IERI ED OGGI
Ieri…
A volte mi perdo nei ricordi di
quando vivevamo ancora tutti assieme, alla Tana. Le estati erano fantastiche:
Bill e Charlie tornavano da Hogwarts e noi altri passavamo intere ore ad
ascoltare, con la bocca spalancata, i loro racconti sulla Scuola di Magia
migliore del mondo.
- Bill, parlaci ancora di Silente!
– scongiurava sempre Fred.
- È vero che è un po’ matto? –
chiedeva George
- Non è affatto matto, zuccone!-
cominciava Percy, con un tono pomposo assurdo per un bambino. – È uno dei maghi
migliori! -
- Non è uno zuccone! – ribatteva
indignato Fred, che pareva aver sentito solo l’insulto. – E tu sei solo uno
stupido Troll della Bulgaria! -
Dopodichè la discussione si
trasformava in battibecco e il battibecco in litigio. I maggiori cercavano
sempre di evitare l’intervento di nostra madre, tentando di fermarci prima che
la situazione degenerasse, ma non sempre ci riuscivano.
Una volta Fred finì con un
orecchio pesto, allora per vendicarsi lanciò un vaso in direzione di Percy, che
lo evitò. Io mi trovavo dietro di Percy, così quando lui si spostò il vaso si
frantumò sulla mia testa. Quando mi svegliai scoprii con piacere che i miei
fratelli occupavano gli angoli della casa, mentre a me spettava una gigantesca,
gustosa coppa di gelato…
- Così imparano, quei mascalzoni!
– urlava nostra madre, in modo da farsi
sentire bene da tutti. - Ron, tesoro… vuoi ancora un po’ di gelato? -
- Grazie mammina – rispondevo io
lanciando occhiate divertite in direzione dei ‘mascalzoni’, la bocca piena di
gelato.
Fred e George si vendicarono, ma
sinceramente a loro non serviva un motivo per lanciarmi brutti tiri.
Fred era un po’ più ‘perfido’ di
George, che da solo sembrava addirittura un bimbo dolce e innocuo… fino ad un
certo punto ovviamente. Comunque insieme erano la peste nera.
Una volta mi legarono ad un albero
un po’ lontano da casa e mi lasciarono lì per ore.
- Vediamo, Ronnino Piccino, come
te la cavi qui da solo! – aveva ghignato Fred.
– Non chiamarmi Ronnino Piccino! –
- Adesso che non c’è mamma, come
farai? – mi chiese George fingendosi preoccupato.
- Liberatemi! – strillai.
Ma ormai se l’erano svignata.
Quando nostra madre mi trovò loro
dovettero correre parecchio, ma non riuscirono a salvarsi dalla sua ira… un’ira
che li colpiva spesso. Mamma era fatta così: dolce, affettuosa, apprensiva, severa e un po’ manesca… E sette
figli sono stati tirati su.
Quando la facevamo arrabbiare
teneva il muso per un po’, ma a noi bastavano quattro moine per farci
perdonare.
- Mamma… scusa! – implorava Fred, la
faccia da monello dispiaciuta.
- No che non ti scuso!... Appena
mi volto ne combini una! –
- Ti prometto che non lo faccio
più…! –
- Mm… -
Ed ecco che Fred allargava le
braccia, come da copione, verso mamma, che non poteva far altro che esaudire quella
richiesta di coccole.
- Aaah, va bene… Vieni qua! –
E poi c’era papà… Che dire di
papà? Un uomo allegro, affettuoso e un po’ bambino… con quella sua ossessione
per la roba babbana.
- Vedete, ragazzi? Se schiacciate
questo bottone il tostapane tosta il pane! – affermava entusiasta.
- Ooooh – biascicavamo noi per
farlo contento.
- Ma papà… -
- Dimmi Bill. -
- Non si fa prima con la magia? –
- Beh,sì… -
- Allora perché usi questo… questo
postapane?! -
- Tostapane, Bill – lo correggeva.
- Comunque, io credo che i Babbani siano… -
E noi tutti maledicevamo il
Weasley di turno che avviava papà a quell’elogio sui babbani che oramai
conoscevamo a memoria.
Era molto, molto raro che si
arrabbiasse… Ma quando succedeva era un evento storico.
- COME VI E’ SALTATO IN MENTE?! POTEVATE
AMMAZZARLO SUL SERIO! – sbraitava papà contro Fred e George.
Io intanto mi trovavo tra le
braccia di mamma, che era egualmente infuriata, e non capivo perché i nostri
genitori avessero interrotto un gioco tanto divertente…
- UN VOTO INFRANGIBILE! A SETTE
ANNI! COSE DA PAZZI! -
E intanto i miei fratelli ,un po’
spaventati e molto sbalorditi, non potevano fare altro che massaggiarsi il
fondoschiena e usare l’espressione più dispiaciuta del loro repertorio.
Quando avevo da poco un anno
nacque Ginny e io potei dire addio ai miei giorni da ‘piccolo di casa’ .
Una volta Charlie mi disse che ci
misi un po’ ad abituarmi alla presenza di una sorellina, perché continuavo a
piangere ogni volta che un’attenzione veniva tolta a me per darla a lei.
Comunque, da quel che mi ricordo, nessuno
ha mai avuto problemi con Ginny… anche se a volte la consideravamo un po’
troppo ‘appiccicosa’ . D’altronde, con chi poteva stare? Aveva sei fratelli
maggiori, era ovvio che si interessasse al Quidditch piuttosto che alle
bambole.
- Posso giocare anche io? -
- No. -
- Ma perché no?! - piagnucolava
lei.
- Perché no – rispondeva secco uno
di noi.
- Non sei abbastanza brava –
infieriva un altro.
- Che ne sapete? Posso dimostrarvi
che… -
- Và a giocare con le bambole, Ginny…
ci vediamo stasera. -
A volte, anzi ,molto spesso, mi
lamentavo perché a me toccavano sempre abiti smessi e perché non ricevevo molte
attenzioni… Nella mia testa continuavano ad affollarsi brutte idee riguardo
all’ingiustizia del nuovo gufo per Bill o dei vestiti nuovi per Charlie. Ma, ora
che sono cresciuto da un bel pezzo, so benissimo che essere un membro della mia
famiglia è una delle cose più belle che mi sia mai capitata. Farei tutto per
dare hai miei figli anche un pizzico del calore che si provava stando tutti
seduti allo stesso tavolo o giocando insieme.
Oltre alle vacanze estive, anche
quelle di Natale erano un ottimo pretesto per riunirci.
Il venticinque dicembre la nostra
casa diventava alquanto… caotica.
- George, quello è mio!- strillava
Percy al fratellino, che stava scartando uno dei suoi regali.
- Ora non più – ghignava l’altro.
– Wow, un nuovo set di ‘Spara e Sfonda’!... Sarebbe del tutto sprecato con te!
–
- Mamma! George mi ha rubato il
regalo…! –
- Restituisciglielo, George…-
- Hey, Ronnino Piccino – iniziava
Fred, - se sei fortunato, quest’anno in uno dei pacchi troverai un cervello
nuovo…! -
- Non mi chiamare così! –
- Ronnino Piccino, Ronnino
Piccino, Ronnin… -
- Mamma! –
- Piantala, Fred… -
- Wow…! Un modellino di Dorsorugoso!
- gioiva Charlie.
- Un’altra bambola da zia Muriel… -
biascicava Ginny.
E così era ogni anno.
A volte anche quei battibecchi mi
mancano, a volte, perché cambio subito
opinione dopo che do un’occhiata ai miei figli e ai miei nipoti… i nostri genitori
dovevano avere un’enorme quantità di pazienza per sopportarci tutti e sette in
una volta. Ma almeno sono perfettamente allenati per affrontare dodici nipoti.
Nota
Bene,bene…
ecco a voi la mia nuova fic! ^__^ …
Ho deciso
di descrivere i ricordi di Ron;non so
ancora bene come si svilupperà la storia,anche se il finale ce l’ho già in
mente. Non tutti i capitoli ( non ho idea di quanti saranno…potrebbero essere
anche due XD) avranno la stessa ampiezza,forse inserirò qualche drabble… non
so.
Che ne
pensate? Credete che sia meglio un finale immediato o no? Fatemi sapere ^__^.
Al
prossimo capitolo!!