Uno

-Ehi, Andrew!
-Ehi, bella! Com’è andata?! – Il mio migliore amico si gira verso di me e mi sorride, abbracciandomi.
-E’ stato… E’ stato.. perfetto. Ci pensi? Io, Rachel– Calco molto sul mio nome. – ho ridotto Zayn in poltiglia!
-Grande! – Esclama. Mi “batte il cinque” e mi fa segno con la mano. Seguo la traiettoria e vedo Noah, Monica e Juliet.
Noah mi sorride, corre, mi solleva in aria ed esclama: - Ti ho vista e sei stata grandiosa! – Scoppio a ridere.
Juliet mi scompiglia i capelli. -Ragazza, sei stata grande!
-Non grande, un mito! – Monica mi bacia entrambe le guance.
-Io direi che conviene entrare, sono tutti dentro e noi rischiamo un richiamo! – Juliet riporta tutti alla realtà.
-Bene, i miei cinque minuti di gloria sono finiti. – Dico, un po’ delusa. Noah mi sorride.
-Non prendertela, rimarrai nella storia dopo oggi, se non sono i tuoi amici a svegliarti, allora chi lo farà?
 
Spagnolo.
Matematica.
Latino.
E poi, finalmente, la libertà.
Corro fuori dalla classe e mi ritrovo affiancata da Juliet.
-Caffè? – Dice. Non finisce di dire la frase che vicino a me trovo Noah e Monica.
-Io ci sto. Ho bisogno di un caffè. – Monica sorride e saluta con un cenno della mano Andrew che nel frattempo ha affiancato Juliet.
Ci sediamo nei divanetti del bar dove andiamo di solito e cominciamo a lamentarci del terribile caffè che danno le macchinette di scuola.
-Ah, Rachel, hai sentito che Zayn parla di te?
-Ci credo, dopo quello che gli ho fatto, ci mancherebbe ancora che non si ricordasse di me.
-Guarda chi sta entrand.. – Mollo un calcio alla gamba di Noah e blocco sul nascere un’esclamazione di Andrew.
Dalla porta del nostro bar sta entrando Zayn.
Non posso dire di essere una nullità a scuola. Avete presente l’antitesi dei ragazzi famosi? Ecco, quelli siamo noi. Ragazze femministe, ragazzi che evitano di andare a letto con una ragazza diversa alla settimana, coppie che passeggiano e discutono di argomenti seri senza una slinguazzata ogni tre parole.. Ecco, quelli siamo noi. Siamo il popolo e io sono a capo del popolo. O meglio, noi cinque siamo a capo del popolo.
E Zayn e i suoi quattro amici sono sul nostro stesso piano. Abbiamo i nostri dibattiti. Le nostre discussioni. Ma loro non ci vedono come validi avversari. In realtà questa mia mossa era finalizzata a farli sentire più vulnerabili. E forse è stata una mossa utile, perché mi guarda con una faccia schifata.
-Tu sei quella che oggi ha rifiutato di uscire con me? – Mi dice, alle mie spalle.
-Io non passo serate con i ragazzi fidanzati. – Gli rispondo, senza nemmeno girarmi.
-Sai che hai perso un’opportunità unica?
-Sono lieta che tu non mi possa rovinare un’altra giornata chiedendomi di uscire.
-Te ne pentirai.
-Mai. – Gli rispondo, girandomi. – Ora, se non ti dispiace, hai interrotto una conversazione, quindi sloggia.
-Tu hai appena detto a me di andarmene?
-Te ne sarei davvero grata, ma se non te ne vai tu, ce ne andiamo noi, vero ragazzi?
-Sicuro. – Mi fa da spalla Andrew.
-Io non me ne vado.
-Quanto sei infantile. – Dico, con sentito disprezzo. – Andiamo, ragazzi. – Aggiungo, rivolta ai miei amici.
-Molli così facilmente?
-Non combatto con i bambini. E’ sleale, voi siete svantaggiati! Ciao Zayn, cresci.
-Tu come ti chiami?
-Ti interessa?
-Non ho bisogno di sapere il tuo nome per sopravvivere.
-Allora ciao. – Dico, andandomene.
Bene, direi che siamo Rachel-Zayn 2 a 0.