solo che preferisce altri strumenti," rispose Selphie, indicando gli strumenti di Rinoa all'altro angolo rispetto a lei. C'era anche libri di musica su una mensola accanto a lei, e un set pronto per lei.

Selphie prese la chitarra acustica e strimpellò distrattamente seguendo quello che suonava Ellione. Si godettero entrambe la compagnia l'una dell'altra, e nonostante i loro caratteri diversi si completavano; Selphie taceva di più ed era più pensierosa, ed Ellione divenne un po' più spensierata per un po'.

Selphie sorrise tra sé e sé quando notò sua sorella e Squall che uscivano mano nella mano da casa diretti in città.

"Non so se lui glielo ha detto, ma lei gli piace davvero," commentò Ellione, intuendo quello che stava pensando Selphie.

"Anche a lei piace lui. Probabilmente è la prima volta che la vedo così presa da qualcuno," rispose Selphie. "Ha un sacco di amici, ma questo è diverso, anche con Seifer - il suo primo ragazzo - non era così."

Ellione sorrise, guardando lo spartito davanti a lei e seguendolo meglio che poteva.

"Mio fratello è sempre stato timido, è molto introverso, a meno che sia a casa. Era bravo a scuola e nessuno gli dava fastidio, ma d'altra parte non ha mai prestato attenzione a nessuno al di fuori della nostra famiglia e qualche paesano. Quindi è abbastanza serio con tua sorella - anche se non ha ancora capito cosa fare."

Selphie sorrise di nuovo ma sembrò triste, una cosa che Ellione capì senza guardarla. Smise di suonare e si voltò verso di lei.

"Non voglio impicciarmi, ma ti manca qualcuno, vero?" Parlò dolcemente e con cautela. Selphie annuì, pensando al cappello da cowboy appeso alla sua porta, la prima cosa che aveva messo in valigia.

"Sì, ma probabilmente è meglio così... non siamo esattamente... non importa."

"Va bene." Ed Ellione annuì prima di tornare alla musica.

*~*~*~*~*

Nell'ultima ora, Raine e Julia avevano terminato dettagli e documenti per il divorzio di Julia.

Laguna aveva prestato loro il suo computer e aveva installato la connessione internet in modo da non essere rintracciabili.

"Ci siamo, allora," annunciò Julia ai suoi amici. "Devo solo inviare e aspettare. Conoscendo Fury, sarà finita nel giro di un mese." Sospirò e Raine le mise una mano sulla spalla.

"Andrà tutto bene, anche se riuscisse a trovarti non può fare nulla," le ricordò con dolcezza.

"Lo so, lo so davvero... ma è comunque... c'è..." Julia fece un respiro profondo e si concentrò sulla tastiera, indugiando sul pulsante di invio. Era stata una lunga giornata, e voleva farla finita con quella faccenda, così da poter davvero ricominciare.

"Devi continuare a combatterlo," le disse Laguna sedendosi con sua moglie e la sua amica. "Sei arrivata fin qui, Julia, il resto è molto più semplice."

Julia guardò prima uno e poi l'altra, e annuì, felice e sollevata di essere lì con degli amici da cui era tornata dopo così tanto tempo. Cliccò sull'icona della casa e guardò mentre tutto veniva inviato agli uffici galbadiani competenti. Non invidiava la persona a cui sarebbero finiti i documenti, ma Laguna aveva ragione - aveva fatto la sua parte.

"Grazie," disse loro.

"Non c'è problema," le ricordò Raine. "Per niente."

Julia sorrise. "Tè?" offrì, desiderando cambiare argomento.

"Certo."

Si diresse in cucina, sentendosi molto più leggera di quanto si sentiva da tanto tempo.

*****
Nota della traduttrice: come sempre, grazie a Little Rinoa per il betareading e ogni commento sarà tradotto e inoltrato all'autrice. Eventuali risposte alle recensioni saranno tradotte e inserite dove possibile come risposta nei vari siti.
Inoltre, piccolo momento di "promozione" personale: ho aperto anche una pagina Facebook mia, dove segnalo gli aggiornamenti delle traduzioni - tutte, anche di altri fandom - e delle mie storie (i cui aggiornamenti sono più rari, ma vabbè...): la pagina è questa :)
E... pochi giorni fa è stato aperto un archivio dedicato esclusivamente a Final Fantasy, Kingdom Hearts e Dissidia! Non è ancora del tutto completato e mancano i personaggi delle ultime categorie, ma intanto potete cominciare a iscrivervi e postare! Lo trovare qui: FF Archive.
Alla prossima! - Alessia Heartilly

   
 
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