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Autore: cioshua    15/07/2013    1 recensioni
-Harry, guardami. – gli dico alzando un sopracciglio. Lui mi guarda. –Io sono italiana. Tu no. Io sono un’aspirante giornalista. Tu no. Io sono la Styles figa. Tu no. Io posso, tu….no. Mi dispiace, fratello. – concludo.
-Tu hai problemi, io no. – risponde mio fratello ridendo.
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“E fu così che finì. Nessun ultimo abbraccio, quello che dovrebbe consolarti e augurarti buona vita, senza bisogno di dar fiato alla bocca. Nessun tipico ultimo bacio che va a bagnarsi di lacrime. Nessun "comunque sei stato la cosa migliore che mi sia mai capitata.” Niente di niente. Finì lentamente e in modo strano, proprio come era iniziata qualche settimana prima. In realtà neppure io saprei dire com’è andata veramente. Era una faccenda confusa. So solo che alla fine ci ritrovammo a non aver più nulla da dirci alla sera, senza il benché minimo interesse su come era andata la nostra giornata. Probabilmente perchè tanto sapevamo che era sempre la stessa, o almeno questo è quel che volevamo credere. So anche che venne una sera in cui ci ritrovammo in uno sguardo, uno di quelli che da tempo ormai evitavamo, e capimmo che ci eravamo persi. Ma forse era troppo tardi per ritrovarsi di nuovo."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Crediti: Sara_Scrive, thank you 







 
Giovedì. Ecco finalmente arrivato il giorno della rappresentazione teatrale del gruppo di Chiara. I nostri ‘attori’ si cimenteranno in una raffigurazione dell’opera letterale “Rosso Malpelo” di Verga, tutto quello che so.
E so già che sarà una palla, con tutto il rispetto per Chiara e il lavoro sprecato in questi ultimi tre mesi per questo spettacolo, love u.
Quando la campanella delle 11 suona, il professore di Scienze Statistiche fatica ad alzare il suo culone dalla sedia e si decide di portarci in auditorium, dove si terrà lo spettacolo di Chiara. Non vedo l’ora di vederla sclerare e gridare dietro gli attori.
Mi siedo accanto ad Alice nella terza fila a sinistra, pronte a sfottere Chiara e gli attori in caso lo spettacolo si riveli un disastro.
Quando tutti gli studenti sono entrati e si sono sistemati nelle poltrone, le luci si spengono e Chiara sale sul palco a presentare la ‘sua’ opera.
-Guarda quello in prima fila…- mi sussurra Alice, indicandomi un ragazzo due file avanti a noi. –E’ figo.
-Poi dicono a me morta di cazzo. – le rispondo, roteando gli occhi. – è il figlio della Greater… - continuo dopo, togliendo gli occhi dal moro in prima fila e puntandoli sul sipario rosso che si apre.
-Come si chiama di nome? – mi chiede ancora.
-David, scusa ma che te ne frega? Non eri tutta presa da Styles fino a ieri? – la punzecchio ridendo. Il professor Stutterer si gira verso di noi e ci dice di fare silenzio perché vuole seguire la rappresentazione.
Io e Alice ci guardiamo sconsolate, pronte a due ore di noia totale.
 
***
 
Circa un’ora e mezza dopo, io e Alice – e credo anche il resto dell’auditorium – fissiamo impassibili e annoiati i ragazzi intenti ad interpretare i personaggi dell’opera.
“Non fare la morte del sorcio…” continuano a ripetere, riproducendo a senso loro l’effetto ‘eco’. Mi volto verso Alice e la vedo abbassata nel sedile rosso mentre si copre la faccia per non fare notare le risate.
-Davvero ti fa tanto ridere? – le chiedo, guardandola con compassione. Povera, so come ci si sente a ridere per una minchiata che poi alla fine non fa così tanto ridere.
Lo spettacolo finisce prima del previsto e quasi tutti gli studenti escono di corsa dall’auditorium; quasi tutti, perché io e Alice ci tratteniamo per complimentarci con gli attori per la magnifica rappresentazione.
-Non sono stati bravissimi? – ci chiede Chiara, orgogliosa del lavoro svolto dal suo gruppo teatrale e da lei stessa in questi mesi.
Io mi astengo dal parlare, lasciando la parola ad Alice.
-Meravigliosi, direi. – risponde lei a denti stretti, io trattengo le risate. Meglio non dirle la verità, altrimenti ci uccide sul momento.
Lasciamo insieme l’auditorium e ci addentriamo nei corridoi affollati del college. In lontananza notiamo Zayn, l’amico di mio fratello, fare il provolone con una sgualdrina mai vista prima. Ma la soddisfazione vera arriva quando la tizia lo guarda schifata e se ne va senza nemmeno rispondergli.
Io e le due galline gli ridiamo spudoratamente in faccia e gli passiamo davanti.
-Beh? Cosa c’è da ridere? – tenta di difendersi il ragazzo che è appena stato umiliato e terribilmente rifiutato davanti a mezzo corpo studentesco.
-La faccia di lei era epica! – si giustifica Chiara, ridendo ancora. Abbandoniamo il povero forever alone e andiamo ognuna nelle rispettive classi. Adesso mi tocca la lezione di Scrittura Creativa. Questa è senza dubbio la mia materia preferita, devo ammettere che mi diverto pure. La professoressa Overmay – l’unica che mi sta simpatica, dopo la Flower – svolge sempre le sue lezioni nella palestra al coperto; ci fa sedere in cerchio, con i nostri quaderni, mentre lei si siede al centro e ogni tanto fa un giro e guarda cosa scriviamo.
Posso dire di usare il mio portacolori solo per Scrittura Creativa: ho penne e matite di tutti i colori e mi piace scrivere con una penna diversa a seconda del tema che ci viene assegnato. Fa anche un bell’effetto sfogliare le pagine colorate del quaderno.
Ci rechiamo in palestra e, una volta tutti dentro, formiamo un cerchio quasi perfetto e ci sediamo a gambe incrociate per terra. Individuo il mio obbiettivo: Zayn Malik è esattamente davanti a me, nella curva opposta del cerchio, che mi fissa. O almeno, sembra così. Illudiamoci. Mi sistemo i capelli, raddrizzo la schiena e improvviso la miglior faccia da gallina che mi riesce.
La professoressa si siede al centro del cerchio.
-Va bene, prendete il quaderno e la penna. Oggi ho deciso di fare una cosa un po’ diversa dalle altre lezioni, vi darò un mp3 con una sola canzone, a fine lezione me li restituirete. Dovete scrivere qualcosa, qualunque cosa vi passi per la testa ascoltando quella canzone. – e detto questo, si alza da terra con il suo sacchetto di plastica bianco e inizia a distribuire gli mp3 bianchi.
Faccio partire la canzone senza titolo: mai sentita prima d’ora.
Mi guardo intorno, osservo i volti dei miei compagni. Prendo il quaderno e la penna verde dall’astuccio.
Colori. In qualche modo, questa canzone mi ricorda i colori. La vivacità. La spensieratezza. Mi ricorda il buon umore che infonde il colore verde.
Allora scrivo:
 
 

“Se per un attimo provassimo a fermarci
e ad osservare ciò che abbiamo intorno,

ci accorgeremmo che
tutto ha un colore.
Ma non uno di quei colori oggettivi,
che sono stati assegnati alle cose
e che non accettano distorsioni
o i cosiddetti
‘strappi alle regole’.
Per esempio, il verde;
oggettivamente, Londra è una città piena di verde,
ma non solo nei parchi o negli
occasionali cartelloni o,
in casi speciali,
alberi che troviamo sparsi qua e là.
Il verde è un colore vivo, vivace.
Attivo.
Lo troviamo sempre, ogni giorno,
in ogni momento.
Dappertutto.
È associato alla giovinezza,
vedi come espressione ‘anni verdi’.
Solo le persone perennemente ottimiste
Possono cogliere del verde in tutto:
il Sole può essere verde,
l’Empire State Building può essere verde,
il Big Ben può essere verde
o addirittura
anche il Colosseo Romano può essere verde.
Il verde è leggerezza.
Se provassimo a vivere la vita con leggerezza,
a dimenticare i problemi,
allora forse anche noi riusciremmo
a vedere una Londra completamente verde.
Il verde è anche il colore della speranza.
Quando speri con tutto il cuore in qualcosa,
o in qualcuno,
c’è sempre il verde di mezzo.
E magari, se il verde non ti va proprio a genio,
inizi a simpatizzarlo.
Oppure i braccialetti della fortuna brasiliani:
quello bianco rappresenta la libertà,
quello rosso rappresenta l’amore,
quello giallo, invece, rappresenta la fortuna,
mentre quello rosa è l’amicizia.
E il verde.
Il verde viene sempre e comunque considerato
Come il colore della speranza.
Forse perché infonde sicurezza,
spensieratezza.
Ebbene sì, anche io spero in qualcosa.
Spero in un cambiamento.
Spero in una novità.
Spero in un supporto.
È come quando tutto crolla
E vorresti solo un abbraccio, un conforto,
uno di quelli che non hanno bisogno di parole.
Uno di quelli che ti fa dire ‘grazie a Dio qualcuno capisce’.
Insomma, un abbraccio che duri tanto,
e una spalla,
su cui piangere.
Un collo da inondare e una maglia
Da inzuppare.
Spero in questo.
Ho bisogno di questo.”

 
In due ore riesco a scrivere questo, guardandomi attorno, fissando Zayn Malik, sbirciando nei quaderni dei miei compagni (mamma mia che fantasia ragazzi).
Manca ancora mezz’ora alla fine della lezione.
Spengo il lettore mp3, prendo il quaderno e li consegno alla Overmay.
-Grazie, Simona, se vuoi puoi metterti insieme alle tue compagne che hanno già finito in quell’angolo della palestra. – mi dice, indicando il gruppetto di troie di turno.
In risposta, prendo una sedia e vado a sedermi completamente dalla parte opposta della palestra, fissando fuori la finestra.
Un’altra classe gioca a pallavolo. Quanto li invidio. Anche se faccio schifo a pallavolo, almeno mi diverto.
Sento una sedia strisciare sul pavimento accanto a me. Mi giro e vedo niente di meno che Zayn Malik sedersi sulla sua sedia di fronte a me.
-Ciao. – mi saluta sorridendo. Aggrotto le sopracciglia. Che vuole ora questo? Perché c’è sempre qualcuno pronto a rompermi il cazzo?
-Ciao. – rispondo diffidente. Poi mi ricordo della scommessa e abbozzo un sorriso. –com’è andata? – gli chiedo per risollevarmi come un grattacielo. (cit.)
-Bene, spero, non conoscevo quella canzone. – risponde, anche lui sorridendo. –Di cosa hai scritto? – continua.
-Dei colori. Tu invece? – ammetto, cercando di non sembrare troppo contrariata e seccata. Ho solo una settimana per farlo cadere ai miei piedi e non ho tempo per fare la scorbutica.
-Del disegno. – risponde, più che altro interessato dalla mia risposta. –Come mai hai scelto di scrivere proprio sui colori?
-Beh, non so. Quella canzone m’ispirava di colori, e ho scritto riguardo a quelli. Tu invece come mai hai scritto sul disegno? Ti piace disegnare? – gli chiedo ingenuamente. Sembra un tipo interessante.
-Sì, e potrei anche dire che me la cavo. – ammette poco modestamente, io ridacchio in risposta pur di non lanciargli la sedia in faccia. E magari si scopre anche che non sa tenere una matita in mano e i suoi disegni fanno cagare.
-Senti, posso farti una domanda? – si arrende alla fine ai suoi tentativi di resistere, curioso.
-Certo, dimmi. – acconsento, avvicinando di poco la sedia a lui.
-Girano alcune voci nel college…su te e Louis Tomlinson…- inizia, io lo fermo con un verso sdegnato.
-Oh mio Dio, no, Tomlinson no! Non di nuovo, almeno ahahahah. E da dove dovrebbero provenire queste voci? – chiedo, sinceramente curiosa. Ci manca solo che nel college si divulghino queste voci in stile Gossip Girl e davvero le ho sentite tutte.
Non che possa negare, in effetti. Al primo anno di college, devo ammettere, che c’è stata una piccola contesa di Tomlinson fra me e Alice. Poi Alice ha buttato gli occhi su mio fratello e ho avuto strada libera. Ma adesso non riesco seriamente a pensare a Louis come qualcosa più di un caro amico, è come se fossimo fratelli.
-Solo sentivo parlare alcuni ragazzi nell’ora di Fisica e mi è sembrato strano…anche perché Louis è molto amico di tuo fratello. Scusami, non voglio intromettermi troppo nella tua vita privata. – si scusa con una risata che io ricambio cercando di apparire meno infastidita possibile.
Speriamo di riuscirci. Al suono della campanella mi accorgo che il gruppetto di troie dall’altra parte della palestra ci osservava da non so quanto tempo.
Io e Zayn ci alziamo e andiamo a posare insieme le siede lungo la parete della palestra.
-Parteciperai al progetto “Londra apre le porte”, giusto? – mi chiede, mentre ci avviamo verso la classe per seguire la prossima lezione.
-Sì, ho il turno con le mie amiche sabato di mattina e domenica di pomeriggio. Tu? – chiedo rispettivamente.
-Ho il turno mattutino di sabato insieme a tuo fratello e Niall, il biondo, non so se lo conosci…- risponde vagamente. Magari, ragazzo, magari non lo conoscessi. Annuisco.
-Domani pomeriggio hai impegni? – mi chiede di botto, fermandosi poco prima dell’aula di Design. Ok, Simona, qualcosa mi dice che ce l’hai fatta. Hai quasi vinto la scommessa.
-Veramente dovrei consegnare il mio articolo alla professoressa Greater…- obietto, facendo la ragazza speciale e piena d’impegni. Funziona sempre, avanti.
-Nessun problema, posso accompagnarti e poi facciamo un giro…sempre se vuoi. – aggiunge frettolosamente. Sorrido soddisfatta. Sì, cazzo. Chiara può iniziare a studiare per conto mio.
-Certo, mi piacerebbe. – accetto, sorridente. – ci vediamo in giro. – continuo dopo, imitando la scena dei film in cui la ragazza si allontana lentamente camminando all’indietro, e sbattendo contro un ragazzo del primo anno.
-Ma porca puttana fai attenzione! – mi lascio scappare, agitando le braccia. Zayn scoppia a ridere e il ragazzo si allontana, io sorrido imbarazzata e mi dirigo verso l’aula di Marketing. Che rottura di palle.
Vado a sedermi nel solito ultimo banco prenotato e mando un messaggio a Chiara:
inizia a preparare gli argomenti dei miei esami, tesoro. Domani ho un appuntamento con Zayn. :*”



TRAILER: https://www.youtube.com/watch?v=EfQTSSnHQbk

  
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