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Autore: thembra    16/07/2013    4 recensioni
“…non è priva di sensi Gohan…”
“Ngh…”
Lo spirito del namecciano vibrò d’agonia reagendo a quel singhiozzo, l’aura che percepiva in Gohan era pura tortura, era terrore e confusione; nemmeno quando gli aveva comunicato della morte di suo padre che lui era solo un bambino aveva reagito così.
Prese fiato facendosi forza per pronunciare le parole giuste.
“…è morta.”
Genere: Avventura, Azione, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gohan, Goku, Un po' tutti | Coppie: Chichi/Goku
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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 “Dimmi un po’ pazza schizofrenica, come diavolo hai fatto a sconfiggere Radish con un così misero livello di combattimento?”
 
Con lo sguardo focalizzato sulla punta gialla degli strani stivaletti di Vegeta Chichi si pulì un rivolo di sangue dal labbro inferiore stringendo occhi e denti quando la sottile sabbia che le sporcava il dorso della mano graffiò la già sensibile e delicata pelle.
 
Con non poca fatica si mise sulle ginocchia concedendosi alcuni istanti per riprendere fiato e sensi dal momento che il dolore allo stomaco, dove aveva incassato la maggior parte dei colpi, minacciava di farla svenire da un momento all’altro.
 
“Sei più debole dell’arpia ufficiale ma dico io… vabbè che fosse un idiota totale ma Radish non era poi così debole quindi spiegami come diavolo…”
“Te l’ho già detto che non e ro sola…mi han no aiutahta i miei compahgni…anf anf…”
“Si ma da quanto rilevo in questo mondo tu sei la più “forte” con chi diavolo ti alleni per fare così schifo?”
 
Mordendosi il martoriato labbro inferiore la povera Chichi ingoiò la vagonata di insulti che era già pronta a sputargli in faccia. Sentiva bolle di dolore fiorirle sulla pelle praticamente ovunque e non c’era millimetro libero da graffi o ematomi e…diamine ora se lo chiedeva anche lei, come diavolo avevano fatto  a battere Radish?
Stridendo un lamento batté a terra i pugni imponendosi di non piangere, era stata lei ad insistere affinché la allenassero, era stata lei a pungere sul vivo il nanetto per convincerlo a battersi con lei quindi ora non serviva a nulla piangere per la cocente sconfitta… diamine, non era nemmeno riuscita a sfiorarlo mentre  lui con dieci colpi ben assestati l’aveva ridotta ad una carcassa…che schifo…e mentre lei cercava di riprendere fiato ed equilibrio lui le rideva in faccia che non stava usando nemmeno un decimo della sua reale potenza…che umiliazione…e… e Goku se ne stava in disparte a guardarla con quello sguardo dispiaciuto in faccia appoggiato ad una colonna del gazebo del campo d’addestramento col sole dell’alba che lo irradiava d’oro e anche se la sua vista era un poco sbiadita mai cosa le era parsa più bella di lui.
 
“Sigh…”
 
 
 
         Non lo conosceva affatto                                                                                 ma ne era affascinata
 
Era l’uomo di un’altra                                                                      e ne era innamorata                                             
 
 
“Hey…”
“Che c’è?”
“Lo puoi vedere nelle mie memorie che questi due sono dei mostri no?”
“…”
“Hey…?”
 
Sotto lo sguardo perplesso di un Vegeta ignaro del fatto che Chichi stesse parlando con Chichi, Chichi annuì a sé stessa fra mille fremiti di rabbia e dolore.
 
“Tu parti dal presupposto che lui è più forte di te, hai paura e ti senti inferiore ma non devi..
Non cercare di colpirlo per forza, colpiscilo! Non sprecare tempo fiato ed energie colpendo alla cieca, individua e prevedi i suoi movimenti,  tu sei molto veloce ed agile, sfrutta queste tua capacità inoltre sai volare e sei molto furba, non abbatterti se la montagna e ripida sin dall’inizio una volta in cima le tue gambe saranno più forti…”
“Parli come mio padre…”
“Nostro padre =)”
“…npfh…già…”
 
Scocciato d’essere snobbato il principe dei sayan sbuffò tutto il suo disappunto voltandosi per avviarsi verso Goku, quella ragazzina non aveva speranze.
 
“Asph-etta…”
“Nh?”
“Non ab-biamo ancora finito io e….e te…”
 
Guardarla reggersi a malapena sulle gambe mentre gli parlava con quel tono sicuro lo fece quasi sorridere, gli venne alla mente Gohan ai tempi di Namekk, tutto pesto e gracilino fare la voce grossa contro chi voleva ferire quello che sarebbe diventato poi il supremo, fino ad allora aveva sempre paragonato il moccioso a suo padre ma vedere quella scena gli fece comprendere che in quanto a tenacia carattere e testardaggine il piccolo Son era tale e quale a sua madre.
 
“Sei ridotta ad uno strac-”
 
Stavolta non ebbe nemmeno il tempo di levare le sopracciglia che già stava in rotta di collisione con le possenti rocce di cinta; levitò bloccandosi a pochi millimetri da esse portandosi il dorso guantato della mano contro la mascella pulsante di un acuto dolore.
L’aveva colto di sorpresa …
Il braccio gli si levò più per riflesso che per volontà quando il tacco d’un potente calcio gli arrivò a pochi centimetri dal naso.
Ma che diavolo?
Provò a contrattaccare cercando di staccarsi di dosso quella furia che non lo lasciava più stare costringendolo non solo ad arretrare ma anche a far ricorso a gran parte del suo potere.
Così si cominciava  ragionare diamine!
 
Parecchio in disparte da dove aveva luogo lo scontro Goku osservava affascinato le fluide mosse della ragazzina riconoscendo in molti scatti improvvisi il carattere della sua Chichi.
Gli sembrò di rivivere un deja-vù, quando da bambini lei lo aveva trascinato sotto a quell’enorme melo e rise al ricordo di quello che doveva essere il loro primo appuntamento divenuto invece lunghissima sessione di combattimento.
A quell’epoca era così sciocco che non aveva capito nulla delle intenzioni di lei assecondando tuttavia, e a suo modo, le romantiche richieste di lei fino al giorno del loro arrivederci che li avrebbe rivisti insieme solo alcuni anni più tardi, anni durante i quali se non grazie a piccoli flash si era completamente dimenticato di lei e della sua promessa.
 
 
La tuta da allenamento che indossava le fasciava il corpo colorandole ogni curva d’un rosso scarlatto mentre la gonna blu notte con gli ampi spacchi laterali volava impazzita ad ogni attacco di lei.
Guardarla era come cadere in una dolce ipnosi. C’era il sole ormai quasi del tutto sorto che la contornava di un aura dorata e le sfere di sudore che le cadevano dal viso brillavano come le bilie che Goten si divertiva ad allineare sul davanzale della grande finestra della cucina.
I ciuffi  neri che le contornavano il viso le aderivano alla mascella ed erano lucidi e splendenti, alcune ciocche scioltesi dagli chignon si libravano in aria alla leggera brezza mattutina.
Aveva braccia sottili ma potenti i cui muscoli ben delineati erano enfatizzati dal gioco di luci ed ombre creato dal sole e quelle sue lunghe ma letali gambe – sorrise – avevano appena reso a Vegeta una delle numerose ginocchiate che lui aveva dato a lei nel round precedente.
Era come se qualcosa dentro di lei si fosse risvegliato, un potere latente e immenso capace di tener testa anche a Vegeta che, come notava ora, era stato costretto ad innalzare la percentuale di forza utilizzata portandola quasi a tre quarti.
Forse era simile al potere sopito che il Gran Saggio di Namekk aveva risvegliato in Gohan, forse oltre che la grande intelligenza la sua Chichi aveva donato qualcos’altro di suo al loro adorato primogenito.
I due intanto continuavano a combattere e non davano segni di stanchezza alcuna, controllò per sicurezza lo stato dell’aura di Vegeta e sghignazzò nel trovarla frizzante e concentrata, sembrava si stesse divertendo quindi per il momento poteva stare tranquillo, quella di Chichi invece la trovò attenta e vitale con picchi di prorompente energia che dovevano essere i numerosi interventi della sua Chichi rinchiusa all’interno della ragazzina, probabilmente le stava dando dei consigli o la metteva in guardia sulle mosse di Vegeta, era notevole però la simbiosi che si era creata fra le due, sembravano andare molto d’accordo, sembrava che così com’erano fossero la perfezione.
 
“È così Goku…”
“Nh?”
 
Scuotendosi dai propri pensieri rimase stupito nel trovarsi accanto la bella dea.
Sembrava essere anch’essa affascinata dallo scontro ma nei suoi occhi rubino poteva leggere acuta preoccupazione.
 
“Più le loro anime resteranno unite più le loro essenze troveranno compatibilità, è questo il processo che a lungo termine porterà all’inscindibilità dei loro spiriti…”
“Cosa?”
“Per questo motivo vi dicevo di sbrigarvi…non siete qui per dare lezioni ad una terrestre ma per salvare lo spirito di colei che…”
 
Fu in quel momento che i loro occhi per l’ennesima volta si incontrarono.
Le pere nere di Goku sembravano inespressive ma per chi come lei sapeva leggere nell’anima delle persone così non era affatto.
Fu comunque sorpresa dal fatto che egli, nonostante lo shock  iniziale dovuto alle sue parole ora fosse calmo e sicuro. Perché sorrideva?
 
“Quello che dici è giusto, ma non c’è fretta…anche la Chichi di questo mondo merita di sapere a cosa andrà in contro, il torneo non è lontano, quando sarà finito ce ne andremo e poi come possiamo fare ad estrarre la sua anima da quella della ragazzina?”
“Coi poteri dei quali disponi non dovrebbe essere un problema scindere i loro spiriti ma siccome ho già capito ciò che hai intenzione di fare lascerò a te decidere il “quando…”
“Con un sorriso sincero in viso Goku annuì a quella entità che pian piano gli faceva sempre meno paura.”
 
Aveva intuito da tempo come fare, non era uno sciocco ma aspettò che ella svanisse divenendo umida nebbiolina prima di concentrarsi sulle sue ipotesi.
Il punto principale era quello di riconoscere e quindi scindere le sfumature dell’anima di Chichi da quelle della ragazzina, cosa che a lui riusciva benissimo, la fase successiva  e forse la più impegnativa consisteva nel trascinare tale spirito verso l’esterno e quindi  ridare compattezza e fisicità all’anima della sua sposa.
Il problema arrivava qui, come avevano già capito dall’esperienza sul pianeta invaso dalle loro bruttissime copie il tempo in cui lo spirito riusciva a rimanere visibile e corposo con le proprie forze era molto limitato quindi era necessario trovare un contenitore in grado di “trasportare” l’anima di Chichi fra una ricerca e l’altra. Altro modo era probabilmente tornare al mondo originale e infondere lo spirito nel corpo dormiente di Chichi contenuto nella capsula di Bulma, così sarebbe stato facile ma qui nasceva un ulteriore problema, Stillah aveva detto loro che l’anima era attratta dalle altre schegge e che vagava di dimensione in dimensione alla ricerca degli  altri frammenti, quindi era giunto alla conclusione che se riportavano l’anima ritrovata nel corpo di Chichi perdevano il vantaggio di sapere dov’era quell’altra e dovevano per forza aspettare una percezione di Stillah che sarebbe potuta arrivare presto oppure troppo tardi….era tutto un’incognita….e la testa incominciava ad andargli in panne…bah avrebbe chiesto consiglio a Vegeta, fra loro, Stillah a parte, il genio era lui.
 
Decise di tornare a concentrarsi sul duello giunto ormai agli sgoccioli.
 
Sbottando un sorriso Vegeta creò una folata d’aura allontanandola quel tanto che gli bastava per caricare un attacco di potere dai palmi delle mani. Non funzionò.
Chichi sembrò intendere i suoi pensieri e quando stava per scagliarle addosso il potere lei prendendogli entrambi i polsi, con una forza che riuscì a stupirlo fece in modo che si auto colpisse in pieno viso.
 
“Dannazione Chichi così non vale!”
 
Aveva capito che se la guerriera che gli stava di fronte era in  grado di prevedere molte delle sue mosse era merito di quell’arpia della Chichi originale.
Usò un tono scazzato ma dentro rideva, quella strega era un osso duro anche perché in un paio di occasioni aveva avvertito dei picchi di potere notevoli.
La ragazzina di quel mondo non era da buttare, era solo allenata male, quel coglione del suo maestro doveva essere un dannato incompetente per non essere stato in grado di capire su quali punti lavorare.
Sembrava almeno che lei qualcosa avesse inteso perché sfruttava la sua agilità, la velocità del suo esile corpo ed era astuta.
 
Non gli fu difficile pareggiare la sua potenza a quella sempre crescente di lei e tenerle testa, ci furono un paio di occasioni in cui dovette retrocedere per schivare alcune ginocchiate da paura ma nel contesto, quaranta minuti dopo quando fu ancora lei a mangiare polvere e sconfitta l’esito dello scontro fu a suo vantaggio.
 
L’acuto fischio di Goku irruppe nel silenzio fra i due.
 
“Brava Chi! Sei un portento!!”
“Gr-grazie…”
 
Arrossendo d’imbarazzo la giovane per l’ennesima volta accettò l’aiuto di Goku e tornò in piedi.
Lanciò un occhiata a Vegeta sorridendogli soddisfatta ringraziando anche la sé stessa dell’altro mondo per i preziosi consigli ma sopratutto per la sicurezza che le aveva infuso durante il combattimento.
Era strano da spiegare ma in quel momento si sentiva davvero completa e non temeva più nulla, era come se in un certo senso le fosse ritornata la grinta che aveva usato per sconfiggere Radish, a quel tempo non sapeva tutte quelle cose nuove, non sapeva dell’esistenza di tutti quei pianeti alieni che invece l’altra Chichi conosceva e non sapeva che le divinità dell’aldilà, se era necessario, potevano di interagire con i comuni esseri umani e soprattutto ora sapeva dell’immensa fiducia che quelle sovrannaturali anime riponevano negli esseri umani.
 
Ora che sapeva si rendeva conto di quanto fosse piccola in confronto alla grandezza del creato, aveva peccato d’arroganza  nel sentirsi superiore  ai suoi simili per il solo fatto d’aver avuto la fortuna di sconfiggere una minaccia.
Ridendo fra i denti si paragonò al buffo e spocchioso Mr. Satan dell’epoca parallela ghignando al lamento  contrariato della disgustata Chichi
 
“Non te la cavi poi tanto male per essere una cacchetta fra le cacchette!! ”
“Come osi nanetto !!?”
 
Fingendosi offesa Chichi colpì Vegeta diritto al petto col dorso della mano, ma non riuscì a trattenere a lungo la guizzante risata che le ribolliva nel petto.
 
“Coraggio venite, la colazione sarà pronta da tempo oramai…”
 
Con un deciso flettere di ginocchia si diede lo slancio risalendo l’arcuata lunghezza della bianca zanna del monte su cui sorgeva ilo castello, entrambi i sayan rimasti a terra notarono che l’aura amaranto della ragazzina sfumava in un tenue color porpora.
 
“Sembra che le loro anime siano in perfetta armonia Kakaarot”
“Di questo ti volevo parlare, la dea mi ha detto che dobbiamo sbrigarci a scindere i loro spiriti ma se lo facciamo poi come potremmo mantenere visibile la parte di mia moglie?”
“Parlavate di questo allora…l’ho vista che ci osservava e mi è parsa preoccupata..”
“Teme che non faremmo in tempo…”
“Tzèk…glielo faremo vedere noi a quella megera malfidente!”
“Ssssht che ci sente e poi s’arrabbia!”
“Comunque il nocciolo da risolvere è il trasporto giusto?”
 
Goku, pieno di goccioline di terrore annui.
 
“Beh, potremmo portarci dietro la ragazzina di questo mondo e usarla come recipiente no? Tanto tempo ne abbiamo, i nostri sosia li abbiamo stecchiti noi e da quel che ci ha detto la dea Freezer non è un problema in questa dimensione quindi per un po’ di tempo staranno in pace…”
 
Non udendo risposta Vegeta alzò il mento trovandosi dinnanzi l’enorme muso dall’enorme bocca sbarrata di Goku con tanto di enormi occhi strabuzzanti.
 
“Sei un genio Vegeta! Io n on ci sarei mai arrivato!!!”
“Ovvio che no, sei un citrullo tu.”
“Se per questo lo sei anche tu Vegeta principe dei Sayan…”
 
Entrambi scattarono a sinistra di un paio di passi nel rendersi conto della presenza della dea a pochi centimetri da loro…ma com’è che non riuscivano mai a percepire la sua venuta?
 
“Con questo che vorresti dire eh?”
“Non è possibile chiedere alla giovane di lasciare questa dimensione, non è affar suo questo vostro viaggio inoltre sta già facendo molto per preservare l’integrità dell’anima della tua sposa Goku…”
“Quindi che si fa? Siamo al punto di partenza…”
“Tenete…”
 
Con movimenti lenti la dea levò gli avambracci spiegando i palmi delle sue auree mani dai quali scaturirono due bolle di luce bianchissima che andarono a plasmarsi di potere modellandosi un due piccole e bellissime ampolle trasparenti che una volta definitesi rimasero a levitare a pochi centimetri dalla pelle della dea.
Solo dopo che i due ripresero a connettere lanciò loro le boccette che finirono nelle mani di Goku.
 
“Potrai lasciare che il suo spirito entri là dentro, sono le polle magiche dell’ anima lacerata, i maghi del pianeta Segurty le utilizzano dall’alba dei tempi per imprigionarvi dentro le parti d’anima corrotta degli stregoni neri; anche se il nostro scopo non è il medesimo saranno d’ottimo aiuto alla vostra causa, vedete solo di non romperle… ”
“Grazie!!”
 
La dea annuì poi, dopo aver lanciato a Vegeta un’occhiata neutra svanì diventando effimera nebbia.
 
“Quella donna mi mette i brividi…”
“È perché prima ti ha sentito…”
“Mhn…”
 
Non persero altro tempo e volarono a far colazione anche loro.
 
 
 
TH
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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