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Autore: Arami Heartilly    30/06/2013    0 recensioni
Julia Caraway finalmente ne ha avuto abbastanza, e scappa con le sue figlie adolescenti nella pacifica cittadina di Winhill. Qui Rinoa trova Squall, il figlio silenzioso dei padroni dell'albergo, e quella che inizia come un'amicizia cresce fino a diventare qualcosa di molto più profondo.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rinoa Heartilly, Squall Leonheart
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Final Fantasy VIII e i suoi personaggi sono proprietà Square-Enix, e vengono qui utilizzati senza scopo di lucro: nessuna violazione del copyright è pertanto da ritenersi intesa.

Nota dell'autrice: scritta per la challenge Where I Belong.

WINHILL
scritta da Arami_Heartilly, tradotta da Alessia Heartilly
I. Arrivo

Faceva freddo, più freddo di quanto si sarebbe aspettata per una notte di inizio estate, ma d'altra parte era abituata al caldo della città di Deling. Finalmente comparve all'orizzonte Winhill, e l'orologio segnava quasi l'una di notte. Mentre si avvicinava alla città, c'erano accese solo le luci all'ingresso dell'albergo, ma molte case avevano ancora una luce morbida accesa, oltre le tende, e in qualche modo questo faceva sembrare la cittadina un po' più viva.

Julia Heartilly parcheggiò in un uno dei pochi posti segnalati sul sentiero accanto all'albergo, spense il motore e tolse le chiavi. Guardò le sue figlie, Rinoa e Selphie, che dormivano sul sedile posteriore con addosso una coperta. Era rimaste sveglie entrambe il più possibile, ma la stanchezza e il sollievo avevano vinto Selphie un'ora prima, e Rinoa si era addormentata poco dopo.

Controllò le borse sul sedile del passeggero e si assicurò che ci fossero tutti i documenti che le servivano per il divorzio, così come i certificati di nascita delle ragazze e i documenti per l'adozione di Selphie. Julia fece un sospiro di sollievo una volta che si fu assicurata che c'era tutto, e si mise la borsa a tracolla, si rifece la coda di cavallo che a malapena conteneva tutti i suoi capelli, e prese le chiavi, uscendo dalla macchina.

Lasciò il finestrino mezzo aperto, chiudendo piano la portiera dietro di sé, e poi chiuse la macchina. Non sarebbe stato necessario svegliarle, a meno che potessero restare... se non potevano, beh, Julia non temeva di dormire in macchina con le sue figlie. Finché erano al sicuro e insieme, andava bene.

Il rumore dei suoi passi sul sentiero era basso, e spinse la porta dell'albergo come aspettandosi resistenza. Non ce ne fu, quindi entrò. L'albergo era ben illuminato, data l'ora, ma era vuoto, a parte due persone sedute al bancone.

Alzarono entrambi gli occhi quando lei entrò, e con un sorriso nervoso Julia richiamò la sua decisione e andò avanti.

Erano passati anni da quando aveva visto Laguna e Raine Loire, ma sembrava che - dopo un attimo - l'avessero riconosciuta. Laguna si tolse gli occhiali e posò il libro che stava leggendo. Raine lasciò cadere la penna sul libro mastro davanti a sé, e sbatté le palpebre, come se proprio non si aspettasse quello che vedeva. Julia non li biasimava affatto.

"Mi chiedevo..." Non sapeva cosa dire, e non voleva davvero dare spiegazioni. "Se avete una stanza per me e le mie figlie?"

Raine la guardò per un attimo e poi annuì lentamente. "Certo," sorrise. "Solo per stanotte? O ti serve una prenotazione più lunga?"

Julia si rese conto allora che non avevano alcuna intenzione di fare domande a cui lei non voleva rispondere. Sentì una tale ondata di affetto per queste persone che non vedeva dal loro matrimonio, diciotto anni prima, che dimenticò di rispondere per più tempo di quanto sarebbe stato opportuno.

"Non lo so, forse una settimana circa," disse infine.

Laguna e Raine si guardarono prima che lui andasse a uno scaffale chiuso a chiave dietro la reception, e prendesse la chiave per aprirlo.

Julia si sistemò al bancone mentre Raine compilava il libro mastro delle prenotazioni, e Laguna tornava con tre chiavi.

"Saranno centocinquanta guil a notte inclusa colazione e cena per la stanza, e non c'è bisogno di pagare fino a quando non andrai via," spiegò Raine, consegnandole un modulo da compilare. Lei lo fece e lo restituì. Vide di sfuggita il tabellone dei prezzi e notò che le avevano offerto la stanza a un prezzo più basso di quanto pubblicizzato.

"Sconto per amici e famiglia," spiegò Raine, prendendo le chiavi da suo marito e consegnandole a Julia.

"Grazie," disse lei sorpresa, stanca e sopraffatta.

"Nessun problema," rispose Laguna, sollevando il divisorio del bancone e mettendosi accanto a lei. "Vuoi una mano con le borse mentre chiami le ragazze?" domandò, dirigendosi già alla porta e aprendola per lei.

"Certo." E lo accompagnò fuori.

*~*~*~*~*

Rinoa si svegliò e vide la luce poco familiare di una finestra che non aveva mai visto prima, e i suoni attutiti di una conversazione sotto alla stanza in cui si trovava lei. Si voltò nel letto e vide Selphie, che ancora dormiva russando leggermente nel letto accanto a lei, e sua madre nel letto più vicino alla porta.

Ricordava di essere stata svegliata in macchina e di aver aiutato Selphie a salire le scale fino alla stanza, e quando si guardò intorno, le fu chiaro che erano stati portati su anche i loro bagagli.

"Buongiorno," disse a bassa voce sua madre, e Rinoa si voltò verso di lei.

"Buongiorno." Si tirò su e scese dal letto, lisciando le lenzuola per abitudine, prima di attraversare in silenzio il pavimento di legno e sedersi sul letto di sua madre. Fu allora che notò che a un certo punto, durante la notte, doveva aver aperto la valigia, perché indossava la camicia da notte.

Sua madre allargò le braccia e la strinse a sé, un po' più forte del normale, ma Rinoa sapeva perché, e quindi ricambiò.

"Dove siamo?" chiese, sedendosi di nuovo.

"Winhill."

Rinoa riconobbe quel nome, e si chiese dove lo avesse già sentito.

"Ho dei vecchi amici che vivono qui, e anche se non li vedo da anni sembrava il posto più sicuro in cui andare."

Rinoa annuì e sbadigliò; l'orologio sul comodino di sua madre segnava le nove e mezza del mattino. Era ancora un po' stanca, ma non voleva tornare a dormire. Sembrava il primo giorno delle vacanze estive, solo che non c'era la reazione d'odio alla paura da parte di nessuno - potevano essere se stesse. Quel pensiero era rinvigorente.

"Forse dovresti svegliare tua sorella. Servono la colazione fino alle undici, ma se la lasciamo fare dormirà tutto il giorno."

Rinoa rise, e sua madre sorrise, ma sembrava comunque cauta. Tutto era così nuovo, e non erano passate nemmeno ventiquattro ore da quando avevano lasciato Deling City, ma era un passo avanti, e quel giorno ne avrebbero fatto un altro.

Rinoa si alzò e andò al letto di sua sorella, tirando velocemente da parte le coperte. Selphie borbottò una protesta mezzo addormentata e Rinoa rise, scuotendo la spalla della sorella fino a quando si svegliò abbastanza da fare una domanda, a voce bassa e confusa.

"Dove siamo?"

*~*~*~*~*

Dopo una colazione silenziosa, Rinoa uscì ad esplorare, mentre Selphie finiva di svegliarsi e sua madre parlava con i suoi amici.

Un ragazzo della sua età era seduto lì fuori, e guardava qualcosa in lontananza. Era alto, con capelli castani più lunghi del normale, ma comunque corti. Non riusciva a vedere bene i suoi occhi da dove si trovava, ma erano a metà tra l'azzurro e il grigio. Era, si rese conto, piuttosto bello, e siccome aveva imparato che non si ottiene mai niente con la timidezza, fece un passo avanti e si presentò.

"Buongiorno," disse Rinoa, immaginando che fosse il miglior punto di partenza. Lo sconosciuto la guardò e sbatté un po' le palpebre, come rendendosi conto che parlava con lui.

"Buongiorno," rispose, e parve un po' incerto.

"Mi chiamo Rinoa Heartilly." Gli tese la mano e lui si allungò a stringerla.

"Squall Loire," le disse, stringendole la mano prima di lasciarla andare.

Rinoa riconobbe subito quel nome. "Devi essere parente dei proprietari dell'albergo, allora, sono vecchi amici di mia madre."

"Sono i miei genitori," le disse lui, anche se sembrava che non sapesse decidere se alzarsi, stare seduto o andarsene. A Rinoa non piaceva molto l'ultima opzione, quindi si sistemò lo spolverino sotto le ginocchia e si sedette accanto a lui. Poteva giurare di averlo visto sorridere mentre lo faceva.

"Fico. Beh, questo posto sembra adorabile. Molto tranquillo." Venne detto come un complimento e lui sorrise di nuovo; era solo un movimento minuscolo delle labbra, ma c'era.

Rimasero seduti in silenzio per qualche minuto; Rinoa non voleva parlare continuamente con la sua nuova conoscenza, e Squall, da parte sua, era un po' confuso.

"Quanto rimani?" le chiese lui alla fine.

"Sinceramente non lo so, mamma ha detto almeno una settimana, questa mattina, ma ho la sensazione che sarà di più." Aveva cercato di sembrare spensierata, ma poteva intuire che Squall aveva notato il leggero sbalzo d'umore. Non voleva che lui lo facesse, quindi prima che lui cercasse di dire qualcosa che mostrasse comprensione, continuò, "dato che probabilmente staremo qui un po' e tu sei del posto, che ne dici di un giro?"

Lui sembrò un po' spaventato, ma Rinoa sorrise e basta.

"O-ok." Lui annuì e si alzò, e sembrava un po' scioccato. Le offrì la mano per aiutarla ad alzarsi. "Probabilmente dovremmo cominciare da qui, e fare il giro." Si sistemò la giacca nera con il colletto di pelo sulle spalle e si ripulì.

"Mi sembra una buona idea," gli disse Rinoa, felice di aver ristabilito l'atmosfera e della compagnia. Lui era chiaramente un po' timido - il che, si rendeva conto lei, era comprensibile, dato quanto era piccola la città - probabilmente non c'era molta gente con cui fare amicizia o avere compagnia.

"Da dove vieni?" le domandò lui guardandola. Era un po' più grande di lei, con occhi grigi che ora riusciva a vedere alla luce della piazza.

Rinoa ci pensò per un attimo, poi si rese conto che probabilmente non importava se glielo diceva; lui l'avrebbe comunque scoperto dai suoi genitori, forse.

"Deling City."

"La capitale?" chiese lui. "Non mi stupisce che pensi che questo posto sia tranquillo."

Lei ridacchiò e gli sorrise; lui lo notò e distolse rapidamente lo sguardo, cosa che semmai la fece sorridere di più.

"Io e mia sorella siamo andate a scuola a Dollet, però, è più tranquilla di Deling e vicino all'oceano." Sorrise tra sé e sé, ricordando la sua vita là.

"Ti manca?" chiese lui.

Rinoa scosse la testa. "Un po', ma nulla più di volerci tornare prima o poi."

"Deling o Dollet?"

"Dollet. Non mi manca Deling - nulla da cui tornare." Fu una risposta veloce e onesta, ma lei si assicurò di mantenere il tono leggero.

Squall doveva aver capito quanto duramente lei cercasse di sembrare positiva, perché rispose allo stesso modo. "Meglio cominciare il giro, allora," le disse, e lei annuì, seguendolo.

*~*~*~*~*

Julia aveva fatto del suo meglio per spiegare la situazione nell'ora e mezza in cui era stata seduta insieme a Raine e Laguna Loire. Erano gli unici nella zona bar, quella mattina, dato che la loro figlia più grande, Ellione, lavorava al negozio di fiori, e Selphie era ancora in camera.

"Da quanto andava avanti?" le chiese Laguna.

"Anni," rispose lei onestamente. "La sua carriera politica non era come la voleva lui, e io ero un obiettivo facile." Persino Julia sapeva che sembrava troppo una battuta disinvolta, ma era diventata una cosa così comune che non sapeva come altro dirlo.

"Perché adesso?" le domandò Raine, con la voce dolce e quasi allungandosi a prendere la mano di Julia, dall'altra parte del tavolo. Lei apprezzò il gesto.

"Sembrava il momento migliore. Per alcuni anni mi sono preoccupata di cosa facevo di male, e a un certo punto ho persino pensato che fosse colpa mia... ma due anni fa ho iniziato a pianificare la fuga. Mi sono assicurata che le uniche persone che avessero accesso ai soldi miei o delle mie figlie fossero me o le mie figlie. Ho raccolto tutte le carte e i documenti, così quando ce ne saremmo andate avremmo dato un taglio netto."

"Ed è stato ieri," affermò Raine nello stesso tono gentile.

"Sì," sospirò lei. "Anche se so che sembra che ci abbia pensato davvero, ammetto di non aver fatto piani oltre a questo."

Laguna e Raine si guardarono, e sembrarono concordare su qualcosa; spostarono di nuovo l'attenzione su Julia e Laguna parlò.

"Beh, qui sei la benvenuta finché ne avrai bisogno, e ti aiuteremo come possiamo. È solo una questione di capire cosa ti serve." Si fermò e sembrò pensare a qualcosa. "Le ragazze hanno finito la scuola?"

Julia sorrise un poco, felice di una domanda a cui poteva rispondere. "Sì, si sono diplomate qualche settimana fa."

"Quindi non devono tornare a scuola dopo l'estate?" Laguna era sorpreso.

"No, il sistema scolastico di Dollet termina a diciassette anni, invece che a diciotto come qui a Galbadia; se vogliono andare all'università hanno un anno per decidere."

Raine e Laguna annuirono.

"Ok, quindi hai pensato a dove vuoi fermarti? Hai considerato di vivere qui per sempre?" domandò Laguna.

Julia scrollò le spalle. "Non ho pensato a nessun posto. Ma mi piace, qui - passavo qui le vacanze con i miei genitori, da piccola. È abbastanza vicino a Timber, ma sembra anche lontanissima. Potremmo fermarci qui, dovrò chiederlo alle ragazze, ovviamente, ma non appena Selphie scoprirà che tu sei 'il' Laguna Loire di Timber Maniacs sono sicura che implorerà Rinoa per restare."

Raine sorrise. "Quindi hanno la stessa età? Se si sono diplomate nello stesso anno." Julia annuì. "Sono gemelle?"

Lei stavolta scosse la testa. "Selphie in realtà era mia nipote, ma quando i suoi genitori sono morti, siamo rimaste solo io e Rinoa come sue parenti, quindi ho deciso di accoglierla. Fury si è rifiutato di firmare i documenti - diceva che se volevo un'altra responsabilità allora sarebbe stata mia e mia soltanto. Quindi l'ho adottata. Probabilmente avrei dovuto notare questi indizi, allora, ma pensavo che fosse la pressione... comunque, dove eravamo?"

Raine la guardò in un modo che le disse che capiva, perché capiva davvero. Solo la sorprendeva trovare un'altra donna che aveva fatto la stessa sua scelta. Solo che Raine sapeva di essere stata fortunata; Laguna aveva firmato i documenti dell'adozione il giorno del loro matrimonio.

"Intendevi trasferirti a Winhill," disse Laguna, con forse più entusiasmo del necessario. Raine gli diede una gomitata e lui guardò Julia con un'espressione di scuse, ma lei non sembrava scocciata.

"Sul serio, però, ci sono case che sono state ristrutturate di recente dai nostri vicini, e cercano acquirenti. Una di queste sarebbe abbastanza grande per te e le ragazze, e rimarrebbe ancora posto," le disse Raine. "Possiamo farti avere i dettagli, così non sarai pressata a prendere una decisione."

Julia non aveva davvero bisogno di pensarci. "Mi sembra un'ottima idea. Grazie mille a tutti e due."

"Nessun problema," le disse Laguna. "Proprio nessun problema."

*~*~*~*~*

All'inizio del pomeriggio, avevano già visitato la maggior parte della città, la piazza principale e un paio di vie residenziali. Rinoa era stata felice di scoprire che c'era una biblioteca e un negozio di libri; per piccoli che fossero, sostenevano la sua convinzione che quello fosse un buon posto per ricominciare.

Squall la riportò all'albergo dei suoi genitori, e, anche se timidamente, si offrì di mostrarle il resto la prossima volta che sarebbe stata libera. Rinoa gli strinse la mano per ringraziarlo e salì in camera, trovando sua sorella stesa sul letto.

Era vestita, con un libro aperto accanto a lei, ma aveva gli occhi rossi e stringeva le coperte tra i pugni. Il buon umore di Rinoa scomparve immediatamente e chiuse la porta prima di andare al letto di Selphie, togliersi gli stivali e stendersi accanto a lei. Selphie le prese una mano e la strinse forte, ma non disse niente; per Rinoa era un altro segnale di quanto non bene stesse sua sorella.

"Ho incontrato il figlio dei proprietari stamattina," disse Rinoa, sapendo che i pettegolezzi e le novità rallegravano sempre sua sorella. "Si chiama Squall, ha la nostra età ed è davvero bello. È un po' timido, più alto di me con occhi grigi e capelli castani. Mi ha fatto fare un giro stamattina e ha promesso di farmi vedere altro presto."

"Davvero?" domandò Selphie, con la voce roca.

"Sì, non penso che potrei inventarmelo," ammise. "Che possibilità ci sono di trovare qualcuno del genere al primo giorno?"

Selphie ridacchiò; non era ancora se stessa, ma Rinoa sperò che almeno si sentisse un po' meglio.

"Ho conosciuto Ellione, sua sorella maggiore, stamattina. Lavora al negozio di fiori. Sembra adorabile - ha parlato di suo fratello - ha detto che è tranquillo ma che lo vedremo in giro. È bello sapere che l'hai trovato."

"Mmh mmh. Molto bello." Rinoa sorrise e si sentì arrossire.

Tacquero di nuovo, ma Rinoa non sapeva cosa dire per riempire il silenzio, quindi non parlò. Attese invece fino a quando Selphie infine parlò.

"Pensi che verrà a cercarci?" disse piano.

Rinoa scosse la testa. "Io non penso. Anche se volesse farlo sarebbe molto difficile trovarci, e anche se lo facesse non potrebbe farci più niente."

"E la mamma? Non voglio che lui le faccia ancora del male," disse Selphie con la voce spezzata.

"Non lo farà - gli amici della mamma non glielo permetteranno." In questo almeno Rinoa aveva assoluta fiducia.

"Io comunque... io mi sento comunque come se fosse tutta colpa mia," sussurrò Selphie.

"Come? Come potrebbe essere colpa tua?" Rinoa si voltò di lato per guardare sua sorella.

"Lui non mi ha mai voluta, se non ci fossi stata..."

"Come lo sai?" Rinoa non capiva da dove venisse tutto questo; Selphie ne sembrava così sicura.

"Lui - lui me l'ha detto. Me lo diceva ogni volta che poteva, quanto fossi di peso-"

"Basta, Sephy, basta," disse Rinoa, ferita ancora una volta dalle azioni di quell'uomo (nemmeno lei riusciva a chiamarlo padre). "Non ha voluto nessuna di noi per un po', sfogava tutto su di me, te e la mamma... ma non avrebbe mai dovuto dirtelo - mai." Rinoa lasciò la mano di Selphie per attirarla in un abbraccio. "La mamma ti vuole, io ti voglio. Tu sei mia sorella e qui siamo al sicuro. A prescindere da tutto siamo al sicuro."

Squall rimase al bar quella sera ad aiutare sua madre, anche se non c'era davvero nulla da fare. Il cibo era già stato servito alle loro ospiti, e i pochi paesani presenti bevevano e chiacchieravano tra loro.

"Julia mi ha detto che hai portato Rinoa a fare un giro, oggi." La voce e la presenza di sua madre accanto a lui lo spaventarono un poco, e sobbalzò.

"Mi ha chiesto lei un giro," spiegò senza guardarla negli occhi.

"E tu hai detto sì," sottolineò Raine; non aveva bisogno di dire non è da te - era già implicito nel suo tono di voce.

"Mamma..." Perché davvero non era il tipo di conversazione che voleva fare con nessuno.

Raine ridacchiò e gli mise sulla spalla la mano in cui non teneva l'asciugamano.

"Va bene conoscerla un po' meglio, c'è una buona probabilità che rimangano."

Squall guardò il tavolo a cui Rinoa chiacchierava e mangiava con sua madre e sua sorella, e si scoprì a sorridere appena ogni volta che lei sorrideva o rideva. La loro conversazione della serata era iniziata con un argomento serio, immaginava lui, ma sembrava molto più spensierata al momento.

"Le ho detto che le avrei mostrato un'altra parte della città quando sarebbe stata libera," ammise, felice che fosse sua madre a parlargli di questo, e non suo padre.

"Immagino che sarà libera domattina."

Squall annuì soltanto e Raine gli strinse una spalla, prima di lasciarlo andare e dirigersi all'altro lato del bar.

"Domani," borbottò Squall tra sé e sé con un sorriso. "Domani."

*****
Nota della traduttrice: come sempre, grazie a Little Rinoa per il betareading e ogni commento sarà tradotto e inoltrato all'autrice. Eventuali risposte alle recensioni saranno tradotte e inserite dove possibile come risposta nei vari siti.
Inoltre, piccolo momento di "promozione" personale: ho aperto anche una pagina Facebook mia, dove segnalo gli aggiornamenti delle traduzioni - tutte, anche di altri fandom - e delle mie storie (i cui aggiornamenti sono più rari, ma vabbè...): la pagina è questa :)
E... pochi giorni fa è stato aperto un archivio dedicato esclusivamente a Final Fantasy, Kingdom Hearts e Dissidia! Non è ancora del tutto completato e mancano i personaggi delle ultime categorie, ma intanto potete cominciare a iscrivervi e postare! Lo trovare qui: FF Archive.
Alla prossima! - Alessia Heartilly

   
 
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