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Autore: AryYuna    27/01/2008    2 recensioni
Tidus a Zanarkand. Yuna su Spira. E se non si fossero mai incontrati?
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Chiedo perdono per non aver pubblicato ieri! Sono rimasta incatrata in una cena con mio zio, per cui ho passato il pomeriggio e la sera fuori casa... Sorry a tutti!
Comuqnue, ringrazio come sempre riza hawkeye93 per i commenti, e anche Steffa che ha letto 16 capitoli tutto d'un fiato ^^ Grazie, davvero ^^
Comuqnue, in questo capitolo avremo un piccolo e breve incontro tra i nostri due protagonisi... ma non pensate chissà cosa, perché non sarà come FFX... Cosa voglio dire con ciò? Beh, leggete e lo scoprirete ^^
Piccolo passo indietro, comunque, rispetto all'ingresso di Tidy e Auron in Sin (per rizahawkeye93: sì, è vero, entrano in Sin con una faciltà estrema e anche piuttosto inverosimile, confrontata con il tempo che
io ci ho messo per fargli aprire quella maledettissima bocca e tutti i gameover che ho avuto, ma non mi riesce di descrivere lunghe e approfondite battaglie ^^')



Capitolo-17-Fuga da Bikanel

–Wakka?– mormorò Yuna avvicinandosi al suo guardiano.
Wakka la guardò torvo.
–Sei metà Albhed– disse con voce piatta.
–Sono Yuna. Punto.
–Lo so– rispose Wakka abbassando lo sguardo.
–Ehi, non fare così. Non te lo avevo detto perché avevo paura che ti saresti arrabbiato. Ma non ce n’è motivo: sarò anche mezza Albhed, ma non ho mai usato una macchina e sono un’Invocatrice!– sorrise.
–Non avrei mai dovuto permetterti di diventarlo.
–Ci hai provato. Ma se voglio una cosa la faccio!
Wakka sorrise.
–Scusami per prima. È che…
–Lo so. Ti manca?
–Ogni giorno. Sarei dovuto morire io al suo posto, così Lulu non sarebbe rimasta sola e…
–Non dire assurdità!
–Sono un fallito. Lui era coraggioso e non sbagliava mai. Lulu era felice…
–Ci tieni molto a lei vero?
–Io…– Wakka arrossì. –Sì, ci tengo.
Yuna gettò uno sguardo dietro di lei, per la sala, cercando Lulu.
Era vicina, e aveva sentito.
In ogni caso, fece finta di niente.
–Anche lei tiene a te. Solo che ha uno strano modo di dimostrarlo.
Wakka sorrise ancora.
–Dovremmo andarcene di qui– disse.
–Già, ma non ci lasceranno uscire…
–Lascia fare a me. Ho un piano.
Yuna osservò il suo guardiano alzarsi e allontanarsi per la sala. Uscì, chiamando a gran voce Rikku, l’unica Albhed che parlava la loro lingua, a quanto pareva.
La ragazzina rispose annoiata.
–Che vuoi? Spaccarmi anche la mascella?
–No, volevo chiederti scusa.
–Scuse respinte. E ora torna dagli altri.
–Davvero le macchine non portano Sin?– chiese.
Rikku alzò gli occhi al cielo.
–No, le macchine non c’entrano niente.
–Oh… Sai, non ho mai visto una macchina. Cioè, a parte quelle del tempio. Mi è sempre stato detto che sono pericolose…
–Che idiozia! Quella laggiù– disse indicando l’hangar accanto alla sala in cui si trovavano gli invocatori, –è la nostra aereonave. E quello piccolo è un mezzo anfibio: significa che va sia nel deserto che per mare. E nessuno dei due è pericoloso.
–Ma funzionano sul serio?– chiese Wakka.
Sperò vivamente che Rikku non si insospettisse, ma che giustificasse quella sua curiosità con la sua ignoranza.
–Certo! Modestamente, quello piccolo l’ho costruito io!
Wakka la seguì mentre lo guidava accanto al piccolo veicolo.
Salì a bordo e gli illustrò i comandi, dimostrandogli che funzionava.
Wakka si ritrasse sentendo il rombo del motore, ma osservò attentamente i pulsanti premuti dalla ragazzina.
“Ignorante. Forse, ma non idiota. Quella sei tu” pensò Wakka mettendo fuori combattimento Rikku quando questa uscì dal veicolo proibito.
Chiamò Yuna, Lulu e Kimahri e mise in moto il mezzo di trasporto, guidandolo alla meno peggio lungo il corridoio, con qualche difficoltà quando si trattò di salire le scale.
Chiedendo perdono a Yevon per ogni pulsante che premeva e ogni metro che percorrevano, riuscì a lasciare la base.
–Gli altri invocatori…– disse Yuna sporgendosi per guardare la base.
–Mi spiace, Yuna, ma ti ho giurato la mia fedeltà e dovevo portarti via di lì. Se avessimo preso anche gli altri non ci saremmo mai riusciti. È incredibile quanto quella ragazzina sembrasse sveglia e invece si è fatta fregare così!
La nave che li aveva portati lì era già partita, ma Wakka riuscì a portare il mezzo anfibio fino al porto di Bevelle.
Nascondendolo perché nessuno vedesse come erano arrivati, condusse i suoi compagni attraverso Bevelle fino al Bosco di Macalania, diretti al Lago, tappa che Yuna aveva saltato nel suo pellegrinaggio.
Improvvisarono un accampamento al limitare del Bosco, presso Bevelle e riposarono per la prima notte dopo tanto tempo e stanchezza accumulate.
Il mattino seguente, finalmente riposati, i quattro si diressero al Lago.
Percorsero la strada sospesa di cristallo, ma giunti presso l’ingresso al Lago trovarono Sin, fermo, in volo sopra al tetto di fronde, mentre in basso aleggiavano ancora i lunioli di una scaglia.
–Fermi– disse Lulu. –Non ci deve vedere.
–Che diavolo fanno quei due?– esclamò Wakka a bassa voce.
Un uomo con un lungo cappotto rosso guidava su per un grosso albero un ragazzo biondo vestito in modo bizzarro.
Giunti in cima, saltarono sul dorso del mostro, che subito si contorse per farli cadere.
–Yevon, ti prego!– gridò Yuna prima di potersi trattenere, ma Sin era troppo impegnato coi due sopra al suo dorso per udirla. –Lulu, dobbiamo fare qualcosa!
–Non possiamo fare niente, Yuna. Se la stanno cercando.
Proprio in quel momento Sin lanciò un urlo acuto da bestia ferita e si alzò in volo, lasciando dietro di sé, nell’aria e sugli alberi una scura scia di sangue.

   
 
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